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Prof. Marco Guzzi: le proposte di Giuda….

Giuda

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 13 aprile 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

PROF. MARCO GUZZI:

LE PROPOSTE DI GIUDA…

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a martedì 13 aprile 2021, abbiamo appena ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal cap. III, vv. 7-15 di San Giovanni.

Il Signore dice a Nicodemo che “dobbiamo nascere dall’alto”.  Certamente il Battesimo è la prima realtà sacramentale, che subito viene ai nostri occhi come necessità per questa rinascita. Però, poi, abbiamo bisogno di ritornare sulla grandezza del dono del Battesimo e, ogni giorno, uniformare la nostra vita alla grandezza e alla bellezza del Battesimo. Forse noi, alle volte, ci dimentichiamo di quanto invece sia importante rinascere dall’alto in ogni cosa che facciamo. La nostra vita deve venire dall’alto.

Oggi, a proposito di nascita dall’alto, non possiamo non ricordare la meravigliosa figura di Rolando Rivi, questo ragazzo seminarista morto il 13 aprile del 1945 che la Chiesa ha elevato agli onori degli altari per aver deciso di essere di Gesù fino alla fine. Davanti ai partigiani che gli chiedevano di togliersi la veste e di rinnegare Gesù lui ha detto “no” ed è stato sequestrato, barbaramente seviziato e alla fine ucciso. Un ragazzo. Si può arrivare fino a qui. Non se ne parla molto di questo Rolando Rivi, ci sarà il suo perché, eppure è una figura tanto bella, che dice tanto a noi che abbiamo tanta vergogna di Gesù, di essere di Gesù, di apparire di Gesù.

Quest’oggi vorrei leggervi un testo che a me sembra veramente molto bello. E’ scritto dal prof. Marco Guzzi, italiano, ancora vivente, papà di tre figli, poeta, filosofo, una figura molto interessante, vi consiglio di andare a vedere la sua biografia. Lui ha scritto una riflessione su Giuda e io ve la voglio leggere, perché credo che ci faccia molto bene. In questo testo il prof. Guzzi immagina il discorso interiore di Giuda, che diventa poi un discorso esteriore fatto a Gesù. Nel Vangelo non c’è ma, a mio giudizio, questo ipotetico discorso è molto aderente alla realtà. Certamente è il discorso che può capitare anche a noi di sentire — e sarebbe una grandissima tentazione — o disgrazia delle disgrazie, di farlo noi agli altri. Ascoltiamo il prof. Marco Guzzi:

“Maestro, a volte proprio non ti capisco, ma perché ieri mattina te la sei presa con tanta violenza con quei poveri commercianti e cambiavalute che vendevano come sempre le loro cose nel tempio? Lo sai che sono tutte brave persone? E poi ti sei scaraventato contro quel gruppo di farisei, gridandogli che erano serpi velenose e razza di vipere, come hai potuto? Quelle sono persone per bene, poi non sei proprio tu che dici sempre di non giudicare?”

Quante volte si sentono questi discorsi, questo falso perbenismo, pacifismo, buonismo, questa melassa unta, bisunta e strafritta che si prova un gusto di chissà quale specie a cospargersela addosso, ma poi, non sazi di essersela cosparsa addosso, la si vuole cospargere anche sugli altri. È un problema tuo se non capisci. Dobbiamo imparare a lasciare la luna al suo posto, uno non può prenderla e spostarla come vuole: la luna sta là e se non la vuoi vedere chiudi le imposte della finestra. Il mondo — che sta sotto al suo principe — è riduttivo, riduce tutto, esaspera le cose vere e giuste, le cose di Dio.

“Te la sei presa con tanta violenza”

Proprio lui parla di tanta violenza, lui che da lì a breve lo tradirà nel modo peggiore possibile per una manciata di soldi, che rimarrà scandalizzato davanti ad un atto di amore di Maria che a Betania cosparge Gesù di Nardo preziosissimo e adesso è sensibile alla violenza. La riflessione che verrà dopo ci farà capire perché Giuda non aveva in mente la gloria di Dio, Giuda non aveva in mente la Casa di Dio, la preghiera.

“lo sai che sono tutte brave persone?”

Il problema non è che sono brave o cattive. Ritorna sempre questo modo moralizzante, categorizzante di trattare la realtà per arrivare a giustificare tutto. Il problema non sono le persone brave o cattive, il problema è che quella è la Casa di Dio e tu lì dentro non fai il mercato.

“E poi ti sei scaraventato contro quel gruppo di farisei, gridandogli che erano serpi velenose e razza di vipere, come hai potuto?”

La cosa interessante è che quando qualcuno compie un atto che è a sostegno della Verità, e quindi di Dio, chi non è da Dio lo vede sempre come una cosa eccessiva. Pensiamo ai Santi, a come apparivano agli occhi del mondo, pensiamo ad esempio a Padre Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Bosco, lo volevano portare in manicomio! Le cose vanno chiamate col loro nome. Basta. Smettiamola di fare gli zerbini e non dobbiamo avere paura del conflitto. Già ve l’ho letto qualche giorno fa, in quel bellissimo testo “Mai senza l’altro” di Michel de Certeau, dove si sottolinea l’importanza, la coessenzialità alla nostra vita del conflitto. È necessario, ci fa bene, non dobbiamo averne paura, nel conflitto si cresce, si approfondiscono le cose.

