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Il Regno di Gesù

Cristo Re

Omelia sulle letture del giorno

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 22 novembre 2015 (S. Messa prefestiva).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

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Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Il Regno di Gesù

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questa Solennità di Cristo, Re dell’Universo, che quest’anno cade il 21 di novembre, che è anche il giorno della Presentazione al Tempio di Maria Santissima, in questo giorno così bello che vede la Madre e il Figlio uniti in un ricordo affettuoso, solenne e devoto di una festa che Li riguarda in prima persona, il Vangelo di San Giovanni ci mostra innanzitutto il fatto che tra Gesù e chi non è di Gesù, e chi non ha Gesù nel cuore, e chi non è discepolo di Gesù, e chi non ragiona secondo il Cuore di Gesù, non c’è dialogo.

Non può esserci dialogo tra Gesù e il mondo, perché il Regno di Cristo non è di quaggiù, in quanto Gesù dice che il mondo è il regno del demonio.

È il diavolo il re del mondo, è lui che lo tiene in mano, è lui che lo offre a Gesù nelle tre tentazioni, Gli fa vedere tutti i regni, tutto il potere, tutti i domini e Gli dice: «Tutto questo sarà Tuo, se Tu, inchinandoti, prostrato mi adorerai».

Chi è di questo mondo non può parlare con Gesù, non ascolta, non riesce, non capisce niente, è sordo, è cieco, è stolto, non riesce a vedere, non riesce a sentire, non riesce a ragionare.

Il dialogo tra Ponzio Pilato e Gesù è il dialogo con una persona completamente sorda: Ponzio Pilato fa delle domande, Gesù risponde su tutt’altro livello e Ponzio Pilato non capisce niente, va avanti per la sua strada e non si lascia per niente interpellare dalle parole di Gesù.

Questo sfata molto una bramosia che potremmo avere nel cuore, quella di voler convertire gli altri, quella bramosia di voler convincere gli altri, di voler far capire agli altri, ma Gesù lo dice: «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Se tu non hai il germe, il desiderio della verità nel cuore, non puoi ascoltare la voce di Gesù, neanche se è Gesù in persona che ti parla, non Lo senti, non capisci niente.

«Dunque tu sei re?», chiede Ponzio Pilato, e Lui risponde: «Io sono Re», ma Pilato non capisce che cosa vuol dire per Gesù essere Re.

Tutto il ragionamento di Pilato è sul regno politico, sul regno sociale, tutto il ragionamento di Gesù è sul Regno spirituale, sul Regno dei cieli, sul Regno dei cuori, sul Regno delle anime, sul Regno della Verità, sul Regno della Carità, tutto un altro livello!

Non è che quello si ferma e dice: «Aspetta un attimo che cerco di capire…», no, perché chi non porta Cristo nel cuore è talmente superbo, pieno di sé stesso, pieno di amor proprio e di egoismo, che è convinto di essere lui tutto sapiente, tutto intelligente, tutto nel giusto, non c’è spazio per un confronto con la verità.

Chi è del mondo ha già capito tutto, crede di avere già capito tutto, non ha bisogno di parlare con Gesù, non ha bisogno di ascoltare Gesù.

Gesù lo dice chiaro: «Il mio Regno non è di questo mondo».

Cosa vuol dire?

Vuol dire che il Cristo è Re ma è un Re, che come corona sul capo porta un casco di spine pungenti;  è un Re, che come mantello regale porta un manto di porpora, segno del disprezzo; è un Re, che come scettro ha in mano una canna; è un Re, che come meraviglia e stupore del Suo viso porta gli sputi, il fango delle cadute, gli schiaffi, le percosse, i pugni; è un Re spogliato, nudo, che ha patito la notte in prigione, abbandonato, lasciato solo, schernito, pestato; è un Re, che come anelli regali porta le stigmate, i segni dei chiodi; è un Re, che sulla Sua schiena porta i segni scarnificanti delle fustigate romane; è un Re con il petto aperto da una lancia.

Questo è il Regno di Cristo!

Tutti coloro che vogliono entrare in questo Regno devono decidere se portare anche loro questi stemmi, questi segni regali, oppure no.

Se noi non li vogliamo, in quel Regno non possiamo entrare!

Quindi, se la nostra preoccupazione è salvare la nostra vita, se la nostra preoccupazione è trovarci il posto al caldo, non avere problemi con nessuno, andare d’accordo con tutti, vivere nel politicamente corretto, vivere nell’attivismo assoluto, vivere nel “ciascuno fa quello che vuole” …se questa è la nostra logica, non ci entriamo, perché Gesù non ha vissuto così!

Non certo perché lo dico io, eh, ma perché c’è scritto nel Vangelo!

I servitori di Cristo sono servitori crocefissi, il trono regale di Cristo è il Calvario sul quale è stato crocifisso, questo è il trono!

Allora, dobbiamo chiederci: «Chi è il re del mio cuore?»

Il nostro cuore porta un trono, uno solo: o ci sta seduto Gesù Cristo, o ci sta seduto il diavolo! Non c’è soluzione alternativa, una delle due, perché il nostro cuore ha un trono che di necessità deve essere occupato, non può rimanere libero!

Se non ci sta sopra Gesù, ci sta sopra il demonio! Tutte e due non è possibile, nessuno dei due non è possibile, quindi, per forza uno dei due.

Le nostre scelte lo dicono, le scelte che facciamo, quanto noi abbiamo fatto dei dieci Comandamenti la nostra vita.

Mi ha colpito in questi giorni vedere una trasmissione in televisione…

Oggi va di moda dire che la Dottrina non esiste più, che vivere la vita di fede non è la Dottrina, non è conoscere la Legge di Dio, non è seguire la Legge di Dio, che ormai la nostra fede è “volemose bene”, che non ha più importanza conoscere i fondamenti della fede.

