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Le Litanie Lauretane: Sancta Maria

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 2 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Le Litanie Lauretane: Sancta Maria

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

Eccoci giunti a lunedì 2 maggio 2022, oggi festeggiamo Sant’Atanasio, Vescovo e Dottore della Chiesa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo VI di San Giovanni, versetti 22-29.

«Che cosa dobbiamo fare?»

Questa è la domanda che noi sempre abbiamo addosso.

«Che cosa devo fare?»

Sempre questa domanda, no?

«Che cosa devo fare per essere più bravo?»

«Che cosa devo fare per avere la vita eterna?»

«Che cosa devo fare per cambiare?»

«Che cosa devo fare per fare la Volontà di Dio?»

«Che cosa devo fare per compiere le opere di Dio?»

«Che cosa devo fare…?»

“Fare”, noi dobbiamo “fare”, perché se non facciamo, noi non siamo. Un tempo qualcuno disse: “Cogito ergo sum”, adesso invece il motto è: “Tanto valgo, quanto sudo”, in tutto, sia nella vita spirituale, che in quella naturale. Se tu non sudi, tu non vali.

E quindi loro chiedono: «Che cosa dobbiamo fare? Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?»

Rispose Gesù: «Questa è l’opera di Dio. Non dovete fare niente. Volete fare l’opera di Dio? È una sola: che crediate in Colui che Egli ha mandato».

Fare che cosa? Niente! Devi credere, perché, se prima non credi, tu non puoi fare niente! Prima ci vuole la fede, quella vera, non quella che cerca Gesù per avere la pancia piena, non quella che cerca Gesù perché si sazia, non quella che si dà da fare per il cibo che perisce (e in questo cibo ci stanno dentro tante cose eh…), ma quella che si dà da fare per il cibo che dura per la vita eterna, che è l’Eucarestia.

Va bene, mi fermo, perché se no occupo tutto il tempo della meditazione nel commento di questo bellissimo passo del Vangelo.

Continuiamo a vedere le nostre Litanie Lauretane, oggi siamo a “Santa Maria”.

Santa Maria

“Le litanie iniziano col nome stesso di Maria: santa Maria!”

Bellissimo, no?

Santa Maria!

È bello chiamare la Vergine Maria: “Sancta Maria!”.

Proprio la prima Litania è il Suo nome, il Suo nome santo!

Santa Maria!… Bellissimo!

“È una esclamazione, una invocazione, è un richiamo: Maria, la madre di Gesù, è santa, è la donna redenta nel modo più pieno, la donna che ha accolto il dono unico di Dio e lo ha vissuto in pienezza. Santa Maria: dicendo così ci si mette in atteggiamento contemplativo, quasi si sta a «guardare» la dolce figura di lei, ci si riempie della sua ricchezza spirituale”.

Dobbiamo dire che, per dire le Litanie, dovremmo impiegarci, non so… un mese, perché vedete la densità teologica di ogni Litania, cosa sta dietro a quello che diciamo.

Noi dobbiamo sapere quello che diciamo, non possiamo vivere la fede dicendo cose che non sappiamo cosa vogliano dire.

Quindi, già dicendo “Santa Maria”, uno entra nella contemplazione.

“Maria è un nome molto diffuso tra la gente: molte donne lo portano come proprio…”

Anche io ho avuto questa grazia.

Il 31 di maggio del 2000, alle 13.30, io ottenni il permesso (che tenni segreto fino al giorno 8 ottobre dello stesso anno, quando feci la Professione solenne) di aggiungere al mio nome religioso, che era Fra Giorgio del Volto Santo, il nome “Maria”.

Non posso dirvi la gioia di quel giorno, l’ho scolpita qui come se fosse accaduto adesso…  e in Cielo vi dirò com’è andata. Vi farò ridere, perché la Vergine Maria è incredibile e grandiosa proprio. Non posso dirlo finché son vivo, per le ragioni che scoprirete in Cielo.

“…e anche qualche uomo lo ha come secondo nome (eccomi!). È segno che questa donna attira l’attenzione e indica qualcosa di bello e di buono, diventa quasi una assicurazione per il futuro, e rimane come una protezione per chi ne porta il nome”.

Verissimo! Tutto quello che sta scrivendo Don Giorgio Basadonna è assolutamente vero… bellissimo, ed è vero che rimane come una protezione.

“Maria è una donna modello: tante donne vorrebbero essere come lei, donna di fede, donna piena di speranza, donna che accetta il disegno di Dio su di lei, un disegno meraviglioso ma carico di mistero e di sofferenza. Ripetere questo nome nell’atteggiamento devoto e rispettoso genera nell’animo un senso di pace e una spinta verso scelte più coraggiose, in sintonia con il messaggio evangelico”.

