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I quattro abbandoni – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.73

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: I quattro abbandoni – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.73
Sabato 1° giugno 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mc 11, 27-33)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 1 giugno 2024. Oggi è il primo sabato del mese, quindi, come sempre, vi raccomando la pratica dei Primi Cinque sabati del mese. Se avete bisogno di qualche indicazione, andate sul sito veritatemincaritate.com, scendete fino alla scritta “Vuoi scaricare i libri e i PDF di p. Giorgio Maria Faré?”. Cliccate sul tasto “clicca qui” e verrete portati a una pagina con tutti i miei PDF, lì trovate questo PDF verde con i due Sacri Cuori che potete scaricare gratuitamente, lo potete diffondere gratuitamente, non si paga nulla, e dove ci sono tutte le indicazioni per i Primi sabati, per i Primi venerdì e i Primi giovedì, così da rispondere alla richiesta del cielo.

Inizia oggi anche il mese dedicato al Sacratissimo Cuore di Gesù. Ci sarà la festa del Cuore Eucaristico di Gesù, poi avremo la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, di cui vi parlavo ieri, che ci vede tutti chiamati e tutti riuniti insieme attorno al Sacratissimo Cuore di Gesù; poi, ci sarà la memoria del Cuore Immacolato di Maria (il giorno dopo); poi ci sarà il Corpus Domini. Insomma, tante bellissime memorie, feste, solennità. Un mese molto importante, molto denso.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dall’undicesimo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 27-33.

Non è mia abitudine, in questi tempi, soffermarmi sul Vangelo, proprio perché dobbiamo concentrarci su san Manuel González e sul commento, però, guardate, questo Vangelo io invito me per primo, e poi voi, a riprenderlo, a rileggerlo e meditarlo, perché dobbiamo imparare da Gesù a uscire da un buonismo che fa solo danni, che è veramente segno di un fraintendimento radicale del Vangelo e della carità. Nessuno è chiamato a rispondere ad ogni domanda che gli venga posta. Ci sono domande che sono assolutamente inopportune; domande che sono dei trabocchetti, domande che sono delle provocazioni alle quali non si risponde, non si deve rispondere! Impariamo, vi prego, a diventare furbi come serpenti, dice Gesù nel Vangelo. Troppo spesso, sotto il ricatto interiore del “Eh, ma non devo mancare di carità; eh, ma devo aiutare il mio fratello; eh, ma mi ha fatto questa domanda e io devo rispondere; eh, ma allora cosa devo fare, devo mentire?” 

No, non si tratta di mentire, ma di fare come fa Gesù: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose», punto!

“Voi (i capi dei sacerdoti, gli scribi, gli anziani) avete fatto una domanda insidiosa. Voi non volete sapere con quale autorità faccio queste cose, voi volete trovare un motivo per condannarmi; volete farmi cadere; volete che io dica qualcosa di sbagliato — secondo la vostra idea, ovviamente! — È un tranello, è un tranello!” 

Noi dobbiamo stare attenti ai tranelli che ci vengono posti. Non dobbiamo rispondere a tutte le domande; ci sono domande alle quali non si deve rispondere, si deve dire: “Non ti rispondo, perché questa domanda è fuori luogo, quindi non c’è risposta”. 

Pensate se Gesù avesse risposto! Siamo al capitolo undicesimo di san Marco, non so, saremmo forse arrivati al capitolo 12/13 che era già morto! 

Quindi stiamo attenti, vi prego, stiamo attenti, impariamo, come vi ho già detto altre volte, a stare zitti, a vivere il silenzio. 

Abbiamo questa mania di dover convertire tutti, perché abbiamo in testa che dobbiamo convertire tutti, quando invece, forse, innanzitutto, dobbiamo convertire noi stessi.

“Eh, ma la testimonianza?”. La testimonianza diamola con una vita santa, e non con tante chiacchiere, e tante parole che poi, spesse volte, vanno a mettere in difficoltà la vita degli altri.

“Scrivo di qua; scrivo di là; mando i messaggi di qui; mando questo di là; bisogna far capire…”. Bisogna fare una cosa sola: essere santi; e santi non lo diventiamo col cellulare in mano, non è questa la via della santità. Santi non lo diventiamo rimbambendo gli altri, e dando cibo a chi non lo cerca. Non è questa la via della santità! E lo sappiamo bene; solo che, per una sorta di ricatto interiore che abbiamo, allora dobbiamo metterci a rispondere a chi non ci chiede, addirittura. Quindi, meditiamo bene su questo testo.

