Scroll Top

Genuflettersi davanti a Gesù

Guarigione_Cieco

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di venerdì 4 dicembre 2015, primo venerdì del mese.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Approfondimenti

Cenni biografici su Luisa Piccarreta (1865-1947)

La Serva di Dio, Luisa Piccarreta nacque nella città di Corato nella provincia di Bari, Italia, la mattina del 23 aprile 1865, domenica “In Albis” (attuale festa della Divina Misericordia), e lo stesso giorno fu battezzata; visse sempre lì e morì in concetto di santità il 4 marzo 1947. Era figlia di Rosa Tarantino e Vito Nicola Piccarreta, lavoratore di una tenuta della famiglia Mastrorilli. La piccola Luisa, la quarta di cinque figlie, era di temperamento timido, pauroso; ciò nonostante, era anche vivace ed allegra.

La domenica “in Albis” del 1874, a nove anni, ricevette la Prima Comunione e lo stesso giorno il Sacramento della Cresima. Già da piccola mostrava una forte inclinazione a dedicare lunghi periodi di tempo per la meditazione e preghiera, avendo come elementi fondamentali della sua vita interiore un acceso amore a Gesù sofferente nella sua Passione e prigioniero di amore nell’Eucaristia, ed una matura e solida devozione alla Santissima Vergine Maria. I suoi genitori non prestarono attenzione a queste inclinazioni, fino a che cominciò a manifestarsi nella loro figlia una misteriosa malattia che la obbligava a rimanere a letto. I medici non trovandone la causa e non potendo darne una diagnosi, suggerirono la visita di un sacerdote. Rimasero attoniti quando al segno della croce Luisa ritornò nel suo “solito stato”, come lei stessa lo avrebbe chiamato dopo anni nei suoi scritti.

Attorno ai diciotto anni, mentre lavorava nella sua stanza, mentre faceva la meditazione sulla Passione di Gesù, sentì il suo cuore oppresso e che le mancava il respiro, spaventata, uscì sul balcone e da lì vide che la strada era piena di persone che spingevano Gesù che stava portando la croce. Allora Gesù, sofferente ed insanguinato, alzò gli occhi verso di lei pronunciando queste parole: “Anima, aiutami!”.

Luisa entrò nella sua abitazione con il cuore dilaniato dal dolore e, piangendo, gli disse: « Quanto soffri, o mio buon Gesù! Potessi io almeno aiutarti e liberarti da quei lupi rabbiosi, o almeno soffrire io le tue pene, i tuoi dolori e le tue fatiche, in vece tua, per darti così il più grande sollievo! Ah, mio Bene!, fa’ che anche io soffra, perché non è giusto che tu debba soffrire tanto per amore mio e che io, peccatrice, stia senza soffrire nulla per te. » E da quel momento ripetendo sempre il suo Fiat, diventarono sempre più frequenti i periodi trascorsi nel letto fino alla completa immobilità per 62 anni.

In questa “piccola prigione” Gesù le fece conoscere il gran desiderio del suo Cuore: che l’uomo viva nella sua Volontà, affinché ritorni all’ordine, al posto e allo scopo per cui fu creato da Dio; questo è ciò che Egli stesso ci insegnò a chiedere nel Padre Nostro: “Sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra”. Così depositò in lei le sue meravigliose Verità, affinché a sua volta, come “araldo” del Regno, depositaria e segretaria dei tesori della Divina Volontà, facesse conoscere il decreto eterno della venuta del suo Regno nella Chiesa e nel mondo intero.

A tal proposito scrive Sant’Annibale Maria Di Francia:

“Nostro Signore che di secolo in secolo accresce sempre più le meraviglie del suo Amore, pare che di questa vergine, che Egli chiama ‘la più piccola che abbia trovata sulla terra’, destituita di ogni istruzione, abbia voluto formare un istrumento adatto per una Missione così sublime, cui nessun’altra si potrà paragonare, cioè il trionfo della Divina Volontà sull’Universo Orbe, in conformità a quanto è detto nel Pater Noster: FIAT VOLUNTAS TUA, SICUT IN COELO ET IN TERRA”

Luisa, come figlia della Chiesa, fu sempre sottomessa ed ubbidiente. Durante il periodo dal 1884 fino alla sua morte nel 1947, fu sottomessa alla cura ed obbedienza di vari confessori inviati dal Vescovo della sua Arcidiocesi. Il suo secondo confessore, Don Gennaro di Gennaro il 28 febbraio del 1899 le diede l’obbedienza di mettere per iscritto tutto quanto succedeva tra Gesù e lei e le grazie che continuamente riceveva. Fu allora che Luisa si decise a vincere la ripugnanza di rendere pubblico quello che viveva nel suo interno. E così, con gran sforzo, scrisse più di 2.000 capitoli, raccolti in trentasei volumi, senza contare centinaia di lettere, “Le Ore della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”, e “La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà”.

