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Beato Carlo Acutis pt.2 – I bambini eucaristici pt. 32

Bambini Eucaristici

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Beato Carlo Acutis pt.2 – I bambini eucaristici pt. 32
Mercoledì 31 luglio 2024 – Sant’Ignazio di Loyola, Sacerdote

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 13, 44-46)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 31 luglio 2024. Festeggiamo quest’oggi sant’Ignazio di Loyola, sacerdote.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal tredicesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 44-46.

Proseguiamo la nostra lettura dei bambini eucaristici, stiamo vedendo la figura del beato Carlo Acutis, ormai santo.

A imitazione dei pastorelli di Fatima offriva dei piccoli sacrifici per coloro che non amano il Signore Gesù presente nell’Eucaristia. Quando, per gli impegni scolastici, non poteva andare alla Messa, faceva la Comunione spirituale. “Si va diritti in Paradiso, se ci si accosta tutti i giorni all’Eucaristia”, diceva. Compì così una preziosa opera di apostolato in mezzo ai compagni di scuola e agli amici, spiegando loro il mistero eucaristico con l’utilizzo dei racconti dei più importanti miracoli eucaristici accaduti nel corso dei secoli. «Chi più di un Dio, che si offre a Dio, può intercedere per noi? — si domandava Carlo — Durante la consacrazione bisogna chiedere le grazie a Dio Padre per i meriti del suo Figlio unigenito Gesù Cristo, per le sue sante Piaghe, il suo preziosissimo Sangue e le lacrime e i dolori di Maria Vergine che, essendo sua madre, più di tutti può intercedere per noi». Alla fine della consacrazione soleva dire: «Per il sacro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria vi offro tutte le mie richieste e vi chiedo di esaudirmi». Con uno stile molto filiale, recita frequentemente questa preghiera: «Piaghe di Gesù, bocche di amore e di misericordia per noi, parlate di noi al divin Padre e otteneteci un’intima trasformazione». Dimostra tenerezza fraterna quando fa la comunione: «Gesù, accomodati pure! Fa’ come se tu fossi a casa tua». Più di una volta Carlo disse queste parole: “Gesù è molto originale, perché si nasconde in un pezzetto di pane, e solo Dio poteva fare una cosa così incredibile”. E ancora: “Quando nel Padre Nostro si dice ‘dacci oggi il nostro pane quotidiano e non ci indurre in tentazione’, Gesù intendeva dire ‘dacci oggi anche l’Eucaristia quotidiana». In occasione di un invito fatto dal padre ad unirsi con lui in un pellegrinaggio a Gerusalemme organizzato da dei suoi amici sacerdoti, Carlo rispose: «Preferisco rimanere a Milano perché tanto ci sono i Tabernacoli delle chiese dove posso andare a trovare Gesù in ogni momento e quindi non trovo il bisogno di recarmi a Gerusalemme». E ancora: «Se Gesù resta con noi sempre, ovunque ci sia un’Ostia consacrata, che bisogno c’è di fare il pellegrinaggio a Gerusalemme per visitare i luoghi dove ha vissuto Gesù 2000 anni fa? Allora anche i Tabernacoli andrebbero visitati con la stessa devozione!».

Allora, innanzitutto notiamo l’offerta dei piccoli sacrifici per chi non ama Gesù nell’Eucaristia o, comunque, per la conversione dei peccatori o, comunque, per riparare a tutte le offese che ricevono il cuore di Gesù e il cuore di Maria, come si chiede a Fatima. 

“Piccoli sacrifici”… anche se oggi non si parla quasi più dell’importanza e del valore dell’offerta dei sacrifici, è qualcosa di importante. A Fatima è stata ampiamente chiesta; nell’apparizione a Caravaggio la Madonna chiede che il venerdì sia vissuto a pane e acqua, proprio con queste intenzioni di sacrificio.

Non ci si deve lasciare confondere dal fatto che oggi non si dice più, oggi non si usa più e oggi non ce lo dicono più; che importanza ha? L’ha detto il Cielo? Queste apparizioni, Caravaggio, Fatima, sono state riconosciute dalla Chiesa? Sì. E Lourdes? Cosa chiede la Madonna a Lourdes? Penitenza. 