Andiamo avanti con la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 152. Capitolo quindicesimo:

L’ABBANDONO DELLA EUCARISTIA-PRESENZA REALE

I quattro abbandoni

Esposte nei capitoli precedenti alcune delle forme di abbandono con le quali affliggono il Cuore Eucaristico di Gesù, nel suo stato di Messa e di Comunione, non gli infedeli o gli eretici, gli empi o gli indifferenti (che non credono in Lui o con Lui non trattano giammai) — vedete? Quindi gli empi, gli indifferenti, gli infedeli, gli eretici, non credono in Gesù, non credono nella presenza reale, non trattano con Gesù, quindi, non è di questo che stiamo parlando. Il vescovo è molto chiaro su questa cosa: gli indifferenti. Ma cosa volete che interessi agli indifferenti di Gesù? Non gli interessa niente, non hanno nessun interesse verso il Signore, non trattano con il Signore — ma i suoi amici, i suoi assidui commensali e visitatori… non mi resta, per dar conclusione a questo breve e triste studio, che esporre alcuni modi di abbandono, che sovente, anche da parte dei suoi accompagnatori, il nostro paziente Gesù soffre nella sua vita o stato di Tabernacolo. Senza ulteriori preamboli, posto che parlo a cuori amici e consapevoli con cui non è più necessario perder tempo a dissipare pregiudizi o ignoranza, indicherò le forme di abbandono con le quali, a mio povero giudizio, le anime buone feriscono (non dico offendono, perché quasi sempre si tratta di abitudine o leggerezza più che di cattiva volontà) il Cuore di Gesù nella sua presenza reale del Tabernacolo. Vale a dire:

Il Cuore di Gesù viene spesso ferito nei loro Tabernacoli accompagnati:

l.° Per la scarsa compagnia di presenza fisica e spirituale.

2° Per la debole compagnia di imitazione.

3° Per la fredda compagnia di compassione.

4° Per la rarissima compagnia di fiducia filiale e affettuosa.

Certo che nessuno di questi difetti di compagnia può essere soppesato, contato o misurato con mezzi umani, ma gli occhi, le orecchie e soprattutto il Cuore di Colui che guarda, ascolta e palpita al di là della porticina dorata, Lui sì che è in grado di soppesare, contare e misurare questi difetti, e sentire la mancanza delle vere compagnie a cui questa ricca, esuberante, donata, feconda e radiosa presenza reale ha diritto! Quante volte di fronte ad una grande folla di teste chine davanti al Sacerdote, mentre benedice con l’Ostia consacrata o la fa sfilare in trionfo, si versano due generi di lacrime, di soddisfazione e consolazione, da una parte, di coloro che si sono arresi davanti alla presenza di Gesù, e di dolore e sconsolazione dall’altra, per non aver finito di arrendersi e di donarsi a Gesù!… Egli sta nel Tabernacolo interamente donato a ciascuno di noi! Egli ha tutto il diritto, e noi tutto il dovere di donarci a Lui in ogni modo! …. Quanto ce da dire su questo, amici miei!…

Allora, san Manuel dopo affronterà, punto per punto, le quattro ragioni per le quali il Cuore di Gesù viene spesso ferito. Però, diciamocelo, Gesù si dona interamente a noi nel Tabernacolo, cioè nell’Eucarestia.

In questo mese celebreremo anche la festa del Cuore Eucaristico di Gesù, della quale abbiamo già parlato, straparlato e riparleremo ancora. 

E quindi: il Signore cosa non ci ha dato? Ha dato tutto! Si è totalmente donato a ciascuno di noi;. E quindi, noi, perché non ci doniamo a Lui interamente? Quanto è difficile vedere questa donazione tra noi uomini! Noi non siamo molto capaci di donarci l’uno all’altro. Siamo dei grandi attori, facciamo delle grandi recite, e poi soprattutto, siccome nessuno vede nel nostro cuore, con la nostra bocca possiamo dire tutto quello che vogliamo: “Ti amo, ti dono la mia vita, tu sei la mia vita”, farti mille sorrisi, abbracci, baci e tante cose. Ma cosa vuol dire donarsi interamente? Donarsi interamente… Guardate che, su questo, ci sarebbe veramente tanto da riflettere; donarsi interamente vuol dire dare il mio cuore all’altro. Gesù ci ha dato il suo Cuore, il miocardio, la parte più interna del cuore, non ci ha dato solo il cuore… A me, questo, veramente colpisce tantissimo.

