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Annunciazione del Signore

Cigno

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 25 marzo 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti finalmente, gioiosamente a giovedì 25 marzo 2021, solennità dell’Annunciazione del Signore. Oggi è sicuramente una festa grandissima e bellissima. 25 marzo e 25 dicembre sono strettamente e ovviamente collegati. Abbiamo letto il Vangelo secondo San Luca, cap. I, vv. 26-38.

Tra nove mesi sarà Natale e noi cominciamo già a pensarci, siamo innamorati di questo momento così bello e solenne della Nascita di Gesù. Inizia questa sorta di Avvento, di preparazione, di attesa insieme alla Vergine Maria, 9 mesi con lei, di attesa di questo Dono talmente esondante, grande, esagerato, incredibile che è il Verbo che si fa Carne. Desidero oggi ricordare anche un’altra ricorrenza, che abbiamo già festeggiato da poco più di un mese: l’11 febbraio, una data per molti assai significativa, la Madonna di Lourdes. Quanti eventi accadono spesse volte nelle nostre vite, nei giorni dedicati alla Vergine Maria. C’è un calendario della Divina Provvidenza, ve lo consiglio, c’è una bella pratica che ho conosciuto in una famiglia ed è molto bella, così se a qualcuno piace la potete fare anche voi.

Hanno preso un contenitore di quelli per gli alimenti un po’ alto, lo hanno riempito di sale, hanno rivestito le quattro facce del contenitore con dei cartoncini su ogni lato. Sono i cartoncini della memoria. Ogni volta che accade qualcosa di particolare, che arriva qualcuno, che va via qualcuno, che accade un evento, che si festeggia qualcosa di speciale, che il Signore fa qualche grazia, lo segnano. Hanno messo dentro il sale esorcizzato e lo usano per mangiare. Quando i biglietti si riempiono e tutte le quattro facce si sono riempite, le staccano e le tengono da conto in un quaderno, e ne mettono altre nuove. Non c’è niente di più saporito della memoria del cuore, è la memoria del cuore che dà gusto alla vita. Mettete un bel titolo su questo quaderno della memoria: “Nulla è impossibile a Dio”. Potete anche scriverlo in greco, così rimane l’espressione originaria del Vangelo di S. Luca, così farete memoria sempre del giorno dell’Annunciazione di Maria Santissima e quelle date, quegli eventi, vi ricorderanno sempre che nulla è impossibile a Dio. Il sale che mangerete vi farà ricordare che ogni giorno è un giorno di sapore cristiano per coloro che lo sanno vivere dentro la logica della Divina Provvidenza.

Oggi molti dicono che le cose accadono “perché devono succedere”, che la Divina Provvidenza non esiste.

Ho imparato grazie alla fede dei semplici che tutto è grazia: da una foglia che cade da un albero, al battito d’ali di un uccellino, all’arrivo di una farfalla, al sorriso di una persona, ad un abbraccio, ad un bacio, tutto è grazia, tutto è un dono di Dio. E noi dobbiamo essere grati di tutto questo, perché veramente nulla è impossibile a Dio. Dobbiamo vivere dentro a questa logica della Divina Provvidenza che ci avvolge, che ci precede, che ci accompagna.

Vi racconto un fatto che mi è accaduto, perché è veramente bello.