“Quelle sono persone per bene, poi non sei proprio tu che dici sempre di non giudicare?”

È vero che Gesù ha detto che non bisogna giudicare, ma Gesù è Dio. È questo che Giuda non ha capito e non capisce neanche a Betania: che Gesù è Dio. Quindi Gesù può giudicare, eccome, fa parte del suo compito, lui deve giudicare e lui giudica.

“Gesù ascoltava, a capo chino, con un mezzo sorriso sulle labbra, un sorriso triste.

Lo sai maestro, che facendo così esasperi gli animi del popolo?”

È sempre la solita storia, sempre il solito ricatto, la solita accusa: “Non esasperare gli animi”. Ma il fine qual è? Dire le cose col loro nome, osservare il principio di realtà, stare nella realtà, oppure il fine è tenere tutto all’interno di un grande compromesso?

“Non sei venuto a darci la pace?”

No. Gesù lo dice, non la pace come la intende Giuda. Gesù viene a darci un altro tipo di pace, non quella che dà il mondo, è una pace crocifissa la sua, che Giuda ovviamente non capisce e che tutti coloro che sono secondo questo stile non possono capire.

“Credi che ci sentiamo più pacificati quando attacchi frontalmente i sacerdoti e gli scribi, dicendo che sono degli ipocriti, sepolcri imbiancati, figli del diavolo, menzogneri come il loro padre?”

Il tema non è che tu ti devi sentire pacificato, il tema è: “Queste cose sono vere o sono false?”. Se sono vere, Gesù la Verità la deve dire. Perché dobbiamo sempre trovare un compromesso a tutto, perché dobbiamo sempre far finta di niente e mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi? O girare la testa dall’altra parte come fanno i pappagalli?

“Tu non senti il dolore delle donne? – disse a un tratto Gesù – non senti il grido tremendo che sale dai cuori dei poveri, degli esclusi, da tutti coloro che questi potenti, con le loro parole smielate, sempre ben misurate, calpestano tutti i giorni, nel disinteresse generale?”

Dobbiamo riconoscerlo, qui il prof. Guzzi è geniale in questa cosa. Verissimo: a noi piace che qualcuno ci faccia diventare una cotoletta impanata, solo che al posto del pane ci mette il miele. Però sono cose false e portano via la vita. Ed ecco la risposta di Giuda:

“Ti arrabbi troppo Maestro, mi sembra che tu non sia coerente con i tuoi stessi insegnamenti, potresti finire male.”

Infatti, sarà proprio così, per colpa sua, perché sarà lui la porta che si aprirà per far passare coloro che andranno a prenderlo per ammazzarlo. Lo volevano uccidere, dice la Scrittura, ma avevano paura della folla e quindi stavano fermi. È stato Giuda che si è messo d’accordo per fare in modo di consegnarglielo lontano dalla folla. Se non fosse stato per Giuda non sarebbero mai arrivati a Gesù.

“Ti arrabbi troppo Maestro..”

Questo volto di Gesù che non corrisponde alla realtà: “Ti arrabbi troppo Maestro…”, sono come coloro che della realtà vedono un frammento, non riescono ad avere una visione di insieme, perché è una visione terribilmente mondana e carnale. Adesso sentite questa risposta che ha dato Gesù in questo discorso immaginario, anche qui il prof, Guzzi è stato geniale:

“Oh Giuda, Giuda, Giuda, amico mio, perché ricopri di tante parole la decisione che già hai preso?

Questa gente ha già una decisione nel cuore, ha già una vita impostata in un certo modo, e quindi l’ammanta di logorrea, di parole su parole, su discorsi, su domande, su speculazioni, su paralogismi.

“Fai ciò che devi fare, e fallo presto, ma sappi che chi difende le opere delle tenebre, in qualsiasi modo lo faccia, dentro le tenebre presto finirà. Su questo non dubitare mai. Stanne certo. Il principe più oscuro, il tuo signore, lo vedo già precipitare come una folgore dall’alto dei cieli dentro l’abisso del suo nulla.”

Quando prendiamo decisioni sbagliate, quando abbiamo una decisione sbagliata interiormente e non la vogliamo guardare in faccia, cominciamo a ricoprirla di parole, non vogliamo prendere atto della cattiveria di certe decisioni, allora la ricopriamo di parole. Non c’è cosa peggiore di questa. State lontani dalla polemica, non giova assolutamente a nulla.

Con questa indicazione su Giuda e sull’importanza di rinascere sempre dall’alto in ogni cosa che facciamo, vi auguro di cuore una santa giornata.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Martedì della II settimana di Pasqua

Vangelo (Gv 3,7-15)
Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

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