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I Santi Angeli custodi

SS Angeli Custodi

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 2 ottobre 2021 – SS. Angeli custodi

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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I Santi Angeli custodi

Eccoci giunti a sabato 2 ottobre 2021. Oggi ricordiamo e festeggiamo i nostri Santi Angeli Custodi. In questo bellissimo primo Sabato del mese tutto dedicato alla Vergine Maria come non essere gioiosi e riconoscenti al Signore per delle ricorrenze così belle e significative?

Abbiamo ascoltato la lettura della Santa Messa di oggi tratta dal capitolo XXIII, versetti 20-23 del libro dell’Esodo.

Il Signore manda un Angelo davanti a noi per custodirci nel cammino della nostra vita e per farci entrare in Paradiso. Dio ci chiede di avere rispetto della sua Presenza, cioè di dare ascolto alla Sua Voce e di non ribellarci a Lui. Quante intuizioni noi abbiamo durante la giornata! Da quanti pericoli ci vediamo salvati! È il nostro Angelo che ci illumina, che ci conforta, che ci indica la volontà di Dio. Dobbiamo ascoltarla questa Voce e non fare di testa nostra, non seguire i nostri gusti o peggio le nostre paure e le nostre titubanze. È un po’ come quelli che ti fanno perdere ore, ore e ore in telefonate, scritti, messaggi e quant’altro per avere tutte le spiegazioni, le delucidazioni, le illuminazioni, i perché, i per come e i per quando, per esempio sul “succo di more” e tu stai lì e parli, parli e parli, ore e ore che se ne vanno… poi ad un certo punto spariscono e quando ricompaiono, ricompaiono trasformati e te lo dicono:

— “Volevo anche dirti che io ho bevuto il succo”

— “Ma come? Ma allora cosa abbiamo parlato a fare?”

— “No, ma guarda, poi in fin dei conti… ma dovresti farlo anche tu. No ma sono bravi, carini, dolci, gentili, sono qui, sono là… sono degli angeli… ”

Non è così che si fa, perché se io ho una coscienza e se io ho la Voce di Dio nella mia coscienza che mi parla, e se io ho il suo Angelo che mi illumina, come posso fare una scelta che va contro tutto questo? Che cosa rimane di me?

Non ci può essere nessun ricatto, né civile, né religioso, né economico, né di istruzione, né della salute, non può esserci nulla che sia capace di farmi andare contro la coscienza. Non è possibile, perché se tradisco quella ho tradito tutto, non c’è altro. 

“Ma se no io non posso più fare questo… non posso più fare quell’altro… ”

E allora? Se tu fai quelle cose hai perso la Voce, il richiamo, l’indicazione della tua coscienza, e per chi le fai? Per te stesso.

“Se no, non ho altro… ”

Forse non abbiamo capito che Dio non è il nostro Tamagotchi, Dio non è il tappabuchi delle nostre solitudini, dei nostri fallimenti, questo non è Dio. Noi non possiamo usare Dio secondo i nostri gusti. Dio è Dio. Non funziona così. C’è una Voce della coscienza. È un po’ come quando facevamo le Adorazioni Eucaristiche notturne, questi bellissimi momenti, stupendi, meravigliosi, pieni di gente — perché la gente prega, ama Dio, cerca Dio, cerca la Vergine Maria, la gente vuole stare con Gesù. E noi cosa facciamo? Chiudiamo. Certo, tutto logico — ricordo che c’era un po’ questo “spettro” che diceva: “No, come faccio ad uscire di casa alle due di notte per andare a pregare? Mi prendono per pazzo, mi diranno che sono fuori di testa. Non si può andare fuori alle due di notte a pregare, ma che senso ha? Bisogna pregare dei giorno e non di notte, poi sei stanco, devi riposarti, non è giusto, è pericoloso, sapete ci sono in giro i vampiri (ma quelli girano anche di giorno adesso, anzi soprattutto di giorno, si sono trasformati pure loro).”

Guai! Mille problemi psicologgggici (con quattro “g”). 

