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Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, XIV parte

B. Conchita Cabrera De Armida

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 3 agosto 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, XIV parte

Eccoci giunti a martedì 3 agosto 2021. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XV di San Matteo, versetti 1-2.10-14.

Noi dovremmo tutti tenere sempre questo testo appeso alla porta, o sul telefono, da leggere prima di chiamare le persone. Forse leggendo questo testo eviteremmo tante parole, tante polemiche, tante perdite inutili di tempo, tanto spreco di energia, tanto tempo rubato al Signore per darlo al nulla. 

“Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?” Dicono i discepoli a Gesù.

Risposta di Gesù:

“Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata”.

Non ha detto: “Oh poverini, e adesso cosa facciamo, dobbiamo andare. Facciamo la novena per…, facciamo la preghiera di…”

“Lasciateli stare. Sono ciechi e guide di ciechi”

Capite? Questo è lo stile di Dio. “Lasciateli stare!” 

Non andare a fare la crocerossina e non iniziare a mandare i messaggi più o meno mistici ecc. 

Ripeto, lasciateli stare.

Quando vedo alcuni commenti che si fanno ad alcuni post, ad alcuni articoli, mi dico, ma cosa vuol dire tutta questa disquisizione? Come se noi dovessimo difendere Gesù.

Perché Gesù non va lì a spiegargli le cose. 

Fossimo stati noi avremmo detto: “Venite, venite scribi e farisei, adesso vi spiego io perché le cose che escono dalla bocca contaminano l’uomo e non quelle che entrano e voi state sbagliando, siete degli ipocriti”. Noi avremmo fatto così. 

Se andate a vedere i vari post religiosi, ovunque vedrete polemiche, diatribe di opinioni, poi appaiono improvvisamente i dottoroni di teologia, che non sanno nulla del catechismo, non hanno studiato una virgola di teologia e questi si improvvisano teologi e iniziano a pontificare.

Gesù non risponde una parola. Dice: “Lasciateli stare” 

Ma noi non siamo capaci, perché? 

Perché, come vedremo adesso, noi siamo pieni di concupiscenza. Quello che per noi è difendere Gesù, in realtà non è altro che la nostra concupiscenza mascherata. Perché chi vuole difendere Gesù fa quello che ha fatto Gesù: “Lasciateli stare!”

È un po’ la stessa questione del tema delle more, che ogni tanto io tratto. Come tratto il tema delle ciliegie, tratto anche il tema delle more. 

Noi dobbiamo partire come salvatori della patria e dobbiamo spiegare perché tu devi o non devi. Tu non mangi le more? Basta, “lasciateli stare”. Non è questa la logica. 

Volete una prova? Dopo le vostre dodici ore di parole, post, messaggi, telefonate, ditemi quante volte siete riusciti a far cambiare non idea, ma un vago pensiero nella testa di un’altra persona? Ve lo dico io: Mai! Perché non sono piante piantate da…, quindi è inutile. 

“Eh, ma io gli voglio bene”. Si, anche Gesù gli vuole bene. Gesù è Amore, quindi non poteva odiare qualcuno, non aveva la simpatia o l’antipatia, ma c’è un limite. E qual è questo limite? La libertà dell’altro. E Dio non può superarlo questo limite, perché se io non voglio, non voglio.

“Sono ciechi e guide di ciechi”

Ecco, l’importante è non farsi guidare da queste persone. Lasciateli stare, stategli lontano, non farti guidare e non andare a chiedere consiglio. Noi facciamo di quelle cose. 

Facciamo un esempio: io decido di non bere il succo di more e mi viene la lungimirante idea di andare a chiedere consigli a coloro che vivono solo di succo di more. Ma ti pare? Alle volte siamo proprio dei tontoloni. Ma tu che non vuoi bere il succo di more, vai a chiedere consiglio a chi lo beve dalla mattina alla sera? Ma secondo te, cosa ti potrà mai dire? Poi venite a dirmi che venite trattati male, ma come può essere diversamente? 

