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S. Francesco: un inno alla Vita

S. Francesco d'Assisi

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 4 ottobre 2021 – S. Francesco di Assisi Patrono d’Italia

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

S. Francesco: un inno alla Vita

Eccoci giunti a lunedì 4 ottobre 2021. Oggi festeggiamo San Francesco d’Assisi, è sicuramente una grande festa e il Vangelo di oggi tratto dal capitolo XI di San Matteo, versetti 25-30 è una sintesi perfetta della vita, dell’insegnamento di San Francesco.

“Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”

Ciò che è stato nascosto ai sapienti e ai dotti è stato rivelato ai piccoli. San Francesco è stato veramente un piccolo di Dio, ha fatto dell’umiltà la sua carta di identità, la sua carta di identità è stata contrassegnata dall’umiltà. Potremmo definire San Francesco il Santo dell’inno alla vita. Francesco riusciva ad ascoltare, a sentire parlare tutto il creato. Tutto il creato era un inno a Dio di lode e ringraziamento per la vita, per la vita del lupo, addirittura lui chiamava la morte “sorella”, per dire che niente aveva un potere di separazione o di ostacolo. 

Si ricorda San Francesco spesse volte per la povertà, che certamente è un ricordo corretto, ma credo anche che ci siano altri motivi per ricordare San Francesco, l’inno alla vita è uno di questi.

Quest’oggi, nel giorno di San Francesco, vorrei leggere un articolo apparso sulla Nuova Bussola Quotidiana in data 27 settembre 2021, a firma del giornalista Luca Volontè. Titolo dell’articolo:

“San Marino diventa zona franca dell’aborto eugenetico”

Avevamo parlato un po’ di giorni fa del Referendum che ci sarebbe stato a San Marino. Adesso siamo arrivati allo spoglio delle schede, adesso possiamo valutare l’esito di questo Referendum, e lo facciamo lasciandoci guidare da questo articolo fatto molto bene, che tutti potete andare a leggere:

“A San Marino i Sì all’aborto vincono il referendum con il 77% dei consensi. Con il 59% di astenuti, in uno Stato dove il 98% della popolazione si dichiara cattolico e grazie a un quesito estendibile a tutte le casistiche, la Repubblica sul Titano ha deciso che si potrà abortire anche fino al nono mese creando le condizioni per un “turismo eugenetico” dall’Italia. Esclusa, al momento, l’obiezione di coscienza.”

Cioè un medico non potrà dire: “Io non lo faccio”, pena, minimo, l’essere licenziato. 

Torniamo all’omelia che vi ho fatto un po’ di giorni fa e che per alcuni è stata una pietra di inciampo perché purtroppo non l’hanno capita. 

Grazie al cielo, queste omelie non sono solo registrate per cui uno se le può ascoltare e riascoltare fino a chissà quando, ma sono anche trascritte, le trovate tutte trascritte, parola per parola, virgola per virgola, sul sito “www.veritatemincaritate.com”, andate lì e trovate tutte le omelie trascritte, così uno le può andare a leggere. Vi confesso che l’ho riletta anche io la mia omelia, andare a rileggere se stessi può anche far bene, l’ho riletta perché appunto qualcuno mi diceva: “Padre, ecco lei ha detto… qui… su… ”

Se io leggo un testo, qualunque esso sia, devo lasciare che il testo parli lui a me, non devo riscriverlo con le mie idee. Io non posso leggere un testo con una precomprensione. Tutti abbiamo delle precomprensioni nella testa, è ovvio, però se io lascio spazio alle precomprensioni, è chiaro che leggo A ma capisco B, perché ho un pregiudizio nella testa per cui basta che io veda alcune parole messe insieme e subito la mia testa parte per la tangente. E questo è il primo caso. 

Il secondo è quando ho la coscienza sporca, quando ho la coda di paglia e ho messo le mani nella marmellata, è chiaro che se qualcuno mi viene a parlare della marmellata, insomma, un po’ mi brucia, e questo vale per tutti: “Male non fare, paura non avere”. Se io ho fatto qualcosa che la mia coscienza mi rimprovera, che io sento che c’è qualcosa che non gira, è chiaro che se qualcuno va lì a toccarmi quei nervi scoperti, è chiaro che io salto come un grillo. Se invece sto bene e sono tranquillo, uno può anche pigiare tutte le ossa del corpo che io non faccio una piega. Ma se sono caduto e ho preso un colpo è chiaro che se uno mi va a mettere sopra un dito io urlo. È quello che è successo con quell’omelia. E come vi avevo detto, andate a vedere le visualizzazioni. L’avevo detto all’inizio dell’omelia stessa:

“Vedrete che questa omelia, per il titolo che avrà, che non è “oggi parlo dell’Incarnazione, del Verbo, della Trinità… ”. 

