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Beato Carlo Acutis pt.1 – I bambini eucaristici pt. 31

Bambini Eucaristici

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Beato Carlo Acutis pt.1 – I bambini eucaristici pt. 31
Martedì 30 luglio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 13, 36-43)

In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo».
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 30 luglio 2024. Festeggiamo quest’oggi san Pietro Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal tredicesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 36-43.

Proseguiamo la nostra lettura dei bambini eucaristici, e affrontiamo la famosissima figura del:

BEATO CARLO ACUTIS

Le fonti alle quali ho attinto sono: 1) libri vari sul Beato, tra cui una pubblicazione recente ad opera della mamma di Carlo, Antonia Salzano 2) AdorazionePerpetua.it 3) Carloacutis.com 4) Aleteia.org 5) miracoloeucaristici.org. 

LA MAMMA ANTONIA RACCONTA DELLA PRECOCISSIMA FEDE DI CARLO:

L’ho fatto battezzare, ma io sono nata in una famiglia laica. Mio padre era editore, sempre circondato da scrittori, e in quell’ambiente non avevo sentito mai parlare, assolutamente, della fede. La mia prima messa era stata quella della mia prima comunione; la seconda quella della cresima e la terza quella del mio matrimonio. Dico questo per sottolineare che è stato mio figlio Carlo a insegnarmi tutto. Già da bambino dava prova di grande pietà: all’età di tre anni, quando si passava davanti a una chiesa voleva entrare, salutare il Crocifisso e Gesù nel tabernacolo, portare fiorellini alla Madonna. A quattro anni e mezzo leggeva la Bibbia, le vite dei santi e recitava il Rosario. Se per santa Teresa di Lisieux i genitori erano stati dei grandi educatori, nel caso di Carlo i ruoli erano rovesciati: è stato lui il mio piccolo salvatore, e soprattutto è stato il mio grande educatore nella fede.”

Intanto, in questa prima parte, vediamo come può succedere che siano i figli a essere gli educatori dei genitori. Certo, non dovrebbe essere la via ordinaria questa, però può accadere. Quindi tutti dobbiamo sentirci investiti del compito della testimonianza.

LA FEDE INCULCATA DALLA TATA BEATA (suo vero nome)

Carlo Acutis ricevette i primi rudimenti su Dio e la fede soprattutto dalla sua tata Beata, e da qualche lezione di religione appresa all’asilo. — Guardate che Beata è il nome della tata; si chiamava Beata, non che fosse beata nel senso di santa — Quando erano i genitori a metterlo a letto la sera, Carlo chiedeva sempre di recitare le preghiere con loro — iniziativa che i genitori non avrebbero preso all’epoca –: «Carlo ci teneva tantissimo e ci faceva piacere accontentarlo». «Nonostante questa poca iniziale attenzione di noi genitori verso la formazione religiosa di nostro figlio — spiega Antonia Salzano — Carlo si mostrò fin da subito molto autonomo in questo senso, lui andava avanti per la sua strada e coltivava lo stesso questo suo amore per Gesù. Era molto interessato ad approfondire la vita di Gesù attraverso dei libri illustrati della Bibbia che gli avevano regalato i nonni». «Spesso con la bambinaia polacca — aggiunge la mamma di Carlo Acutis — si recava in chiesa a salutare Gesù, oppure a portare i fiorellini che raccoglieva nel parco alla Madonna. La tata gli insegnò a recitare le preghiere e anche il Rosario. Inoltre, gli aveva portato dalla Polonia delle immaginette sacre in regalo raffiguranti alcune immagini della Beata Vergine Maria e presenti in santuari famosi che lui custodiva gelosamente. La bambinaia Beata, quindi, seminò su un terreno fertile le basi della fede cattolica tanto che Carlo intorno ai 4-5 anni cominciò a porre anche alla mamma domande sulla fede chiedendo di essere portato a salutare Gesù in chiesa».

Vedete come è importante avere delle figure che nutrano soprattutto le anime dei piccoli? È importantissimo! Perché, vedete, Anche se i genitori non erano particolarmente sensibili alle questioni religiose, è bastato che la tata agisse in un certo modo affinché in Carlo le cose cominciassero a germogliare.

