Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Solidali con l’umanità peccatrice pt.2 – La mistica della riparazione, di don Divo Barsotti pt.37
Giovedì 12 settembre 2024 – Santissimo Nome di Maria
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
PRIMA LETTURA (1 Cor 8, 2-7.11-13)
Fratelli, la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica. Se qualcuno crede di conoscere qualcosa, non ha ancora imparato come bisogna conoscere. Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto.
Riguardo dunque al mangiare le carni sacrificate agli idoli, noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo e che non c’è alcun dio, se non uno solo. In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori –,
per noi c’è un solo Dio, il Padre,
dal quale tutto proviene e noi siamo per lui;
e un solo Signore, Gesù Cristo,
in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui.
Ma non tutti hanno la conoscenza; alcuni, fino ad ora abituati agli idoli, mangiano le carni come se fossero sacrificate agli idoli, e così la loro coscienza, debole com’è, resta contaminata.
Ed ecco, per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello.
Testo della meditazione
Scarica il testo della meditazione in formato PDF
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a giovedì 12 settembre 2024. Oggi festeggiamo il Santissimo Nome di Maria. Quindi oggi è un giorno tutto dedicato alla Vergine Maria, è il suo onomastico, per cui ricordiamola in modo speciale. Tanti auguri a tutti coloro che portano il nome di Maria come primo o secondo, magari terzo nome.
Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi, capitolo ottavo, versetti 2 e seguenti.
SOLIDALI CON L’UMANITÀ PECCATRICE
Non vi è peccato del mondo che non sia anche il nostro. Il peccato dell’apostasia delle masse, il peccato dell’immoralità dilagante è il nostro peccato. Non possiamo gettare la croce addosso a nessuno: prima di tutto dobbiamo portarla noi. Non possiamo condannare nessuno senza prima condannare noi stessi. Non possiamo accusare nessuno, senza prima accusare noi.
Questo testo è veramente molto importante. Purtroppo non ho adesso il tempo di commentarlo tutto, anche se lo meriterebbe, comunque una cosa devo dirla, voglio proprio dirla. Stiamo attenti alla conoscenza che è gonfia di orgoglio: siccome io so le cose, siccome io so come stanno le cose, allora prendo in giro te, ti schernisco, ti banalizzo e prendo in giro la tua coscienza, che magari ancora non è ben formata, e ti spingo a fare cose che, se anche sono giuste, però sono inopportune, sono acerbe rispetto al tuo cammino di maturazione umana e spirituale. Di fatto ti scandalizzo, ti ferisco, dice San Paolo; pecco contro di te, pecco contro Cristo, ferisco la tua coscienza, ti scandalizzo, ti faccio inciampare e cadere a motivo della mia conoscenza, perché io so più cose, perché io ho capito più cose, perché a me le cose sono più chiare. Guardate che di queste cose ne facciamo veramente tante.
E quindi san Paolo dice: gli idoli non esistono, quindi le carni sacrificate agli idoli potete mangiarle, perché tanto l’idolo non esiste, non è un falso Dio, “non è” proprio, e quindi non c’è problema. Ma se c’è qualcuno che fino a ieri credeva agli idoli e, quindi, mangia quelle carni pensando che erano sacrificate agli idoli, resta contaminato; perché lui, interiormente, non ha ancora raggiunto l’idea, la convinzione, che gli idoli non esistono, perché fino a ieri ci credeva. Ci vuole tempo per cambiare le proprie convinzioni e correggere le proprie comprensioni. Quindi, diamo tempo alle persone, sappiamo rispettarle nel loro cammino di maturazione, non prendiamoli in giro dicendo: “Ah, ma tu credi ancora in queste cose? Ah, ma tu guardi ancora queste cose? Ah, ma ancora non hai capito, ancora non ti sei liberato? Tu devi accogliere, tu devi liberarti da queste cose, non devi essere schiavo di questi schemi. Devi fare come faccio io, come facciamo noi”. Ma se per quella persona quella cosa in quel momento ha importanza, chi sono io, in nome della mia orgogliosa e superba conoscenza, per andare a scandalizzare quella persona?
