Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 10 novembre 2020
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
Scarica il testo della meditazione
SIAMO SERVI INUTILI
Eccoci giunti a martedì 10 novembre 2020, memoria di San Leone Magno, Papa e Dottore della Chiesa. Abbiamo ascoltato il Vangelo di oggi tratto dal cap. XVII di San Luca, vv 7-10.
- Cosa dire di questo Vangelo?
Che forse noi siamo lontani anni luce da tutta questa logica di Gesù, noi ci aspettiamo che dopo aver fatto quello che dovevamo fare, qualcuno ci dica:
“Vieni subito e mettiti a tavola”
Noi aspettiamo la ricompensa, aspettiamo un riconoscimento di quello che facciamo, non aspettiamo che qualcuno ci dica:
“Adesso lavora ancora. Hai fatto quello che dovevi fare? Bene, adesso fai altro, perché sei un servo.”
Tra l’altro Gesù dice:
“Inutile”
Ci sgancia, ci libera radicalmente, profondamente da noi stessi, dalle nostre pretese di essere visti, apprezzati, di essere servi preziosi. Ci fa piacere essere servi perché ci sentiamo utili, ma inutile vuol dire che sono interscambiabile, vuol dire che devo prendere il mio io e metterlo da parte.
Il servo che ha in mente Gesù è un servo che per sé non lascia nulla, perché vive in questa logica di servizio. E’ difficilissimo trovare persone così, così decentrate da se stesse, così orientate al loro dovere di cristiani, di apostoli, di testimoni di Gesù. Noi ci riserviamo degli spazi, devo avere il mio spazio del riposo, dello svago, quante volte mi è capitato di sentire queste espressioni:
“Sono in burn out, sono troppo stanco, stanca, sono al limite, sono andato oltre”
Mettere dei limiti al nostro essere servi. Un servo non mette limiti, un servo serve sempre, altrimenti cessa di essere servo e diventa padrone, e noi diventiamo padroni spesse volte, noi siamo padroni della nostra vita, dei nostri talenti.
Che bello quando si incontra una persona che dà grande disponibilità agli altri di poter incontrare i doni che lui ha. In questo momento di blocco, due cose mi sono rimaste impresse, mi hanno molto colpito:
Le diverse risposte sgarbate che ho sentito in televisione, dare dai passanti ai giornalisti che fermavano e ponevano una domanda lecita:
“Scusi signore/a lei perché è in giro? Con quale ragione?”
In questi giorni ho sentito delle risposte molto maleducate.
Cosa c’entra lui se tu sei contro la legge?
Ti sta ponendo una domanda lecita:
“Cosa stai facendo? Perché lo stai facendo? Qual è la ragione per la quale lo stai facendo? Cosa sei qui a fare? Hai una motivazione?”
Che può essere anche semplicemente:
“Non c’è la facevo più a stare in casa, ho fatto due passi intorno alla casa”
Con molta verità, con molta semplicità.
Chi è che non apprezza la semplicità e la verità?
Non è neanche proibito puoi farla la tua passeggiata nei dintorni della tua casa, ma tutto questo ci viene chiesto per evitare di stare male, per evitare di andare ad aggravare ulteriormente la situazione. Io non entro nella disquisizione vero, falso, tutte queste cose qui non mi interessano, ho in mente San Paolo che ci dice di avere nei confronti dei propri governanti un atteggiamento di obbedienza delle leggi, poi uno può discutere e dire che non è d’accordo, però poi alla fine a qualcuno bisogna pur obbedire, se no finiamo a vivere come i folli, senza norme e senza legge. Certamente vedere tutte quelle persone sul lungomare domenica..fa pensare.
Domenica era una giornata bellissima, autunnale, stupenda, dai colori meravigliosi, io ho guardato quei colori dalla mia camera, dalla finestra, mettendo fuori il naso, ma stando dentro, non avevo una ragione per uscire. Se mi avesse fermato chiunque, ad esempio un bambino e mi avesse chiesto:
“Padre Giorgio cosa fai in giro?”
