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Abbandono interiore – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.38

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Abbandono interiore – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.38
Sabato 27 aprile 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 14, 7-14)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Eccoci giunti a sabato 27 aprile 2024.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quattordicesimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 7-14.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González; capitolo quinto:

ESISTE UN ABBANDONO INTERIORE DEL TABERNACOLO?

È questa la piaga che queste pagine vogliono mostrare, e mostrarla in tutta la sua longitudine, latitudine e profondità, e con tutto il sangue che sgorga e le lacrime che costa e i beni che impedisce e i mali che arreca a coloro che sono la causa del suo restare aperta…

Ecco, qui è svelato, è spiegato che cosa queste pagine vogliono fare: vogliono mostrare la piaga; perché di questo si tratta, di una piaga. Sapete quanto è terribile una piaga, anche una piaga piccolina. Immaginatevi una piaga piccola sulla pianta del piede: è impossibile camminare. Se uno ha una piccola piaga sulla pianta del piede, non riesce a camminare. Pensate alle ragadi che si formano nelle dita delle mani, che sono dei taglietti, eppure è un dolore incredibile quel taglietto nelle dita.

Questa dell’abbandono interiore del Tabernacolo è la piaga che san Manuel vuole mostrare con queste pagine, e mostrarla in tutta la sua realtà, mostrarla in tutta la sua gravità. Questa piaga è una piaga che costa sangue e lacrime, innanzitutto da parte del Signore Gesù, perché vedersi abbandonato interiormente nei Tabernacoli… Una domanda che nasce spontanea è: “Ma io perché l’ho fatto? Per chi l’ho fatto?”. Lui l’ha fatto per amore, questo è ovvio, “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per gli amici”. Gesù non ha dato solamente la vita — che è già tanto — Gesù ha dato il suo cuore, ci ha dato il suo cuore, il cuore eucaristico, il miocardio.

Ha versato tutto il sangue che aveva, tutte le lacrime che aveva; quindi, vedersi abbandonato interiormente è terribile; e, infatti, è ciò che Gesù sempre lamenta quando appare ai mistici. Pensate a tutto quello che Gesù dice a santa Margherita Maria Alacoque, a san Pio da Pietrelcina, a santa Faustina Kowalska, eccetera. Gesù si lamenta fortemente di questo abbandono, di questo essere dimenticato, dell’indifferenza dei suoi più cari amici.

Poi san Manuel scrive «i beni che impedisce e i mali che arreca». Questa piaga dell’abbandono interiore del Tabernacolo impedisce una quantità incredibile di beni, e porta male, nel senso che arreca danno, ma non come noi pensiamo (“ecco, Dio punisce, siccome io non vado, si offende e quindi mi punisce”), ma perché se sto lontano dalla fonte della vita… se non bevo, muoio di sete, se non mangio, muoio di fame. Ma non è che io muoio di fame perché il cibo mi castiga! Capite quanto è assurda quella logica? Tu muori di fame perché non ti sei nutrito, morire di fame non è un castigo del cibo. Morire di fame è la conseguenza dell’assenza di nutrimento. Qui è la stessa cosa. Questo male che la piaga arreca a coloro che sono la causa del suo restare aperta, non è un male come castigo, ma è un male per il fatto che tu ti sei privato di poterti nutrire, curare, sanare, guarire, illuminare attraverso la compagnia interiore del Tabernacolo. Per cui noi magari non facciamo l’ora Santa tutti i giorni — per esempio — noi passiamo davanti a una chiesa e neanche entriamo a dire “ciao” a Gesù, preferiamo parlare con le persone che con Gesù; preferiamo ascoltare le persone che Gesù; preferiamo fare chiacchiere inutili con le persone che con Gesù; questa è la piaga, una piaga veramente terribile. Dopo ci lamentiamo perché non capiamo, perché non riusciamo, perché non ce la facciamo, perché ci impegniamo ma non otteniamo, perché… e via con i discorsi; eh certo! E del Tabernacolo cosa ne hai fatto?