E questo va perfettamente a sposarsi con quanto stiamo leggendo in don Divo Barsotti. Proseguiamo la lettura:
Sottrarci a una nostra responsabilità, a una nostra solidarietà con gli uomini peccatori è, in fondo, non soltanto un gesto che non ci giustifica, perché già siamo peccatori con tutti, ma è anche un gesto che ci sottrae effettivamente alla salvezza; da una parte non ci giustifica perché siamo responsabili con tutta l’umanità, dall’altra separarci dagli altri vuol dire separarci dalla solidarietà col Cristo, il quale si è fatto uomo, è disceso fino a noi per farsi solidale coi peccatori: non per essere fratello dei giusti, ma per cercare i peccatori. «Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori». Se tu dunque ti dividi dai peccatori, ti dividi da Cristo. Ti dividi dai peccatori, rimanendo tu peccatore.
Ricordate tutto quello che abbiamo detto ieri: la guarigione del cieco-nato; la parabola del fariseo e del pubblicano? Siccome Gesù è venuto per i peccatori e non per i giusti, se tu ti separi e non sei solidale con questa umanità peccatrice, ti separi dalla solidarietà con Gesù. Perché Gesù si è fatto solidale con questa umanità peccatrice. Quindi se ti dividi dai peccatori, ti dividi da Gesù, rimanendo tu peccatore. Infatti, Gesù dice: restate nel vostro peccato; “poiché voi dite: non ho peccato; il vostro peccato rimane”.
Tu partecipi al mistero della salvezza se partecipi all’amore universale del Cristo. Del resto, come potresti dividerti? Non sei tu stesso peccatore? Ti potrebbe dividere soltanto una tua redenzione, ma è giustamente la tua redenzione che in Cristo esige in modo nuovo e più intimo la tua solidarietà con essi. Il nostro dovere di riparazione si radica fondamentalmente in una nostra responsabilità e solidarietà con tutto il peccato umano prima ancora che in una nostra unione con Cristo, il Redentore del mondo. La tua unione con lui suppone la tua solidarietà con tutti gli uomini peccatori — se tu sei unito a Gesù allora devi essere solidale con tutti i peccatori. Chi si scandalizza, chi ha orrore del peccatore, praticamente, proprio per questo suo sentimento, già testimonia di non essere cristiano, di non aver parte comune con Cristo.
Stiamo attenti, perché un conto è detestare il peccato, avere orrore del peccato, e un conto è giudicare, detestare e avere orrore del peccatore! Sono due cose diverse. Perché, se noi ci scandalizziamo, proviamo orrore e detestiamo il peccatore, noi con quell’atto diciamo di non essere più cristiani, di non avere più niente in comune con Gesù. Stiamo attenti, eh! Quante frasi di disprezzo, di odio, di vendetta, contro gli uomini peggiori esistiti. Se facciamo questo, noi cessiamo di essere cristiani. Il peccato dobbiamo detestarlo, ma il peccatore no, perché siamo anche noi peccatori, e perché Gesù è venuto per i peccatori.
Oh, se leggessimo il Vangelo! Gesù è l’amico dei peccatori, delle donne perdute. Egli discende fino nel loro abisso. Noi non abbiamo bisogno di discendere. Il nostro scandalo è scandalo farisaico, che prova la nostra ipocrisia. Effettivamente noi già siamo laggiù.
Noi ci scandalizziamo di queste persone che fanno le cose più brutte, e noi siamo migliori? Solamente perché facciamo cose brutte nascoste? Solamente perché non finiamo in prigione? Noi facciamo magari cose peggiori, perché forse abbiamo più lucidità, più conoscenza. Quindi quando ci scandalizziamo, in realtà è uno scandalo farisaico, in realtà siamo degli ipocriti.
