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“La morte ma non i peccati, Gesù e Maria siate sempre Voi gli amici miei” – San Domenico Savio

San Domenico Savio

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di venerdì 9 marzo 2018.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

Regolamento della Compagnia dell’Immacolata

«Noi Savio Domenico, ecc. (segue il nome di altri compagni) per assicurarci in vita ed in morte il patrocinio della Bea­tissima Vergine Immacolata e per dedicarci intieramente al suo santo servizio, nel giorno 8 del mese di giugno, muniti tutti dei SS. Sacramenti della confessione e co­munione, e risoluti di professar verso la Madre nostra una filiale e costante divo­zione, protestiamo davanti all’altare di Lei e col consenso del nostro spiritual Diret­tore, di voler imitare per quanto lo permet­teranno le nostre forze, Luigi Comollo. Onde ci obblighiamo:

1° Di osservare rigorosamente le regole della casa.

2° Di edificare i compagni ammonen­doli caritatevolmente ed eccitandoli al bene colle parole, ma molto più col buon e­sempio.

3° Di occupare esattamente il tempo. A fine poi dì assicurarci della perseveranza nel tenor di vita, cui intendiamo di obbli­garci, sottomettiamo il seguente regola­mento al nostro Direttore.

1  A regola primaria adotteremo una, rigorosa obbedienza ai nostri superiori, cui ci sottomettiamo con una illimitata confi­denza.

2  L’adempimento dei proprii doveri sarà nostra prima, e speciale occupazione.

3  Carità reciproca unirà i nostri a­nimi, ci farà amare indistintamente i nostri fratelli, i quali con dolcezza ammoniremo, quando apparisce utile una correzione.

4  Si sceglierà una mezz’ora nella settimana per convocarci, e dopo l’invoca­zione del S. Spirito, fatta breve lettura spi­rituale, si tratteranno i progressi della Com­pagnia nella divozione e nella virtù.

5 Separatamente per altro ci ammo­niremo di quei difetti, di cui dobbiamo e­mendarci.

6 Procureremo di evitare fra noi qua­lunque minimo dispiacere, sopportando con pazienza i compagni e le altre persone mo­leste.

7  Non è fissata alcuna preghiera giacché il tempo, che rimane dopo com­piuto il dover nostro, sarà consacrato a quello scopo che parrà, più utile all’ anima nostra.

8  Ammettiamo tuttavia queste poche pratiche:

• 1° La frequenza ai SS. Sacramenti, quanto più sovente ci verrà permesso.

• 2° Ci accosteremo alla mensa Euca­ristica tutte le domeniche, le feste di pre­cetto, tutte le novene e solennità di Maria SS. e dei Ss. Protettori dell’Oratorio.

• 3° Nella settimana procureremo di accostarvici al giovedì, eccetto che ne sia­mo distolti da qualche grave occupazione.

9  Ogni giorno, specialmente nella recita del Rosario, raccomanderemo a Ma­ria la nostra società, pregandola di otte­nerci la grazia della perseveranza.

10  Procureremo di consacrare ogni sabato in onor di Maria qualche pratica speciale od atto di cristiana pietà in onor dell’immacolato suo concepimento.

11  Useremo quindi un contegno vie­maggiormente edificante nella preghiera, nelle divote letture, durante i divini uffizi, nello studio e nella scuola.

12  Custodiremo colla massima gelosia la santa parola di Dio e ne rianderemo le verità ascoltate.

13  Eviteremo qualunque perdita di tempo per assicurare l’animo nostro dalle tentazioni che sogliono fortemente assalirci nell’ozio; perciò:

14  Dopo aver soddisfatto agli obbli­ghi che appartengono a ciascun di noi, con­sacreremo le ore rimaste libere in utili occupazioni, come in divote ed istruttive letture o nella preghiera.

15 La ricreazione è voluta o almeno permessa dopo il cibo, dopo la scuola e dopo lo studio.

16 Procureremo di manifestare ai no­stri superiori qualunque cosa possa giovare alla nostra morale condotta.

17  Procureremo eziandio di fare gran risparmio di quei permessi, che ci vengono largiti dalla bontà dei nostri superiori, im­perciocché una delle nostre mire speciali è certamente un’esatta osservanza delle re­gole della casa, troppo spesso offese dall’abuso di codesti permessi.

18 Accetteremo dai nostri superiori quello che verrà destinato a nostro ali­mento senza mai movere lamento intorno agli apprestamenti di tavola e distoglieremo anche gli altri dal farlo.

19 Chi bramerà far parte di questa società, dovrà anzi tutto purgarsi la co­scienza col Sacramento della Confessione e cibarsi alla mensa Eucaristica, dar quindi saggio di sua condotta con una settimana di prova, leggere attentamente queste regole e prometterne esatta osservanza a Dio ed a Maria SS. Immacolata.

20 Nel giorno di sua ammessione i fratelli si accosteranno alla santa Comunione pregando Sua Divina Maestà di accordare al compagno le virtù della perseveranza, dell’ubbidienza, il vero amor di Dio.

21 La società è posta sotto gli auspizi dell’Immacolata Concezione, di cui avremo il titolo e porteremo una divota medaglia. Una sincera, figliale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare verso di Lei, una divozione costante ci renderanno supe­riori ad ogni ostacolo, tenaci nelle risolu­zioni, rigidi verso di noi, amorevoli col nostro prossimo, ed esatti in tutto.

Consigliamo inoltre i fratelli a scrivere i SS. nomi di Gesù e di Maria prima nel cuore e nella mente, poi sui libri e sopra gli oggetti che ci possono cadere sott’occhio.

Il nostro Direttore è pregato di esami­nare queste regole e di manifestarci intorno ad esse il suo giudizio, assicurandolo che noi tutti intieramente dipendiamo dalla sua volontà. Egli potrà far subire a questo re­golamento quelle modificazioni, che gli par­ranno convenienti.

(Tratto dal capitolo XVII della Vita di Domenico scritta da San Giovanni Bosco).

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Letture del giorno

Venerdì della III settimana di Quaresima

PRIMA LETTURA (Os 14,2-10)
Non chiameremo più ‘dio nostro’ l’opera delle nostre mani.

Così dice il Signore:
«Torna, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: “Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia”.
Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli ìdoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia.
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 80)
Rit: Io sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce.

Un linguaggio mai inteso io sento:
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell’angoscia
e io ti ho liberato.

Nascosto nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.
Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.

Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».

Canto al Vangelo (Mt 4,17)
Gloria e lode a te, o Cristo!
Convertitevi, dice il Signore,
perché il regno dei cieli è vicino.
Gloria e lode a te, o Cristo!

VANGELO (Mc 12,28-34)
Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

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