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Sacrosanctum Concilium – Proemio § 2: “divino sacrificio dell’Eucarestia”

Concilio Vaticano II - Sacrosanctum Concilium

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Sacrosanctum Concilium – Proemio § 2: “divino sacrificio dell’Eucarestia”
Mercoledì 2 ottobre 2024 – Santi Angeli Custodi

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 9, 57-62)

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Testo della meditazione

Scarica iltesto della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 2 ottobre 2024. Festeggiamo quest’oggi i Santi Angeli Custodi, quindi una preghiera particolare di ringraziamento al nostro Angelo Custode, per tutto quello che fa per noi ogni secondo della nostra vita.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal nono capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 57-62.

Vorrei dirvi una cosa prima di proseguire il nostro discorso sulla Sacrosanctum Concilium: desidero ringraziare di cuore tutti coloro che si sono fatti presenti dopo la mia meditazione, in cui avevo accennato al problema del microfono e dei rumori che si sentono. Sono rimasto davvero colpito e sorpreso dalla rapidità e dal numero delle risposte che ho ricevuto. Sinceramente, non me lo aspettavo. Potrei addirittura dire, per fare un paragone, che se ognuno di voi mi avesse donato un microfono, potrei aprire uno studio di registrazione! Scherzi a parte, grazie a tutti quelli che hanno risposto e che hanno voluto aiutarmi, è davvero toccante vedere tante persone – molte delle quali non conosco affatto – così pronte e caritatevoli (preferisco questo termine a “generose”).

Ho seguito un ordine di giustizia: alla prima persona che mi ha contattato dicendo “Padre, ci sono io”, ho dato questo incarico. È una signora che non conosco personalmente; non vi dirò il cognome, solo il nome, per una ragione che vi spiego subito. Si chiama Giovanna. Non so altro di lei, a parte il cognome che ho visto nell’e-mail, ma per rispetto della sua privacy preferisco non rivelarlo. Vi dico il suo nome perché lei è stata la prima a rispondere. A tutti gli altri, ho semplicemente risposto: “Grazie di cuore, ma sono già a posto”. Nonostante ciò, molti di voi mi hanno scritto dicendo: “Se ha già risolto per il microfono, siamo comunque disponibili per fare un’offerta o per acquistare qualcos’altro, come un cellulare, per esempio”. Una famiglia mi ha addirittura proposto di inviare un’offerta per delle medagliette, che potrebbero sempre servire. Ammetto che, quando ho letto questa proposta, ho avuto la tentazione di dire: “Questa è una buona idea!”. Ho ringraziato tutti per la correttezza, ma ho declinato ulteriori offerte, perché l’intenzione originale riguardava il problema dei rumori, e la Provvidenza ha risposto prontamente.

Poi mi è venuta in mente la frase del Vangelo: “Non accumulate tesori sulla terra”. Così ho pensato: no, non posso accettare oltre, perché la mia richiesta iniziale era chiara, e la risposta è stata abbondante. Tutto ciò che è venuto dopo è stato un eccesso di carità da parte della Provvidenza, e mi sembrava giusto rispettare l’intenzione originaria.

Forse non è facile comprendere appieno questo ragionamento. Alcuni potrebbero pensare: “Padre, ha perso un’occasione. Avrebbe potuto sfruttare l’opportunità senza ingannare nessuno, dicendo che il microfono non serve più, ma che c’è bisogno di qualcos’altro”. Ma sapete, al di là del fatto che al momento non ho bisogno di nulla, i bisogni sono infiniti. Se inseguiamo continuamente i nostri bisogni, non finiamo mai. Un sacerdote, inoltre, è chiamato a vivere in un certo modo, secondo uno stile di vita che include anche una forma di povertà. Non sono un sostenitore del pauperismo, ma credo nell’educazione al bisogno, nel rispondere solo ai bisogni essenziali.

Riguardo alle medagliette, non dico che non siano utili, ma non c’è un bisogno immediato. Se in futuro ci sarà una necessità, vi informerò. Ma per ora, la mia richiesta specifica è stata soddisfatta, e non voglio “cavalcare l’onda” solo perché molte persone si sono fatte avanti. Gesù ci ha detto di accumulare tesori in cielo, e questo è ciò che cerco di fare.

Vi assicuro che ho molto apprezzato tutta la vostra carità, così generosa e sincera, e la presento a Dio, dicendo: “Gesù, oggi non ho bisogno di altro. Il microfono è già arrivato”. Non lo sto ancora usando perché devo prima imparare a usarlo correttamente. Mi piace fare le cose bene, senza fretta, quindi aspetto che qualcuno mi spieghi il funzionamento.

