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La Messa nella liturgia – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.55

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: La Messa nella liturgia – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.55
Martedì 14 maggio 2024 – San Mattia Apostolo

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 15, 9-17)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 14 maggio 2024. Quest’oggi festeggiamo san Mattia, apostolo.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quindicesimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 9-17. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 107. 

La Messa nella liturgia

La Santa Messa è l’atto centrale, il capolavoro, la chiave di volta, il tronco vitale di tutta la Liturgia, nella misura in cui la Liturgia è sempre eucaristica. Quando vedo tanti devoti di novene e di fastose funzioni vespertine o notturne, con tanta musica e molte luci, mentre al mattino vedo tanta penuria di partecipanti nelle Chiese in cui si celebra la Santa Messa e specialmente nelle parrocchie durante la Messa solenne, che è la Messa di tutta la famiglia parrocchiale, e quando vedo che nelle Chiese dove si spendono migliaia di pesetas per l’ammanto, per lo stendardo del Titolare o della Confraternita, o per le tuniche dei Nazareni, o per i fuochi o per la musica della processione, mentre i Sacerdoti mancano di una retribuzione per le loro Messe quotidiane; quando sento, come ho sentito, fedeli e corporazioni commissionare messe modeste… Mi domando con grande pena: ma una Messa rappresenta così poco per questi cristiani? Ragione sufficiente per proporre ai cattolici la domanda o il punto di esame di cui sopra!

Lascio la parola a Dom Baudin O.S.B., che con un passaggio magistrale e ardente lamenta questa funesta postergazione della Santa Messa nel culto dei fedeli.

Leggiamo cosa scrive questo benedettino:

«Dare da una parte più solennità e splendore alle benedizioni che alla Santa Messa, abituare il popolo cristiano a messe il più possibile private, brevi e poco solenni, una vera e propria liturgia delle catacombe e delle persecuzioni; e, dall’altra, inculcare in esso, attraverso un’intensa pubblicità, con audizioni musicali di ogni tipo, con predicazioni attoriali, illuminazioni elettriche, ornamenti piramidali, in una parola, con tutte le risorse e le attrazioni moderne, la massima importanza per le benedizioni; trasformare l’altare maggiore nel ricco supporto del tabernacolo e talvolta persino nel piedistallo di un santo; trasformare la mensa dell’altare, santificata dalle purificazioni e dalle unzioni solenni del pontefice, l’ossario inviolabile dove riposano le reliquie dei martiri, la pietra simbolica che baciamo con amore e salutiamo e incensiamo con rispetto, mistico calvario dove il nostro Salvatore rinnova tutti i suoi miracoli; trasformare, dico, l’oggetto più sacro del santuario in una tribuna coperta di candele e fiori, o addirittura coprirlo e farlo sparire per un mese intero; tutti questi abusi e tanti altri, contrari alle prescrizioni e ai princìpi della liturgia, a lungo andare distorcono la mentalità dei cristiani, relegano in secondo piano l’aspetto primordiale dell’immolazione e dell’unione con Dio, fanno perdere di vista l’atto essenziale del culto e riducono l’Eucaristia a un Pasto sacro, isolata dal Tutto più sacro di cui è parte, cioè i Santi Misteri Eucaristici».

Abbandono, per dimenticanza o ignoranza, della Liturgia, di quanti abbandoni sei causa!

Anche in questo caso, cosa aggiungere… Ditemi: leggendo e ascoltando queste parole, non vi sembrano scritte ieri sera? Non vi sembrano delle fotografie di tante situazioni odierne? A tante cose si dà importanza, poi, al mattino, in chiesa per la Messa non c’è nessuno! 