IL GRANDE AMORE DEL BEATO CARLO PER LA SANTA EUCARESTIA

Il fulcro della spiritualità di Carlo era l’incontro quotidiano con il Signore nell’Eucaristia, che per lui «era Gesù realmente presente nel mondo, come quando al tempo degli Apostoli i discepoli potevano vederlo in carne ed ossa camminare per le strade di Gerusalemme». Carlo diceva: «Molta gente secondo me non comprende veramente fino in fondo il valore della Santa Messa perché se si rendesse conto della grande fortuna che il Signore ci ha dato donandosi come nostro cibo e bevanda nell’Ostia Santa, andrebbe tutti i giorni in chiesa per partecipare ai frutti del Sacrificio celebrato, e rinuncerebbe a tante cose superflue!». Egli diceva spesso: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!”. È questa la sintesi della sua spiritualità e il centro di tutta la sua esistenza trascorsa nell’amicizia con Dio. Il 16 giugno 1998, ricevette la Prima Comunione, in anticipo rispetto all’età consueta, grazie a uno speciale permesso del direttore spirituale e dell’arcivescovo Pasquale Macchi. La celebrazione avvenne nel Monastero delle monache di clausura delle Romite dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus a Bernaga di Perego (Lecco). Da quando ha ricevuto la Prima Comunione il 16 giugno 1998, a 7 anni, è andato a Messa ogni giorno, con il permesso del suo direttore spirituale, don Ilio Carrai. Carlo faceva anche l’adorazione eucaristica prima o dopo la Messa «per ringraziare Gesù del grande dono che fa agli uomini nel rendersi presente realmente nel sacramento dell’Eucaristia».

Quindi, l’incontro quotidiano con Gesù nell’Eucaristia: altro punto fondamentale, che ormai abbiamo visto essere un punto fermo in questi bambini eucaristici, in questi ragazzi. 

E poi Carlo dice una verità assolutamente sempre creduta: che Gesù è realmente presente nel mondo, come al tempo degli apostoli, quando pensiamo al Tabernacolo. Quindi, la presenza di Gesù nell’Eucaristia, cambia la modalità, ma è sempre presenza di Gesù vivo, vero, realmente presente. 

Purtroppo, è vero quello che dice Carlo, cioè che la gente e, forse — aggiungo io — anche, alle volte, noi sacerdoti, non comprendiamo veramente fino in fondo il valore della Messa, non comprendiamo fino in fondo che Gesù si dà a noi cibo e bevanda nell’Eucarestia. Carlo dice che, se la gente lo comprendesse, andrebbe tutti i giorni in chiesa; e invece le chiese sono vuote, purtroppo.

Guardate, è bellissimo — adesso poi in questi mesi di luglio, agosto, con la Madonna del Carmine, piuttosto che con l’Assunta il 15 di agosto — che in tanti paesi d’Italia ci saranno processioni e non solo in Italia. Poi sapete che c’è il perdono di Assisi, ormai tra pochi giorni. È sicuramente bello vedere come, per esempio, anche al sud, ci sono queste processioni con una quantità incredibile di gente con la santa, piuttosto che la Vergine Maria per l’Assunta; poi ci sono le processioni al mare (per chi abita al sud questo è un evento abbastanza frequente) con una quantità di gente incredibile che resta lì sulla spiaggia alla sera. Solitamente queste processioni si fanno nel pomeriggio tardo, alla sera, nel tempo più o meno del dopo cena, per permettere a tutti di partecipare. Per cui è bello, anche vedere su Internet queste processioni, così partecipate; sicuramente sono momenti, per molti, di grande fede.

Allo stesso tempo una domanda sorge spontanea, per forza: ci sono almeno altrettante persone in chiesa la domenica? La processione non è un obbligo, non c’è un comandamento. Quindi, se alla processione vanno in cento, alla Santa Messa domenicale dovrebbero essere in duecento, perché molti per la processione stanno a casa, non possono, non riescono. E invece è il contrario: c’è una grande partecipazione di popolo a queste processioni — proprio per fare un esempio di questi mesi — poi a Messa alla domenica, ma anche durante la settimana, pochissima gente. Ma è più importante una statua o Gesù, presente veramente, realmente e sostanzialmente nell’Eucaristia? Per dirla in modo molto semplice: dove “trovo di più” Dio? Dove incontro più direttamente, più immediatamente Dio? Santa Teresa di Gesù diceva bene quando diceva: se sono davanti all’Eucarestia, non mi vado a rivolgere a una statua, perché è come se io potessi parlare direttamente con una persona e, invece, vado davanti al suo ritratto; non ha molto senso! Se invece la persona è assente, va bene, è un altro discorso. E quindi non ci troviamo con queste chiese vuote. 

Voi guardate una normale Messa feriale, scegliete voi o della sera o della mattina, non cambia; guardate quanti sono, quanti siete, guardate l’età media. Fate un conto veloce, non preciso, indicativo.

Possibile che la Santa Messa sia qualcosa per pochi e per anziani? Come mai? Sicuramente queste cose fanno riflettere. Come mai si ha l’impressione, alla Santa Messa, che tutto dev’essere fatto molto velocemente? 