“Mi sono venuti gli scrupoli di coscienza perché mi è stato detto che avrei dovuto ricevere quella cosa e forse ho sbagliato”. Ma un briciolo di coscienza ferma è possibile che non riusciamo ad averla? Ti metti davanti al Signore, prendi una decisione, chiedi consiglio e poi basta. San Carlo Borromeo ci impiegava tanto a prendere una decisione, ma quando l’aveva presa non si muoveva più e non vuol dire che non posso cambiare parere perché vengo illuminato, ma vuol dire che presa una decisione io rimango fedele. E non è perché tu mi fai ricatti affettivi, religiosi, morali,  interiori e psicologici io vado in tilt. No, io devo andare avanti tranquillo e sereno. 

Alcuni mi dicono: “Padre, ma non tutti abbiamo la sua fede!”

Il problema non è la fede, il problema è il cervello. 

Io dico sempre di chiedere consiglio. Poi mi dicono che avevano paura di disturbare, ma allora perché me lo chiedete dopo? Anche dopo mi disturbi, anzi di più perché dopo è ormai inutile. 

“E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso”. 

Stiamo attenti a chi ci guida. Prima di farci guidare dalle persone, controlliamo che ci vedano. Noi a volte sembra che non distinguiamo la destra dalla sinistra, che vada bene tutto. 

Quando devo confessarmi non vado a vedere, mi va bene tutto. Però quando ho un problema al cuore cerco il miglior cardiochirurgo. Perché allora non lo fai anche con l’anima? Non si sa. Dopo piangiamo… 

Ti devi svegliare. Impara ad informarti. Invece di vivere come il monaco sul monte Athos cerca di vivere dove sei, svegliato. 

“Non uso facebook perché é male”.  Guardate, è proprio una spiritualità contorta e sbagliata che non c’entra niente con la spiritualità che arriva dai nostri Santi. Il cristiano non è colui che vive come, non so neanche dire come chi. Non è come nei cartoni animati, noi viviamo nella realtà in cui siamo, non viviamo in un’altra realtà. Svegliati, guardati intorno, leggi, ascolta, studia. No, invece noi siamo interessati solo a pallone, televisione, cibo, bere e dormire. Ma che vita è questa? Non è la vita di un cristiano. Diamo uno status a questa vita. Io chi sono? Ti devi svegliare. Non dire dopo: “non lo sapevo”. Perché gli altri lo sapevano?  

 

Continuiamo la lettura del nostro testo “Sacerdoti di Cristo” della Beata Conchita Cabrera de Armida. 

QUARTA PARTE: L’amore disordinato di sé

1. La triplice concupiscenza

La concupiscenza della carne e degli occhi

– L’impurità del Sacerdote 

“I sacerdoti che non sono puri non pensano al dovere che hanno di unire al Mio il loro sacrificio senza macchia, per offrirlo a favore delle anime del purgatorio: è il suffragio più grande che si possa offrire per loro. Come potrà un sacerdote colpevole spegnere con il suo sangue non puro il fuoco che le purifica?”

Ci crediamo ancora di andare in purgatorio? 

Sì, grazie al Cielo c’è ancora qualcuno che ci crede e speriamo che poi non vada a bere il succo di more. 

“Ma io non sapevo che era rosso”. Ma che colore pensavi che fosse? 

“Senza macchia”

Se non sei puro, neanche ti vengono in mente le anime del purgatorio.

“È chiaro che l’effetto espiatorio di questo sangue è mio, per la divinità che c’è in Me. Ma siccome nella Messa, per la sua trasformazione in Me, il sacerdote è Me, deve essere puro, deve essere santo, per unire il suo sacrificio al mio, per essere cioè con Me una sola vittima a favore della Chiesa purgante”. 

Si in teoria sì. Dovremmo dire a Gesù: “In teoria, hai ragione”, però nella realtà se mi confesso una volta ogni sette mesi è un po’ difficile.

I sacerdoti che non sono in stato di grazia non si rendono conto di questo aspetto sacro, del santo dovere che hanno di essere puri per purificare, di essere santi per soddisfare, di essere veri sacerdoti per impetrare e ottenere grazie dal cielo.”

Forse è per questo che non otteniamo più grazie dal cielo, perché forse non siamo più in stato di grazia. 