Come sappiamo fare i conti in tasca alla gente! Giudicare le persone, spettegolare, guardarli dall’alto al basso. Ci sono quelle persone che, quando ti guardano, ti squadrano; ti guardano come se fossero una sorta di TAC. Quando si è davanti a certe persone, sembra di essere dentro la risonanza magnetica, ti squadrano dall’alto fino al basso, che uno gli direbbe: aspetta che mi metto di lato, così fai anche l’altra lettura assiale, ne fai una frontale e una laterale, non basta quella frontale. Così mi hai scandagliato per bene, mi hai radiografato per bene. Si, e poi perché? Per sentirti migliore di me? Guarda, non c’è bisogno, veramente, che spendi energie a farmi la TAC; te lo dico già io, se è questo che è importante: te lo dico e te lo firmo. Anche perché: a me cosa interessa essere migliore o peggiore di te? Ma cosa mi interessa! Per te è fondamentale sentirti migliore? Guarda, prenditela tutta questa consapevolezza, ma che importanza ha questa cosa? Davanti a Dio noi siamo quello che siamo. Invece noi spariamo giudizi, soprattutto in base alle apparenze.
Non solo è poco cristiano dividerci dagli altri, perché Cristo è disceso nell’abisso più fondo, s’è fatto amico degli ultimi; non soltanto è poco cristiano, ma è anche falso, perché noi non abbiamo bisogno, come Gesù, di discendere in questo abisso: vi siamo già.
Noi già siamo nell’abisso del peccato, insieme ai più grandi peccatori; ricordate santa Teresina: “Seduti alla tavola dei peccatori, a mangiare il pane duro dell’incredulità”. Noi siamo lì, non siamo nelle vette mistiche dell’altitudine. Come quello che diceva: “Tu a che mansione sei del Castello interiore?”; ma che domande sono? — “Ma sei già arrivato alle quarte mansioni?”; io mi domando e dico: ma che domande sono? Mah… Perché capite, qua tutti che parlano con Dio, con la Vergine Maria, tutti che hanno le locuzioni, le visioni, i rapimenti mistici, le transverberazioni, le bilocazioni; eh, beati voi! Io sono contento per loro. Che poi ce ne siano così tanti! Non parliamo poi delle profezie, perché qui uno si sveglia al mattino e dovrebbe fare l’Ansa delle profezie. Sì, perché uno si sveglia al mattino e dice: vediamo qual è l’ultima profezia di oggi! Poi, di norma, le profezie sono tutte apocalittiche. Non è che uno legge le profezie che riguardano una lettura della storia, soprattutto presente. Prendiamo don Bosco, lui ha fatto delle profezie interessanti, anche senza essere apocalittiche. Noi però siamo attaccati a queste cose morbose, ci piacciono queste cose morbose, apocalittiche, catastrofiche, e stiamo lì a perdere tempo e ore a leggere queste cose.
E poi non vi ho detto una cosa importante: mi hanno da poco consegnato un nuovo strumento che ho progettato io, che ho inventato io. Adesso io l’ho brevettato e nessuno lo può copiare. Me l’hanno consegnato da poco; sapete che cos’è? O meglio: sapete come si chiama? Appena vi dico il nome, capite che cos’è. Il Catebox. Un tempo c’era il Jukebox, che tu mettevi dentro la monetina e sceglievi la canzone e poi partiva; adesso invece c’è il Catebox, dove non c’è la monetina — perché dico: almeno mettessero la monetina, no — ma che vuol dire: “tutto subito, adesso, anzi, per ieri”. Vabbè… ma io rido, perché ogni tanto bisogna anche un po’ sorridere, sennò qua…
Allora mi arrivano i messaggi: “Buongiorno padre, ho sette domande; la prima: l’inferno esiste? Se sì, perché? La seconda: mi spiega il dogma dell’infallibilità papale? La terza: vorrei capire meglio il dogma della Santissima Trinità. La quarta: … (e va avanti così); bene, resto in attesa di una sua risposta”. Voglio dire… A parte che io non sono un Catebox — Cate viene da Catechismo — ma voi vi immaginate cosa vuol dire rispondere per vocale o per messaggio su Whatsapp alla domanda “Per favore, mi spieghi la Santissima Trinità, perché non l’ho capita bene”? o alla domanda: “Per favore, mi può spiegare se l’inferno esiste e, se sì, perché? Se è pieno o se vuoto?”. Cioè, di quelle domande che io le leggo e dico: vabbè, ma qui veramente siamo fantasiosi!