Grazie ancora a tutti. Se in futuro avremo bisogno di medagliette o altro per i nostri incontri, ve lo farò sapere. Ma per ora, voglio mantenere una certa distanza dalle cose materiali, in particolare dal denaro. Certo, tutto serve, ma credo sia importante mantenere un atteggiamento di grande libertà interiore, dicendo: “Sì, ma fino a un certo punto”. Non voglio che abbiate l’impressione di essere stati “usati”. Non voglio che un giorno ci troviamo a parlare di come tanti di voi mi abbiano regalato un microfono, creando confusione. Voglio che si sappia che c’è una sola persona, Giovanna, che ha offerto il microfono, e a lei va il mio ringraziamento personale.

Abbiamo già condiviso tante cose belle: la simpatia, la vicinanza, soprattutto le preghiere, che per me sono fondamentali. Ma di altro non c’è bisogno. Nella nostra vita c’è già troppo spreco e agiatezza, e il rischio di vivere come “pascià” è reale. Non intendo dire che dobbiamo vivere da miserabili, ma c’è una responsabilità nel gestire bene le risorse che abbiamo.

Infine, vi dico che non ho scelto io il microfono. Ho chiesto a una persona esperta di consigliarmi il modello migliore, perché io non ci capisco nulla. Sono stato abituato così: poche cose, ma buone. Le cose belle vanno curate, conservate, e utilizzate con rispetto. Questa è, per me, la vera povertà: avere ciò che è necessario, e usarlo con responsabilità.

Ecco, tutto qui. Grazie di nuovo.

Oggi abbiamo fatto questa piccola lezioncina legata al tema della povertà. 

Adesso volevo andare avanti un pochino con la Sacrosanctum Concilium. Siamo arrivati al numero 2:

2. La liturgia nel mistero della Chiesa

La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell’Eucaristia, «si attua l’opera della nostra redenzione», contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa.

Bellissima, questa espressione! Quindi, ecco perché vi ho sempre detto che è importante la recita del breviario, anche per i laici. Ma non per un obbligo, non c’è una questione di obbligo, ma proprio perché la Liturgia delle Ore è la preghiera della Chiesa per eccellenza, insieme poi, ovviamente, ai Sacramenti. Però, ogni giorno noi possiamo scandire la giornata con questa bellissima preghiera liturgica, che è la preghiera del breviario; quindi: le Lodi, l’Ufficio, l’Ora media… Poi uno non riesce a dirle tutte? E vabbè, può dire le ore principali: Lodi e Vespero, per esempio. Non è riuscito a dire niente? Dice la Compieta. Ma, guardate, sapete cosa succede? Quando uno inizia a recitare il breviario, non può più farne a meno. All’inizio magari ne dici una, poi dici: va bene, ne ho detta una, dico anche la seconda; poi la terza, poi la quarta. Poi, dopo una settimana, sei lì che dici tutte le ore, come i sacerdoti. Perché è bello! È bello recitare il breviario, è bella questa parola di Dio che ti accompagna lungo la giornata, è bella, è proprio bella. È una compagnia grande.

Guardate, io vi posso dire, con tutta onestà, che in ventitré anni e rotti di sacerdozio, non ho mai mancato una volta alla recita del breviario. L’ho sempre detto tutto, ogni giorno, anche quando stavo male, anche quando avevo la febbre, anche quando facevo tardi, anche quando confessavo tutto il giorno, sempre. Perché sapete, qualcuno dice: “Eh, ma se ci sono gli impegni pastorali, allora l’impegno pastorale ti supplisce dal dover dire il breviario perché, in quella giornata…”; no, no, no. No, la preghiera della Chiesa è la preghiera della Chiesa, e va recitata ogni giorno, io la vedo così. Ed è bella, ed è utile, e ti fortifica dentro; è una grande disciplina di vita, proprio bella.

Quindi: “la liturgia, specialmente nel divino sacrificio dell’Eucaristia” — notate i termini: la Santa Messa è il “divino sacrificio dell’Eucarestia”, bellissimo! Questo dice il Concilio Vaticano II! C’è scritto qui, al numero 2: «nel divino sacrificio dell’Eucarestia».

Quando è stata l’ultima volta che avete sentito chiamare la Santa Messa: “il divino sacrificio dell’Eucarestia”? Quando è stata l’ultima volta? Da coloro che hanno sempre in bocca il Concilio, quando è stata l’ultima volta che avete sentito dire “divino sacrificio dell’Eucarestia”? Eppure, al numero 2 della Sacrosanctum Concilium, il Sacro Concilio Ecumenico Vaticano II chiama la Santa Messa “il divino sacrificio dell’Eucarestia”. Scrive: “mediante la quale (nella liturgia) «si attua l’opera della nostra redenzione»”: specialmente nella Santa Messa, che è definita il Divino Sacrificio. Perché? Perché è la ripresentazione del sacrificio di Cristo sulla Croce, nella modalità incruenta del sacramento. Questa è la Santa Messa. E deve risaltare l’aspetto sacrificale; l’aspetto sacrificale è il fondamento della corretta visione della Santa Messa, è scritto qui.

