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Come Abele: tutto per Dio

Abele

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 5 gennaio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Come Abele: tutto per Dio

Eccoci giunti a mercoledì 5 gennaio 2022. 

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi tratta dal capitolo III della Prima Lettera di San Giovanni Apostolo, versetti 11-21. 

La prima cosa che ci viene detta è di amarci. Dobbiamo imparare a volerci bene sul serio, ad avere uno verso l’altro un amore sincero e quindi bisogna  imparare ad amare. 

E come si fa ad imparare ad amare? Sicuramente stando con Gesù, la frequentazione del Tabernacolo è una grande scuola dove si impara a pensare, a sentire e ad amare. Ma per amare è necessario avere la coscienza in pace.

“Non come Caino”

Il quale uccise Abele. Perché? Perché era invidioso. E questa invidia dove si fonda? Sul fatto che le opere di Caino erano cattive: lui non offriva a Dio tutte le primizie come faceva Abele, non dava a Dio tutto, non era un cuore dato totalmente a Dio, era il cuore di colui che dà a Dio qualcosa e quando vede qualcuno che dà veramente tutto, che veramente ama il Signore con sincerità, ovviamente, il male che si porta dentro viene fuori.

Noi non possiamo ingannare la nostra coscienza, lei ce lo dice se le nostre opere non sono coerenti, soprattutto in riferimento a quello che abbiamo davanti. Noi vediamo che quella persona che abbiamo davanti ama veramente il Signore e lo ama più di noi, ma siccome non vogliamo essere di più facciamo come Caino. Caino non voleva essere di più, non voleva darsi totalmente a Dio in quanto era dal maligno, allora cosa fa? Si illude di risolvere il problema uccidendo Abele. In realtà non è così, uccidendo Abele Caino diventa ancora più Caino, perché oltre ad un cuore che non dà tutto a Dio diventa anche un cuore che uccide. Infatti San Giovanni ci dice:

“Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia.”

Perché il mondo vi odia? Perché le sue opere sono malvagie, perché è dal maligno e quindi, nella misura in cui voi siete di Dio  e seguite Dio, dato che il mondo riconosce ciò che dovrebbe essere ma non è, come Caino, si illude di risolvere il problema uccidendo coloro che con il loro comportamento rimproverano questa mancanza e questa assenza. In realtà non risolve nessun problema, lo peggiora, ma pur di far tacere la coscienza si è disposti a tutto. Ricordate Pinocchio che cosa fa? Uccide il grillo. Sì, ma il grillo continua a parlarti, perché ce l’hai dentro, è la tua coscienza.

“Chiunque odia il proprio fratello è omicida”

L’odio è la radice dell’omicidio, l’odio porta all’omicidio, ecco perché noi dobbiamo stare lontani da questo terribile peccato contro la carità. Non dobbiamo odiare nessuno. Una delle forme espressive dell’odio è quando noi malediciamo qualcuno, che è un peccato gravissimo contro la carità, è terribile. Oppure abbiamo un altro modo di esprimerci che magari è detto con un po’ più di leggerezza però è altrettanto terribile, quando noi diciamo alla persona: “Vai all’inferno!” Stiamo attenti a dire queste cose! Perché sono espressioni che hanno una loro gravità. Non dovrebbe mai uscire dalla bocca di un cristiano un’espressione del genere, un augurio del genere, assolutamente.

Noi conosciamo l’amore, come? Quando possiamo dire che una persona ci ama? Una persona ci ama quando dà la sua vita per noi, come Gesù: 

“Egli ha dato la sua vita per noi”

Da qui noi capiamo l’amore. Non dai doni, dalle parole dolci, dalle promesse, da mille altre cose. No. Noi capiamo che una persona ci ama e noi amiamo le persone, unicamente  dal fatto se diamo o non diamo la vita per… Un papà e una mamma amano i loro figli nella misura in cui danno la vita per loro. I figli amano i loro genitori nella misura in cui danno la vita per i loro genitori, si spendono per i genitori.

“E vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.”

Ecco perché io vi dissi, per esempio, a Natale, di non lasciare nessuno da solo, per questa ragione. Noi non possiamo chiudere il nostro cuore sapendo che qualcuno è in necessità. E la prima necessità qual è? La prima necessità è quella di portare pace, compagnia, conforto, rassicurazione, calore a chi abbiamo intorno. Questa è la prima necessità. Se sono a casa da solo il giorno di Natale e mi arriva un vagone di panettoni, caviale, salmone, paté, insalata russa, ravioli, lasagne e non so cos’altro… cosa me ne faccio di tutta questa roba se sono da solo? Queste cose non mi danno gioia, non rappresentano per me gioia, non sono gioia per me. Viceversa, se io sono accolto all’interno di una casa, di una famiglia, da persone care che mi vogliono bene e per il pranzo di Natale c’è pane secco con le cipolle crude — a parte che è buonissimo, a me piace tantissimo — sarà il pranzo di Natale più buono del mondo, ma non perché ho mangiato le cipolle crede con il pane secco — che se poi ci mettete su un po’ di olio buono toscano e un po’ di quel sale buono e un pochino di pomodorino, un’acciughina con l’olivetta, viene fuori una cosa pazzesca! Ogni tanto ridiamo un po’ — ma perché ciò che determina il buono e il cattivo è il fatto che siamo insieme, è il fatto che amo e mi vedo amato. 

È nella misura in cui vedo amato che mi riconosco come uomo, che mi ritrovo come persona, che ho una collocazione, uno spazio. Il nostro spazio vitale da cosa è determinato? Da quanto amore riceviamo, da quando siamo amati. È l’amore che crea spazio, che ci dà lo spazio per vivere. Il cuore non si chiude mai a nessuno, va sempre tenuto aperto.

E come vanno amate le persone? Le persona vanno amate con i fatti, con le opere, con la pratica, e nella Verità. Bisogna essere sempre veri, sinceri, bisogna far capire all’altro che noi non inganniamo nessuno e chiamiamo le cose con il loro nome. Se viviamo così siamo nella Verità.

San Giovanni ci dice:

“davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri.”

Se il tuo cuore ti rimprovera qualcosa, vai a confessarti, vai a chiedere perdono a Dio e sei già sulla strada giusta per ottenere il perdono, perché non ti comporti da Caino, ma ti comporti da Abele, da uomo giusto, che deve convertirsi sempre di più.

Spero di essere stato chiaro con questo commento a questa bellissima lettera di San Giovanni Apostolo. Mi raccomando, portiamo avanti queste indicazioni che ci ha dato San Giovanni, vivendo il più possibile in un regime di carità e verità.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

PRIMA LETTURA (1 Gv 3, 11-21)

Figlioli, questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui.
In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio.

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