Del resto, il Rosario è questo, no? “Ave Maria…” È la ripetizione di questo nome meraviglioso, sullo stile della preghiera del Pellegrino russo, che abbiamo già visto, che è la preghiera del cuore.

“Si ripete il nome di Maria in un modo ben diverso dal come oggi viene così spesso sciupato con un gergo squallido, dove anche il mistero e le realtà più sublimi vengono svilite con una superficialità spaventosa”.

Verissimo, verissimo, verissimo.

Un tempo, solo il nome di Maria, così come il mese di maggio tutto dedicato alla Vergine Maria, con le rose, la primavera, il sole che arriva, i Rosari nelle corti, le statue messe nei cortili dove tutti ci si ritrovava insieme a pregare, tutto richiamava bellezza, dolcezza, profumo, candore, voglia di vita, sintonia, armonia, tutto… tutto. Adesso non è più così.

Maria è «santa», perché da Dio preservata da ogni influsso di

peccato, perché amata da lui fino a renderla madre del suo figlio

uomo: ma è «santa» perché ha saputo rispondere con generosità al dono di Dio, perché ha voluto che la santità di Dio entrasse pienamente nella sua vita”.

Capite?

C’è un atto primario anticipativo di Dio nella vita di Maria Santissima, che è un atto eccezionale, l’Immacolata Concezione, ma c’è una risposta che è tanto importante quanto quell’atto di Dio, nel senso che l’atto stupendo di Dio che La sceglie non avrebbe nessun valore, se la Vergine Maria non avesse detto “Sì”.

Quindi sono due atti liberi: di Dio, con l’Immacolata Concezione che La preserva dal peccato originale e La rende Madre di Suo Figlio, e di Maria Santissima, che dice “Sì”, “Fiat”.

È Santa perché appunto risponde con generosità al dono di Dio, cioè dice un “Sì” pieno; quel “Fiat” è un “Sì” totale, è un “Sì”, che permette alla santità di Dio di entrare nella Sua vita.

Ecco perché è Santa, perché la santità di Dio entra nella Sua vita in quanto Lei compie perfettamente la Volontà di Dio.

Quando la santità di Dio entra nella vita dell’uomo (ed entra sempre, a partire dal Battesimo per i cristiani) coinvolge tutta la persona, ne cambia le prospettive, il ritmo, le abitudini, e conduce a una intimità sempre più profonda con lui”.

Ve l’ho detto pochi giorni fa: fate la fotografia ad una persona prima della conversione o nel momento in cui si è veramente convertita, e fate una fotografia dopo un anno da quando sta facendo un cammino serio. Voi vedrete fisicamente un cambiamento: cambiano i lineamenti del viso, cambia addirittura la postura, cambia tutto… è così.

È vero, quando la santità di Dio entra nella vita di un uomo, cambia tutto, cambia il ritmo, cambia le abitudini, cambia l’intimità con Lui, cambia le prospettive, cambia la persona, cambia tutto.

La vera conversione opera un cambiamento a 360 gradi, un cambiamento radicalissimo, profondissimo; tu, dopo due mesi, questa persona non la riconosci più, è un’altra. Dico due mesi per stare ampio.

“Noi invochiamo Maria come «santa» perché riconosciamo la sua grandezza e le diciamo la nostra ammirazione, vogliamo anche ringraziare Dio per le meraviglie che ha operato in questa donna rendendola segno di quanto avviene in ogni donna e in ogni creatura umana”.

Sì, è un “Grazie” per quello che Dio ha fatto nella Vergine Maria, ed è un “Grazie” per quello che Dio fa in ognuno di noi, quando Gli diamo spazio, quando diciamo “Sì”.

Questo mese di maggio dovrebbe essere il mese, mi verrebbe da dire, della nostra “resa mariana”, del farci proprio rapire cuore e mente da Dio.

“Da questa ammirazione nasce poi la voglia di imitarla…”

Certo! Tu, chi è che vai ad imitare? Colui che ammiri.

Forse è per questo che tanti figli e figlie non imitano i loro genitori, forse è per questo che tanti fedeli non imitano i loro Sacerdoti, perché non c’è molta ammirazione. Non sappiamo farci ammirare, cioè non siamo speciali nella nostra ordinarietà e quotidianità, non siamo interessanti.

Forse perché non siamo abitati da un fuoco divorante, che brucia senza consumare… vi ricorda qualcosa?

“…il desidero di far lievitare in noi i doni di Dio per intraprendere e continuare il nostro quotidiano cammino perché sia un cammino di santità. Santa Maria, prega per noi!”

Ecco, allora oggi, concentriamoci su questo bel titolo dato alla Vergine Maria nelle Litanie Lauretane.

ChiediamoLe la grazia di farci innamorare e cercare Gesù solo per il cibo che dura per la vita eterna, che è l’Eucarestia.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

VANGELO (Gv 6, 22-29)

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

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