Poi: «contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo». Se tu vuoi esprimere il mistero di Cristo, ecco, è la liturgia — e soprattutto la Santa Messa — il modo per farlo. 

Mistero di Cristo, in te e negli altri, questo è l’apostolato «e la genuina natura della vera chiesa». La natura della Chiesa è espressa dalla liturgia e specialmente dalla Santa Messa, dal “divino sacrificio dell’Eucaristia”.

Impariamo a cambiare i termini: “Dove vai oggi? Dove vai adesso?” — “Vado al divino sacrificio dell’Eucarestia”. Immaginatevi se uno dovesse scrivere fuori dalla Chiesa: “Oggi, ore 11:00: divino sacrificio dell’Eucarestia”. Secondo me si fermano trecento persone e dicono: “Cos’è che succede qua?” — “No, è la Messa!”. Sì, ma nessuno lo sa.

“Il Concilio ha detto, il Concilio ha fatto, oh il Concilio… Concilio, Concilio”… Poi non sanno di cosa stanno parlando, ve l’ho già detto.

Vedrete, in questo testo, che non sanno di cosa parlano. Il Concilio, Concilio, Concilio, Concilio. “E cosa ha detto il Concilio?” — “Eh uh uh eh”. Invece di abbaiare: studia, studia! So che è faticoso, lo so, lo so che è faticoso, ma non c’è un’altra strada, perché sennò fai la parte dell’ignorantello — e non è una bella parte — o dell’ideologico che, tra le due, non so quale sia la peggiore. Mia nonna mi diceva: “Meglio avere a che fare con un brigante che con un ignorante”, santa donna!

“Divino sacrificio dell’Eucarestia”, ecco, oggi impariamo a dirlo. Chiamate in una parrocchia, chiamate in un santuario, fate l’esperimento sociale, ecclesiale, dite: “Buongiorno, vorrei sapere domenica a che ora viene celebrato il divino sacrificio dell’Eucaristia”, vedete che risposta otterrete! Poi, dopo che vi hanno risposto, potete dire: “Scusi, ma lei ha letto il Concilio ecumenico Vaticano II? La Sacrosanctum Concilium l’ha letta? Il numero 2, l’ha letto?” — “No, perché?” — “Perché c’è scritto così; l’ha detto il Concilio; lei è contro il Concilio? Ah, lei è contro il Concilio, eh! Furbacchione che si nasconde tra i rami”. Abbiamo trovato i furbacchioni che si nascondono.  “No, ma non è vero” — “Come, non è vero? C’è scritto qui: divino sacrificio dell’Eucaristia”. Carta canta, eh; carta canta. Le fonti, le fonti, le fonti!

Quindi, in questo modo, con la liturgia, noi esprimiamo il mistero di Cristo nella nostra vita. Bellissimo, no? Quindi, impariamo anche noi da oggi a vivere il Concilio, impariamo da oggi tutti a fare la Liturgia delle Ore. “E come si fa?” Guardate, su internet trovate mille applicazioni: liturgie normali, liturgie in ambrosiano, mille applicazioni. “Eh, ma io non so come si fa”; eh, vabbè ma qualche amico lo trovi, che te lo spiega, dai! Non so, dovrò fare un tutorial su YouTube su come si fa a recitare la Liturgia delle Ore. Mah, chissà, magari un giorno lo farò. Poi adesso che avrò il mio microfonino nuovo, devo un po’ sfoggiarlo…

Ecco, allora, impariamo a recitare le Lodi, così, la prossima volta che ci incontreremo tutti insieme — non so dove, non so quando — potremo incontrarci e recitare le lodi prima della Santa Messa. Ma sapete che bello? 

Ah, domani vi devo raccontare una cosa pazzesca — spero che l’angelo custode me lo ricordi — una cosa incredibile, stupenda e meravigliosa che ho visto, che mi è piaciuta tantissimo, mi ha fatto pensare tantissimo. Adesso non sono pronto per leggervela e quindi non ve lo posso dire, non voglio rovinarvi la suspense.

E poi è il modo anche per fare testimonianza, capite? Essere missionari, essere missionari nel mondo. Quindi: avanti con la liturgia. Abbiamo fatto tre righe del numero 2, immaginatevi che cosa abbiamo dentro.

«Divino sacrificio dell’Eucaristia», non chiamatela più Messa. Per sei mesi, fate questo esperimento sociale: non chiamatela più “la Messa; vado alla Messa”. Provate a cambiare le parole. Dite così; “Io voglio essere conciliare, io vivo secondo lo spirito del Concilio ecumenico Vaticano II, quindi la chiamo “divino sacrificio dell’Eucarestia”, come per la prima volta, appena ne parla, il Concilio la definisce, esattamente così, “divino sacrificio dell’Eucarestia”. Guardate che in queste tre parole c’è dentro una bomba atomica. Credetemi: in queste tre parole c’è dentro tutto; tutto quello che serve. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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