“Come farò, adesso devo inventarmi, devo uscire di soppiatto come l’uomo ragno che si cala dalla finestra, perché se qualcuno mi vede, mi sente, mi guarda…”

Però nessuno batte ciglio per coloro che tornano alle due di notte dai divertimenti. Questo va bene. Ricapitolando: se io mi sveglio alle due di notte per adorare, amare, pregare Dio, per stare in compagnia con Gesù, per… questo è un problema gravissimo, se invece io torno alle due di notte dopo aver fatto i bagordi, questo va bene, questo mi fa essere molto on the road, à la page, molto fashion, questo va bene, perché questo è il mondo, è la mondanità, la carne nel senso peggiore e deteriore del termine.

Poi fa niente se il mattino del giorno dopo — magari è proprio domenica, il giorno del Signore — lo uso per dormire e quando mi sveglio, avete presente le talpe quando vengono tirate fuori dalla terra e le mettete al sole che hanno quegli occhi piccoli, piccoli, che si chiudono tutti, perché a loro dà fastidio la luce del sole? Uguale! Tu vedi queste talpe bipedi, che camminano su due piedi, su due gambe, che non sanno neanche dove sono, con gli occhi chiusi. Manca loro solo la bolla al naso e poi sono a posto. Questi vanno bene, cadaveri che camminano, facce sformate dalla stanchezza , dal sonno. Invece quelli che si svegliano di notte per adorare il Signore, stranamente al mattino sono dei leoni. Certo, perché il Signore non si fa battere in generosità. Non ho mai visto nessuno in Chiesa mentre faceva adorazione che aveva bisogno di bere litri di caffè, nessuno, assolutissimamente, tutti tranquilli davanti a Gesù ad amarlo ed a essere amati. 

Volevo leggervi oggi i nove gradini della sala degli Angeli, la visone di Santa Matilde di Hackenborn. 

“Santa Matilde cistercense tedesca nel 1250, prima della festa di san Michele, in un momento di unione con Dio, gli aveva chiesto alcuni omaggi da rendere agli angeli.”

(Sapete che c’è la bellissima Coroncina Angelica che io vi consiglio di recitare ogni giorno prima della Santa Messa)

E il Signore risponde:

 “Recita nove volte in loro onore il “Padre nostro” secondo il numero dei cori angelici”. Ella li recitò, e volle offrirli al suo angelo, il giorno della festa, affinché egli li presentasse lui stesso agli altri spiriti.

Ma il Signore Gesù le disse con un certo scontento: “È a me che tu devi lasciare questo incarico, poiché io avrò per molto gradito compierlo; sappi che ogni offerta che mi è confidata giunge nei cieli nobilitata dalla mia intermediazione e trasformata con grande profitto, come un denaro gettato nell’oro in fusione si mischierebbe al prezioso metallo cessando di essere quello che era, e parrebbe quello che è diventato, cioè dell’oro”.

“Poi ella vide una ampia scala a nove gradini; era d’oro, la moltitudine degli angeli vi aveva preso posto, gli angeli sul primo scalino, gli arcangeli sul secondo e così di seguito, ogni ordine angelico occupava il suo grado. Il cielo le rivelò che quella scala simboleggiava la vita degli uomini.

Così chiunque nella Chiesa di Dio compie il suo ufficio con fedeltà, umiltà e devozione, assiste per Dio i pellegrini ed i poveri e si prodiga verso il suo prossimo con tutti i doveri della carità, questi sarà posto a livello degli angeli, sul primo gradino.

Quelli che si applicano più intimamente a Dio con la preghiera e la devozione dando inoltre al loro prossimo l’insegnamento, il consiglio ed il soccorso, sarebbero al secondo grado, in mezzo agli arcangeli.”

È bello leggere questi gradini. Uno potrebbe domandarsi: “Se morissi adesso, dopo un po’ di Purgatorio  — speriamo di non finire altrove — io dove andrei a finire?”. Provate un po’ a pensare, ascoltando.