Ho usato apposta un’espressione della Scrittura, un’espressione che oggi viene usata da molti per dire certe cose, io l’ho usata per dire altro. C’è ancora la libertà di pensiero per cui uno può usare una parola, un’espressione che molti usano per dire una certa cosa per dire altro o ormai siamo al monopolio assoluto delle parole per cui se in cento hanno usato quella parola per dire una determinata cosa, allora chi la usa deve dire necessariamente quella cosa? Guardate che le parole sono ancora libere! Siamo ancora in un contesto di libertà nelle parole — almeno speriamo, perché se no è inutile parlare — non parliamo più. 

Ebbene, ritorna il tema trattato nell’omelia e che non c’entra niente con l’uso che di quell’espressione da molti viene fatto, ma c’entra con quanto vi ho detto in quell’omelia.

Quando vi ho parlato del “marchio della Bestia” subito alcuni hanno letto altro. Appena ho pronunciato quella cosa, subito qualcuno ha alzato gli scudi: “Ecco, allora vuol dire che siccome io ho fatto quel passo allora io sono dannato?”

Mai detta questa cosa! Il testo della meditazione è scritto, quindi basta prendere il testo e lo si legge. È scritto. Io non ho mai detto questa cosa.

Io vi ho detto, e l’ho ripetuto più volte: “Non so a cosa faccia riferimento”. Detto e scritto più volte. Ho detto:  “Non so a cosa faccia riferimento”. Inoltre ho aggiunto: “Non so neppure se sia questo il tempo”. Non lo so, non so chi lo sa, io non lo so. L’ho detto ed è scritto. 

E ho aggiunto:

“Una cosa però sappiamo tutti, che l’anticipo, la prefigurazione di quel marchio è una questione che riguarda gli uomini di ogni tempo passato, presente e futuro, perché ognuno di noi – e vi ho commentato il testo dell’Apocalisse – è chiamato ogni giorno – da sempre, dal giorno di Adamo ed Eva fino all’ultimo girono dell’uomo – a fare una scelta.”

Come vedremo in questo articolo. 

Ognuno di noi è chiamato a fare una scelta ogni giorno e non su un aspetto solo dell’esistenza, ma su tutti gli aspetti. Quindi per alcuni sarà una scelta che riguarderà il mondo del lavoro, per te che sei studente una scelta che riguarda il mondo dello studio, una scelta, per te che vai all’asilo che riguarda il mondo dell’asilo, una scelta che per te che vai a comprare il latte, che riguarda il mondo degli acquisti, del supermercato, una scelta per me Sacerdote che riguarda il mio essere Sacerdote, una scelta per l’avvocato che riguarda l’esercizio della sua professione, una scelta per il medico, una scelta per l’agricoltore che va a raccogliere il grano. Ognuno di noi, ogni giorno è posto davanti a svariate occasioni dove deve scegliere se acconsentire alla prefigurazione, all’anticipazione di quel marchio, oppure rimanere fedele all’obbedienza dei Comandamenti, alla testimonianza fedele di Gesù, rimanere costante nella fede. 

Questo io ho detto. Questo è scritto e questo ripeto.

Oggi ci ritroviamo esattamente con quello che vi ho detto, ma con un argomento nuovo. Vedete che non c’entra niente con l’utilizzo che molti hanno fatto e fanno, dell’espressione “il marchio della Bestia”, abbinandolo ad un preciso, univoco, ben determinato contenuto? Non c’entra niente, perché qui siamo in tutt’altro tema, eppure ritorna la questione.

Prima di fare i teologi, per favore, studiamo. Prima di fare i giudici, per favore, leggiamo esattamente quello che uno dice. Prima di condannare le persone in base alla nostra testa e alle nostre idee, leggiamo quello che c’è scritto, senza aggiungere e togliere niente, è scritto, leggiamo.

