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S. Tommaso Becket

S. Tommaso Becket

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 29 dicembre 2021 – S. Tommaso Becket

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

S. Tommaso Becket

Eccoci giunti a mercoledì 29 dicembre 2021. 

Abbiamo letto la prima lettera della Santa Messa di oggi tratta dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo capitolo II, versetti 3-11. 

Per chi vuole dirsi Discepolo di Gesù deve per forza realizzarsi in Lui la decisione di osservare i Comandamenti di Gesù. Gesù non abolisce né sostituisce affatto i Dieci Comandamenti, perché non è venuto a cambiare neanche uno iota, li prende ed è come se li riassumesse in Dio. Non stravolge i Dieci Comandamenti, è come se li prendesse e li riassumesse in due Comandamenti: uno, il primo, quello di amare Dio sopra ogni cosa e con tutto noi stessi e il secondo di amare il prossimo come noi stessi. Qui sta la pienezza della legge, qui c’è tutto.

San Giovanni ci dice che non ha importanza dire: “Lo conosco”, ha importanza solo il fatto che io prendo questi Comandamenti e li faccio diventare la mia vita, solo così il mio amore per Dio è perfetto. Non perché sento il cuore battere, perché vedo segni, perché ho le visioni. No. Solo se serviamo la Parola di Gesù allora l’Amore di Dio in noi è perfetto, allora noi siamo in Lui, perché dobbiamo comportarci come Lui. Quindi Lui è la priorità e, subito dopo, un amore vero, radicale e sincero per i fratelli. 

Quest’oggi ricordiamo San Tommaso Becket, Vescovo e Martire. Come vedete, abbiamo celebrato il Natale il 25, poi sono arrivati subito i testimoni di sangue: Santo Stefano, i Santi Innocenti, e adesso San Tommaso Becket. È così, dobbiamo accettarla questa cosa, non si può credere in questo Bambino senza versare il sangue per Lui in un modo o nell’altro.

San Tommaso Becket nacque a Londra, fu Cancelliere del Re d’Inghilterra, Enrico II — la sua figura ricorda molto San Tommaso Moro, anche San Tommaso Moro fu Cancelliere del Re d’Inghilterra — fu suo amico e consigliere e quando, nel 1611, morì l’Arcivescovo di Canterbury, il Re pensò di eleggere al suo posto Tommaso Becket perché era suo amico e tra loro c’era una grande intesa. Però, una volta diventato Sacerdote e consacrato Arcivescovo, Tommaso Becket prende sul serio il suo nuovo ruolo e quindi antepone gli interessi spirituali dei fedeli agli interessi del Re. Non sia mai! Ovviamente questo comporterà uno scontro con il Re, perché nella vita dobbiamo scegliere, o facciamo gli interessi di Dio o facciamo gli interessi degli uomini, tutti e due è molto difficile tenerli insieme, perché gli interessi degli uomini cercano di soverchiare gli interessi di Dio e gli interessi di Dio non accettano compromessi. Quindi il Re, da suo grandissimo amico diventa suo grandissimo nemico, cerca di farlo imprigionare e quindi  Tommaso scappa in Francia. Una volta tornato in patria viene ucciso da quattro cavalieri proprio nella sua Cattedrale, viene colpito davanti all’altare. Morendo disse:

“Accetto la morte in nome di Gesù e della Chiesa”

C’è un bellissimo film su San Tommaso Becket.

Lui difende la giustizia, perché la questione si gioca tutta intorno ad un tema di giustizia — andate poi a vedere la sua storia — perché lui scomunica un conte che non aveva fatto giustizia per l’omicidio di un Sacerdote. Da lì viene fuori tutta una questione e per questo motivo S. Tommaso viene esiliato per sei anni. 

Pensate ad un Arcivescovo esiliato dalla sua terra, dalla sua Chiesa, dai suoi fedeli. Noi a queste cose probabilmente pensiamo poco, perché per noi andare in Cielo vuol dire andare in Cielo con la carrozza e i cavalli col pennacchio, ma questi Santi ci insegnano che non è così. 

Ebbene, di fronte a figure come San Tommaso Becket, sul finire di questo anno le domande si impongono, i nostri esami di coscienza si impongono. Dobbiamo chiederci: quanto l’obbedienza ai Comandamenti di Dio è la nostra vita? I Comandamenti valgono più della nostra vita? 