E poi, altra cosa che io non capisco molto: si viene a ricevere l’Eucarestia, si torna al posto, ci si siede. Ma perché, ricevuta l’Eucarestia, quando si torna al posto non ci si mette in ginocchio raccolti a pregare? No, si riceve l’Eucarestia, si torna a posto, ci siede e si guarda in giro. Si guarda il sacerdote mentre purifica il calice ma a me fedele cosa importa di guardare il sacerdote che purifica il calice? Ho appena ricevuto il Signore, la mia prima preoccupazione dovrebbe essere quella di stare con Gesù, non di guardarmi in giro, non di guardare cosa fa il sacerdote col calice. Ci sono proprio dei comportamenti preoccupanti, che fanno sicuramente riflettere.

Poi, non si capisce bene, arriva l’estate, la gente va al mare, va in montagna e la fede rimane a casa. Quindi le Messe saltano, la preghiera salta, poi si torna a settembre e… “Sono venuto a confessarmi perché sono andato in vacanza e non sono andato alla Messa, né durante la settimana, né soprattutto la domenica Sa, padre, non è così facile andare in vacanza e andare alla Messa”. Trovare una Messa è proprio difficile, evidentemente! In una giornata di 24 ore, senza il lavoro, non è riuscito a trovare una Santa Messa. Quindi uno si chiede: bah, forse sarà andato in Papua Nuova Guinea! Forse sarà andato in un villaggio dell’Amazzonia, nel folto e nel cuore della foresta amazzonica, dove passa un sacerdote forse una volta all’anno. Eh, dico, in effetti, se uno va lì a fare le sue vacanze, nella foresta amazzonica o nel Borneo, può darsi che non sia così facile trovare una Santa Messa. Quindi nasce spontanea la domanda: “E dove è andato in vacanza?” (tanto per capire, anche per imparare a dire “magari lì è meglio non andare” perché è molto faticoso trovare una Santa Messa) — “Eh, sono andato a Cattolica” — “A Cattolica? La Cattolica quella che sta qui, qui vicino?” — “Sì, sì, a Cattolica” — “Ho capito, ma a lei non è che viene in mente che il nome stesso dice qualcosa? Il nome stesso della città «Cattolica», non le fa pensare che forse ci sono più chiese che spiagge, no? Non le fa pensare che forse ci sono più chiese che supermercati? E lei, a Cattolica, non è riuscito a trovare una chiesa che celebrasse una Santa Messa comoda per i suoi orari?”. Sapete, d’estate molte chiese celebrano le Messe anche alle otto e mezza di sera! Già lo fanno d’inverno, ma nei posti di villeggiatura d’estate, ancora di più; celebrano le Messe alla sera, proprio per permettere a tutti di andare. Niente, nessuna Messa, né al mattino né alla sera, è riuscito a trovare a Cattolica.

Poi vedi i bambini eucaristici e dici: c’è qualcosa che non va. Ma non in loro, nei bambini, in noi! Poi ci diciamo cristiani cattolici, e sappiamo far stare insieme tutto: il fatto che non vado alla Messa a Cattolica e il fatto che mi dico discepolo di Gesù. 

E quindi Carlo Acutis ha ragione quando dice: “rinunceremmo a tante cose superflue, e andremo a Messa tutti i giorni”. Perché non è fondamentale correre in spiaggia non so a che ora, o, se vengo via un po’ prima, non casca il mondo, il mare non si ritira come il Mar Rosso, resta lì, lo trovi ancora il giorno dopo. 

“Eh no, ma sa gli amici”. In che senso? Gli amici, quando hanno i loro impegni, prendono e vanno; gli amici, quando hanno i loro interessi, li fanno. E se loro vogliono arrivare a mezzogiorno in spiaggia, perché prima hanno voluto dormire, lo fanno. E tu, per quale motivo ti devi sentire in dovere, in obbligo, di più verso degli uomini che non verso Dio? Non c’è un dovere verso Dio? A me sembra di sì! Ma più che il dovere, mi vien da dire, evidentemente, come dice Carlo Acutis, manca la consapevolezza di che cos’è l’Eucarestia. Lui dice: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!”; io non so quale sia la nostra autostrada! Veramente non ho idea di quale sia la nostra autostrada per il cielo.

Ecco, peraltro mi viene da ricordarvi questa cosa, che forse non ve l’ho mai detta, dandola per scontata, ma forse scontata non è. Ricordo che c’è l’obbligo del digiuno, da ogni cibo, un’ora prima della Santa Messa. Questo è un obbligo, non è stato abolito. Quindi, un’ora prima della Santa Messa, non si mangia. Così, prima di concludere questo ciclo di catechesi, sui bambini eucaristici, mi è sembrato giusto dirvelo, perché magari qualcuno può darsi che se lo sia un po’ dimenticato.

Quindi, Carlo Acutis, dall’età di sette anni, è andato a Messa tutti i giorni, tutti i giorni faceva la Comunione e in più, faceva l’adorazione eucaristica prima o dopo la Messa per ringraziare Gesù dell’Eucarestia. Noi, invece, scappiamo fuori dalla chiesa come se avessimo visto il fuoco; altro mistero…

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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