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Le Litanie Lauretane: Mater Christi e Mater Ecclesiae

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 5 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Le Litanie Lauretane: Mater Christi e Mater Ecclesiae

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

Eccoci giunti a giovedì 5 maggio 2022, primo giovedì del mese di maggio, quindi, come sempre, io mi permetto di ricordarvi la bellissima pratica dei “Primi sei giovedì del mese”, tanto raccomandata da Gesù alla Beata Alexandrina Maria da Costa.

Io ne ho già parlato tante volte di questa pratica e ho anche fatto un PDF che raccoglie le tre pratiche dei “Primi sei giovedì del mese”, dei “Primi nove venerdì del mese” e dei “Primi cinque sabati del mese”, con tutte le condizioni, tutto quello che bisogna fare, le fonti.

Quindi, chi dovesse averne bisogno, me lo chiede e io glielo mando, gratis, nel senso che non l’ho fatto per uno scopo commerciale, l’ho fatto per uno scopo puramente spirituale, quello di diffondere il più possibile le richieste di Gesù, che spesse volte non sono neanche conosciute, e per questo lo raccomando tanto.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo VI di San Giovanni, versetti 44-51.

Gesù è la vera manna, la vera manna del Cielo, Gesù è “il pane” che discende dal Cielo e che dà la vita eterna, e che è la Sua Carne.

Quindi, l’Eucarestia è la nostra manna, la nuova manna, la manna che ci serve per non essere sopraffatti dal mondo, dalla carne e dal demonio.

Come ogni giorno abbiamo bisogno di nutrire il nostro corpo, così ogni giorno abbiamo bisogno di nutrire la nostra anima, e quindi di nutrirci di questo pane disceso dal Cielo, di questa manna celeste.

Oggi, primo giovedì del mese, è proprio un giorno totalmente dedicato all’Eucarestia; oltre al tema dell’Ora Santa, da fare quest’oggi per tenere compagnia a Gesù nel Getsemani, oggi c’è proprio questa centralità dell’Eucarestia (che Gesù alla Beata Alexandrina Maria da Costa ha tanto domandato), questo Suo volere essere tutto per noi.

Allora andiamo avanti con la meditazione del libro “Litanie Lauretane”, scritto da Don Giorgio Basadonna, Libreria Editrice Vaticana.

Siamo giunti alla Litania “Mater Christi”, “Madre di Cristo”.

Madre di Cristo

“Siamo abituati a vedere Maria rappresentata quasi sempre con

in braccio Gesù Bambino. È un dato quasi obbligato, è l’espressione più corrente e più espressiva di questa donna che deve tutta la sua grandezza al fatto di essere madre di Gesù che è uomo e Dio. Invocare Maria come «madre di Cristo» è quasi l’unico modo per dire in due parole tutto il mistero divino che si nasconde in questa donna «umile ed alta più che creatura», donna come tutte le donne, e donna unica in tutta la storia dell’umanità”.

Con “Madre di Cristo”, noi diciamo, certo con due parole, tutto il mistero divino che si nasconde nella Vergine Maria.

“Madre di Cristo, perché lo ha concepito, lo ha portato in grembo per nove mesi (come è significativa nella sua semplicità la liturgia che pone la festa dell’Annunciazione nove mesi giusti prima del Natale di Gesù: venticinque marzo e venticinque dicembre!)”.

Siamo a maggio, noi ovviamente non ci ricordiamo più cosa è successo il 25 marzo… e invece, ogni tanto dovremmo fare memoria del 25 marzo, perché, tot tempo fa, questa fanciulla, la Vergine Maria, era già quasi un mese e mezzo che stava attendendo il Pargoletto Divino.

Quando sarà giugno, agosto, all’Assunta, in alcuni momenti del mese, magari il 25 di ogni mese, per esempio, ci farebbe bene e sarebbe bello che noi pensassimo: «Ecco, sono passati due mesi, tre mesi, quattro mesi… siamo al sesto mese di gravidanza, la Vergine Maria da sei mesi sta portando in grembo il Bambino Gesù».

Di fatto, quando noi arriviamo al 25 marzo, noi ci stiamo già preparando al Natale, dovremmo già iniziare i preparativi per il Natale, perché, come sapete, quando arriva un bimbo in una famiglia, si cominciano i preparativi.

Ti dicono: «Guardi, più o meno nascerà in questa data…», e si comincia a mettere insieme le cose, non puoi farlo il giorno prima.