Quindi, obbediamo al Cielo e obbediamo alla Chiesa che ha riconosciuto queste apparizioni. Non ha importanza se oggi se ne parla ancora o non se ne parla più, se oggi, magari, non vengono apprezzate o, addirittura, schernite, che importanza ha? Ognuno di noi renderà conto della sua coscienza davanti a Dio; ognuno di noi! Tutti noi, esseri umani, dovremo rendere conto a Dio della nostra coscienza e delle nostre scelte, tutti! Soprattutto coloro che hanno avuto tanto, quindi hanno avuto tante responsabilità e tanta autorevolezza, soprattutto nella Chiesa; questo è un dato di fatto.

Quindi, non bisogna stare a guardare: “Mi dicono, mi fanno, non mi dicono, non mi danno”.

Carlo Acutis, peraltro, è vissuto proprio pochissimo tempo fa, è proprio nostro contemporaneo, veniva nella nostra chiesa, qui, a Milano, al Corpus Domini; qualche mio confratello l’ha proprio incontrato. 

Guardando le date, lui veniva qui più o meno nel periodo in cui io ho fatto l’obiettore di coscienza con i poveri, in questo convento, presso questa Basilica. Lui frequentava questo convento, quindi questa Basilica, quando io ero qui, studente di teologia. Non ci siamo mai incontrati, non ci siamo mai conosciuti, però era qui, viveva qui vicino e frequentavamo la stessa chiesa. Vedete, alle volte, senza saperlo, siamo “compagni di banco” dei santi, dei futuri santi.

Quindi il suo messaggio è assolutamente attualissimo. Lui riceve la cresima il 24 maggio 2003, dire due anni dopo che io sono diventato sacerdote — cioè, proprio contemporanei! — sotto lo stesso cardinale che ha ordinato me, che era Martini.

Poi: la Comunione spirituale, ma guarda un po’, ritorna il tema! Vedete l’importanza delle fonti? Vedete? Quando le cose sono certificate, quando sono testate con delle fonti autorevoli, ritornano sempre. Quindi Carlo, se non poteva andare alla Messa quotidiana per motivi scolastici, faceva la Comunione spirituale. 

Noi abbiamo imparato adesso, con il ritiro di luglio, a vivere la permanenza della presenza eucaristica. Chi non sa che cos’è, vada a riprendere le catechesi che ho pubblicato su YouTube sulla Vergine Maria quale primo Tabernacolo vivente, e tutto il tema dei Tabernacoli viventi che abbiamo già visto in questi bambini eucaristici, tra l’altro.

Poi: «Si va diritti in Paradiso, se ci si accosta tutti i giorni all’Eucaristia», ovviamente in grazia di Dio; e quindi lui fa questa bellissima mostra dei miracoli eucaristici accaduti lungo i secoli. La trovate su Internet, è bellissima, un lavoro enorme. 

Poi fa una riflessione sulla consacrazione, e dice che è il momento in cui chiedere le grazie a Dio Padre: per i meriti di Gesù, per i meriti delle sue sante Piaghe, il suo Preziosissimo Sangue, le lacrime e i dolori di Maria Vergine, eccetera. 

Molto bella questa preghiera, che recita alla Consacrazione:

«Per il sacro Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria vi offro tutte le mie richieste e vi chiedo di esaudirmi»

Ci vogliono tre secondi per recitarla; sarebbe bello che la imparassimo anche noi; bellissima.

Poi c’è la preghiera alle Piaghe di Gesù; quella che lui recita alla Comunione (Gesù, accomodati pure…); vedete quante belle preghiere che lui fa?