Mi ha sempre molto impressionato questo fatto — adesso non mi ricordo più fosse quel sacerdote, forse era un santo; so che ho letto questo fatto e mi è rimasto sempre impresso — e cioè che andavano da questo sacerdote a chiedere consigli, e lui rispondeva: “L’hai chiesto a Gesù? Che cosa ti ha detto Gesù?” — “Ah no, no, no, son venuto a chiederlo a lei” — “No! — lui diceva — prima vai da Gesù, vai al Tabernacolo, porta al Tabernacolo questa domanda che stai facendo a me, e prova a vedere Gesù cosa ti risponde”.

Dopo noi diciamo: “Ah, ma a me Gesù non dice niente; ah, ma io non sento niente; ah, ma a me Gesù non mi parla”. Ma tu sei mai stato davanti al Signore in silenzio ad attendere una risposta? Sei proprio sicuro che Gesù non parla? Perché i santi dicono il contrario! È Gesù che non parla, o sei tu che non sei disponibile ad ascoltare tutto quello che Lui vorrebbe dirti? È Gesù che non parla, oppure sei tu che non sei abituato ad ascoltare niente e nessuno? È Gesù che non parla, oppure sei tu che parli sempre? Perché, sapete, se la mia preghiera è che parlo sempre io, poi è chiaro che Lui non parla! Ma la preghiera non può essere semplicemente io che parlo in continuazione: e dico il Rosario, e dico l’ufficio, e dico la novena, e dico le preghiere, e dico… va bene, tutte cose importanti! Ma quando c’è il momento in cui tu stai zitto e semplicemente ascolti?

Io credo che sia l’esperienza veramente di tante persone quella per la quale, magari durante la preghiera o magari in un altro momento della giornata, magari mentre stiamo facendo la frittata con le zucchine,  come un lampo, come un flash scatta all’improvviso nella nostra mente, in un momento che non ci stiamo pensando e che non c’entra niente con la preghiera, che non c’entra niente con la riflessione, scatta come un flash e improvvisamente un’idea, un pensiero, chiaro, netto, preciso, si forma nella nostra mente. 

E noi diciamo: “Oh, mamma, me l’ero dimenticata questa cosa, non ci avevo pensato. Io la intendevo in un modo e adesso, dopo questa idea che mi è venuta, la vedo in un altro. Oh, mamma, forse…” Capite? Quello è Gesù che parla. Se quando tu vai a verificare e vedi che è vero, che quella cosa è vera, quell’idea lì è vera, quella cosa lì l’hai trovata, quella cosa lì ti si è come sciolta, si è come risolta grazie a quell’idea, e quella… da dove veniva? Da te no di sicuro; non ci stavi pensando, non l’avevi in mente; magari ci hai pensato mille volte e non ti è venuto in mente niente e, in quell’istante, una luce chiarissima si è fatta nella tua mente. 

Questo è Gesù che parla, è Gesù che ti sta parlando. 

Oppure, quando sentite nel vostro cuore — mi verrebbe da dire come direbbe Dante — un morso amaro, quando avete fatto qualcosa che magari vi sembrava giusto, o magari in quel momento non ci avete pensato, ma dopo… Vi è mai capitato di andare a letto la sera, fare l’esame di coscienza e dire: “No vabbè, insomma, più o meno va bene”, poi vi svegliate al mattino come se non aveste digerito e, nel silenzio del mattino, magari durante la vostra preghiera, oppure anche semplicemente aprendo gli occhi, ecco che viene su, emerge in voi la consapevolezza che quella cosa che avete fatto il giorno prima, o due giorni prima, o la sera prima, o in quell’atto, è dispiaciuta a Gesù? Vi viene a consapevolezza l’aspetto negativo di quell’evento, e lo capite, e lo vedete. E quello da dove viene? Hai dormito tutta la notte! Alla sera sei andato a letto ed era tutto a posto; come mai ti svegli al mattino con questo morso amaro dentro che ti fa capire che sei andato fuoristrada? Questi sono i beni che noi perdiamo a causa della piaga dell’abbandono del Tabernacolo, dell’abbandono interiore del Tabernacolo.

Bene, riflettiamo oggi su questo e cerchiamo di curare questa piaga riparando, andando e stando.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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