Siamo a qui a pensare: “Ma come faccio, in che modo?” Guardate quanti ragionamenti meschini che facciamo nella nostra vita! Quanti ragionamenti meschini! Quanti calcoli! Ma come si fanno a fare i calcoli davanti al Signore? I calcoli! Ma che calcoli!

Ecco perché ieri sera vi dicevo: il 7 giugno prendete e partite! Ma non state lì a calcolare! Ma cosa volete calcolare? Cosa calcoliamo davanti a uno che ci ha dato il suo miocardio? Non ti dà semplicemente il cuore, no! Ti dà la parte più interna del cuore, perché darti il cuore è poco. Per Gesù, darti il cuore è poco. E l’abbiamo scoperto praticamente duemila anni dopo! Per duemila anni: “Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”, punto. Ci sono volute tutte le analisi scientifiche di questi ultimi tempi per arrivare a mettere insieme tutti i miracoli eucaristici e dire: no, un momento, ma questo non è semplicemente “la carne”, questo è il cuore! No… un momento… questo non è semplicemente il cuore, questo è il miocardio, questa è la parte più interna del cuore, questo è il “Cuore del suo Cuore!”.

Per questo che dico che dovremmo correre; per questo che san Manuel dice che dovremmo correre nei Tabernacoli. Sappiamo che c’è una bella Santa Messa solenne del Sacratissimo Cuore di Gesù? E allora andiamo! Sappiamo che c’è l’adorazione eucaristica? E allora andiamo, partiamo! Cosa accadrà? Cosa succederà? Ma ci penserà Dio! Io ci penso per quello che posso pensarci: mi informo, chiamo, telefono, vedo, scrivo, cosa posso fare? E poi ci pensa il Signore! Io comunque parto, e succeda quel che succeda. Lui mi ha dato il suo Cuore, vuoi che io non gli possa dare un po’ del mio tempo? Vuoi che io non gli possa dare un po’ delle mie fatiche? Vuoi che io non gli possa dare un po’ del mio disagio? Vuoi che io non gli possa dare tutto? Tutto!

E poi lo ripeto: “Vivi lì vicino? Apri la casa! Apri la casa! E poi diventa testimone di queste cose verso gli altri. Sii un testimone. Devi essere testimone di tutto questo. Non viviamo le grandezze e le bellezze da soli. Il Signore si è dato interamente a noi e noi dobbiamo darci interamente a lui, senza fare calcoli, senza dire: “Eh, ma io devo pulire la casa”, “Eh, ma io ho tanti impegni”, “Eh, ma io ho tante cose da fare”, “Eh, ma io sono stanco”, “Eh, ma io devo dormire”. Deve proprio cambiare il nostro modo di essere, di fare.

Badate bene a quello che sto per dirvi: ad una consacrazione delle famiglie al Cuore Immacolato di Maria che facemmo a Monza, cinque o sei anni fa, vennero milleduecento persone. Considerando che la consacrazione delle famiglie al Cuore Immacolato di Maria è una cosa importante, ma non è importante come un’adorazione eucaristica notturna e come due Sante Messe, una al Sacratissimo Cuore di Gesù e una al Cuore Immacolato di Maria, per questo evento del 7 giugno dovrebbero esserci duemilaquattrocento persone, almeno il doppio! Capite? È una questione di logica! Era una domenica di gennaio, la domenica del Battesimo di Gesù — mi sembra — una festa importante, però non è il Sacratissimo Cuore di Gesù. Non stiamo parlando della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, cosa che invece avviene il 7 giugno, non stiamo parlando del Cuore Immacolato di Maria, cosa che avviene l’8 giugno. È tutto l’anno, è da anni, che insistiamo sul Cuore di Gesù, il Sacratissimo Cuore di Gesù, il Cuore Eucaristico di Gesù, il Cuore Immacolato di Maria; all’inizio di ogni mese vi ricordo la devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù, al Cuore Immacolato…

Popolo dei Sacri Cuori, fedeli amici dei Sacri Cuori, venite fuori, fatevi vedere!

