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Gli ostacoli alla conversione

La conversione di S. Paolo sulla via di Damasco

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 25 gennaio 2016, festa della Conversione di S. Paolo Apostolo.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Gli ostacoli alla conversione

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Oggi la Chiesa ci invita a meditare e riflettere sulla conversione di San Paolo Apostolo.

Anche noi dovremmo esserci convertiti o quantomeno essere in via di conversione, esattamente come Saulo, che da Saulo diventa San Paolo, ma questa conversione incontra degli ostacoli, che non sempre è facile superare.

Questi ostacoli sono posti tra noi e Dio da parte del demonio, che fa di tutto per evitare che la nostra vita cambi veramente e sia veramente incentrata su Gesù, lui ha proprio lo scopo di separarci da Cristo.

Papa Francesco tante volte ha richiamato in questi tempi, in questi mesi, in questi anni, la Chiesa a fare attenzione al potere devastante del demonio, soprattutto all’interno delle comunità cristiane.

Allora volevo vedere con voi alcuni mezzi che il demonio usa contro coloro che si sono convertiti veramente, e qui parlo di persone che veramente si sono convertite, non di quelli che dicono che si sono convertiti e poi in realtà continuano a vivere una vita come sempre, senza nessuna adesione radicale a Gesù e al Vangelo, e quindi il demonio, dice Santa Teresa di Gesù, non li disturba di sicuro, li lascia nella loro pace, perché tanto sono già suoi.

Quelli che invece si sono veramente messi nell’idea di seguire Gesù, il demonio fa di tutto per tirarli via da Cristo, e il primo strumento che lui usa è la disperazione.

Abbiamo sentito, proprio in questa lettura, di San Paolo (a quel tempo era Saulo), che sta tre giorni senza mangiare e senza bere; dopo che viene accecato dalla luce di Cristo, Paolo rimane come morto, perché la luce di Dio rivela all’uomo chi è l’uomo.

Quando io incontro veramente Gesù, che cos’è che incontro oltre a Gesù?

Siccome Gesù è la Verità, quando io incontro Gesù, incontro Gesù e la mia verità: io mi vedo nella luce, vedo la gravità dei miei peccati, li sento, li peso questi peccati, vedo fin dove e tanto quanto mi sono allontanato da Dio, sento tutta la gravità di questi atti brutti che ho commesso.

Ora, la tentazione che ci viene addosso, qual è? È quella di vederci perduti, di non percepire più una speranza, che fu esattamente la notte che passò l’Innominato del Manzoni, una notte piena di fantasmi, di paure, di angosce, quasi gli sembrava di vedere le armature che si muovevano, tanto lui aveva compreso la gravità del suo male e vedeva questo male che lo travolgeva come un uragano.

Chi si avvicina a Dio e si converte a Lui, incontra esattamente questa cosa: la prima sensazione è quella di dire: «Basta, sono finito».

Ecco che San Paolo perde la voglia di mangiare e di bere, rimane come inebetito, come perso nel suo male, cieco, perché la luce di Dio, da una parte illumina e dall’altra acceca. Acceca nella misura in cui io sono empio e Paolo, al tempo Saulo, era empio, era lontano da Dio, aveva approvato la morte di Santo Stefano, perseguitava i Cristiani, perseguitava Cristo.

Ora, questa luce lo acceca, gli rivela chi è e, nello stesso tempo, gli toglie ogni riferimento, non capisce più niente, non sa più da che parte girarsi.

È per questo che gli viene mandato Anania, la mediazione della Chiesa, è per questo che c’è bisogno di qualcuno che ci riconcili con Dio, che ci faccia cadere queste squame dagli occhi, che ci riammetta alla possibilità di vedere Dio.

Infatti, la Scrittura dice che Saulo riprese le forze, si rinfrancò e cominciò a testimoniare Gesù fra i Giudei, creando confusione, perché prima questo li perseguitava e dopo invece difende Gesù; quindi, loro rimangono confusi da questa cosa.

Non esiste un peccato a questo mondo che ci possa far pensare di non avere speranza di perdono, se siamo pentiti. Se noi siamo veramente pentiti, non c’è peccato che il Sangue di Cristo non cancelli.

Solamente due sono le cose che ci tolgono dalla salvezza: l’impenitenza, che vi ho detto adesso, la mancanza di pentimento, non essere pentito del peccato, e l’incredulità, non avere fede.