“Ma qui sembra che lei… ” No, il “mi sembra… ” neanche in Tribunale ha valore, il “mi sembra, mi pare… ma qui forse rimanda… ” No! È detto o non è detto? È scritto o non è scritto?

Il “mi sembra… mi pare… mi fa intuire… mi rimanda… ” questa non è una prova, questa non è una fonte, perché tu intuisci, ti sembra, ti pare “A” e una persona accanto a te legge, intuisce, gli sembra, gli pare “B”. Quindi vuol dire che non è univoco, vuol dire che il mio pensiero non è il “norma pensiero” al quale tutti devono rifarsi. Il tuo modo di leggere un testo non è l’unico possibile, tu hai letto quel testo e hai letto quella cosa, è la tua interpretazione, altri leggono altro. Se non è scritto: “Tizio ha mangiato la mela”. Se non è scritta questa frase, nessuno è autorizzato a dire: “Questo testo vuol dire che Tizio ha mangiato la mela”. No, non si può. O è scritto o non è scritto, e se non è scritto, per favore, rispettiamo il pensiero delle persone, per favore, cerchiamo di stare dentro il limite della decenza e dell’onestà intellettuale, non mettiamo alle persone in bocca parole che non hanno detto. 

Chiusa la parentesi. 

Venendo a questo articolo, ritorna quel tema che io ho trattato poco tempo fa, perché vedete:

“Esclusa, al momento, l’obiezione di coscienza.”

Ritorna ancora il tema. Nel testo dell’Apocalisse che io vi commentai c’era scritto:

“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio”

E io dicevo:

“Ma noi, siamo pronti a vivere questa radicalità?”

Questo è il tema dell’omelia, di quell’omelia lì, è il tema della radicalità, non c’entra niente altro. Il tema è la radicalità.

“Questo aut-aut?”

E poi andavo avanti e dicevo:

“Vuol dire che tu non puoi mangiare, tu non puoi lavorare, tu non puoi avere una vita sociale senza questo marchio.”

E questo c’è scritto, l’ho solo messo più in prosa. E dicevo:

Non so se è chiaro!

Ve lo ripeto, senza il marchio, qualunque esso sia — a me non interessa in questo momento — nessuno può comprare o vendere, nessuno può avere una vita sociale.

E noi siamo pronti? 

Non lo so, io noto, per quello che vedo io, tante persone sì, sanno fare scelte radicali, sanno dire:

“Ho una famiglia, ho dei figli… ”  ma rimango fedele.

“Tu sei pronto alla scelta fatta ad esempio dalla mamma dei sette figli Maccabei?”

E dicevo:

“Io non so se questo è il tempo del marchio e non so se quella cosa è il marchio… ”

Cioè quello che tutti indicano adesso come marchio, non lo so.

“… quello che so è che qualunque cosa nella mia vita io abbia ad incontrare che mi chiede di dover scegliere… ”

Ecco l’omelia di oggi, però questo lo dicevo il 27 settembre.

 “quello che so è che qualunque cosa nella mia vita io abbia ad incontrare che mi chiede di dover scegliere tra lei… ”

Cioè tra questa cosa, qualunque essa sia.

 “e la mia coscienza, e la mia appartenenza a Dio, e la mia obbedienza alla volontà di Dio, io non posso scegliere quella cosa, fosse anche l’unica che mi possa permettere di vivere, non posso, non perché lo dico io, ma perché lo dice la Scrittura.”

E quindi vi ho citato il capitolo 14° dell’Apocalisse al versetto 9°, e poi vi ho citato il versetto 12° e 13°. E dicevo:

“Adesso bisogna pur cedere al compromesso… bisogna in qualche modo accettare questo compromesso, perché se no come si farà?”

Questo è perfettamente aderente, adeguato, all’omelia di oggi.

Dice l’articolista:

“Esclusa, al momento, l’obiezione di coscienza.”

A San Marino un medico, da oggi, dovrà scegliere tra la sua coscienza e altro. È quello che ho detto prima: scegliere tra la mia coscienza, la mia appartenenza a Dio, la mia obbedienza alla volontà di Dio e la legge che imporrà — perché è esclusa l’obiezione di coscienza — di fare l’aborto. Se tu non lo fai non puoi lavorare, minimo, se non ti viene addosso anche una denuncia.