“Quelli che praticano con energia la pazienza, la sottomissione, la povertà volontaria, l’umiltà così come tutte le altre virtù, salirebbero al terzo grado, in compagnia delle virtù.

Quelli che resistono ai vizi ed alla concupiscenza, che disprezzano il diavolo con le sue suggestioni, otterrebbero la loro gloriosa ricompensa sul quarto grado, con le potenze.

I prelati della Chiesa che amministrano con saggezza, che vegliano notte e giorno alla salvezza delle anime e fanno accuratamente fruttificare i talenti che hanno ricevuti, questi riceverebbero per i loro lavori il regno di gloria, sul quinto grado, con i principati.

Quelli che si inchinano in tutta sottomissione e rispetto davanti alla divina Maestà, e rendono onore al loro prossimo per la gloria di Dio e quelli che, ricordandosi di essere stati creati ad immagine di Dio, si sforzano di diventargli conformi, sottomettendo la carne allo spirito ed elevando la loro anima verso le cose celesti, si rallegreranno, nel sesto grado, con le dominazioni.

Quelli che si danno alla contemplazione assidua e custodiscono la purezza del cuore con la tranquillità dello spirito, offrendo a Dio una dimora pacifica, possono essere chiamati il paradiso di Dio, secondo questa parola: “Le mie delizie sono di essere con i figli degli uomini” (Proverbi 8, 31). È di essi che il Signore ha detto: “Io camminerò in essi e vi dimorerò” (Co 6, 16); ed essi sono al settimo grado, associati ai troni.

Quelli che sorpassano gli altri in scienza ed in conoscenza, il cui spirito illuminato ha la gioia di contemplare Dio faccia a faccia, questi fanno refluire verso la sorgente di ogni sapienza quello che vi hanno attinto per insegnare ed illuminare il loro prossimo, ed essi sono all’ottavo grado, con i cherubini.”

Vedete quanto è importante, quanto ritorna questo tema della scienza a della conoscenza, del contemplare, dell’insegnare? Questa è un po’ la prima carità: insegnare le celesti cose al popolo di Dio, a noi, tra di noi. Non dovete aspettare che siano solo i Sacerdoti a farlo. Voi nelle vostre famiglie, con i vostri bambini, con i vostri figli, con i vostri amici, insegnate loro le cose di Dio, magari dite una preghiera insieme, andate a visitare insieme una Edicola della Vergine. Ce ne sono tante di cose che si possono pensare insieme! È un modo di insegnare. Far vedere ai bambini la Chiesa e spiegare internamente come è fatta, ci sono tante cose bellissime, anche questo è insegnare. Con l’insegnamento si finisce poi fra i Cherubini, all’ottavo grado.

Quindi tenete d’occhio l’insegnamento. Anche al secondo grado ritorna questo tema:

“Dando inoltre al loro prossimo l’insegnamento, il consiglio ed il soccorso”

Anche stare con gli Arcangeli non è brutto, a me andrebbe bene anche lo zerbino, non so con chi ma anche da solo va bene lo stesso, anche sullo zerbino va bene lo stesso.

I gradi sono nove, adesso sentiamo chi è al nono.

“Quelli che amano Dio con tutto il loro cuore e tutto il loro spirito, si gettano interamente in quel fuoco eterno, che è Dio stesso, diventano infine così simili a Lui che Lo amano come ne sono amati, di un amore veramente divino; quelli là amano tutte le cose in Dio e per Dio, guardando i loro nemici come degli amici, nulla li può separare da Dio, nulla può anche fermarli, poiché più il nemico fa loro guerra, più essi si fortificano nell’amore. Il loro cuore brucia in se stessi; essi infiammano i loro fratelli con una tale carità… ”

Cioè ti fanno venire una voglia di amare Dio, di pregare Dio, di servire le persone, ti fanno essere migliore, ti fanno venire voglia di essere diverso, ti fanno venire dentro quella grinta, quello zelo, quell’amore per il Signore…

 “… che, se fosse possibile, essi li renderebbero tutti perfetti nell’amore; essi piangono, oltre che i loro errori, i vizi ed i peccati altrui, poiché essi amano e ricercano la sola gloria di Dio e non la loro; essi sono al nono grado con i serafini. Il primo posto è il loro, poiché tra loro e Dio, non vi sono più altri spiriti”.