Capite cosa dice il vescovo? Tante cose, anche religiose, si fanno con tanta solennità, ma la Messa deve essere sobria, non si capisce il perché. Che con questo “sobrio” non s’intende ciò che il termine indica — una realtà sobria è molto bella — ma vuol dire che deve essere ridotta all’osso. Le «fastose funzioni vespertine o notturne»… Pensiamo d’estate, le processioni al mare o quelle in montagna, con le statue, con le cose, che, magari, durano anche settimane. Pensiamo alla festa della solennità dell’Assunta; in quanti posti di mare, e non solo, si fanno queste processioni — al mare o lungo il paese — con la statua; va bene, poi arriva la Santa Messa e non c’è nessuno! Perché? Perché il giorno dell’Assunta è Ferragosto. Hanno fatto nove giorni di processione, nove giorni di festa, nove giorni di preparazione, poi arriva il giorno dell’Assunta: “Eh, ma oggi è Ferragosto, non è che posso andare in chiesa, devo preparare la brace, devo preparare le salamelle” — che, ad agosto… vabbè, comunque. 

Io, tra l’altro, questa cosa devo dire che l’ho scoperta da poco vedendola, perché l’ho dovuta vedere in presa diretta; io non immaginavo che per preparare la carne alla brace, le salamelle e quant’altro, questo gruppo di persone, chiamiamolo così, si dovesse mettere a lavorare così presto. Mettiamo che il momento della cena è per le 19:00, questi hanno cominciato a lavorare intorno alle 14:00. A me è venuto un colpo! Quasi sei ore!! È vero, erano un po’ di persone, però, dico: sei ore! Cinque / sei ore! Senza contare il tempo dedicato per andare a comprare la roba, portarla a casa, poi ungerla, tutto un rito incredibile! E poi, finalmente, mettere tutto questo a cuocere. Un fumo incredibile… va bene, e poi, finalmente, si serve; è andata via una giornata!

Cose bellissime, importantissime, utilissime, per l’amor del cielo, guai a toccarle, ci mancherebbe, va bene, ma la domanda che si pone il vescovo è: “Stante tutto questo per delle salamelle, per la Santa Messa almeno tanto quanto!”; adesso non dico che la Santa Messa sia più importante, no, guai, non diciamo questo, perché sennò chissà cosa succede, ma almeno tanto quanto! Perché non possiamo dire che la Santa Messa è meno importante delle salamelle, questo credo che non possiamo dirlo, credo che nessuno di noi — spero — arrivi ad affermare che la Santa Messa sia meno importante delle salamelle e delle costine. Non so, almeno diciamo: se per le salamelle e le costine vanno via cinque ore, per la Santa Messa almeno uguale, no?

Io però non credo di aver mai visto una Santa Messa preparata con cinque ore di preparazione o una giornata intera; sono rarissimi i casi dove accade questo. Capite, è questo che dice il vescovo! Si fanno queste fastose funzioni, che possono essere religiose, con la processione di cui vi parlavo prima, però, sta di fatto, che poi, alla Santa Messa, non c’è un corrispettivo; la Santa Messa deve essere veloce, svelta. 

E qua, il vescovo dice proprio questo: «mentre al mattino vedo tanta penuria di partecipanti nelle chiese in cui si celebra la Santa Messa», anche questo è singolare.

Questo è capitato a me di vederlo, ne sono testimone di questo: festa dell’Assunta, sagra della salamella. Perché “festa dell’Assunta” va sempre insieme con “sagra della salamella”, sono proprio come una equivalenza, come se una equivalesse all’altra; parlare della festa dell’Assunta, vuol dire parlare della sagra della salamella. 

Ecco dunque che cui fuori dalla chiesa (perché tutto viene fatto di solito molto vicino alla chiesa)  si sono questi tendoni — sapete, ad agosto fa caldo, il sole — ci sono questi tavoloni di legno, lunghi, unti e bisunti anche loro come le salamelle, e poi ci sono queste mega braci, lunghissime, dove viene riversato tutto l’universo suino possibile ed immaginabile,  e lì c’è una quantità di gente incalcolabile. 

E alla Santa Messa in chiesa: cinque persone! In contemporanea! 