Se io non sono pentito e se io non ho fede, questo mi esclude dalla salvezza, anche se magari non ho fatto chissà quali peccati gravi; non è che serva uccidere chissà chi, ma la mancanza di penitenza, di pentimento, e di fede, mi esclude dall’amicizia con Dio.

Non dimentichiamo quello che dice Gesù alla prostituta: «Poiché hai molto amato, ti sono perdonati i tuoi peccati».

Amato chi? Gesù. Poiché ha molto amato Gesù, perché gli ha lavato con le lacrime i suoi piedi, li ha asciugati con i capelli, li ha baciati. Poiché tu hai molto amato Gesù, allora ti sono perdonati i tuoi peccati.

Il Cristiano, per esperimentare veramente il perdono e vivere una vera realtà di conversione, deve incontrare veramente Gesù e amarLo sul serio, deve avere con il Signore questa grande vicinanza.

Vi cito il secondo, poi chiudo questa omelia, perché se no diventa troppo lunga.

Sono tante le tentazioni che il demonio mette sulla strada di coloro che si convertono, ma la seconda mi sembra molto importante, cioè la presenza di persone care, soprattutto parenti e familiari, che invece di confermarci e indurci al bene, ci sono di ostacolo e cercano di separarci da Dio.

Casi: il primo, Eva con Adamo.

Secondo caso: la stolta e insipiente moglie di Giobbe, la quale dice a Giobbe: «Maledici Dio e poi muori», perché Giobbe continuava a benedire Dio, nonostante tutte le piaghe che gli sono venute addosso. Lei invece gli dice: «Maledici Dio e poi muori».

Quando noi iniziamo a seguire il Signore, una delle prime, se non la prima, comunque una delle prime tentazioni e ostacoli che noi incontriamo, è di essere tentati alla mediocrità da chi dice di volerci bene. Veniamo tentati a non esagerare, a non vivere integralmente e con radicalità la nostra fede, a non darci interamente a Dio, non rinunciare veramente e profondamente a noi stessi, a non abbandonare ogni cosa per seguire Gesù, cioè a vivere una via di mezzo.

Quante volte si sentono persone che cercano di dissuadere dall’entrare nella via stretta e angusta che porta alla salvezza.

San Pietro ha fatto così con Gesù: «No, non andare a Gerusalemme a patire, Dio te ne scampi e liberi!» e Gesù gli dice: «Vade retro satana, perché tu non ragioni secondo Dio ma secondo gli uomini!»

Convertirsi veramente è una cosa difficile, perché non sono tante le persone che veramente si sono incamminate su questa strada. Siamo in tanti mediocri, che diciamo di essere cristiani ma poi bivacchiamo tra Dio e il mondo, tra Dio e ciò che non è Dio, che è contro Dio, ma chi veramente si è messo sulla strada di Dio, incontra realmente tante difficoltà e tante occasioni di caduta.

Anche Santa Teresa di Gesù sottolinea molto bene la pericolosità di avere accanto persone che non sanno di Dio, che chiacchierano di Dio, ma non parlano di Dio, che non ti chiamano ad essere radicale, che non ti chiamano a rinnegarti in tutto, che non ti chiamano a fare scelte decise per il Signore, ma una via di mezzo.

Saulo è diventato San Paolo, perché si è veramente convertito.

La nostra santità si gioca tutta qui.

Se noi veramente ci convertiamo, se veramente riconosciamo il nostro peccato, se veramente lo confessiamo, se veramente siamo pentiti, se siamo assolti da questo peccato e, se stiamo, come dice Santa Teresa, in intima amicizia con Gesù, questo sarà il segno della nostra avvenuta conversione.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

Letture del giorno

Festa della Conversione di S. Paolo Apostolo

Prima lettura

At 9,1-22 – Ti sarà detto ciò che devi fare

In quei giorni, Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
C’era a Damasco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Non è lui che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocavano questo nome ed era venuto qui precisamente per condurli in catene ai capi dei sacerdoti?».
Saulo frattanto si rinfrancava sempre di più e gettava confusione tra i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

Salmo responsoriale

Sal 116

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Canto al Vangelo

Gv 15,16

Alleluia, alleluia.
Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga.
Alleluia.

Vangelo

Mc 16,15-18 – Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

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