Richiama poi il tema del “pane nostro quotidiano” e del “non ci indurre in tentazione” con l’Eucaristia. E noi l’abbiamo già visto, un po’ di tempo fa, in quelle catechesi che vi ho fatto sull’Eucarestia, mostrandovi tutto il ragionamento e tutta la dimostrazione teologica, etimologica e storica in riferimento al “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, che in realtà è un riferimento chiaro, esplicito, da parte di Gesù (partendo dal testo greco) al pane Eucaristico. Leggendo il testo greco, e facendo una traduzione letterale del testo, si vede che non è il pane quotidiano, ma pane “soprasostanziale”. Poi san Girolamo l’ha tradotto con “quotidiano”, ma il testo greco è chiarissimo, ve l’ho commentato un po’ di tempo fa, andate a riprendere quel commento che ho fatto. Quindi, Gesù aveva già in mente l’Eucaristia, quando ha insegnato il Padre nostro. E, ovviamente, questa Eucarestia quotidiana ci tiene lontani dalla tentazione.

Io lessi la biografia di Carlo Acutis tanti anni fa, la leggevo sul metrò. Ci sono stati dei momenti nei quali mi sono profondamente commosso, ho dovuto chiudere il libro, perché sembrava che fosse lì con me e parlavamo insieme. Guardate, con Carlo Acutis mi sento in profondissima sintonia, perché qui non ho riportato tutto, ma ci sono tantissime cose che lui faceva, che lui pregava, che veramente mi sembra quasi di poter dire: ne abbiamo parlato insieme prima; è una cosa proprio incredibile. 

Questa cosa su Gerusalemme, io la condivido tantissimo, tantissimo! Io, infatti — 51 anni di vita, 23 anni di sacerdozio — non sono mai stato in Terra Santa; non giudico chi ci va, per l’amor del cielo, fate benissimo ad andare! Io non ci sono mai stato e, salvo luci future, non ci andrò mai, non ho proprio nessuna intenzione di andare. Perché? Per le stesse ragioni che dice Carlo in queste righe: «Preferisco rimanere a Milano perché ci sono i Tabernacoli, dove posso trovare Gesù in ogni momento. Quindi non sento il bisogno di andare a Gerusalemme». Guardate, io penso esattamente la stessa cosa. Non mi attrae per niente, non voglio essere dissacrante, però è così. E il fatto che lo dica un santo, beh, mi rende molto sereno. E, poi, aggiunge:

Se Gesù resta con noi sempre, ovunque ci sia un’Ostia consacrata, che bisogno c’è di fare il pellegrinaggio a Gerusalemme per visitare i luoghi dove ha vissuto Gesù 2000 anni fa?

Lui dice: ho qui Gesù, perché devo andare a cercare dove Lui è stato, dove lui è morto, dove Lui è nato, cosa Lui ha fatto, qui ha posato il piede, qui ha fatto questa cosa? Tanto ho Gesù nel Tabernacolo, vivo e vero, presente realmente, sto qui, perché bisogna andare fin là? 

E allora, vedete che arriva con un’affermazione lapidaria; stante tutto questo ragionamento, ecco cosa afferma:

Allora anche i Tabernacoli andrebbero visitati con la stessa devozione!

Lo facciamo? Quindi: cerchiamo il sacerdote per andare a fare il pellegrinaggio in Terra Santa, organizziamo tutte le cose, spendiamo una marea di soldi, ci prepariamo e facciamo gli incontri preparatori, e dobbiamo vedere, vediamo là, vediamo su, vediamo giù. Poi andiamo là: una sfacchinata incredibile, sali e scendi, un caldo da paura, e vediamo questo, poi le code, poi le cose… “Ah, sono stato… ti porto il sasso di…”, va bene.

I Tabernacoli li visitiamo con la stessa devozione? Questa è una domanda che pongo io. Lui fa una affermazione: dovremmo fare così. Se così facciamo con la Terra Santa, quando siamo in chiesa dovremmo cadere prostrati in ginocchio, anzi, neanche in ginocchio, fronte a terra! Se così facciamo in Terra Santa, a maggior ragione cento volte di più in chiesa. E invece no, e invece questo non succede; allora c’è qualcosa che non va, come dicevamo prima.

Ecco, io mi sento veramente in perfetta sintonia, in perfettissima sintonia con lui, condivido totalmente ogni sua parola. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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