Purtroppo, credetemi —  nessuno può vedermi nel cuore se non Dio, quindi se mi credete, mi credete, e se non mi credete… fa niente, non ha importanza, perché quello che conta è quello che vede Dio — non vi dico queste cose perché a me interessa il numero. Chi mi conosce un po’, lo sa! 

Io andavo in carcere tutti i sabati, tutte le domeniche, di tutto l’anno, eccetto agosto (quando andavo via con i frati), per fare la catechesi a dieci detenuti. Anche quando avevo gli esami all’università, anche nel mese di giugno andavo in carcere per soli dieci detenuti (quando andava bene, quando era una “supercatechesi”), commentavo il Vangelo di Marco a dieci detenuti del centro clinico; malati, peraltro. 

Quindi, secondo voi, posso essere angosciato dai numeri, dopo sei anni di galera così? A me non interessano i numeri. Non mi interessano nel senso che non vivo per i numeri, non mi ossessiono per i numeri.

Quello che mi interessa è che diate una testimonianza forte.

Se a una certa iniziativa rispondono dieci, venti, cinque, trenta persone, cinquanta quando va bene e a un’altra iniziativa invece rispondono cinquecento persone, il popolo di Dio che cosa ci sta dicendo? 

Se fossimo onesti ci dovremmo fermare, sederci al tavolo e dire: “Guardiamo i fatti! Lasciamo perdere le idee, lasciamo perdere ciò che a me piace, lasciamo perdere ciò che a me sembra meglio, lasciamo perdere le mie sensibilità, lasciamo perdere tutto. I fatti li mettiamo sul tavolo, a confronto, in sinossi e poi si tira la riga”. Si tira la riga e si deve dire qualcosa. Il popolo di Dio cosa vuole, cosa cerca, cosa domanda? A cosa acconsente? A questo, questo e quest’altro. E quell’altra cosa, invece evidentemente non funziona. 

Se io produco un cioccolatino che non mangia nessuno, forse mi viene da pensare che non devo produrlo più, perché se vado avanti a produrre quel cioccolatino che non mangia nessuno, i casi sono due: o sono un imbecille, oppure ho deciso di fallire. Non ce ne sono altre. Se quel cioccolatino, fatto in quel modo, non lo compra nessuno e ce n’è un altro tipo che invece comprano tutti, se io sono un’azienda che li produce, dico: il cioccolatino alfa non funziona, il cioccolatino beta funziona. Il cioccolatino alfa lo prendiamo e lo archiviamo come fallimento. Il cioccolatino beta è quello che deve essere prodotto. Dobbiamo concentrare tutte le nostre attenzioni sul cioccolatino beta. Questo fa un’azienda che vuole avere un profitto e che non vuole essere estinta dalla bancarotta. Funziona così. Certo che se io sono attaccato a quel cioccolatino alfa per le mie ragioni, del mio cervello, è chiaro che andrò avanti a produrre il cioccolatino alfa e continuerò a vedere sempre più fallimento, sempre più fallimento, sempre più fallimento.

Quindi è per questo che io continuo a insistere sulle presenze, ma non perché interessano a me. Noi andiamo ad adorare Gesù, capite? È questo che andiamo a fare: andiamo ad adorare Gesù. Non è che mi metto là, io, sull’altare, a dire: “Quanto sono bravo, quanto sono bello, venite tutti qui a portami i fiorellini”. C’è Gesù! Noi andiamo da Gesù! Tutti, me compreso, me per primo. E poi c’è la Santa Messa. Ma la Santa Messa la celebro sempre, la celebriamo sempre, non è che accade qualcosa di straordinario.

Quello che conta è che messaggio vogliamo mandare. 

Purtroppo, oggi, sono in pochi a credere ancora che sia importante rispondere alle richieste del Cielo. Il Signore ha chiesto che il suo Sacro Cuore fosse onorato, che fosse istituita questa solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, ma quanti sono ancora quelli che ci credono? Quanti sono ancora quelli che sono in grado di predicare sul Cuore di Gesù? Chi lo fa non è più intelligente e più bravo degli altri, no, ma per farlo bisogna studiare. Uno per farlo deve credere in questa cosa, ci si deve mettere dentro, deve viverla, sennò di che cosa predica? “Il Cuore di Gesù è buono, siamo qui a riflettere sull’amore del Signore”; ma non è questo il messaggio del Sacratissimo Cuore di Gesù. 