Il sacerdote, per quanto sto spiegando, prende parte anche a quest’opera espiatoria, a questo sacro dovere nei confronti della Chiesa che soffre ed espia. E fosse solo per compiere questo dovere dovrebbe trasformarsi in Me, puro, vittima, santo”.

Pensate alla caratteristiche di Gesù, altro che la pizzata e la salamella. 

“Quasi mai si pensa a questo aspetto della Messa, di capitale importanza, che si estende non soltanto alla Chiesa militante, ma anche alle anime dei defunti che attendono anelanti questa rugiada che vivifica e salva.”

Sembra che Gesù appartenga ad un’altra Chiesa. 

“Anche per questo i sacerdoti devono essere altri Me, altri Gesù, essere trasformati in Me, poiché il mio Sangue puro, in quei momenti come in nessun altro, espia e purifica; anche il sangue del sacerdote, unito al mio, deve essere puro: l’anima, che viene trasformata nella Purezza immacolata, deve essere senza macchia. 

Come può purificare chi non è mondo? Come può impetrare per altre anime, chi non può impetrare per la sua? 

Come può spegnere le fiamme del purgatorio chi porta in sé coscientemente il fuoco impuro della concupiscenza della carne? 

lo voglio che queste situazioni vengano risanate, siano eliminate, che spariscano dagli altari”.

Certo, sarebbe bello.

Vi ricordate cosa aveva detto Fulton Sheen? Lui disse:“Guarda come celebra”. Da lì capisci tutto. Uno vive come celebra e celebra come vive. Il modo in cui prende i vasi sacri, il modo in cui consacra, il modo in cui purifica, il modo in cui mette le vesti, tutto. Io lo so che quando vado all’altare faccio la confessione pubblica dei miei peccati. Nessuno può nascondersi. Quello che sei, lì emerge nettamente.

“Lo scandalo dato da un sacerdote produce danni incalcolabili e profana l’immagine della Trinità nelle anime.

È impossibile all’uomo comprendere fin dove si ripercuotano i peccati di scandalo commessi dai miei sacerdoti, e solo nell’eternità, immersi in quella grande luce, riusciranno a vedere il male quasi infinito che hanno fatto con questi innumerevoli peccati. Dico innumerevoli, perché lo scandalosi un sacerdote si moltiplica per generazioni e generazioni.”

Altro che “io adesso ho trovato l’amore”. No, perché fino a ieri cos’era? Se io fossi Gesù direi: “Ma fino a ieri cosa ho fatto per te?” Adesso tu hai trovato la concupiscenza, non l’amore. Perché se tu avessi trovato l’amore, gli daresti un nome solo, fatto di quattro lettere ed è “Gesù”. Questo è l’amore. 

Ma chi lo potrebbe credere! Mi fanno soffrire di più i peccati nascosti, le colpe segrete che solo Io vedo, perché vanno direttamente, maliziosamente, a colpire la mia predilezione, la mia fiducia, e feriscono quel mio amore che li ha scelti. Questi peccati nascosti che nessuno vede sono quelli che maggiormente lacerano la mia anima tutta purezza; sono quelli che gettano più fango contro la Divinità, perché attaccano la fede, accecano la speranza, e uccidono la carità”

Guardate, quando facciamo i peccati diciamolo con molta schiettezza e, se abbiamo vergogna, scriviamolo su un foglio. Facciamo la confessione, diciamo i nostri peccati, e con frequenza! Ve l’ho già detto milioni di volte e ve lo ripeto: andiamo a confessarci con frequenza!

Eh ma dico sempre le stesse cose…

Guardate, venite nella mia camera, possibile che ci sia sempre la polvere? Come fa a depositarsi tutta questa polvere? 

Oppure volete vedere i buchi delle mie calze? Ce ne sono sempre. Cosa dovrei dire? Ancora buchi? Qualcuno mi dice di buttarle, ma finché i punti tengono non le butto e le rammendo. 

Così devo fare con la mia anima, la rammendo. 

Lo stesso faccio con la polvere, la togliamo più spesso. 