Io vi auguro con tutto il cuore di arrivare a questo posto in compagnia dei Serafini, di essere degli incendiati per Dio, incendiati d’amore per Dio, di essere pieni di questa carità per il Signore, di amarlo sempre, in tutto, in ogni cosa, di metterlo al primo posto. La Domenica è il giorno del Signore, deve iniziare nella lode del Signore e non con quelle preghierine non dico da elementari e da asilo, perché conosco bambini da elementare e da asilo che fanno preghiere belle corpose, ma da ipocriti, scegliendo la Messa più tardi, svegliandomi tardi, dicendo due preghiere. La Domenica non è il giorno del dormire! Se noi ci svegliamo tutti i giorni alle sei — questa cosa l’ho sempre detta — se mi sveglio tutti i giorni alle sei per andare a lavorare, dovrò pur testimoniare al Signore che Lui è più importante del lavoro, sì o no? Come affermo a Dio, davanti a Dio e ai miei fratelli, che Dio è più importante del mio lavoro? (Sempre che Dio sia più importante del mio lavoro, perché se no siamo idolatri, non siamo più cristiani siamo pagani!) Se riconosciamo che Dio è più importante del mio lavoro lo dobbiamo testimoniare con la vita. Se tutti i giorni mi sveglio alle sei per andare a lavorare, il giorno della Domenica, che è il giorno del Signore, mi dovrò almeno svegliare alle cinque, non alle dieci, perché se no è più importante il lavoro.

“Ma io devo riposare… ” Chi è che ha detto che stare nel Signore non ci si riposa? Chi ha detto che la preghiera non è il riposo dello Spirito? Dov’è che è scritto?

È il giorno del Signore, non è il tuo giorno, nel quale fai le tue cose, nel quale fai tutto quello che non hai fatto durante la settimana. Non è giusta questa cosa, non va bene. Quello è il sabato: fai la spesa, pulisci la casa, stiri, sistemi, lavi, fai tutto quello che devi fare, tagli la legna, vai a raccogliere le castagne, fai tutto quello che vuoi, ma la Domenica è il giorno del Signore, se è del Signore non è mio, quindi mi dovrò svegliare presto. Per fare che cosa? Per pregare, perché è il giorno del Signore, per imparare da Dio ad amare, come fanno i Serafini, ad amare e ad insegnare ad amare. Se noi parlassimo di più di Dio e avessimo a cuore di farlo amare e di farlo apprezzare, adorare e servire, quante cose cambierebbero nella vita!

Questo primo sabato del mese sia tutto dedicato alla Vergine Maria e al suo Cuore Immacolato, alla riparazione, agli Angeli e alla preparazione del giorno di domani. Perché la Domenica va preparata, quindi preparate un dolcetto, fate una cosa buona — è il giorno del Signore — stappate una buona bottiglia di vino.

Sono un po’ come quelli che il giorno di Natale, siccome hanno fatto la Messa di mezzanotte, allora sono a posto. “La Messa vale?”. Non ho mai risposto a questa domanda, non fatemela perché non ho mai risposto, e non risponderò mai a questa domanda, non esiste domanda più stupida e più oltraggiosa verso Dio di questa:

— “Scusi, ma la Messa di mezzanotte di Natale, vale per il giorno di Natale?”

— “Signora arrivederci, buongiorno, ho sonno vado a dormire”

Ma si può fare una domanda del genere? Ma che domande sono? Vai alla Messa di mezzanotte e al mattino ti svegli e vai alla prima Messa di Natale! Qual è il problema?

Sapete quando avremo tanto tempo per dormire? Quando saremo nella bara. Avremo tutto il tempo che vorremo per dormire, riposeremo fino alla nausea. 

