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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 10

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 4 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 10

Eccoci giunti a venerdì 4 febbraio 2022. Oggi è il primo venerdì del mese e come sapete da sempre consiglio la pratica dei primi venerdì, dei primi sabati, dei primi giovedì. Non perché l’ho inventata io questa devozione bellissima, ma perché l’ha chiesta Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque. Gesù chiese di confessarci in questo giorno, il venerdì, anche perché poi dovremmo essere confessati nel giorno di sabato — domani è il primo sabato del mese — quindi dovremmo comunque fare la confessione in questi giorni, perché anche la Madonna per i primi cinque sabati chiede la Confessione Sacramentale. Quindi che sia oggi o domani, va bene lo stesso, l’importante è essere in grazia di Dio e confessarci e questo ci permetterà ovviamente di confessarci almeno una volta al mese, dovendoli fare ogni mese, almeno quello. Gesù chiede poi la Santa Messa e la Comunione Sacramentale o Spirituale per riparare le offese contro il Sacratissimo Cuore di Gesù e tutte le ingratitudini che riceve. Anche oggi ve lo faccio presente, spero che tanti abbiate iniziato con gennaio la pratica dei primi nove venerdì, chi non l’ha ancora iniziata, la cominci adesso.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo VI di San Marco, versetti 14-29. 

È un testo drammatico, è un testo cortissimo, è un testo che non si finirebbe mai di commentare. Faccio alcuni spunti, proprio piccoli spunti. 

Stiamo lontani dal male perché il male che compiamo non smetterà mai di tormentarci con tutti i suoi incubi, con tutti i suoi rimorsi. 

«Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!»

Erode vede Giovanni in Gesù, stavo per dire che Erode vede Giovanni da tutte le parti, certo, perché questo è il rimorso per l’omicidio assolutamente ingiusto, assolutamente per futili motivi che Erode ha compiuto verso San Giovanni. L’ha ucciso in nome di un empio giuramento fatto in preda alla concupiscenza della carne, alla concupiscenza della gola, del ventre, in preda alla lussuria. Come può un giuramento che si fonda su queste empietà essere un giuramento valido? Eppure è stato più che sufficiente per far decapitare Giovanni.

E qual è la causa della morte? La causa della morte è la Verità. Giovanni chiamava le cose con loro nome. Non era un gioco di parole un “Sì, mah, boh, forse… sì ma va bene anche quello… ma va bene anche questo… si però vediamo…” No!

«Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello»

 Una frase, pochissime parole ma di una chiarezza talmente potente da scatenare l’odio di Erodiade, perché fu Erodiade ad odiare diabolicamente Giovanni, non certo Erode. 

Non gli era lecito tenere con sé la moglie di suo fratello perché era adulterio. Se era la moglie di suo fratello non poteva essere sua moglie, se non attraverso il tradimento. Quindi non gli era lecito, Dio proibiva, proibisce l’adulterio, va direttamente contro il sesto Comandamento. 

Infatti la Scrittura lo dice:

“Per questo Erodìade lo odiava”

Tutti coloro che hanno la coscienza sporca dal peccato, tutti coloro che hanno la coscienza in colpa a causa del peccato commesso e non lo vogliono riconoscere, coloro che non si vogliono pentire e non si vogliono convertire, tutti costoro di fronte a colui, a coloro, a colei che annuncia, proclama la Verità, non possono che provare un sentimento di odio che può arrivare fino all’omicidio. Erodiade ne è un esempio.

“Lo odiava e voleva farlo uccidere”

 Erode lo ascoltava, vigilava su di lui, sapeva che era un uomo giusto, santo, lo ascoltava volentieri anche se era molto perplesso. Stiamo attenti a come noi ascoltiamo, perché noi possiamo ascoltare volentieri tante cose e non cambiare niente.

“Ah che bella omelia che ho sentito, che bella catechesi! Ah che bella predicazione!” 

“E in cosa sei cambiato?” In niente. 