Andiamo a leggere un po’ più da vicino questo articolo, perché è molto interessante, ci sono diverse cose interessanti.

Io non farò, lo dico e lo ripeto per quelli che hanno i pregiudizi nella testa, in questa omelia un’omelia sull’aborto in quanto tale, lo ripeto, io non farò in questa omelia una trattazione sull’aborto in quanto tale, cioè, credo (e poi vedremo alla fine dell’omelia se sarò rimasto fedele a questo, perché questa è la mia intenzione) che non dirò una parola sull’aborto da un punto di vista morale, non dirò nulla. Hanno parlato tutti, il Papa, i Vescovi, sarebbe molto facile, mi accodo al Vescovo di San Marino, al Papa, a un Sacerdote che hanno intervistato che si chiama don Mangiarotti, mi potrei accodare a tutta la Chiesa. No, io non dirò una parola, esattamente come ho fatto per l’omelia sul marchio, perché non è questo che mi interessa dire oggi, lo dicono già in tanti, e in questo articolo della Bussola è detto chiaramente tutto quello che c’era da dire sul tema dell’aborto. Io non vengo qui a ripetere nulla, io voglio trattare un altro argomento, come ho fatto sul marchio, e tratterò lo stesso argomento che ho trattato nell’omelia del marchio.

Primo punto.

Ieri è stato il giorno del referendum sull’aborto a San Marino, il risultato annunciato alla TV di Stato, è stato chiarissimo: il 59% dei cittadini che vivono a San Marino, non ha partecipato al voto;”

Il 59% dei cittadini non ha votato.

“Il SI alla depenalizzazione e liberalizzazione dell’aborto ha ottenuto oltre il 77% dei consensi, il NO poco più del 22%. Una parte importante degli elettori cattolici, il 98% dei cittadini di San Marino si dichiara tale, ha scelto di non partecipare al voto. Incomprensibile.”

Adesso vi dico il mio primo punto: come mai se il 98% dei cittadini di San Marino è cattolico e quindi segue la Chiesa, ama il Papa, (“dobbiamo obbedire al Papa, dobbiamo fare quello che dice la Chiesa… ” tutte queste frasi che tutti diciamo), come mai se il 98% dei cittadini si dichiara cattolico a San Marino, il 59% non ha partecipato al voto, cioè più della metà?

Più della metà non ha proprio votato, su una questione che mi sembra essere un tema abbastanza importante. Poi i vari dottori di teologia che qui proliferano come non so cosa, magari mi diranno che non è così. Il tema dell’aborto è un tema importante? Ditemelo voi.

Se il tema dell’aborto è un tema importante, cioè più importante dell’andare a comprare il latte, dell’andare a farsi i bigodini, se è mediamente, abbastanza, un pochino importante, io domando come mai il 59% ha reputato, ha ritenuto opportuno, non necessario, andare a votare. Come mai?

Uno poteva votare sì, o poteva votare no, siamo liberi, ma questo è un passaggio oltre, noi siamo a un passo prima.

Come mai il 59% ha detto: “io non vado a votare” su un tema che per un cattolico di ogni tempo è importante, perché tutti i Papi, tutti, si sono sempre espressi in modo chiaro, inequivocabile e forte su questa questione, comprese le ultime dichiarazioni di Papa Francesco. Per un cattolico mi sembra che se i Papi parlano di omicidio, a me sembra che sia una questione importante.

L’articolista scrive:

“Incomprensibile.”

Sì, a livello logico è incomprensibile, non è logico, perché i casi sono due: o sei cattolico e allora devi andare a difendere ciò in cui tu credi — e te lo dice la Chiesa che cosa è importante credere su questa questione, te lo dicono il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, te lo dice il Magistero della Chiesa — o tu sei cattolico e ci credi e quindi senti l’urgenza di… oppure non lo sei, perché delle due, una. Non è che puoi esserlo e nello stesso tempo dici: “No, va be… ma io… ”

In questo caso non votare è stato esattamente uguale a votare, e a votare per il sì, uguale. In questo caso non andare è come aver detto sì. 

“Incomprensibile.”