Cosa gli dicevo? Sono venuto a vedere fuori le foglie d’autunno?
Avevo una ragione per essere fuori?
No, non ce l’avevo, non dovevo andare a trovare un malato, né portare la Comunione a qualcuno, non c’era una ragione, c’era la mia voglia, ma tutti abbiamo la voglia, c’era il bel tempo, c’erano i colori d’autunno stupendi, ma in questo momento ci è chiesto di fare altro.
“Una passeggiata al mare fa male a qualcuno?”
No, niente fa male a qualcuno, però sta di fatto che poi muoiono le persone. Ci viene chiesto ad ognuno di fare la sua parte, probabilmente se la facessimo accorceremmo i tempi, forse, non lo so. Però rispondendo male passi sempre dalla parte del torto. Ho sentito delle risposte veramente spocchiose, maleducate, sgarbatissime e senza giustificazione, la maleducazione non ha mai una giustificazione. Quando uno è maleducato ha sempre torto, qualunque sia la ragione. Il maleducato per eccellenza è colui che ha torto sempre, senza neanche bisogno di ascoltare le sue ragioni, perché la maleducazione non può essere giustificata mai. Tuttalpiù stai zitto e non rispondi, vai via, nessuno ti obbliga, ma se rispondi o rispondi con nobiltà, con decoro e rispetto, soprattutto se ti viene dato rispetto, o stai zitto, oppure sei un maleducato. Questa è la prima cosa che mi ha colpito in questi giorni.
La seconda è che col Vangelo di oggi pensavo a quando facevamo le Adorazioni Eucaristiche notturne io, insieme ad altri Sacerdoti, stavamo in Chiesa fino a tardi, disponibili a confessare. Quanta gente che veniva!
E dicevo:
“Vedi, Dio ci ha dato questo dono, il dono dell’essere preti, e quindi devi essere pronto a confessare in aereo, sul treno, in macchina, ovunque, di sera, di giorno, di mattina, di notte, in mare, sempre, perché è un dono che tu non puoi tenere per te, devi darlo a chi te lo chiede, perché se non glielo dai tu, non glielo può dare nessun altro.”
E’ bello pensare a questa cosa qui, dopo tutto quello che hai fatto, dopo tutta la stanchezza di una giornata, le tante ore di confessionale, vai in camera e dici:
“Gesù sono un servo inutile, ho fatto quello che dovevo fare”
Quante domeniche pomeriggio, quanti sabati pomeriggio, anni e anni in Confessionale, io come tanti altri, a vedere le bellissime giornate che ti sfumavano davanti agli occhi, le giornate di primavera, d’estate, quelle di maggio bellissime dove tutto fiorisce, oppure d’autunno come quella di domenica, e tu senza che ci fosse il lockdown, a stare in Confessionale tutta la mattina, magari tutto il giorno, e quando uscivi era sera, non c’era più niente, tutta la bellezza l’avevano goduta gli altri, perché tu avevi fatto altro, tu avevi dato la primavera alle anime. Andavi in camera e dicevi:
“Signore quanto mi sarebbe piaciuto andare a prendere la mia bici, fare un bel giro nel parco, stare in mezzo alle persone, fare una partita a pallone, mangiare una merenda insieme, invece no, perché quello che puoi dare tu non lo può dare nessun altro.”
Questa logica del servo inutile è fondamentale. Abbiamo bisogno di pensare tanto alla Vita Eterna, al Giudizio di Dio, nei prossimi giorni vorrei parlarvi di questo, in riferimento ad una situazione che è successa, vi vorrei leggere una testimonianza. Per quante cose perdiamo la pace e la serenità, su quante cose poniamo la nostra attenzione che sono in realtà delle grandi sciocchezze. Davanti al Giudizio di Dio quante cose perderanno di totale valore. Vi auguro di trascorrere un santo martedì in unione con il Santo Volto di Gesù e di crescere tutti in questa grande dimensione interiore della servitù inutile.
E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
San Leone Magno
VANGELO (Lc 17,7-10)
Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».