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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 40

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul testo “La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia” di S. Pietro Giuliano Eymard di lunedì 11 luglio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 19,27-29)

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 40

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 11 luglio 2022.

Oggi celebriamo la Festa di San Benedetto, Abate e Patrono d’Europa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XIX di San Matteo, versetti 27-29.

Proseguiamo la meditazione del testo di San Pietro Giuliano Eymard sugli Esercizi Spirituali alla luce della Santissima Eucarestia.

Iniziamo oggi una nuova meditazione, che si intitola: “Bisogna fare bene ogni cosa”.

Credo che questa meditazione ci possa fare tanto bene, a tutti.

“QUINTO GIORNO.

Meditazione Prima.

Bisogna far bene ogni cosa.

Troverete che in questi esercizi poco vi parlo di Nostro Signore e del Santissimo Sacramento”.

Sarà venuto anche a voi, forse, questo pensiero, no?

Uno dice: «Padre Giorgio ci sta leggendo questi Esercizi Spirituali alla luce dell’Eucarestia, però, si parla di tante cose, ma dell’Eucarestia in senso stretto non ha ancora parlato bene».

A me verrebbe da dire a San Pietro Giuliano Eymard: «Mah, a me sembra che hai già parlato tanto dell’Eucarestia, nel senso che il riferimento è sempre a Gesù Eucarestia», ma probabilmente lui, come vedremo adesso, ha in mente un’altra cosa, e scrive:

“Vi è tempo per ogni cosa; ora si tratta non di Lui ma di voi: questo ritiro è destinato a rendervi buoni servi della sua divina Persona, purificandovi dalle colpe del vostro servizio ed aiutandovi ad acquistarne le virtù necessarie”.

Quindi, lui ci dice: «Adesso non stiamo parlando di Gesù Eucarestia, ma di voi, cioè, lo scopo di questi Esercizi Spirituali è “rendervi buoni servi della sua divina Persona, purificandovi dalle colpe del vostro servizio ed aiutandovi ad acquistarne le virtù necessarie”».

Quindi, la strutturazione di questi Esercizi Spirituali ha un suo senso ben preciso.

Stando agli Esercizi Spirituali che scrive lui, noi oggi saremmo al quinto giorno, quindi, ecco, capite che siamo un po’ disassati, nel senso che noi abbiamo già fatto un mese e undici giorni di Esercizi.

 Oggi inizia questo quinto giorno, mentre noi siamo già oltre i trenta, perché ci siamo soffermati tanto su alcune espressioni, su alcune sue riflessioni molto importanti, e quindi magari siamo stati due o tre giorni su un giorno solo, su una meditazione sola.

Lo scopo, quindi, è di parlare di noi, per sgomberare il terreno, per purificarci, per renderci degni servi.

Poi, parlerà di Gesù, e chissà cosa scopriremo…

“I. – Oggi diciamo: Bisogna far bene ogni cosa. Bisogna che il buon Dio possa dire di noi quel che si diceva di Gesù: «Tutto ha Egli fatto bene: Bene omnia fecit» (Marc., 7, 37). Tutto e ogni cosa in particolare. «Age quod agis: Fa quello che fai: sii tutto al tuo affare» dice l’Imitazione.

Tutte le azioni hanno, per dir così, diritto ad essere fatte bene. La giornata del religioso del Santissimo Sacramento (noi potremmo dire “la giornata di tutti coloro che hanno questa vocazione eucaristica”) è una catena, di cui il primo anello si fìssa il mattino all’Eucaristia e pure ad essa viene a far capo l’ultimo, la sera. Questa catena non deve avere nè interruzione nè differenza, nè nel metallo nè nella forma degli anelli: tutti gli atti devono essere eucaristici, fatti di grazia e di amore eucaristici e sul modello dell’Eucaristia. Dovete fare un lavoro qualsiasi così bene come l’adorazione, come la comunione, perché le vostre azioni hanno il loro valore dal Signore che ve le comanda e per cui le fate”.

Quindi, oggi dobbiamo dirci: «Da adesso, devo imparare a fare bene ogni cosa, come ha fatto Gesù».

“Bene omnia fecit” (Mc 7,37), ha fatto tutto bene.

Age, quod agis”, lo dovremmo scrivere in cucina, sulla porta per leggerlo prima di uscire, al lavoro sulla nostra scrivania, chi studia lo può mettere sul computer.

“Age, quod agis”: fa’ bene quello che fai! Sii tutto in quello che stai facendo, come dice “L’Imitazione di Cristo”.

