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Antonietta Meo “Nennolina” pt.2 – I bambini eucaristici pt. 12

Bambini Eucaristici

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Antonietta Meo “Nennolina” pt.2 – I bambini eucaristici pt. 12
Giovedì 11 luglio 2024 – San Benedetto Abate, Patrono d’Europa

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 19,27-29)

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 11 luglio 2024. Oggi festeggiamo san Benedetto Abate, patrono d’Europa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal diciannovesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 27-29.

Proseguiamo la nostra lettura e meditazione inerente ai bambini eucaristici. Stiamo affrontando la figura di questa bambina, soprannominata Nennolina, il cui nome corretto è Antonietta Meo.

Il dialogo con Gesù

Nella prima letterina del 15 settembre 1936 così fa scrivere (è la mamma che, a volte, cura la stesura sotto dettatura): «Caro Gesù, oggi vado a spasso e vado dalle mie suore e gli dico che voglio fare la prima Comunione a Natale. Gesù vieni presto nel mio Cuore che io ti stringerò forte forte e ti bacerò. O Gesù, voglio che tu resti sempre nel mio cuore».

La prima Comunione

Nennolina riceve effettivamente la prima Comunione la notte di Natale dell’anno 1936. Dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo, nonostante l’apparecchio ortopedico le provochi sofferenza, alla fine della Messa rimane per più di un’ora in ginocchio, ferma, con le mani unite, per ringraziare Gesù presente nel suo cuore.

Il giorno precedente così scriveva: «Caro Gesù, domani sarai nel mio cuore, fai conto che la mia anima fosse una mela. E come nella mela ci stanno i semi, dentro all’anima mia fai che ci sia un armadietto. E, come sotto la buccia nera dei semi ci sta dentro il seme bianco, così fa che dentro l’armadietto ci sia la tua grazia, che sarebbe come il seme bianco». La mamma, sbalordita, le chiese con insistenza: “Ma queste cose chi te le ha dette? La maestra a scuola ha preso la mela per farvi capire…“. “No, mamma” rispose candidamente “non me l’ha detto la maestra, l’ho pensato io“. Poi completò il suo pensiero: “Gesù, fa’ che questa grazia la lascerai sempre, sempre con me“.

Quando si è in grazia di Dio e uniti a Lui, anche i più piccoli possono avere intuizioni geniali e bellissime. Il paragone della mela, ad esempio, io non l’avevo mai sentito prima e credo che, in futuro, lo prenderò in prestito, perché è davvero molto bello. Non credo che una persona adulta riesca a concepire spontaneamente un paragone così profondo e semplice. Santa Teresa di Gesù parla del “castello interiore”; una bambina prende a immagine una mela e i suoi semi. È un paragone molto bello, un’immagine molto suggestiva. D’ora in poi, quando mangeremo una mela, avremo modo di riflettere. Chissà se anche noi facciamo il possibile per conservare la grazia santificante che ci viene messa nell’anima, chissà… Chissà se anche noi ci vediamo come una mela.

E poi, come sempre, non si può non sottolineare la bellissima abitudine del ringraziamento dopo la Messa; questo rimanere per più di un’ora in ginocchio, con le mani unite, nonostante il tumore osseo e l’apparecchio ortopedico. Voglio dire: questi non sono dettagli irrilevanti; qui stiamo toccando il fondamento della fede. Queste sono le uniche cose che contano in questo mondo.

Nella lettera 128 del 31 gennaio 1937 scrive:

Caro Gesù Eucarestia, Ti voglio tanto tanto bene caro Gesù!… io so che Tu hai sofferto molto quando eri piccino, e io voglio andare tutte le domeniche a Messa dove si rinnova il sacrificio della croce e dove Tu fai un sacrificio ancora più grande di rinchiuderti nel SS. Sacramento dell’Altare. Caro Gesù, io verrò a riceverti tutte le domeniche, ma io vorrei riceverti tutti i giorni, ma mamma non mi ci porta. (…) Ti saluto, Ti adoro o Gesù!… e voglio stare sempre sul calvario sotto la croce. Antonietta e Gesù”.