E allora a cosa è servito? Come Erode. 

Ricordate quando vi parlai della gola spirituale? Questo gusto di sentire, di parlare di cose religiose, di leggere cose religiose, ma in cosa ti hanno cambiato? In niente. E allora sei come Erode.

Se la nostra vita non cambia ascoltando la Verità, siamo come Erode. 

E quindi arriva il momento in cui la figlia di Erodiade danza e così Erode perde la testa sia per la danza, sia per tutti gli eccessi che avranno fatto durante questo banchetto. Andate a leggere il commento di Sant’Ambrogio a questo testo. Poi fa questo giuramento assolutamente empio e di conseguenza deve uccidere San Giovanni. 

Ma noi dobbiamo sempre ubbidire a dei comandi che ci vengono dati da chi ci è superiore? 

Sì, fino a quando non vanno contro i Comandamenti di Dio, fino a quando non vanno contro la nostra coscienza. 

Uno dice: “Ah ecco, dicendo così si afferma in modo solenne l’individualismo del soggetto, perché in questa maniera si mette la coscienza al di sopra della legge, al di sopra di tutto, al di sopra del vivere comune…” 

No. Un momento. Non confondiamo le carte sul tavolo. La coscienza è certamente il luogo del nostro incontro privilegiato con Dio e della mia coscienza io dovrò rendere conto a Dio. Ci sarebbero da dire milioni di cose su questo tema della coscienza, anni fa feci una catechesi di un anno intero proprio sul tema della coscienza credente. Ma questo non vuol dire che la mia coscienza allora diventa norma e legge di tutto, cioè faccio quello che voglio dalla mattina alla sera. Non è questo. Dire che io devo rendere conto a Dio della mia coscienza e che devo agire secondo coscienza, questo non vuol dire assolutamente che la coscienza stia sopra la legge, anzi, tutto il contrario, vuol dire che nella misura in cui mi viene ordinato qualcosa che rientra dentro i Comandamenti di Dio, la mia coscienza, che deve essere vera e certa, mi chiamerà, mi obbligherà ad essere assolutamente fedele a ciò che mi viene chiesto per vivere i Comandamenti di Dio.

Vedete è tutto il contrario, non è l’affermazione dell’individualismo, ma è l’affermazione della somma obbedienza. Certo è, che se chicchessia mi dovesse ordinare qualcosa che va contro i Comandamenti di Dio, siccome la mia coscienza, vera e certa — è un cammino, dobbiamo farla diventare vera e certa, va bene — ma siccome la mia coscienza, vera e certa, vuole solo ciò che vogliono i Comandamenti di Dio quindi solo ciò che vuole Dio, nel momento in cui l’ordine va contro Dio, la mia coscienza va contro l’ordine, ma non perché afferma in un modo esagerato se stessa, o perché cade in individualismo sfrenato, ma per ubbidienza alla legge di Dio. È l’obbedienza alla legge di Dio che fa reagire la mia coscienza contro un comando che va contro i Comandamenti di Dio, non  l’individualismo. Proprio colui o coloro, o colei che dovessero dare un ordine che va contro i Comandamenti di Dio, loro manifesterebbero la forma più corrotta dell’individualismo. Quello è individualismo, perché l’individuo si pone al di sopra dei Comandamenti di Dio. Questa è la forma peggiore dell’individualismo. 

Spero di essere stato chiaro, mi auguro. 

Quindi, Erode non avrebbe mai dovuto obbedire al giuramento empio, imprudente che aveva fatto, perché quel giuramento andava contro la legge di Dio, contro il Comandamento di non uccidere e quindi non posso obbedire. Dobbiamo imparare da San Giovanni, noi siamo tanto esperti dei compromessi, del fare stare insieme tutto, il limone con il latte, noi siamo bravi a fare questi miscugli. San Giovanni invece ci insegna altro. 

