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La priorità della preghiera

Preghiera

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 28 ottobre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

LA PRIORITÀ DELLA PREGHIERA

Eccoci giunti mercoledì 28 ottobre, festa dei Santi Simone e Giuda Apostoli. Tanti auguri a tutti coloro che portano il nome di Simone. Il Vangelo è tratto dal cap. VI di San Luca vv 12-19.

Gesù prega:

“Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio.”

Questo dovrebbe sembrare scontato ma non è scontato visto che noi preghiamo poco e male, o magari non preghiamo affatto, o magari tralasciamo con facilità la preghiera. Che brutto vedere appena ricevuta la Comunione, appena finita la Messa, si prende e si esce.

Per fare cosa?

Per chiacchierare e magari per andare a fare colazione, e a volte le colazione più le chiacchiere, è un binomio inscindibile, dura di più di tutta la Santa Messa alla quale si ha appena partecipato.

Che senso ha?

Una fretta incredibile affinché la Messa sia velocissima, fatta con pressappochismo e  freddezza.

Dovrebbe esserci una differenza di atteggiamento posturale del Sacerdote tra l’elevare l’Ostia consacrata e un panino col salame. L’atteggiamento posturale, del corpo, degli occhi, della testa, il movimento delle mani, le ginocchia, il busto, deve dire diversità e differenza radicale tra elevare l’Ostia consacrata e elevare pane e salame. Il movimento del braccio e della mano non può essere lo stesso di quando io elevo l’Ostia consacrata, perché pane salame è pane salame, l’Ostia consacrata è il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù Cristo Nostro Signore Figlio di Dio.

“Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio.”

Noi magari nella nostra vita abbiamo passato tutta la notte guardando la televisione, ad andare in discoteca a ballare, a fare festa con gli amici, a fare l’ultimo dell’Anno, a fare una cena.

Ma a pregare?

Dopo la sensazione che si ha qual è?

Che è tutta una presa in giro. Se quando finisce la Messa la mia prima preoccupazione è prendere e scappare via, salvo per impegni improrogabili, togliamo l’emergenza, la necessità che non ha legge, ma anche l’andare via, se uno va via con questo cuore andrà via in macchina pregando, custodendo il silenzio, raccolto, la sua macchina diventerà una piccola cappellina dove continuare le sue preghiera, recitare il Rosario, ascoltare una meditazione.

Ma se la mia preoccupazione è andare via e rintanarmi per fare colazione, ditemi che senso ha?

Da quando faccio la Comunione a quando arriva la Benedizione, forse passeranno due minuti, un minuto e mezzo.

In un minuto e mezzo noi abbiamo fatto il Ringraziamento, il colloquio con Gesù, ascoltato Gesù?

Io non ci credo, neanche il tempo di tornare a posto, mettersi a posto i vestiti e concentrarsi un secondo.

Che colloquio ho avuto? Quella Comunione a cosa è servita? Che incontro c’è stato?

Non c’è stato niente. Anche noi preti abbiamo questo brutto vizio, purtroppo si vede il prete che arriva per ultimo rispetto ai laici, genuflessione, dentro in Sacrestia, su il Camice, Messa, dentro in Sacrestia, via il Camice e via fuori. Non è una bella testimonianza questa!

Possibile che non c’è il tempo di un Ringraziamento? Il tempo di dire alcune preghiere, di ringraziare il Signore e stare un pò con Lui possibile che non c’è?

Quanto ci fa bene vedere un Sacerdote in ginocchio con il popolo di Dio davanti al Tabernacolo a ringraziare il Signore, quanto ci fa bene! Quanto evangelizza questa cosa, quanto dice credibilità della Chiesa, quanto dice credibilità del messaggio cristiano, quanto è plastico come esempio questo! E’ importante! Solo questo atteggiamento dice tutto, vedere il mio, il nostro Sacerdote in ginocchio con me che prega, che ci affida, che si affida, che implora, che supplica, come Gesù che passa tutta la notte sul monte a pregare. Abbiamo tempo per tutto e non abbiamo mai tempo per pregare.

“Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli”

Lui va a pregare prima di chiamarli. Mi viene in mente San Carlo Borromeo che prima delle Ordinazioni presbiterali, faceva 3 giorni di digiuno, preghiera e ritiro. San Carlo Borromeo faceva così. L’elezione dei Dodici avviene dopo una notte di preghiera, la preghiera viene prima di tutto. Chissà noi quanto preghiamo prima di fare certe scelte, magari le più importanti della nostra vita.

Passiamo le notti in preghiera noi?

“Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante”

  • Cosa succede in questo luogo pianeggiante?

Lì incontra i Discepoli e la gente

“C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti…da lui usciva una forza che guariva tutti.”

  • Da dove arrivava questa forza?

Questa forza arrivava dalla preghiera. E’ la preghiera che guarisce. La preghiera guarisce me che prego e guarisce gli altri che mi incontrano.

Come diceva Padre Pio:

“Non ringraziate me, io non faccio altro che pregare”

Quando lui pregava il Signore lo ascoltava, è per la sua intercessione che il miracolo avveniva. E’ anche vero che ci sono tante persone che pregano tanto e bene, tanti laici, tanti Sacerdoti e tante Suore, che pregano tanto e bene, uomini di Dio che manco il Signore. Accanto a qualcosa che cade c’è sempre qualcosa che cresce, non dobbiamo disperare. Dobbiamo ricordarci che se vogliamo incontrare bene tutte le persone, se vogliamo parlare bene, se vogliamo guarire, liberare, se vogliamo avere questa forza, è la forza dell’incontro con il Padre, se vogliamo averla per aiutare dobbiamo pregare. La preghiera è un passaggio obbligato. Dobbiamo metterci a pregare.

Chiediamo al Signore quest’oggi la grazia di riscoprire il valore bellissimo, importantissimo della preghiera, che non è semplicemente lo stare fermi davanti al Signore, è anche questo, però dobbiamo imparare a pregare sempre, a vivere in un atteggiamento di preghiera, tutta la nostra giornata dovrebbe essere un rimando a Dio, con delle preghiere anche veloci, con degli atti di affetto, con un bacio, con delle piccole sospensioni dove ci mettiamo davanti al Signore, ma tutta la nostra giornata dovrebbe essere un atto di preghiera, perché se no avremmo buttato via la nostra vita e noi invece vogliamo farne tesoro.

Su tutti voi invoco la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato

SANTI SIMONE E GIUDA

VANGELO (Lc 6,12-19)
Ne scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

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