Alle volte si sente qualcuno che dice: “Ma Padre, questo è troppo pensate, questo è difficile, come faccio?” Fai esattamente come hanno fatto i Santi. È difficile, è vero che è difficile, è pesantissimo, è drammatico, è verissimo, perché le tenebre cercano sempre di avvolgere e soffocare la Luce, ma noi dobbiamo credere che c’è un domani, che è il Paradiso che abbiamo visto in questi tempi. Nei prossimi giorni, appena finiscono questi Santi e queste memorie così belle e importanti, concluderemo questo tema dei Novissimi sul Paradiso. Noi dobbiamo sentirla questa cosa, dobbiamo crederla, invece sembra che siamo più angosciati da altro. È difficile trovare qualcuno che a tavola ti dica: “Mamma mia, sono un po’ impensierito, preoccupato”

“Come mai? Per che cosa?”

“Sto pensando al Paradiso”

A me non è mai successo di sentire un discorso del genere, mentre mi succede di sentire tanti altri discorsi, tra l’altro sempre uguali, sempre quelli, sempre sulle solite questioni, è una ripetizione e c’è tanta riflessione dietro, tanto pensiero. Ma perché non abbiamo almeno la stessa apprensione per la Vita Eterna? E non ne parliamo mai. 

Mi ricordo di una volta in cui mi capitò di tenere una catechesi a un gruppo di persone che svolgevano un servizio particolare. Ho fatto il mio intervento breve, neanche mezz’oretta e poi ho chiesto se ci fossero domande. Li guardavo in faccia e dicevo: “Mamma mia, che tristezza!” Vedevo questi sguardi un po’ persi e mi sono detto che dovevo essere stato un po’ barboso, che noia deve essere stato ascoltarmi a vedere queste facce tutte un po’ grigie, tristi. Forse perché ci siamo adeguati, abituati a trovare il nostro spazio di comfort e viviamo così.

Quest’oggi volevo lasciarvi una cosa che penso non tanti di voi conoscono. Un tempo, nell’antico Benedizionale c’era la benedizione dei gessetti, io sono sicuro che su cento di voi, secondo me, nessuno conosce questa cosa, forse uno o due: la benedizione dei gessetti nel giorno dell’Epifania. Ve lo dico, così chi vuole se li può procurare in questi giorni, poi ovviamente deve trovare un Sacerdote che faccia questa benedizione antica.

Si chiama: “Benedizione della creta nel giorno dell’Epifania o benedizione dei gessetti”.

“Consiste nel benedire questi gessetti con cui scrivere sulla porta di casa i nomi dei tre Re Magi, a custodia e protezione dei componenti della famiglia per tutto l’anno. Il Sacerdote benedice i gessetti e il fedele se ne serve per scrivere sulla porta di casa o anche sulle porte interne…”

Quindi non solamente sulla porta che separa l’interno dall’esterno, del pianerottolo, ma tutte le porte interne.

“… il nome o le iniziali dei tre Santi Magi e l’anno nel seguente modo: 

20 * G + M + B * 22

“G” di Gaspare, “M” di Melchiorre, “B” di Baldassarre.

Bella questa cosa, a me sembra molto significativa, in questo modo si segna la casa, si segnano le porte proprio invocando la protezione di Dio a memoria di questa visita dei Re Magi.

Poi c’è questa bella preghiera breve con la quale il Sacerdote benedice i gessetti. I gessetti sono facili da trovare, magari non è altrettanto facile trovare chi faccia questa benedizione o la conosca, o che sia disponibile a farla perché è appartiene al Benedizionale Antico, nel quale c’erano tante altre bellissime benedizioni che adesso sono andate un po’ in disuso. Però non sono diventate cattive o brutte, anzi, mantengono sempre la loro bellezza e il loro significato, non sono tutto, sono un senso con il quale noi chiediamo al Signore, anche scrivendo, di intervenire, di proteggere. E a ogni Epifania si rifà questa scrittura, ovviamente i gessetti non devono essere ribenedetti ogni volta,  usandoli una volta all’anno dureranno da qui fino alla fine della vita. Si benedicono una volta, il giorno dell’Epifania, e sempre il giorno dell’Epifania si fa questa scrittura, poi i gessetti benedetti si conservano e ogni anno si scrivono sulla porta le iniziali dei nomi dei tre Re Magi e l’anno nuovo. Se poi lo fate con i vostri bambini, immaginatevi questa cosa come rimarrà per sempre nella loro bella memoria. 

Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno e allora prepariamoci degnamente a chiudere l’anno, ringraziando Dio di tutte le grazie immense che ci ha fatto, soprattutto quelle di cui non siamo coscienti e affidiamo l’anno nuovo al Signore.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

PRIMA LETTURA (1 Gv 2, 3-11)

Figlioli miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: “Lo conosco”, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato.
Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera.
Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.

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