Omelia sulle letture di domenica 25 ottobre 2015
Pubblichiamo l’audio di un’omelia tenuta durante la S. Messa prefestiva sulle letture di domenica 25 ottobre 2015
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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Testo della meditazione
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Il vero significato di halloween
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Anche noi speriamo di sentire la pesantezza e l’inabilità prodotta dalla nostra cecità interiore; la cecità del corpo è niente in confronto a quella dell’anima.
Quando si è ciechi nell’anima, quando non si sa distinguere il bene dal male, quando non si sanno produrre giudizi responsabili in modo autonomo (come diceva Gesù nel Vangelo pochi giorni fa: «Perché non giudicate da voi stessi gli eventi? Anche se sapete dire che verrà la pioggia o il sole, il tempo sarà bello o brutto…»), quando non
si ha questa capacità e si è nella cecità, si ha bisogno di rivedere, o in alcuni casi di vedere per la prima volta nella vita, quello che è peccato e quello che è grazia, vedere quello che è secondo Dio e vedere quello che è secondo il diavolo, vedere quello che è verità e vedere quello che è menzogna, e chiamare ciascun ambito, ciascuna realtà, con il suo corretto nome, senza fare confusioni inutili, e alle volte capziose, e senza voler fraintendere volutamente, per giustificare le proprie pigrizie, i propri gusti malsani, la propria ribellione a Dio.
Per questo dobbiamo imparare da Bartimeo, da quest’uomo così tanto segnato dal Timor di Dio, e chiedere: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!», e se il Signore ci chiama, e il Signore ci chiama sempre, anche noi dobbiamo avere questa prontezza di alzarci in piedi, di saltare in piedi, di lasciare tutto (il mantello era tutto, era quello che gli serviva per la notte, per coprirsi…), lasciare tutto per seguire il Signore, per andare da Lui a farci guarire, perché Lui è l’unico che ci può guarire, è l’unico che ci può dare la salvezza.
Vi è un segno della nostra cecità, un segno grave della nostra cecità, della noncuranza, del non distinguere il bene dal male, un segno diffusissimo, tutte le realtà della nostra vita sono pervase da questa follia (che adesso vi dico), e noi, senza battere ciglio, andiamo avanti, dietro a questa follia.
Persino se vai dalla panettiera, luogo più comune, più quotidiano del mondo, tu oggi trovi scritto che tra pochi giorni è la festa di Halloween, capito?
Ma noi ci siamo chiesti che cos’è questa roba?
Siamo lì, tutti teneri, tutti pieni di tenerezza verso i nostri bambini che disegnano i mostri, le streghe, i diavoli, con le corna… sai che bella tenerezza vedere un bambino a cui viene insegnato a disegnare i mostri con cinque teste, coi denti da vampiro, col sangue, coi cappelli delle streghe!
Una festa bellissima, pedagogicamente è fantastica… dopo stiamo attenti se i bambini guardano Gesù nella Passione, perché diciamo: «Oh… quanto sangue! Non vorrei mai che mio figlio rimanesse scioccato dal sangue di Cristo, togliamo il crocifisso perché crea turbamento psicologico al mio bambino!»
Se però disegna il diavolo, questo va bene, non crea nessun turbamento psicologico…
Dopo li portiamo dallo psichiatra e dallo psicologo, perché dopo un po’ cominciamo a dire: «Ma non dorme più, si sveglia angosciato, ha l’ansia, è disturbato…»
Ma va? Chissà come mai?
Gesù Cristo non ha mai turbato il sonno di nessuno, il diavolo turba il sonno e la veglia di tutti, ma noi, ci mancherebbe che ci mettiamo a chiederci: «Ma che cos’è sta roba?»
Io da piccolino non ho mai sentito questa cosa di Halloween e non vengo dal mesolitico, non sono cresciuto insieme ai dinosauri, ho qualche anno, una manciata di anni in più di voi o meno di voi, ma siamo lì.
Da piccolino, quarant’anni fa, non c’era quella roba qui; io non ho mai visto girare nessuno con le zucche in mano, anzi, se mi dicevano che ero una zucca, mi offendevo.