Per ora nessuno di noi si sfianca per il Signore come fece San Pietro d’Alcantara, quindi possiamo andare avanti. Si va alla Messa di mezzanotte di Natale che è bellissima, e poi si va alla Messa prima del mattino di Natale. 

“Ma perché non posso andare alle 18 di Natale?”

“Ma no! Il giorno di Natale? Vai al mattino presto, rendi gloria a Dio, è bellissimo, non c’è in giro nessuno! Sembra di essere i sopravvissuti. Tutto chiuso, tutto silente. È bellissimo.”

E poi avrete tutto il tempo di preparare tante cosine buone. 

Sono come quelli che iniziano la dieta il giorno di Natale.

Ma che senso ha? Fai mancare il panettone il giorno di Natale, ma vi sembra?

Fatevi presenti alle persone a voi più care con qualche bel dono, non il bigliettino di auguri e saluti e arrivederci. Deve essere un po’ il pranzo di Babette — guardatelo questo film “Il pranzo di Babette” — non dico che bisogna fare il brodo di tartaruga, povera bestia, non vogliamo uccidere tartarughe come invece fanno al pranzo di Babette, ma deve essere un po’ il pranzo di Babette, è il giorno di Natale.

Ricordo che, quando eravamo piccoli, si andava alla Messa presto, poi si tornava a casa, e dopo la Messa — rigorosamente dopo la Messa, perché prima c’è Dio — tutti attorno al presepe, all’albero si aprivano i doni. Intanto cominciavi a sentire i profumi che le mamme, le nonne, le zie, le tate e quant’altro, dalle cucine cominciavano a fare aleggiare. Cominciavi a sentire questi profumi buonissimi di sughi, di dolci, di secondi, di creme, di intingoli vari, bellissimo! Poi tiravano fuori tutto: le posate belle, i bicchieri belli, i piatti belli, le tovaglie tutte ricamate, con tutti i ricami stupendi, come un tempo sapevano fare. Era una meraviglia veder preparare la tavola con tutto quel rigore e precisione, che si aveva poi quasi paura di mettersi a tavola. Poi c’era il panettone (che a Padre Giorgio piace tanto, non il pandoro, che non sa molto di Natale, mentre il panettone sa proprio di Natale) e poi tante cose belle che arrivavano, i salumi, il paté, tante cose buonissime. 

È il giorno del Signore, lo dice la Scrittura: “Cibi grassi e succulenti, vini preziosi”. È il giorno del Signore, bisogna rallegrarsi, bisogna fare festa, bisogna essere insieme uniti, rendere gloria a Dio e pensare che quello è proprio il momento, dopo aver reso Gloria a Dio, dopo aver pregato insieme Dio, è proprio il momento di stare insieme e di godere della compagnia, della presenza delle persone amate. 

Sempre ricordandosi di coloro che non hanno questa grazia, per cui se conoscete qualcuno che è solo, chiamatelo, invitatelo.  “C’è un posto anche per te, se c’è la pasta per cinque, c’è la pasta anche per sei, se c’è per dieci c’è anche per quindici”. Ci si stringe. “Stringiti, stringiti che ci sta anche lui”. Quante volte ho sentito questa frase. 

Facciamoci presenti alle persone che amiamo, doniamo qualcosa di buono. Facciamo presente che siamo riconoscenti, che abbiamo in mente che non posso essere presente accanto a quella persona a cui voglio bene, perché ovviamente non posso essere presente in cinque posti diversi, però gli lascio qualcosa di mio, che so che quel giorno quando lo mangerà o lo userà, avrà un pensiero legato a me. 

Ma il dono di Natale, ricordiamolo, si pensa adesso, non il 24 dicembre alle 23 di sera, cercando come dei disperati l’ultimo centro commerciale aperto per andare a prendere l’avanzo, degli avanzi, degli avanzi dei regali. È la cosa più brutta del mondo!