Era l’ultimo giorno in cui ero insieme ad una persona carissima, una persona amica, l’ultimo giorno di questo stare insieme perché poi ognuno sarebbe partito per le vie della Provvidenza. Per questo avevamo deciso di fare una piccola passeggiata insieme. Nel posto dove qualche volta ci capitava di passeggiare c’era un corso d’acqua nel quale ogni tanto arrivavano due cigni. Era un po’ di tempo che, passeggiando, non trovavamo i cigni, tuttavia quel giorno questo carissimo amico è venuto portando con sé un po’ di fette biscottate, delle quali i cigni sono molto golosi. Mentre tornavamo, con il tramonto del sole sono arrivati i cigni. Erano là che ci aspettavano dove sempre passeggiavamo e dove andavamo a dar loro le fette biscottate. Siamo corsi dai cigni e abbiamo fatto le riprese di questo ultimo momento. Mentre lui si avvicinava a dargli da mangiare, per la prima volta i cigni sono usciti dall’acqua e sono venuti a camminare incontro a noi. Una cosa mai successa prima, sembrava che capissero che era l’ultima volta. Io ero lì che riprendevo tutto. Gli ha dato da mangiare. Ad un certo punto la femmina si è drizzata tutta dritta, ha tirato il collo verso il cielo e ha aperto le ali, le ha spalancate tutte, sembrava che stesse volando verso il cielo, le ha aperte, poi le ha tirate, poi le ha sbattute. Siamo rimasti senza parole, mai vista una scena così. Abbiamo avuto anche il saluto del cigno.

La Provvidenza di Dio ci parla e accompagna ovunque, persino attraverso un cigno.

“Nulla è impossibile a Dio”

Lasciamoci stupire ogni giorno, abbandoniamoci a Dio.

Quest’oggi, in questa grande festa, la Vergine Maria ci fa sentire la sua Presenza, la sua vita che è stata una totale possibilità. Tutta la vita della Vergine Maria dice la possibilità di Dio, Dio che realizza tutto grazie alla nostra disponibilità. Quest’oggi vi faccio conoscere una nuova amica, Suor Maria Marta Chambon del monastero della Visitazione di Santa Maria di Chambéry, questa grande Apostola delle Sante Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo. Se non la conoscete andate a cercare un libro su questa meravigliosa monaca di clausura che ci ha lasciato degli scritti veramente importanti, singolari, che ci parlano della devozione e dell’amore che noi dobbiamo portare alle Sante Piaghe di Gesù. Vi invito a leggere qualcosa. Questa donna, oltre alle Sante Piaghe ha conosciuto anche le stigmate, aveva un particolare rapporto con Gesù Bambino; una suora che è stata veramente un esempio, una testimonianza per tutti coloro che l’hanno conosciuta e per noi che la conosciamo oggi.

Nel 1924 il Cardinal Maffi, in risposta alla Madre Superiora che le mandava il libretto di questa suora, tra le tante cose, scrive:

“Si soffre tanto nel mondo, dove, aumentati i dolori, è diminuita invece, rapidamente e grandemente, la scienza del dolore, e il dolore, così, non lo si sa più interpretare, né apprezzare, né sopportare, né consolare”

Qualcuno mi disse e scrisse tempo fa: “Padre ma lei quando predica, parla per le monache e i monaci? Pensa che chi ascolta sono tutti monaci e monache?”

Sì, penso proprio questo. Non mi metto a dedicare tempo per meno. Tutti siamo nel mondo, anche io sono nel mondo. “Ma lei è in convento”. E il convento dov’è? È nel mondo. Io parlo a voi pensando di vedervi essere in questo mondo monaci e monache. Cosa vuol dire? Vuol dire persone totalmente e interamente dedicate, secondo la loro vocazione, secondo il loro stile di vita, a Dio. Se volessimo essere teologicamente precisi dovremmo dire: persone che, secondo il loro stile di vita, — che vuol dire, frati suore, preti, spose — vivono la loro vocazione, che è uguale per tutti, alla Santità. E la mia proposta è proprio questa.

“Ma come faccio a vivere la mia vocazione alla santità?”

Noi pensiamo che la vocazione è fare il prete, fare lo sposo, no, questo è lo stile di vita. La vocazione è una, ed è la chiamata alla santità che poi si declina negli stili di vita. Quindi lo sposo è chiamato alla santità nel suo stile di vita. La proposta che vi faccio costantemente è proprio questa, vivere nel vostro, nel nostro stile di vita, da monaci, e aggiungo bellissimi. Vivere da monaci bellissimi. Anche io non sono un monaco, sono un frate, sono un Sacerdote. Non è seducente? Io penso che sia super seducente.