Questo è il primo punto. No, secondo me non è incomprensibile, a livello logico sì, ma a livello di vita non è incomprensibile, perché come vi dicevo nell’omelia del 27 settembre, non conta quante preghiere dico, quanti rosari dico, a quante Messe vado se poi tutto questo non mi serve a fare le scelte giuste al momento giusto. A cosa mi serve? 

Tutto questo dirmi cattolico, tutto questo annunciarmi come tale, a che cosa mi serve se poi quando arriva il momento di scegliere e di soffrire (questo lo vedremo dopo) io non sono in grado di fare la scelta? Lo trovate nell’omelia del 27 settembre quando vi dicevo che quello che conta non è il fatto che io abbia ad avere una vita religiosa se poi non sono in grado di sottrarmi al marchio o alla sua prefigurazione. Non ha senso.

Dicevo:

“Qui appare la costanza dei Santi”

Qui vediamo chi osserva veramente i Comandamenti, qui vediamo la fede in Gesù, qui, non nelle belle parole, nei gruppi di preghiera, nei nostri rosari incantati, nelle nostre belle celebrazioni, nelle chiese tutte belle calde con gli organi, con i pizzi bellissimi, le belle processioni. 

No…! È nel campo di sterminio! È nel campo di concentramento dove un uomo qualunque di nome Massimiliano Maria Kolbe decise di fare quel passo avanti per dire no al marchio… ”

Vedete, ho parlato del marchio nel campo di sterminio di San Massimiliano Maria Kolbe, un po’ prima dell’anno 2020, un po’ prima.

“… alla prefigurazione del marchio della Bestia che in quel momento stava portando via la vita di un uomo insieme a quella di tanti altri.”

Nel campo di sterminio, quell’uomo che viene preso ed è condannato nel bunker della morte dove San Massimiliano Maria Kolbe si offre. Attenti a cosa dico dopo:

“E quest’uomo, questo Sacerdote (San Massimiliano Maria Kolbe) decise di fare quel passo per accompagnare quegli uomini a morire in santità da vero Pastore. E questo accadde.”

E questo sta accadendo adesso. Come vedete il tema del marchio e della sua prefigurazione attraversa tutti i tempi della storia, non è cosa di oggi. Certo che se io non capisco cosa voglia dire essere cristiano cattolico è chiaro che poi quando arrivano referendum del genere me ne sto a casa a mangiare la marmellata, a guardarmi le telenovela, a guardarmi la televisione e farmi i fatti miei. Intanto questa legge è passata.

È incomprensibile? 

No, non è incomprensibile perché per alcuni — grazie al cielo non per molti e speriamo non per i più ma per alcuni — oggi la fede vuol dire semplicemente che “tanto va bene tutto”, perché Dio è buono e perdona tutto, anzi mi ha già perdonato, quindi non ho niente da temere e quindi guai a parlare di radicalità, guai parlare di scelta, guai parlare di valori non negoziabili, guai parlare di dovere per un Discepolo di Gesù di prendere posizione, guai, perché bisogna parlare solamente della bontà di Dio, che comunque sia Gesù mi perdona… 

Perché devo andare a votare? Perché?

Adesso facciamo gli scandalizzati! Ma questo è l’esito della nostra fede. Il 59% di coloro che vivono lì, cattolici, non è andato a votare e così il 77% ha vinto. Capite?

Prosegue l’articolo:

“La vittoria del Sì obbliga entro i prossimi sei mesi il Consiglio Generale (parlamento) ed il Consiglio dei Reggenti (Governo) a dar seguito alla volontà dei cittadini e approvare una legge che ne dia attuazione. Il testo del quesito era chiarissimo: “Volete che sia consentito alla donna di interrompere volontariamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna?”.

Capite che adesso si può abortire fino al 9° mese! Andate a vedere un bambino al 9° mese com’è! Al 9° mese vuol dire che sta per nascere. 

No ma ciascuno poi si assume le sue responsabilità, e lo diciamo. Andate a vedere cosa disse Padre Pio sull’aborto, non ve lo leggo, neanche ci provo a leggerlo, non lo leggerò mai, perché se no chissà cosa viene fuori. Andate a leggerlo voi, cosa dice Padre Pio sull’aborto. Quello che dice Padre Pio sull’aborto rispetto a quello che ho detto io sul marchio, e quello che sto dicendo oggi, sto dicendo acqua e rose. Altro che non bisogna parlare di radicalità. Andate a leggere quello che dice Padre Pio, così almeno uno si rende conto della sua posizione davanti a Dio.