Non ho mai visto disegnare diavoli, o le mie compagne andare in giro vestite come le streghe, magari erano un po’ streghette, però non si mettevano in giro vestite così, non c’era questa cosa, ma da dove viene questa roba qui?
Che cosa vuol dire? È una cosa innocente, tranquilla, serena, carina?
Perché noi dobbiamo sempre scimmiottare quello che fanno in America, altrove… quindi, se da domani quelli mangiano coi piedi per aria, anche noi dobbiamo mangiare con i piedi per aria, perché dobbiamo fare le scimmie di tutti, senza chiederci il senso.
A quello che adesso vi dico, non è che dovete credere perché ve lo dico io, andate stasera a casa a vedere su internet e trovate le stesse cose che vi dico io, non sono frutto della mia sapienza, sono frutto di un po’ di informazione, che però dobbiamo dircela, per essere coscienti.
Padre Gabriele Amorth, notissimo esorcista di Roma, conosciuto in tutto il mondo, dice così: “Halloween è una trappola del demonio, fa schifo e mi fa schifo. Si tratta di una roba pagana, anticristiana e anticattolica proveniente da terre nordiche ed esplosa negli USA. È stata fatta per mettere in secondo piano e offuscare la solennità di Tutti i Santi; il suo scopo è quello di mettere intralcio alla santità, è una ideazione del demonio, che intende scompaginare i piani di Dio. Questa festa, così chiamata, festa di Halloween, ha delle radici nel paganesimo e nel satanismo e continua ad essere ancora oggi una pericolosa forma di idolatria demoniaca. Trae origine da una antichissima celebrazione celtica diffusa nelle isole britanniche del nord della Francia, con cui i pagani adoravano una delle loro divinità chiamata Samhain, Signore della morte (bellissimo che i nostri bambini festeggino il Signore della morte, stupendo!), era considerata una delle feste più importanti e dava inizio al capodanno celtico. La notte del 31 ottobre, in onore del sanguinario dio della morte, Samhain, veniva realizzato sopra un’altura un enorme falò, utilizzando rami di quercia, albero ritenuto sacro, sul quale venivano bruciati i sacrifici costituiti da cibo, animali e persino da esseri umani. Di quest’ultima crudele e sanguinaria usanza, noi abbiamo testimonianza: nel “De bello gallico” di Giulio Cesare, libro VI, paragrafo XVI, nel libro “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio, capitolo XXX, paragrafo XIII, addirittura negli “Annales” di Tacito, capitolo XXIV, paragrafo XXX».
Una roba terribile, mostruosa…
Tra l’altro, proprio in questa data verrà inaugurata una chiesa luciferiana in America.
Proprio il 31 ottobre (e in America ci sarà l’inaugurazione di questa chiesa luciferiana, un abominio della desolazione, una cosa pazzesca) è considerato il capodanno magico.
Voi sapete che una delle frasi tipiche di questa festa è: «Dolcetto o scherzetto?»
Che carini, che belli i bambini “puffosi” che dicono: «Dolcetto o scherzetto?», e noi come somari rispondiamo: «Dolcetto» e stiamo anche noi a fare i “gingilloni”, perché adesso va di moda la tenerezza, quindi siamo tutti teneri un po’ come i Puffi.
Siccome però non bisogna essere ignoranti, perché la tenerezza non è sintomo di ignoranza, ma è ben altra cosa, allora analizziamo cosa vuol dire questo “Scherzetto o dolcetto?”, se è così innocente.
In inglese, perché viene da là, l’espressione sarebbe: «Trick or treat?», c’è una somiglianza…
Trick, tradotto letteralmente (andate a vedere sul vocabolario) significa stratagemma, trucco e inganno; qui con lo scherzetto non abbiamo niente a che fare, neanche col dolcetto, qui vuol dire ben altra roba, perché in realtà, nell’uso che ne facevano loro, era maledizione o sacrificio, dopo capirete perché maledizione o sacrificio.
Treat, invece, significa piacere, gioia e godimento, che nella bocca di un bambino non ci sta proprio; piacere e godimento, un bambino non sa neanche che cos’è, non c’entra niente.