Uno dei suoi confessori e promotore più importante della Divina Volontà (la dottrina che Gesù insegnò a Luisa), fu Sant’Annibale Maria Di Francia che fu Revisore Ecclesiastico dei volumi, (diede il suo Nulla Osta a 19 dei 36 volumi) e primo apostolo del Regno del Fiat Divino (come Gesù stesso lo definisce nel volume 20 del suo diario, il 6 novembre1926).

Luisa morì prima di compiere ottantadue anni di età, il 4 marzo di 1947, dopo una breve ma fatale polmonite – l’unica malattia diagnosticata nella sua vita -, entrò nella vita eterna per continuare immersa nella Divina Volontà nel Cielo, come lo era in terra. Nel 1993, i suoi resti furono trasportati nel Santuario di Santa Maria Greca, grazie al suo ultimo confessore Don Benedetto Calvi. Il 20 novembre 1994 – nella Festa di Cristo Re -, la Santa Sede diede il suo “Nulla Osta” all’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, guidata da S.E. Mons. Carmelo Cassati, per l’apertura ufficiale della Causa di Canonizzazione. Il 29 novembre del 2005 S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri – Arcivescovo dell’Arcidiocesi -, chiuse la fase diocesana, raccogliendo una moltitudine di documenti ed attestazioni sulla fama di santità della Serva di Dio, iniziando così la fase romana della causa di beatificazione.

Le Ore della Passione

Libro in cui Luisa Picarreta trascrive le visioni in cui Gesù le rivelò i tormenti della Sua Passione

Non così, Padre, ma in ginocchio si deve leggere; è Gesù Cristo che parla”.

(S. Pio X a Sant’Annibale Maria di Francia che gli stava leggendo un capitolo de “Le Ore della Passione”)

Per saperne di più su Luisa Picarreta visita il sito dedicato ai suoi scritti

La comunione riparatrice nei primi nove Venerdì del mese

Chiesta da Gesù a S. Margherita Maria Alacoque

Un venerdì durante la santa comunione, Egli, se non sbaglio, mi rivol­se queste parole: Nell’ec­cessiva misericordia del mio Cuore, ti prometto che il suo onnipotente amore accorderà la grazia della penitenza finale a tutti co­loro che faranno la comu­nione per nove primi ve­nerdì del mese consecutivi. Non morranno perciò in mia disgrazia, né senza ri­cevere i loro sacramenti. Il mio Cuore si renderà asilo sicuro in quel supre­mo momento”

(dagli scritti di S. Margherita Maria Alacoque)

Scarica il testo della meditazione

Genuflettersi davanti a Gesù

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Essendo oggi il primo venerdì del mese, la nostra mente non può non andare alla contemplazione di Gesù crocifisso e della Sua Passione, quindi, oggi, come sempre, deve essere un giorno dedicato a questo, al Suo Sacratissimo Cuore, che chiede riparazione, che chiede le Comunioni riparatrici nei nove primi venerdì del mese, con la Santa Confessione. Un testo, che credo possa essere di grande aiuto per questo esercizio, è il testo di una Serva di Dio (della quale è già in atto il processo di beatificazione, anche se non è ancora concluso, ma le fasi stanno procedendo), che visse a Trani, ed è la Serva di Dio Luisa Piccarreta.

Fu una donna mistica, che ebbe tantissime visioni di Gesù e della Madonna e che compose questo stupendo testo che si intitola “L’Orologio della Passione”, chiamato anche “L’Ora della Passione”, nel quale Gesù stesso le rivela i Suoi sentimenti e quello che Lui ha vissuto fisicamente e spiritualmente, lungo ogni ora che va dal giovedì pomeriggio fino alla domenica pomeriggio.

Per esempio, quest’ora in cui celebriamo la Messa adesso, dalle 7.00 alle 8.00, è l’ora nella quale Gesù viene presentato davanti a Ponzio Pilato, viene rivestito con la tunica bianca, viene insultato e viene definito pazzo.