Quindi si prepara la cameretta, si prepara la culla; le nonne, le zie, le amiche, almeno una volta, iniziavano a preparare i corredini, l’abitino del Battesimo, le babbuccine (bellissime questa sorta di scarpine-calzine che si mettevano), poi le berrettine, le copertine, insomma si comincia un po’ a preparare il tutto, ad arredare la sua cameretta, perché sta per arrivare una nuova vita.

Se così hanno fatto per ciascuno di noi, se così facciamo per ogni bimbo, a maggior ragione, dovremmo fare ancora di più per il Bambino Gesù, e quindi dire: «Manca poco!»

Sapete, quando sta per nascere un bimbo, sembra sempre che sia domani, è sempre una dolce attesa; anche quando comporta delle fatiche, delle sofferenze, dei dolori, comunque, per una mamma, è sempre una dolce attesa, carica di tanta speranza, di tanto desiderio, insomma è un tempo molto particolare.

Quindi, anche noi dovremmo metterci in questa condizione di pensare e di ringraziare ogni 25 del mese (dico io, è una idea che viene a me adesso), ringraziare almeno una volta al mese, da marzo a dicembre, la Vergine Maria per il Suo “Sì”.

“Madre di Cristo perché lo dà alla luce a Betlemme, il paese d’origine di Davide di cui il Messia è discendente, perché lo presenta al tempio quaranta giorni dopo la nascita, perché lo salva dalla crudele persecuzione di Erode…”

Pensate quante cose la Madre di Cristo ha fatto insieme a San Giuseppe…

“…e poi lo nutre e lo educa a Nazaret e lo cerca quando si ferma a Gerusalemme senza avvisarla. Madre di Cristo perché lo prega di risolvere lo scompiglio del banchetto nuziale di Cana, perché lo segue e lo cerca nel suo pellegrinare per le vie della sua terra. Madre di Cristo perché un’altra volta lo genera quando lo riceve nel suo grembo deposto dalla croce ed accoglie come figlio Giovanni, il discepolo prediletto. Madre di Cristo perché, nell’attesa dello Spirito, accompagna la preghiera della prima comunità radunata con gli Apostoli, formando il germe della Chiesa viva e attiva, contemplativa e animata dalla misteriosa e invisibile presenza del Figlio risorto.

Maria è la «madre», madre nel senso più pieno perché madre di Cristo, l’uomo vero, l’uomo perfetto, l’uomo completo, l’uomo nel quale ogni uomo si specchia e si misura, si confronta e si verifica. Per questo, contemplarla con in braccio Gesù, non è un cedimento sentimentale, né un ridurre la sua figura: è solamente leggere in pienezza la figura e il valore di questa donna.

Siccome è madre di Cristo, è la prima a essere salvata, redenta e riempita di grazia, è la prima creatura che accoglie in pienezza il dono di Dio, la redenzione di cui tutti hanno bisogno.

Ben vengano le immagini di Maria che lungo i secoli di storia cristiana hanno presentato questa maternità come un segno e un simbolo, e spesso  hanno indugiato più sull’aspetto materiale che non su quello spirituale presentando Maria come una mamma qualunque, negli atteggiamenti più teneri e affettuosi, nel suo allattare il bambino, nel suo intrattenerlo assieme al cugino Giovanni, nel suo ordinare la casa di Nazaret con il lavoro emblematico della donna del popolo!

Ben vengano queste figure così cariche di umanità fino quasi a racchiudervi tutto il valore di questa donna: sono il continuo richiamo alla scelta di Dio di aver voluto nascere e crescere come tutti gli altri uomini, privilegiando una donna come madre propria e madre nel senso più completo!

Sono immagini che insistono su un lato fondamentale della fede

cristiana, sulla certezza di un Dio-uomo, di una redenzione concreta iscritta dentro la quotidianità per offrire a tutti e sempre il dono infinito di una presenza di salvezza.

La madre di Cristo prenda in braccio anche noi per renderci figli obbedienti, in comunione sempre più profonda con Dio”.

Io ho svolto i primi anni del mio Ministero Sacerdotale, per dodici anni circa, se non ricordo male, proprio in un Santuario dedicato alla Divina Maternità di Maria, bellissimo. Lì, tanti anni prima, feci la mia Professione semplice, lì entrai in convento, lì iniziai il mio Postulandato, lì feci il ritiro in preparazione al Sacerdozio.

Quanto si sentiva e si sente la presenza di Maria nelle case a Lei dedicate… ed era bello vedere questo concorso di popolo che rendeva omaggio alla Madre di Dio e alla Madre di Cristo, nell’atto di allattare il bambino.