Quindi è un miscuglio tra maledizione e godimento, una meraviglia!
Qual era la logica che stava sotto?
La logica era quella che, attraverso trick e treat, tu dicevi: «O tu mi dai del denaro e del cibo (questo è quello che facevano i Druidi, nell’andare di casa in casa quella notte, chiedendo o denaro, o cibo, o sacrifici umani), oppure ti do la maledizione»; non c’è nessuno scherzo qui sotto.
Questa è una forma di maledizione: «Se tu non mi dai quella cosa, io ti maledico», quindi, fermiamoci un secondo…e ragioniamo…perché dopo abbiamo voglia di andare a riempire le liste degli esorcisti, perché siamo disperate e non sappiamo più da che parte girarci.
Dopo cominciamo a dire che sentiamo i rumori, che siamo disturbati, che stiamo male; i dottori dicono che non abbiamo niente ma non dormiamo più, abbiamo l’ansia, non stiamo bene… che cos’è? Che cos’è?
Io sono rimasto molto impressionato quando, a un corso di esercizi per noi sacerdoti, ebbi accanto a tavola un esorcista famoso, mi ricordo che ci disse tante cose, io ascoltavo, ad un certo punto mi è venuta fuori questa frase: «Padre, ma io queste cose qui non le ho mai sapute, mai sentite, ma succedono anche a uno che non le sa?»
Lui mi ha guardato e mi ha detto: «Caro Padre Giorgio Maria, se io adesso ti metto qui una bottiglia di vino avvelenato, tu non lo sai e tu lo bevi…poiché tu non lo sai, questo vino non ti fa niente di male?»
Basta, io non ho parlato più, ho detto: «Caro Giorgio, svegliati, invece di perdere il tempo a parlare e a guardare le baggianate alla televisione o a parlare di chiacchiere inutili, informati sulle cose importanti della vita, vai a vedere veramente il senso delle cose».
Noi ci rendiamo conto che questa festa viene celebrata negli asili, negli asili!
Negli asili si preparano queste robe qui…
Andate a vedere su internet qual è il significato della zucca vuota, dove si aggancia questa leggenda della zucca vuota!
Noi siamo cattolici, non siamo pagani!
Noi siamo battezzati in Cristo, non siamo barbari, figli di Attila!
Noi abbiamo una cultura e una tradizione cristiana e dove l’abbiamo messa?
Dove l’abbiamo sepolta? In nome di che cosa? Delle streghe e dei diavoli?
No, ai nostri ragazzi diamo contenuti!
«No, ma noi andiamo solo a fare una festa…»
Non si fa una festa col diavolo!
Non si scherza col fuoco! Non si scherza con queste cose!
Impariamo, come dice Gesù, a distinguere il bene dal male!
Questo vuol dire essere derisi, essere messi da parte, essere diversi?
E sia!!
Almeno io di notte, quando vado a letto, dormo così bene, ma così satollo, che mi viene persino la bolla al naso, tanto dormo bene!
Ma sto così bene…perché ho l’anima in pace, non devo stare lì a pensare agli spiriti e ai demoni, alle schifezze varie, alle streghe, a tutte le cose inquietanti.
No, perché penso a Gesù, penso agli Angeli, penso ai Santi, faccio un bel segno di croce e dico: «Signore, nelle Tue mani metto il mio spirito, buona notte…»
Certo che se hai dentro altro, è un po’ difficile poi fare ‘sta roba, no?
Quindi chiediamo al Signore la grazia della luce e la grazia del coraggio di essere cristiani cattolici fino in fondo.
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia Lodato!
Letture del giorno
Prima lettura
Ger 31,7-9 – Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
“Il Signore ha salvato il suo popolo,
il resto d’Israele”.
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».
Salmo responsoriale
Sal 125
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Seconda lettura
Eb 5,1-6 – Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.
Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchìsedek».
Canto al Vangelo
Cf 2Tm 1,10
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
Vangelo
Mc 10,46-52 – Rabbunì, che io veda di nuovo!
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.