In questo testo, ora per ora, la Serva di Dio ascolta quello che Gesù le confida, lo scrive, dietro ordine dei suoi confessori, uno dei quali fu Sant’Annibale Maria di Francia, un grandissimo Santo, che era un grande confidente di San Pio X Papa.

San Pio X, quando ricevette le prime copie di questa opera bellissima, chiamò Sant’Annibale Maria e gli disse che questo testo andava propagato, andava diffuso, e che bisognava leggerlo in ginocchio, perché lui disse: «In questo testo è Gesù Cristo stesso che parla».

Ecco, allora, sicuramente è utile usare questi strumenti, che ci aiutano a vedere la Passione di Gesù secondo lo sguardo di Gesù, secondo l’esperienza di Gesù.

Tutte quelle opere penitenziali che di venerdì si devono fare, che possono essere il silenzio, il fatto di non mangiare la carne, il fatto di vivere di più in un atteggiamento di meditazione e di riflessione, stare un po’ di più in chiesa, andare a fare una visita al tabernacolo, confessarsi per prepararsi bene alla domenica, sono tutti strumenti che ci aiutano a centrare la Passione di Cristo.

Gesù alla Serva di Dio Luisa Piccarreta chiese proprio di diffondere questo testo, per far conoscere che cosa Lui ha vissuto, che cosa Lui ha provato nel momento della Passione.

Quando io lo lessi (lo sto leggendo ancora adesso), sono rimasto stupefatto che, dopo tanti esami di teologia, mai avevo studiato quanto il Signore le confidò e mai avevo immaginato che la Sua Passione potesse arrivare a livelli così incredibili, come sono scritti in questo bellissimo libro “L’Ora della Passione”.

Vorrei, prima di concludere, lasciarvi con un fatto che mi ha profondamente colpito e che voglio regalarvi, perché penso che possa colpire positivamente anche voi.

Sono andato a confessare una suora anziana, molto, molto malata, una santa suora, una santa persona, ed eravamo lì che parlavamo un po’ insieme e ci confidavamo (io giovanissimo, potrei essere suo nipote, lei ormai con cinquant’anni di vita religiosa, di consacrazione, con una bellissima storia di vita, dedicata tanto agli altri), poi il discorso ad un certo punto è caduto sull’Eucarestia (il venerdì non si può non far memoria dell’Eucarestia) e lei mi diceva: «Sa, Padre, quando noi eravamo giovani suore, quando entravamo in cappella si sentiva “tac”, il colpo del ginocchio sul pavimento, quando facevamo la genuflessione davanti al tabernacolo».

Già lì sono rimasto colpito da questa cosa, poi lei mi spiegava la sofferenza e il disagio che provava con questa abitudine, che oggi è sempre più invalsa, a partire purtroppo da noi consacrati, di non fare più la genuflessione davanti al tabernacolo.

Non ci si inginocchia più davanti all’Eucarestia, cosa scandalosa e disgustosa che facciamo, con varie motivazioni teologiche, che sono in realtà delle pseudo ragioni teologiche, ma non c’è niente di teologico in questo.

È antievangelico nel modo più assoluto, perché in tutto il Vangelo, quando Gesù appare, tutti, non solo si inginocchiano ma si prostrano!

Quindi è una ignoranza evangelica gravissima e crassa proprio, ma sappiamo che il demonio è furbo e sa girare intorno alle cose, per giustificarsi e per dare le sue ragioni false, pur di non adorare Dio.

Questa suora mi diceva inoltre che, quando era giovane, capitò una volta un bambino, al quale, insieme ad altri, lei disse: «Adesso, bambini, facciamo la genuflessione davanti al tabernacolo!»

Questo bambino la guardò e disse: «Suora, ma non si dice “genuflessione”!»

Immaginatevi la suora… raccontava di essere rimasta lì ferma e di avere detto: «Come non si dice “genuflessione”? Come si dice?»

Lui le rispose: «Si dice “Gesù-flessione!”»

Quando questa suora mi ha raccontato questa cosa, seppure inchiodata in un letto di dolore, il suo viso si è illuminato e sembrava di vedere Mosè; si è commossa profondamente e mi ha detto: «Sono passati cinquant’anni, ma io ancora mi ricordo sempre, quando entro in cappella, questo bambino che mi dice: “Suora, si dice Gesù-flessione, non si dice genuflessione!”»