Non so voi, ma a me non sembra proprio lo scritto di una bambina! C’è una precisione teologica che oggi molti possono solo sognare: «a Messa dove si rinnova il sacrificio della Croce», esattamente! A Messa si rinnova il sacrificio della Croce; «e dove Tu fai un sacrificio ancora più grande di rinchiuderti nel SS. Sacramento dell’Altare». Sì, perché capite: Gesù si permette di essere presente nell’Eucaristia, viene messo nel Tabernacolo e poi completamente dimenticato, abbandonato, misconosciuto. E quindi, c’è gente che passa davanti al Tabernacolo come se stesse passando davanti a un’edicola, a una tabaccheria, così, senza girarsi, senza fare un gesto di niente, come se stesse passando davanti a una statua. Non importa che lì ci sia il Cuore Eucaristico di Gesù, che pulsa, che è vivo, no! Come se niente fosse. I più bravi fanno una sorta di mezzo inchino, poi gli altri, vabbè… Ma la genuflessione, che io vi ho insegnato a chiamare “Gesù-flessione” – grazie a quella suora che adesso è morta e che conobbi un po’ di anni fa – chi la fa più? Grazie al cielo ancora qualcuno.

In questi giorni, celebrando la Santa Messa, mi è capitato un fatto. Era presente un giovane che ho notato essere molto raccolto, attento; e, al momento della Comunione, questo giovane, che io non conosco, unico tra tutte le persone presenti, arriva per ultimo a fare la Comunione e si mette in ginocchio, esponendosi anche al rischio che io potessi trattarlo male — come succede — che potessi negargli la Comunione — come succede — che potessi umiliarlo davanti a tutti, dicendogli di alzarsi e di non fare questi versi, e non so cos’altro — come succede. E lui, con molta umiltà, ma anche con molto coraggio, si è messo in ginocchio. Io gli ho dato la Comunione con il cuore felicissimo; lui si è alzato, e mentre tornava al suo posto in fondo alla chiesa e un tizio, che non ha neanche fatto la Comunione,  — il ragazzo non se ne è accorto perché era di schiena — si è girato guardandolo schifato, poi si è rigirato e, guardando me, ha scosso la testa, come per dire: poveretto! 

Allora, siccome mi erano avanzate delle ostie e dovevo andare al Tabernacolo a riporle, nell’andare sono passato accanto al ragazzo e gli ho detto due volte: “Bravo, bravo”. Ho riposto le ostie nel Tabernacolo e, nel ritornare, gli ho fatto una carezza sul capo. L’ho fatto perché ho voluto che, tra le possibili difficoltà e/o umiliazioni che ha ricevuto per questa sua bellissima pratica di ricevere la Comunione in ginocchio e in bocca, rimanesse nella sua mente anche la testimonianza di un Sacerdote che si è complimentato, che ha riconosciuto la bellezza del suo gesto, e che gli ha messo la mano sul capo, che, sapete, è un gesto importante di benedizione. Non ho avuto il tempo di fare nessuna preghiera, ma è stata sicuramente sufficiente l’intenzione; gli ho messo la mano sul capo, gli ho dato una carezza sul capo, proprio come gesto benedicente, come gesto di paternità, perché tutto questo rimanesse fisso in lui per sempre; è importante. Così, se anche non lo vedrò più, lui si ricorderà di questo.

Notiamo anche questo desiderio di Nennolina di ricevere Gesù tutti i giorni e questo suo desiderio di voler stare sempre sul Calvario, sotto la croce.

L’ho già detto ieri: domani — non oggi, non stasera — iniziano gli esercizi; domani alle 8:00, nel Carmelo di Monza, coloro che si sono iscritti verranno per fare la registrazione, devono registrarsi tutti. Ecco, sarebbe bello che ci fosse proprio questo stile che stiamo vedendo nei bambini eucaristici; mi sembra molto bello e molto importante che ci sia.

Inoltre vi avviso che continuerò le meditazioni sui bambini eucaristici anche in questi giorni di ritiro e le due meditazioni che farò sulla Vergine Maria, verranno registrate e poi pubblicate. Le meditazioni di venerdì che farò al ritiro, saranno pubblicate su YouTube. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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