Quindi da oggi sappiate che c’è il Catebox, che è “a- ggggratis” ed ha proprio la leva, cioè, questi arrivano, schiacciano e deve arrivare fuori subito la risposta.
Ma io mi domando e dico: ma il Catechismo della Chiesa Cattolica ce l’ho solo io? Adesso dovrò fare un sondaggio: quante persone cristiane cattoliche hanno avuto l’incredibile grazia di trovare gli ultimi esemplari, ormai estinti, del Catechismo della Chiesa Cattolica? No, perché dico, siccome dovremmo avere tutti il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma cosa costa col ditino andare sull’indice, cercarci gli argomenti che ci interessano e leggere e studiare? Perché, magari, avremmo la possibilità di sapere meglio, di capire meglio. E poi, padre Giorgio, tutte le informazioni che ha dentro il suo Catebox, gli sono arrivate per scienza infusa — nel senso che io vado a letto la notte, mi sveglio al mattino e ho nella testa il dogma della Santissima Trinità — oppure magari anche lui, come tutti gli altri, ha dovuto studiarsele? Ecco, io vi dico come risposta a questa domanda che io non ho ratti mistici, non ho locuzioni, visioni, bilocazioni, niente!
Ecco, mi spiace se questa è una delusione per qualcuno, però sono proprio un prete molto terra terra, molto semplice e non ho tutti questi doni mistici. Eh, mi dispiace, ce ne saranno altri che ce li hanno, io non li ho e, quindi, quello che so l’ho imparato con l’olio del gomito. L’olio del gomito è un olio molto raro, costosissimo, che non viene venduto in damigiane, ma in preziosissime boccette, ed è raro da trovare. È ottimo per condire qualunque pietanza, però è molto caro, molto costoso. “L’olio del gomito”, non so, se non lo conoscete vi informate, andate su Internet, cercate e vedete dove potete acquistare questo preziosissimo olio che, insieme al Catebox, fanno un po’ un unicum della mia predicazione.
Dice don Divo:
Una cosa sappiamo: che siamo peccatori e di tutti i peccatori noi siamo i più grandi … Fino a che punto lo siamo, dipende da tante cose che ci sfuggono. Dio soltanto può giudicarci. Ma noi siamo condannati inevitabilmente se presumiamo di dividere le nostre responsabilità … Tranne la Vergine, anche i più santi ne portano il peso.
Certo, tutti, anche S. Giuseppe. Poi magari qualcuno dice: “No, però S. Giuseppe magari anche lui non ha avuto il peccato originale”. Eh, no! No, no, no, stiamo attenti a non dire sciocchezze.
Non si tratta più di salvarci da soli. Come nel peccato siamo solidali col mondo, così dobbiamo esserlo nella nostra salvezza. Non potremo riparare per noi senza riparare per tutti, non potremo salvare noi stessi senza salvare il mondo.
Quindi, quando leggiamo le informazioni, o quando veniamo a sapere di cose terribili accadute, facciamole diventare preghiera. Invece di andare a fare le pettegole alla finestra, andiamo davanti al Crocifisso, andiamo davanti al Tabernacolo, andiamo davanti alla Vergine Maria, raccogliamoci in preghiera, sentiamoci parte di quel male, sentiamolo tutto, il peso di quel male. Cerchiamo di imparare una lezione di vita da quel male, invece di giudicare. Che poi, il giudizio a cosa serve? Ci fa crescere? No. Quindi…
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.