Si capisce perché il Regno dei cieli è dei bambini, no?

Queste intuizioni, che vengono dallo Spirito Santo, ci fanno capire che i bambini ci indicano la verità e cioè che davanti a Gesù ci si flette.

Ecco, anche noi, quando andiamo davanti al Signore, pensiamo alla Gesù-flessione, a questo fletterci davanti al Signore, perché il corpo esprima l’adorazione dell’anima, perché tutta la persona dica l’adorazione dell’anima.

Insegnatelo ai vostri bambini!

Figuratevi, è rimasta in mente a questa suora per cinquant’anni questa espressione…

Io prego Dio che rimanga in mente a me, per i prossimi anni che il Signore mi darà da vivere!

Spero tanto che, ogni volta che mi presenterò davanti al tabernacolo, mi venga nel cuore questo ricordo della Gesù-flessione, del mettersi proprio con tutto se stessi davanti al Signore!

Sono sempre colpito quando vedo persone che magari sono malate, anziane, che fanno una fatica terribile, eppure, quando vanno davanti al Santissimo Sacramento, si attaccano a tutto e a tutti, sono lenti e fanno fatica, però davanti a Gesù Eucarestia fanno sempre questo gesto di adorazione, del mettersi in ginocchio, fosse anche per un solo secondo.

La memoria del Sacro Cuore di Gesù non può non farci ricordare quanto il Signore disse alla Beata Alexandrina Maria da Costa (una Beata portoghese, un’altra anima incredibile che visse più di sette anni solo di Eucarestia, senza mangiare e senza bere, come del resto la Serva di Dio Luisa Piccarreta, che visse cinquant’anni o sessant’anni senza mangiare e senza bere, se non solo l’Eucarestia), esattamente la stessa cosa:   «Devi propagare il culto dei miei tabernacoli», che Gesù stesso definì “le mie prigioni d’amore”, anche se a qualcuno vengono i pruriti…

Io so che ci sono persone a cui, a sentire queste cose, vengono i pruriti, come a me viene l’orticaria quando sento le eresie o le stupidaggini che vengono dette.

A qualcuno, quando sente questi discorsi, vengono i pruriti, perché questi discorsi fungono un po’ da esorcismi.

Come quando tu butti l’acqua santa sul diavolo e lui scappa via, a sentire questi discorsi, certe anime hanno dentro i bollori…

Che vengano loro i bollori, almeno si preparano a quello che le attende dopo!

Il richiamo di Gesù è di andare al tabernacolo!

Infatti, con la Beata Alexandrina Maria da Costa (ma anche a Santa Teresa d’Avila accadde la stessa cosa) Gesù si lamenta di essere abbandonato, di essere lasciato solo, di non essere adorato.

Alla Beata Maria Alexandrina da Costa dice: «Io vorrei che ci fossero guardie fedeli, che passassero le ore delle loro giornate a farmi da protezione, da scudo, da riparo, per i crimini che vengono commessi contro di me nell’Eucarestia».

Allora questa Santa Messa faccia nascere in noi il desiderio di chiedere allo Spirito Santo la grazia dello zelo!

Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum” , dice il Profeta Elia.

Ecco, allora, questo zelo arda anche a noi nel cuore!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Venerdì della I settimana di Avvento

Prima lettura

Is 29,17-24 – In quel giorno gli occhi dei ciechi vedranno.

Così dice il Signore Dio:
«Certo, ancora un po’
e il Libano si cambierà in un frutteto
e il frutteto sarà considerato una selva.
Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro;
liberati dall’oscurità e dalle tenebre,
gli occhi dei ciechi vedranno.
Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore,
i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele.
Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante,
saranno eliminati quanti tramano iniquità,
quanti con la parola rendono colpevoli gli altri,
quanti alla porta tendono tranelli al giudice
e rovinano il giusto per un nulla.
Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore,
che riscattò Abramo:
“D’ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire,
il suo viso non impallidirà più,
poiché vedendo i suoi figli l’opera delle mie mani tra loro,
santificheranno il mio nome,
santificheranno il Santo di Giacobbe
e temeranno il Dio d’Israele.
Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza,
quelli che mormorano impareranno la lezione”».

Salmo responsoriale

Sal 26

Il Signore è la mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.
Il Signore viene, andiamogli incontro:
egli è la luce del mondo.
Alleluia.

Vangelo

Mt 9,27-31 – Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

Post Correlati