Prosegue:

“Siamo chiari, il testo del quesito non lascia adito a dubbi: aborto libero sempre (ben oltre le 12 settimane) e comunque, incluso l’aborto eugenetico. Infatti: il “grave rischio per salute psicologica della donna”, per un medico favorevole all’aborto, è sempre diagnosticabile anche quando al figlio che porta in grembo venga diagnosticato un semplice labbro leporino, la spina bifida, la sindrome di down…Tutto ciò senza considerare che il Referendum si basava su una menzogna: “l’aborto per un mamma in pericolo di vita era già possibile” nella Repubblica di San Marino.

L’Arcivescovo di San Marino, Mons. Andrea Turazzi, con una lettera pubblicata sul sito di informazione pubblica Libertas.com, il 25 settembre aveva invitato a sostenere la vita nascente, ricordando il diritto-dovere di votare… ”

Noi parliamo di obbedienza al Papa e al Vescovo quando ci fa comodo, quando poi dobbiamo farlo e non ci fa comodo, facciamo tutti orecchi da mercante. Tutti no, ma quel 59% l’ha fatto.

“Ricordando il diritto-dovere di votare, ricordando che i cattolici e la Chiesa sono incondizionatamente per l’accoglienza della vita.”

Questo l’ha detto il Vescovo. E quel 59% dov’era? Sono cattolici o non lo sono? Delle due una, è una questione di logica. Andiamo avanti, salto un po’ di parti:

“A Malta, la liberalizzazione dell’aborto è impedita”

Come lo era prima a San Marino.

“Per ora, dal Presidente della repubblica Georges Vella (sarà in carica sino al 2023) che più volte… ”

Qui viene fuori l’omelia che ho fatto il 27 settembre.

“Che più volte ha ribadito di esser pronto a dimettersi piuttosto che firmare una legge favorevole all’aborto.”

Avete capito?

“È pronto a dimettersi piuttosto che firmare una legge favorevole all’aborto.”

Esattamente quello che io vi ho ripetuto più volte durante quell’omelia.

Leggo le mie parole:

“Ma noi, siamo pronti a vivere questa radicalità? Questo aut-aut?”

Siamo pronti?

“Tu sei pronto alla scelta fatta, ad esempio, dalla mamma dei sette figli Maccabei?”

“Qualunque cosa nella mia vita io abbia ad incontrare che mi chiede di dover scegliere tra lei e la mia coscienza, e la mia appartenenza a Dio, e la mia obbedienza alla volontà di Dio, io non posso scegliere quella cosa, fosse anche l’unica che mi possa permettere di vivere, non posso, non perché lo dico io, ma perché lo dice la Scrittura: al capitolo XIV dell’Apocalisse, al versetto 9°.”

E in altre parti ho ridetto la stessa cosa.

Quante volte io vi dissi:

“Ma scusate, ma noi, che cosa stiamo perdendo per Gesù?”

Avremo tutti nella vita, oggi, domani, ieri, qualcosa che metterà a dura prova, che cosa? La nostra costanza, la nostra osservanza e la nostra fede. Ci sarà per forza.”

Il Presidente di Malta dice: “Io no!”

Questo cosa vorrà dire? Poniamo il caso che anche a Malta arrivi un referendum del genere, mettiamo il caso che i cittadini maltesi, come quelli di San Marino, votino per il sì o si astengano (perché noi siamo cattolici, ma a macchia di leopardo, secondo le nostre voglie, disobbedendo anche al Vescovo che aveva detto: “Avete il diritto di andare a votare”. Ma a me cosa interessa di quello che dice il Vescovo? Io faccio quello che voglio!). Ebbene se questa legge dovesse passare anche lì e lui non la firma, lui decade, come minimo, perde il suo posto che è anche il posto di lavoro.

Ma noi a queste cose non pensiamo quando riguardano gli altri. Noi facciamo i Martiri solamente quando riguardano noi. Invochiamo tutte le cose più assurde solamente quando riguardano noi, ma non quando riguardano gli altri. È facile parlare di fede in Gesù quando io non devo rimetterci nulla.