Poi la scusa è: “La Santa messa è alle ore 18:00 e poi iniziamo la festa alle ore 19:00”; alla Messa non ci va nessuno! Cinque persone! Con un’età media compresa tra gli ottanta e i novanta, circa, perché calcoliamo anche i più giovani, quindi: un’età media tra gli ottanta e i novanta, mettendo dentro quelli più giovani, che hanno ottant’anni. Tutto il resto è fuori. 

Poi, la Santa Messa inizia alle 18:00 e calcoliamo fino alle 19:00, e inizia la festa; a parte che la Santa Messa non dura fino alle 19:00, alle 18:30 massimo è tutto finito. Ma quello che avviene fuori, non dura dalle 19:00 alle 19:30, non dura dalle 19:00 alle 20:00 no, inizia alle 19:00 e poi non si sa quando finisce. 

Quindi credo che ci sia da riflettere. Poi certo, c’è anche questo: si spendono tanti soldi — pensate ai fuochi d’artificio, pensate… tante cose — e poi, ci sono “i sacerdoti che mancano di una retribuzione per le loro Messe quotidiane”; ci sono sacerdoti che, effettivamente, fanno molta fatica a vivere. Poi: «commissionare messe modeste…» così da pagare di meno. E san Manuel dice:

ma una Messa rappresenta così poco per questi cristiani?

Sapete, io credo che siano domande che ci fa bene farci. Non ci fanno del male. Poi uno può dire: “No, ma per me non è così; io vivo un’altra dimensione”, beh, meglio così. Però magari per qualcuno possono essere domande importanti.

E poi c’è questa riflessione di Dom Baudin, dove appunto lui dice: sono più importanti le benedizioni che la Santa Messa; quindi, Sante Messe «private, brevi, poco solenni, una vera e propria liturgia delle catacombe e delle persecuzioni». Si, è vero, alle volte a guardare le nostre Sante Messe, soprattutto quelle feriali, si ha la sensazione che sia una sorta di liturgia delle catacombe, cioè veloce, veloce, veloce, un po’ tenebrosa, un po’ buia, senza neanche un canto, neanche a morire, neanche l’Alleluia, niente, zero, tutta letta, senza niente, senza omelia, proprio una Messa da quindici minuti. Chissà poi per andare a casa a fare che cosa! Non so, guardare la televisione, far che cosa? Boh! E poi fuori dalla Chiesa velocemente, perché bisogna chiuderla.

E poi: questo trasformare l’altare, dove avvengono tutti i gesti più solenni, più importanti, dove ci sono le reliquie dei martiri e la pietra simbolica che baciamo, l’oggetto più sacro di tutto il santuario, farlo sparire, coprire! E lui dice: “Tutti questi abusi (perché di questo si tratta), che sono contrari alle prescrizioni e ai principi della liturgia, distorcono la mentalità dei cristiani; proprio la cambiano. Non c’è niente come il “fare qualcosa” che cambia il modo di “pensare quella cosa”. A continuare a camminare zoppo, diventi zoppo; ma proprio il cervello perde lo schema motorio, e poi è difficilissimo recuperare una camminata giusta! Infatti, sapete, quando qualcuno va in giro con le stampelle, si dice sempre: portale tutte e due, anche se l’altra non ti serve perché, se tu ti abitui ad andare in giro con una stampella sola, quando la togli vai in giro come la Torre di Pisa! Non riesci più a camminare dritto, perché ti sei abituato a camminare tutto storto, su un lato. Guardate che non c’è niente come lo schema motorio, che rimane, a livello neurologico, profondamente impressionato.

E così vale anche per la nostra fede: c’è una distorsione della mentalità, e quindi ciò che è più importante viene relegato in un secondo piano.

fanno perdere di vista l’atto essenziale del culto e riducono l’Eucaristia a un Pasto sacro…

Terribile… L’Eucaristia non è un pasto sacro. Proviamo a pensare e a chiederci se tutto questo non sta già accadendo. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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