Il messaggio del Sacratissimo Cuore di Gesù, come il messaggio del Cuore Immacolato di Maria, come il messaggio del Cuore Eucaristico di Gesù, sono fuori dal tempo, attraversano il tempo. Non è che, siccome il messaggio di Santa Teresa è stato dato nel 1500, allora noi carmelitani, che viviamo il messaggio di Santa Teresa, siamo dei poveri laudatores temporis acti, che vivono nel 1500. Il messaggio è stato dato nel 1500 ma noi lo viviamo nel 2024, da uomini del 2024. Non è che, siccome viviamo il messaggio di Santa Teresa vissuta nel 1500, siamo dei poveretti che vivono là, nel 1500, no! Quel messaggio attraversa il tempo, perché santa Teresa è Dottore della Chiesa, è una santa, non si circoscrive dentro il suo tempo storico. E la stessa cosa vale per questo.

Certo, bisogna leggere le cose, bisogna studiarle, bisogna crederci, bisogna viverle, prima, bisogna appassionarsi. Io sono appassionato? Sì, sono un appassionato, non potrei non esserlo! Il Sacrassimo Cuore di Gesù mi ha fatto delle grazie incredibili, veramente incredibili, così come il Cuore Immacolato di Maria, così come il Cuore Eucaristico di Gesù. È così. E se dovessi dire diversamente, sarei un bugiardo, infingardo, ingrato, malvagio, empio. Non posso non dire che sia così, è così. Questa è la mia vita. E non sono stato io ad andare a cercarlo, è lui che è venuto a cercare me e mi ha sedotto sempre di più, mi ha conquistato sempre di più e io su questo ho scommesso sempre di più la mia vita.

Questo del 7 giugno sarà proprio un tempo totalmente per Dio. Un tempo dove ci saluteremo in Gesù, dove ci raccoglieremo attorno a Gesù. Non ci sarà il momento del pranzo, della cena, staremo insieme davanti al Signore, nel Signore; forse ci saluteremo con gli occhi, io vi saluterò — se Dio vorrà che sarò ancora vivo — dall’altare. Vi guarderò e vi saluterò dall’altare e basta, perché poi non ci sarà tempo, probabilmente. Ma questo a noi, popolo dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria questo basta, e per questo dobbiamo essere disposti ad ogni sacrificio, a dire: “Signore, io per il tuo Sacro Cuore c’ero”. Sono uno? Eh, ma uno, più uno, più uno, più uno, più uno… fa cento! Io c’ero, io ho fatto la mia parte, io ho fatto di tutto perché tutto questo non abbia a finire.

E anche oggi siamo ritornati a parlare del 7 giugno. Voi direte: “Ma padre, ce ne ha già parlato ieri!”. Si, è vero, ma mi sta tanto a cuore. Quando sento queste espressioni di san Manuel Gonzalez: «interamente donato a ciascuno di noi», non posso non pensare al Sacro Cuore di Gesù, non ci riesco.

Tra l’altro — lo sapete già — il 9 di giugno io festeggerò i miei 23 anni di Ordinazione Sacerdotale, e saranno proprio dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Il 9 farò questa memoria, per me molto grata, della mia Ordinazione. E siccome tanti chiedono sempre: “Ma che cosa desidera padre Giorgio per l’anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale?”. Beh, questo sarebbe un bel regalo, questo sarebbe proprio un bel regalo: la presenza. Poter dire al Sacro Cuore di Gesù: “Eccoli! Li consacro tutti a Te, li porto qui tutti a Te, li metto tutti qui dentro, nel calice. Sono venuti tutti per Te, ad adorarti come Cuore Eucaristico (sapete che il 13 giugno sarà la festa del Cuore Eucaristico di Gesù). E poi, il Cuore Immacolato di Maria… non c’è modo più bello per festeggiare — due giorni prima, praticamente — questo mio importante anniversario.

Quindi, sono convinto che avete potuto capire tutto quello che volevo dirvi. Scusatemi la lunghezza, nei giorni precedenti sono stato anche più breve, ma oggi non potevo essere più breve, perché certe cose dobbiamo dirle e bisogna che vengano capite.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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