Noi trattiamo la nostra anima peggio del nostro water, è così, perché tu non pulisci il tuo water una volta al mese (speriamo). E perché l’anima sì? Ma cosa è più importante? Il tuo water o la tua anima?

“Ma io non ho tempo”. Cosa vuol dire non aver tempo? Questa frase, non può esistere sulla bocca di un cristiano. Non ho tempo! Ma stiamo scherzando? 

Confessiamoci spesso e diciamo tutto. Ma cosa nascondiamo? Ma a chi? Per vergogna? Ma no… Noi andiamo in giro come oranghi per le strade e poi ci nascondiamo per le confessioni. E poi diciamo alla gente di confessarsi.

Mi viene in mente che quando eravamo ragazzi i santi Sacerdoti che abbiamo avuto ci facevano fare una cosa bellissima. Io seguivo dei bambini di terza elementare che preparavo alla S.Confessione, anni stupendi, facevamo cose pazzesche, ci siamo divertiti, pregavamo, facevamo pellegrinaggi, consacrazione alla Madonna, canti, i sacrifici, dovrei scrivere un libro…

Ricordo che una volta sono arrivati un gruppo di cinquanta bambini all’oratorio feriale, era mattina e si andava subito in cappella a pregare, loro portavano i fiorellini e il pane secco per fare i sacrifici e una volta abbiamo fatto una giornata di svago particolare, una giornata dell’acqua per giocare con i palloncini e non vi dico come ci siamo ridotti. Tutti bagnati fradici. I genitori quando sono arrivati a prendere i bambini hanno visto me tutto bagnato e i loro bambini che grondavano acqua. Il campo da calcio allagato. 

Tutto questo per dirvi quello che ci dicevano questi santi Sacerdoti: “Se volete educarli, prima fatelo voi, poi lo faranno loro”. E allora in Chiesa insieme tutti insieme a pregare in ginocchio, tutti con il pane secco, tutti a confessarci insieme.

Quindi anche per le confessioni ci si passava a prendere in bicicletta. I primi erano gli educatori. Bellissima questa cosa. 

Pensare che questi ragazzi vedevano i loro educatori per primi in ginocchio a confessare i loro peccati, a riconoscerli davanti a Dio e ad esser assolti. Voi dovevate vedere questi bambini di terza elementare come si confessavano. Una cosa da piangere. La loro devozione, il ringraziamento che facevano andando davanti alla Madonna.

Credo che non ci sia niente di più bello che vedere il proprio educatore, il proprio Sacerdote, il proprio papà, la propria mamma per primi ad amare il Signore, per primi a confessarsi, per primi a fare il ringraziamento, per primi a fare il digiuno, per primi a fare dei sacrifici.

Con la bicicletta si andava nelle edicole della Vergine Maria e lì si lasciava il proprio fiorellino e poi via a fare la merenda. 

Ci dicevano di non sudare… ma un bambino come fa a non sudare? 

Questi pensieri a me vengono perché penso alla bellezza della testimonianza della fede, da una parte, e dall’altra penso a quando si ha Gesù e la Vergine Maria e non si ha altro e si è felici con il proprio sacchetto di pane secco che il mondo butta ai conigli. Noi, invece, li offriamo per le anime del purgatorio, per la conversione dei peccatori. Eravamo i ragazzi più belli, più felici. Mi rivedo e rivedo loro in quei giorni e vedo bellezza pura, gioia, pace, voglia di vivere, fede. Non c’erano litigi, mai nessuno rimaneva indietro e poi ,alla sera, al momento di salutarci questi bambini, questi ragazzi non volevano più andare a casa. 

Auguro a tutti voi una vecchiaia dove poter raccontare queste cose, poterle rigustare e risentire dentro e ringraziare il Signore per averci dato la grazia di non aver sprecato giorni. 

Sì, certo, poi magari un giorno dovrò chiedere perdono a Gesù per aver corso qualche rischio, per aver fatto correre troppo i genitori di quei bambini, perché forse avrei dovuto essere meno di parte. Ma quanto eravamo felici, quanto stavamo bene insieme!

Quindi, confessioni frequenti.

Ve lo auguro di cuore, a tutti!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Mt 15,1-2.10-14)

In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!».
Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?».
Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».

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