Lui l’ha detto e sono sicuro che sarà fedelissimo a questa cosa.

Prosegue:

 “La possibilità di operare l’aborto senza limiti di tempo, oltre all’orrore dell’aborto tardivo ed eugenetico fino al nono mese, aprirà al macabro turismo abortivo dai Paesi vicini a San Marino, Italia inclusa.”

Perché tutti andranno là, perché in Italia non è possibile questa cosa, quindi andranno là grazie al 59%.

Badate, io sto parlando di quelli che non votano, non di quelli che hanno votato e hanno votato magari sì, questa è una questione loro, hanno la loro coscienza e renderanno conto a Dio, hanno operato però una scelta, hanno preso posizione. Il mio intervento è su chi non ha preso posizione, non su chi ha preso la sua posizione, perché siamo liberi, siamo tutti liberi di dire sì a Dio e di dire no a Dio, è una posizione, ma chi non prende posizione ,questo è un problema, questo è ciò che l’articolista chiama:

“Incomprensibile.”

E che purtroppo poi è comprensibilissimo dentro ad una fede falsa, finta, ipocrita. È comprensibilissimo.

Prosegue:

“Gravissimo che non sia prevista in alcun caso l’obiezione di coscienza, che sia assente qualunque riferimento al padre e che manchi la previsione del consenso dei genitori o dei tutori per l’aborto delle minorenni.”

Cioè, una ragazza di età inferiore ai diciotto anni potrà andare ad abortire senza la necessità del consenso dei genitori!

Io non vorrei mai essere tra quel 59% davanti al Signore, mai!

E poi va avanti poco ancora l’articolo e finisce. Dobbiamo imparare che non si può vivere da cristiani senza sentire interiormente il diritto-dovere, come dice il Vescovo, Mons. Andrea Turazzi di San Marino, di sentire il diritto-dovere di prendere posizioni. Non possiamo vivere la vita di Ponzio Pilato e dirci cristiani cattolici, non si può perché non lo siamo. Non basta una pratica religiosa, una pratica esterna per dirsi cristiani cattolici, bisogna essere pronti a perdere tutto, anche la vita, per essere fedeli Gesù, per avere la costanza dei Santi.

Le due omelie, del 27 settembre e di oggi, del 4 ottobre, sono assolutamente connesse e legate, una rimanda all’altra, che si tratti del marchio, che si tratti della sua prefigurazione, che si tratti della sua anticipazione, che si tratti di un rimando, non ha importanza, sta di fatto che ogni giorno, come il 27 settembre 2021, siamo posti di fronte ad una scelta: non scegliere è una scelta, tacere è una scelta, lavarsi le mani nel Sangue di Gesù Cristo è una scelta, girare le spalle è una scelta, indietreggiare è una scelta.

“Ma io non sapevo… non vedevo… non credevo… non volevo… ma ho avuto paura… ma cosa dovevo fare?”

Tutti abbiamo paura, cari! Anche il Presidente di Malta ha paura, ve lo assicuro, ve lo posso assicurare! Ma la paura non è un problema, la paura ci viene data per testimoniare il nostro coraggio. Tutti abbiamo la paura, tutti i martiri hanno avuto paura, sicuramente! Erano uomini, chi è che non ha paura di dover affrontare il martirio, la sofferenza, la morte, l’esilio, la fame, chi è che non ha paura? Tutti abbiamo paura, ma alla paura bisogna reagire. Come? In nome della fede. Così si reagisce alla paura, in nome di Gesù Cristo, in nome della carità.

Credo di essere rimasto fedele al proposito iniziale di questa omelia, lunga, perdonatemi, ma un tema del genere lo richiedeva, almeno la mia coscienza lo richiedeva. Non vi ho detto una parola sull’aborto in quanto tale, non mi sono messo a fare disquisizioni su questo tema, è talmente evidente che non c’è bisogno. Mi sono messo a disquisire su quel 59%, e mi sono messo a disquisire sul Presidente di Malta che certamente è un grande esempio per tutti noi, pronto a perdere tutto pur di non firmare una legge iniqua. 

E lo ripeto, come lo dissi il 27 settembre più volte:

“E tu cosa sei disposto a perdere, a sacrificare, a rinunciare per amore e fedeltà a Gesù Cristo?”

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Mt 11, 25-30)

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

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