 

E andiamo avanti con l’apparizione della vergine Maria Laus con il nostro libro “Le meraviglie di Laus”, stiamo vedendo: Nel secondo anno delle apparizioni, capitolo 11º. Abbiamo visto l’olio della lampada, i bambini morti senza battesimo, e vediamo adesso:

 “Piuttosto 12 che nessuno” 

“Un matrimonio dotato dal Cielo di altri doni, mancava della grazia della fecondità: era come un cielo senza stelle. Che fa la giovane sposa? Viene a Làus, prega fervorosamente, e nello slancio della sua preghiera dice alla Vergine: “Piuttosto dodici che nessuno.” Or son due mesi, ella è ritornata a Làus a ringraziare la Madonna. Aveva già avuti undici figli, pieni di vita e di sanità, e formavano la gioia e la felicità della casa.” 

Pensate voi 11 fanciulli! Bellissimo!

“Otto l’avevano accompagnata e cinque più grandicelli fecero con lei la Santa Comunione. 

Nel ripartire disse sorridendo: “Ritorneremo in più gran numero: i piccoli son rimasti a casa, ma accompagneranno il dodicesimo.” 

 Questa Santa mamma ebbe 12 fanciulli, 12 bimbi e la Madonna ha benedetto enormemente la vita di questa famiglia, il grembo di questa mamma. 

Ora abbiamo: 

L’esecutore dei voleri di Maria

“La fama pertanto di tali meraviglie aveva oltrepassato i limiti del paese, e si era sparsa assai lontano. Mons. Gaillard, che fu più tardi Vicario Generale e canonico di Gap, intese a Grenoble il racconto dei prodigi ammirabili, e volle egli stesso assicurarsi della realtà dei fatti, come la regina di Saba.

“Parto con mio nipote, curato di S. Lorenzo di Grenoble, per vedere quanto succede in quei luoghi. Era il giorno dopo l’Assunta. Dall’alto della montagna, appena scorgo la piccola Cappella, mi metto in ginocchio, e adoro Iddio…”

Già da questi piccoli dettagli uno capisce tutto.

“Dall’alto della montagna, appena scorgo la piccola Cappella, mi metto in ginocchio, e adoro Iddio e Gli domando tre grazie per l’interiore dell’anima mia, grazie che mi furono in seguito accordate.” 

Quest’uomo si mette in ginocchio, non in chiesa, si mette in ginocchio sulla montagna appena vede la chiesa. Questa è la fede!

“E fu questo che mi spinse a votarmi interamente a Làus, consacrandovi interamente il corpo e l’anima mia, donandogli tutti i miei beni e la mia biblioteca, dopo la mia morte, e facendomi quivi seppellire, se questo sarà pure nella volontà di Dio. Discendo e al vedere tanta affluenza di popolo, sì gran numero di gente contrita e umiliata, alla constatazione di tutto quello che si diceva di quel luogo e vi si faceva, fu per me come per la Regina di Saba: vidi cose più grandi di quelle che mi erano state riferite.”

Sì, li vide, ma perché il suo cuore, la sua anima, la sua coscienza erano di un certo tipo, se no non avrebbe visto nulla, come a Fatima, stessa cosa. Se io vi dovessi fare questa domanda — e domani ne parlerò, domani farò proprio un intervento sui primi cinque sabati del mese, vabbè ho risposto alla domanda che volevo fare, è su quello che la Madonna chiede — comunque, se vi dovessi fare questa domanda: 

“La Vergine Maria, a Fatima, che cosa ha chiesto esattamente? Quali sono state le richieste della Vergine Maria a Fatima nei mesi che vanno da maggio, dal 13 maggio fino al 13 ottobre? In quei mesi la Vergine Maria che cosa ha chiesto a ciascuno di noi? Che cosa ci ha fatto dire come sue richieste? E le apparizioni dell’Angelo, che precedettero l’apparizione della Vergine, l’Angelo del Portogallo — che si sa che l’Angelo del Portogallo è San Michele — le apparizioni dell’Angelo che cosa dissero, che cosa chiesero ai pastorelli, quindi a tutti noi?” 