Bene, allora chissà perché (vedete come veniamo presi in giro…), prima ci dicono questa cosa: «No, non è studiare, non è la Dottrina, non conta sapere, non conta la conoscenza dei fondamenti, tutto superato, tutto passato», poi, quando il giornalista medio accosta un civile, una persona che cammina per la strada, per verificare se è credente o no, per verificare la sua religiosità, non gli chiede mai quante ore di volontariato fa alla settimana, mai a nessuno lo chiedono.

«Quanto ami gli altri?»

Non lo chiedono mai.

«Quanti forestieri ospiti?»

Mai.

Voi non troverete in nessuna intervista che fanno alle persone una domanda sul servizio, una domanda sulla carità, perché non la fanno.

Volete sapere quali sono le domande che ho sentito?

«Signora, lei è credente?»

«Certo!»

Immaginate, la media cotonata che va in giro, quella che è appena uscita dal Cotton Club, risponde: «Certo! Io sono credente!»

«Va in chiesa?»

«Certo, tutte le domeniche».

«Signora, quali sono i Dieci Comandamenti?»

«Ehm… aspetti… dunque, il Primo: “Non uccidere”, il Secondo: “Quello degli atti impuri”, poi ehm…»

«Signora, quali sono le tre Virtù teologali?»

Questa guardate, quando ho sentito la risposta mi sono piegato in due: «Fede, Speranza e tolleranza».

Il giornalista l’ha guardata e le ha detto: «Signora, ma lei di che fede è? Di quale Chiesa fa parte?»

Fede, Speranza e tolleranza…e la Carità dove è finita? Le tre Virtù teologali sono Fede, Speranza e Carità!

Non vi dico quando le hanno chiesto i cinque precetti della Chiesa… ho spento la TV, perché mi stavano venendo i vermi nello stomaco.

I cinque precetti della Chiesa innominabili e i sette Sacramenti non sappiamo neanche che cosa siano e io mi sono detto: «Hai visto che figure da somari?»

Prima, tutto il mondo dice che essere credenti non vuol dire conoscere la Dottrina, quando poi devono verificare se tu sei credente, ti vengono a chiedere la Dottrina, ti vengono a chiedere se sai i dieci Comandamenti, ti vengono a chiedere se conosci i sette Sacramenti, ti vengono a chiedere quali sono le Virtù teologali, immaginatevi voi… Fede, Speranza e tolleranza…

Come quella persona a cui chiesero (non è una barzelletta, l’ho sentito con le mie orecchie!): «Cos’è la Perestrojka?» Risposta: «Una Madonna polacca».

Incredibile! Questa è l’ignoranza crassa, supina e colpevole di noi Cristiani bigotti, che non abbiamo capito niente della nostra fede, facciamo una figura pessima e vergognosa davanti al mondo come ignoranti, perché non conosciamo la nostra fede, ma non dico le stratosferiche concezioni metafisiche della teologia, no, no, dico i dieci Comandamenti.

Ora, se non conosco i fondamenti, il basic della fede, come fa Gesù Cristo ad essere il Re del mio cuore? Un re ha un regno e delle leggi; checché se ne dica, checché se ne voglia, un re ha un regno e delle leggi. Andate a leggere i Cavalieri di Re Artù e vedete cosa vuol dire!

Non ho capito perché Gesù Cristo deve essere il Che Guevara ante litteram… va bene tutto, ma sì, fai quello che vuoi, tanto poi ti assolve Dio, tanto poi Dio è buono e ti perdona sempre!

Ma questo non è il Dio di Gesù Cristo! Questo nel Vangelo non c’è!

Questo non c’è! C’è tutto il suo contrario!

Allora, invece di seguire l’andamento della gente, del mondo, il cui dominatore è il demonio, seguiamo l’andamento del Vangelo, il cui dominatore, il cui Signore, è Gesù!

Gesù ci chiede di conoscere, Gesù ci chiede di ascoltare la Sua voce, Gesù ci chiede di essere il Re del nostro cuore.

Se Lui è il Re, allora impariamo anche a metterci in ginocchio davanti al Re!

Sapete che in certi Paesi, quando vai davanti all’imperatore o dal sovrano, che è solo un uomo, al momento di andare via non puoi girarti e dargli le spalle, ma devi arretrare restando inchinato rivolto a lui, camminando all’indietro, perché, se ti giri, è un segno di lesa maestà.

Noi in chiesa “Oves ed boves et universa pecora in campo”… di tutto di più!

Che lì dentro ci sia il Re dei Re nel tabernacolo, non lo capisce nessuno, non lo vede nessuno, neanche le pulci che camminano! Nessuno!

Dal nostro comportamento non si capisce che dentro lì c’è il Re dei Re, assolutamente!

Ognuno fa quello che vuole: chi sta seduto, chi sta in piedi, chi si gira, chi si alza e guarda in giro, chi chiacchiera, chi parla, chi si mette come vuole, fa quello che vuole lui, entra quando vuole, esce quando vuole… ma questo è un Regno?

Questo sembra un sacco di pulci, non un Regno!

Impariamo a farci le domande serie: «Chi è il re del mio cuore? Io a quale regno appartengo, al regno del mondo o al Regno di Gesù Cristo?»

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Prima lettura

Dn 7,13-14 – Il suo potere è un potere eterno.

Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

Salmo responsoriale

Sal 92

Il Signore regna, si riveste di splendore.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

Seconda lettura

Ap 1,5-8 – Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Canto al Vangelo

Mc 11,9.10

Alleluia, alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.

Vangelo

Gv 18,33-37 – Tu lo dici: io sono re.

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

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