Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 23 ottobre 2021
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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La conversione
Eccoci giunti a sabato 23 ottobre 2021. Oggi festeggiamo San Giovanni da Capestrano, Sacerdote.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XIII di San Luca, versetti 1-9.
Questo Vangelo tratta il tema della conversione, che è esattamente il tema che stiamo trattando in questi giorni leggendo insieme e meditando la Lectio Divina del Santo Padre Benedetto XVI, tenuta giovedì 10 marzo 2011 durante l’incontro con i parroci della diocesi di Roma nell’Aula della Benedizione.
Andiamo avanti a vedere, abbiamo già visto ieri cosa il Papa ci ha insegnato, cosa ci ha spiegato sul tema della conversione e proseguiamo anche oggi:
“Dobbiamo proprio – mi sembra – nella Quaresima, che è cammino di conversione, esercitare ogni anno di nuovo questa inversione del concetto di realtà, cioè che Dio è la realtà”
È incredibile, la conversione è l’inversione del concetto di realtà, vi prego, diffondiamo questa meravigliosa tesi, questa meravigliosa idea, questa sintesi che fa Papa Benedetto XVI: la conversione è l’inversione del concetto di realtà, cioè che Dio è la realtà.
Prosegue:
“Cristo è la realtà e il criterio del mio agire e del mio pensare; esercitare questo nuovo orientamento della nostra vita.”
La conversione non è il racconto, che oggi va molto di moda: “Ti racconto la mia conversione, ero in quel santuario… ero in quel periodo della mia vita… quindi mi è successa questa cosa… e quindi ho scoperto il Signore… ”
È sempre così, quando noi parliamo di conversine, noi parliamo sempre di un evento che ha cambiato il nostro modo di vivere, di un percorso, di un qualcosa per cui prima vivevo in una maniera — noi diciamo “secondo il mondo” — e poi inizio a vivere da credente. Guardate che qui c’è un problema, perché se voi notate, tutta l’attenzione di questo processo, di questo mio di intendere la conversione è concentrata sulla pratica, sui fatti, su degli eventi concreti.
“Prima mi drogavo e adesso non mi drogo più; prima ero satanista e adesso non lo sono più; prima rubavo e adesso non rubo più; prima ero impuro e adesso non lo sono più; prima bestemmiavo e adesso non bestemmio più; prima non andavo a Messa e adesso ci vado; prima non dicevo il rosario e adesso lo dico; prima mangiavo tutto quello che volevo e adesso faccio il digiuno due volte alla settimana; prima non pregavo mai e adesso prego due ore al giorno…”
È tutto così. E se voi notate è tutto “fare”, prima non facevo e adesso faccio, prima facevo e adesso non faccio.
“Prima andavo in discoteca fino alle 4.00 del mattino, adesso invece sto a casa e vado a letto presto; prima guardavo la televisione fino alle 2.00 di notte, adesso invece non la guardo più.”
Vedete, è tutto un “fare”.
Qual è il rischio? È che sia tutta un’illusione. Lo so, è un rischio terribile, solo a dirlo ci tremano le gambe, ma questa è la realtà dei fatti. Non è detto che lo sia, ma potrebbe essere tutta un’illusione. Perché? Perché cambiare i vestiti non vuol dire cambiare la persona, cambiare le cose che si fanno non vuol dire cambiare il cuore e la mente.
Io posso essere sempre lo stesso sacralizzando i miei atti, facendoli diventare religiosi, ma conservando sempre il medesimo spirito e purtroppo abbiamo di questi esempi, per cui abbiamo casi dove, appunto, mi dico convertito e poi sono superbo, cerco il potere, sono un mormoratore, un diffamatore, un calunniatore, digiuno però intanto parlo male degli altri, e via di seguito.
Invece la conversione è tutto il contrario, la conversione è, innanzitutto, l’inversione del concetto di realtà.
Il tema non è: prima facevo e adesso non faccio più, ma prima per me questo era reale e adesso non lo è più, adesso è reale un’altra cosa, cioè Dio è la realtà, mentre prima la realtà era il mondo.
Se no abbiamo quelli che sono come il fratello del figliol prodigo, i quali stanno nella casa del Padre ma si lamentano, sospirano, si sentono depressi, repressi, frustrati “però un tempo facevo, andavo”, sono tristi, mugognosi, musoni, insoddisfatti e improvvisamente fioriscono quando c’è un po’ di quella vita, di quella movida che prima facevano. Adesso, perché ormai sono dentro al sistema nuovo, non lo fanno più, ma più per paura che per amore, secondo me, però quando c’è un qualcosa che glielo ricorda, allora rifioriscono, come il fratello del figliol prodigo.
“Non mi hai dato neanche un capretto per far festa con gli amici. Ecco io ti servo da mattina a sera. Non ti ho mai chiesto niente… io… io… ”
Non ha capito niente! Non ha capito che la beatitudine è stare nella casa del Padre, non è il capretto, non è il vitello grasso, non è la festa! La sua beatitudine è quella di essere sempre rimasto con il Padre, ma questo non lo ha mai capito, mai, perché ci stava da schiavo, non da figlio. Ci stava in tutti i modi tranne che da convertito, perché il convertito opera un’inversione del concetto di realtà, Dio è la realtà, dice il Papa.
“Dio è la realtà”, Cristo è la realtà, ed è il criterio del mio agire e del mio pensare. Capite cosa cambia? Non cambiano dei fatti, qui cambia radicalmente tutto! Cambia tutto! Cambia l’azione, perché cambia il pensiero, perché cambia il modo di amare, questo è innanzitutto ciò che cambia.
“Perché adesso non fai più quelle cose?” “Perché non sono reali”. Non perché ho paura, ma perché non sono reali, perché io vivo in un’altra realtà. Pensate a San Francesco, perché tutti lo ritenevano un pazzo? Perché lui viveva in un’altra realtà, che è Gesù. Prima lo ritenevano tutti pazzo, dopo tutti santo.
Sant’Antonio da Padova? Santa Teresa D’Avila? San Giovanni della Croce che è stato messo in prigione dai suoi frati per 9 mesi, tanto era normale per loro? San Giovanni Bosco che lo volevano portare in manicomio? Questi sono i Santi, vivono un’altra realtà.
La conversione è: esercitare questo nuovo orientamento della nostra vita, che è un’inversione della realtà, dove la realtà è Dio, è Gesù. Noi dobbiamo vivere questo nuovo modo di convertirci, noi dobbiamo insegnare alla gente questa bellissima analisi che ha fatto Papa Benedetto XVI, questa è la conversione!
Smettiamola con quelle cose per le quali: “Io in Quaresima non mangio i dolci”. Mi spieghi che cosa vuol dire “Io in Quaresima non mangio i dolci”? Va be, fai la dieta. E quindi? Questo che cosa dà di novità di senso alla tua vita di fede, alla tua vita umana? In Quaresima non mangio i dolci, poi arriva Pasqua e mi mangio 5 colombe, allora a cosa è servito? A niente.
Cerchiamo, mi raccomando, di convertirci.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
VANGELO (Lc 13, 1-9)
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».