Io temo che siano molte le persone che oggi, nel 2022, non sanno rispondere a questa domanda, e questo è un problema, perché se la Vergine Maria appare e ci viene a chiedere qualcosa, non è perché non sa che cosa fare, la Vergine Maria viene a indicarci la strada. 

E notate che la Vergine Maria chiedendo quello che ci chiede, ce lo chiede per darci quale dono? La Vergine Maria dirà: “Io chiedo questo… questo… questo… e questo… per avere cosa? 

Per avere la pace, la pace nel mondo. 

L’abbiamo ascoltata? È stata ascoltata? 

Noi facciamo tante cose per la pace nel mondo, ma facciamo ciò che la Vergine Maria ci ha chiesto? 

Uno dice: “No, ma in quella parte lì non c’entro io, la deve fare qualcun altro” .

Va bene, è vero, c’è una parte che devono fare altri, va bene, ma c’è qualcosa che devi fare anche tu. E l’hai fatto? Per esempio la pratica dei primi cinque sabati del mese — di cui domani parlerò — l’hai fatta? La fai? La conosci? Se uno ti dovesse chiedere: “Mi dici in sintesi che cosa devo fare per fare la pratica dei primi cinque sabati?”. 

Fate questo esperimento: prendete un foglio e scrivete, come un piccolo compito in classe, come titolo: “Scrivi che cosa la Vergine Maria chiede a Fatima e quali sono le richieste, quali quelle dell’Angelo e poi scrivi come si fa la pratica dei primi cinque sabati del mese, in che modo, quali sono i passi che bisogna fare”. Quindi, scriverai: “Per assolvere a questa richiesta, la pratica dei primi cinque sabati del mese, bisogna fare: questo… questo… questo… e questo…” E poi te lo tieni lì. Domani, quando vi parlerò della pratica dei primi cinque sabati del mese, prenderete il vostro foglio e vedrete quanto di quello che avete scritto è corretto. 

La Madonna lo disse: “Quello che io chiedo, i cattivi lo disprezzano, i buoni sono indifferenti”, non gli interessa.

Questo è terribile! La Vergine Maria ci indica la strada, dice che cosa vuole Dio, cioè l’affermazione del Suo Cuore Immacolato, il trionfo del Suo Cuore Immacolato, la consacrazione al Suo Cuore Immacolato per avere la pace nel mondo. Dà delle indicazioni precise e noi? 

La stessa cosa Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque.

Ma non le facciamo, facciamo altro. Ma perché dobbiamo fare altro se il Signore è venuto a chiederci questo? 

Io, credetemi, sono cose che proprio non capisco, io proprio non le capisco, mi sembrano cose veramente assurde. Il Signore ci viene a chiedere delle cose semplici, facilissime, basta metterci l’intenzione, cose assolutamente semplici, ma perché non farle? Ma per quale motivo non bisogna farle? Ma perché non bisogna prenderle su di sé? Ma perché non bisogna obbedire? 

Dopo diciamo: “Eh sì, l’affermazione della coscienza è l’affermazione dell’individualismo sfrenato”. E invece queste cose che cosa sono? Affermazioni di che cosa? Questa è l’affermazione dell’individualismo sfrenato: fare quello che voglio, al di là di quello che il Cielo mi chiede.

 E quindi questo Monsignore si dedicò totalmente, interamente a quell’opera della Vergine.

“Prese nelle sue mani tutti gli interessi, di qualunque ordine fossero. Una delle sue prime cure fu di tentare un passo ufficioso presso l’amministrazione diocesana, per invitarla ad occuparsi degli avvenimenti. Scrisse pertanto a Mons. Lambert, che da sei anni amministrava la diocesi di Embrun”

E domani vedremo: l’intervento dell’Autorità Ecclesiastica, capitolo 12º, o meglio non domani, perché domani vi parlerò di Fatima e dei primi cinque sabati, il giorno dopo, a Dio piacendo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Mc 6, 14-29)

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

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