È questo il tempo in cui si pensa al regalo di Natale, adesso che nessuno ci pensa. È adesso che si comincia a guardarsi in giro… “Per quella persona questo sarà il mio dono”.

È adesso che lo vado a prendere, che lo prenoto. I panettoni più buoni si prenotano adesso. Se tu vai il 23 a prendere i panettoni ti dicono: “Per l’anno prossimo… Adesso non è più possibile, le prenotazioni sono già chiuse da tempo”. Per quei panettoni speciali, buonissimi, come per tutte le cose buonissime, ti devi svegliar prima, se no altrimenti… i supermercati sono pieni di quelli dozzinali che puoi prendere anche a ferragosto. Un dono va pensato per tempo, un dono va organizzato. 

Vi dò un consiglio. Uno può dire: “Ma a quella persona il panettone non piace”. Benissimo, allora, sicuramente farete una bellissima figura, regalate a quella persona un Kranz. Cos’è un Kranz? Qualcuno lo conosce, andate su internet e lo cercate, così lo vedete e appena lo vedrete vi verrà voglia di comprarlo. È un dolce buonissimo e bello anche da vedere, lo fate incartare bene, è un bellissimo regalo, basta che sia fresco. È un modo. 

Mi ricordo un anno ricevetti in dono un panettone tutto ripieno di gelato, una cosa incredibile, l’avevano quasi tutto svuotato e poi l’avevano impastato all’interno col gelato. 

Un altro anno, ero ragazzo, mi ricordo ancora, andavo alle superiori, mi arrivò un panettone che era stato tagliato per orizzontale, in piano, a vari piani ed era stato riempito di cioccolato e crema, quando tu tagliavi la fetta vedevi gli strati. Buonissimo. 

Un altro anno, ero già Sacerdote, mi arrivò in dono dalla mia mamma — le mamme sono le mamme! — un panettone farcito di crema Chantilly con degli spiedini di piccoli frutti infilati dentro, un’opera d’arte stupenda, meravigliosa. Una bontà incredibile.

Ma sono buonissimi anche i panettoni quelli senza crema e senza niente, fatti bene, artigianali.

Ma ci sono anche tanti dolci, tante cose buone a Natale, basta un pensiero, basta far arrivare un dono a quella persona cara o che sappiamo essere da sola, o quella persona che sappiamo che non riceverà niente da nessuno.

Concludo questo giorno degli Angeli Custodi con questo aneddoto: era la festa del compleanno di un Padre anziano, un Sacerdote anziano. Arriviamo a tavola e troviamo un intero tavolo pieno di doni, torte, dolci fatti in casa, una tavolata intera piena di doni, tutti chiusi nelle loro belle confezioni, tutto per lui. Guardando questo tavolo dicevo: “Ma quanta gente ti vuole bene!” E lui stesso l’ha detto davanti a tutti noi, tutto contento: “Quanta gente che mi vuole bene”. Ha fatto tanto per la gente, confessava sempre, sempre disponibile, tanto caro. Non si vedevano i volti, ma si vedevano i doni, la loro presenza, i loro doni. 

Poi, al compleanno di qualcun altro non arrivò neanche un pacchetto di pavesini, il tavolo vuoto. Fa pensare. Ci fu un confratello che, sapendo che per il compleanno di questo Padre non sarebbe arrivato neanche un pacco di pavesini, chiese ad una persona di far arrivare una torta di compleanno per questo Padre, perché sapeva che non avrebbe avuto niente. 

Se non dai niente non avrai niente e questo ci costringe ad un esame di coscienza: chi semina poco raccoglie poco, chi semina niente, raccoglie niente.

Voi direte: “Ma queste sono cose materiali”. Sì, sono cose materiali, ma lo spirito passa anche attraverso le cose materiali.

Lasciamoci condurre dai nostri Angeli, e impariamo ad obbedire a loro.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

xSia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

PRIMA LETTURA (Es 23,20-23)

Così dice il Signore:
«Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato.
Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.
Il mio angelo camminerà alla tua testa».

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