Pensate a San Benedetto che deve tirare dentro tutte le realtà monastiche, i cistercensi, i certosini, i trappisti, i benedettini, tutti questi bellissimi carismi monastici, che fanno risplendere questo essere “uno insieme” per Dio, in Dio, con Dio. Prendete come esempio questi Santi monaci, ce ne sono tantissimi, queste monache, che non vuol dire fare le suore, o i monaci e vivere dentro al monastero. Ma vivere questa vocazione alla santità all’interno del proprio stile di vita, questo essere papà con questa spiritualità monastica, e quindi essere papà, mamma, mettendo al centro e al primo posto Dio. Cambia tutto. Questo essere papà e questo essere mamma tutti di un pezzo, indivisi. Individuo, vuol dire indiviso, quindi indivisi, tutti di un pezzo, che non vuol dire senza debolezze, ma che vuol dire quello che dice Gesù a Suor Maria Chambon:

“Le tue imperfezioni sono la più grande prova che tutto ciò che succede in te proviene da Dio, io non te le toglierò mai, esse sono il velo che nascondono i miei doni. Tu hai ben voglia di nasconderti? Io ne ho ancora più di te.”

Che bello! Le mie imperfezioni sono il velo che nasconde Gesù agli occhi degli uomini. Così tutti gli empi non vedono altro che questo, il velo, il velo delle imperfezioni. E noi ci nascondiamo lì sotto. Noi dobbiamo essere questi uomini e queste donne che sanno vivere anche questa scienza del dolore. Dovremmo riprendere questo tema del dolore, la scuola del dolore. Siate, siamo, monaci e monache stupendi, callisti, “kalos” in greco vuol dire bello, e infatti Gesù nel Vangelo si definisce “kalos”. Di solito viene tradotto con “il buon pastore” ma in greco non è “buono”, è “kalos”: io sono il BEL Pastore.

Pusillus grex” il piccolo gregge. È il piccolo gregge del bel Pastore, quindi le pecorelle che gli stanno dietro devono essere pecorelle bellissime.

Sii monaco e monaca callista, ovunque tu sia, cioè bellissima, e sarai bellissima nella misura in cui ti velerai.

Il tuo velo, e il tuo cappuccio sotto il quale ti nasconderai saranno le tue imperfezioni. Le tue imperfezioni saranno il tuo velo sotto al quale nasconderai tutte le opere meravigliose compiute da Dio in te. Gli empi vedranno le imperfezioni e ti giudicheranno, e ti criticheranno e con quel velo e quel cappuccio dell’imperfezione tu coprirai tutte le opere della Divina Provvidenza che si compiranno in te, tutti i colloqui meravigliosi con Gesù, e imparerai lì sotto la scienza del dolore, come ha fatto la Vergine Maria, che ha fatto della sua vita una scuola di dolore.

Possiamo dire che oggi facciamo nascere, nel giorno dell’Annunciazione della Vergine Maria, questa bellissima idea dei monaci e maniche calliste, sparse nel mondo, delle persone che vivono nel mondo, stando nel mondo, secondo il loro stile di vita, la medesima vocazione alla Santità con questo stile interiore di monaca e monaco bellissimi, cioè totalmente e interamente incentrati, dedicati su Dio. Questo vuol dire essere monaci, non conta se sei in un monastero, se sei con 5 figli, se sei a fare l’operaio, il Dottore di teologia, il chirurgo o la mamma in famiglia che impasta la pasta. Ovunque voi siate, qualunque sia la vostra storia, siate monaci e monache calliste, che vuol dire monache e monaci bellissimi, risplendete di questo fulgore che è l’unione con i Sacri Cuori di Gesù e di Maria. E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Mi raccomando fate una giornata bellissima, tutta dedicata alla Vergine Maria e al Suo Bambino Gesù.

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

VANGELO (Lc 1,26-38)
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

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