Dalle nostre parti qui al nord, ma forse anche un po’ in tutta Italia, si chiamano le Madonne del latte, e ci sono anche delle edicole lungo le strade, lungo i sentieri, dedicate proprio a questa immagine della Vergine Maria in questo atteggiamento così bello, così umano, così delicato, così dolce, come quello di allattare il proprio Bambino.

Quest’oggi vediamo anche un’altra Litania che è “Mater Ecclesiae”, “Madre della Chiesa”.

Madre della Chiesa

“Questa invocazione non appartiene alle «litanie» come siamo abituati: è una invocazione che esplicita quanto il Concilio Vaticano II ha espresso nella costituzione «Lumen Gentium» sulla Chiesa. C’è un capitolo intero dedicato a Maria SS.ma presentata come «Madre della Chiesa», ed è stato il Papa Paolo VI a fare propria questa dichiarazione.

Lo stesso Papa spiega questa invocazione nella sua esortazione apostolica «Marialis Cultus» del febbraio 1974: «È un aspetto particolare dei rapporti intercorrenti tra Maria e la liturgia, vale a dire Maria è modello dell’atteggiamento spirituale con cui la Chiesa celebra e vive i divini misteri».

Come sempre, nella devozione alla Madonna non si deve dimenticare che Maria è una creatura, e come tale è «salvata», redenta da Gesù, ricondotta alla santità originaria per i meriti di Gesù, il figlio di Dio fatto uomo. Ella diventa «madre» della Chiesa, perché ne è il modello, perché mostra a chiunque voglia essere discepolo di Cristo, e quindi membro della Chiesa, quali siano o debbano essere gli elementi portanti di questa scelta, come si debba e si possa essere seguaci di Cristo”.

Quindi, vedete, è proprio il modello, è il punto di riferimento, è ciò a cui bisogna ispirarsi, per essere veri discepoli di Gesù.

“Maria è «la vergine in ascolto», colei che accoglie la parola di Dio con fede e vi si affida totalmente, così che la parola «si fa carne» nella sua carne e la santifica pienamente. La Chiesa è in ascolto della parola di Dio, per poterla sempre trasmettere incorrotta lungo i secoli e offrirla all’uomo di tutti i tempi e di tutte le regioni”.

Quindi, è il nostro modello di come si ascolta la Parola di Dio

“Il discepolo, non può non lasciarsi guidare dalla Chiesa nel suo impegno di ascolto per conformarsi a quella parola che svela la verità. Maria è «la vergine in preghiera»: il suo canto di fronte a Elisabetta diventa un modello e un invito alla lode di Dio, al racconto gioioso e grato delle «grandi cose» che Dio opera nella storia. La Chiesa narra ai popoli l’azione di salvezza che Dio compie nel tempo, superando la logica di egoismo, di falsità e di morte che domina il mondo, e aiuta il cristiano a saper leggere sempre una presenza misteriosa ma efficace di Dio che accompagna il cammino della sua creatura. Maria è «la vergine offerente»…”

Vedete che belli questi richiami attraverso la Vergine Maria, questi richiami particolari, specifici.

“…che presenta Gesù al tempio e così entra nel mistero di Gesù che si offre al Padre come vittima di espiazione per il peccato del mondo. Sul Calvario, sotto la croce di Gesù, Maria è presente e, mentre offre la propria passione di madre, si associa «con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata».

La Chiesa offre continuamente il sacrificio di Gesù, come redenzione del mondo, e attraverso i suoi figli vive la sofferenza umana come partecipazione alla passione di Gesù, rendendo così ogni dolore un’occasione di salvezza”.

Si impara proprio dalla Vergine Maria.

“Ogni dolore è un’occasione di salvezza”: i sette dolori della Vergine Maria…

“Se invochiamo Maria come «madre della Chiesa», siamo noi tutti richiamati a questo mistero di amore e di dolore che si consuma sul Calvario e che si perpetua nella Chiesa, attraverso i sacramenti e principalmente l’Eucaristia”.

Ecco che ritorna il Vangelo di oggi, vedete?

“Così , invocare Maria con questo titolo rinnova la fedeltà alla Chiesa e richiama tutti a una partecipazione più viva e più personale alla comunità cristiana dalla quale e nella quale nasce e cresce la fede. Così si scopre ogni giorno il dono immenso di appartenere alla Chiesa, e ciascuno si interroga sul proprio modo di attuare questa responsabilità”.

Sì, dobbiamo proprio interrogarci su quanto noi siamo fedeli al nostro essere Chiesa.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

VANGELO (Gv 6, 44-51)

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

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