Quindi, stai cucinando? Fallo bene, sii lì presente con la tua testa.

Noi non dobbiamo essere come le scimmie, che saltano di qua e di là, urlano e vivono nel disordine. No.

Noi stiamo cucinando? Cuciniamo!

Stai rammendando? Rammenda!

Stai pulendo la casa? Puliscila!

Age quod agis”, fa’ quello che fai, perché se no, sapete cosa succede?

Succede che, quando sto cucinando, penso di essere in chiesa; quando sono in chiesa, penso che devo cucinare, e, allora è un grande pasticcio.

A che cosa serve?

Se invece noi facciamo tutte le cose lì dove siamo, come siamo, e le facciamo bene, concentrati, quando poi arriverà il momento di stare con Dio, staremo solo con Dio.

Voi direte: «Eh vabbè, ma adesso, non è che quando cucino devo essere…»

Invece sì! Dobbiamo essere così.

Voi pensate a un neurochirurgo che dice: «No, vabbè, ma non è che io, quando opero il cervello, devo essere proprio lì presente, posso anche distrarmi un attimo». Pensate voi…

Ogni lavoro deve essere fatto bene, e in ogni lavoro devo essere totalmente lì, presente.

Quando studio, studio; non mi metto a rispondere ai messaggi, non mi metto a rispondere alle telefonate, non mi metto a fare questo, quello e quell’altro. No, se studio, studio.

Mi riposo? Mi riposo.

Vado a fare sport? Faccio sport.

Mi devo svagare? Mi svago.

Poi, la giornata è una catena: il primo anello è l’Eucarestia, l’ultimo anello è l’Eucarestia. Tutti i nostri atti devono essere eucaristici, fatti di grazia e di amore eucaristici, sul modello dell’Eucarestia.

Pensate… dovete fare un lavoro?

Fatelo così bene, come l’adorazione, come la Comunione.

Guardate che ce lo sta dicendo il fondatore dei Sacramentini eh…

Devi stirare? Lo devi fare bene come fai bene l’adorazione, lo devi fare bene come fai bene la Comunione.

Quante pasticciate che invece noi facciamo, e quante pasticciate diventano poi occasione di tensione, di nervosismo, di ingiustizia.

Devi fare quella cosa?

Falla bene, se no, non farla!

Se non hai voglia di farla, non farla!

Piuttosto che farla male, piuttosto che farla da distratto, non farla!

Se sai che devi dare gli esami, li dai, punto.

Uno dice: «Eh no ma…»

No! No, Gesù non farebbe così.

Perché, qualunque lavoro io debba fare, lo devo fare come l’adorazione e come la Comunione?

Perché le nostre azioni hanno il loro valore dal Signore, che ci chiede di farle in relazione al nostro stato di vita e per Cui noi le facciamo.

Quindi, se io Sacerdote, al mattino, devo fare le pulizie, bene, farò le pulizie. Le devo fare bene, mi devo impegnare a farle bene, esattamente come al pomeriggio dovrò confessare; sia l’una che l’altra azione devono essere fatte, sapendo che il loro valore viene dal Signore, che le comanda e per Cui le facciamo.

È molto importante eh, ricordiamocele queste cose, perché se no si rischia poi di diventare di quelli che trascurano i loro doveri di stato, perché devono pregare. Eh no, eh no, i tuoi doveri li devi fare, poi li devi fare bene; non solo li devi fare, ma li devi fare bene. Poi, farai tutte le preghiere che vuoi fare e che devi fare.

“Tutti gli atti di Nostro Signore erano divini e d’un merito infinito, perché divina era la persona del Verbo che li dirigeva e faceva suoi: tutte le vostre azioni devono essere religiose ed eucaristiche, fatte secondo la vostra grazia di religioso del SS. Sacramento, e di là devono trarre il loro proprio valore”.

Guardate che, veramente, qui c’è una saggezza incredibile.

Qualsiasi azione va fatta bene: mangiare, dormire, togliersi i vestiti e deporli per il giorno dopo, preparare la cartella alla sera, preparare le proprie cosine da portare via il giorno dopo, prepararsi prima di uscire…

Già ve l’ho detto, credo, questo esempio.

Quando si è un quattro o cinque, in una famiglia, o in un gruppo di amici che devono fare una passeggiata, devono uscire, devono fare qualcosa insieme, c’è sempre qualcuno che è ultimo, sempre.

Uno dice: «Ma è possibile?»

Niente da fare. Tu dici: «Usciamo alle 13.30 di casa», e c’è sempre qualcuno che alle 13.30 è ancora lì, che raccoglie le sue cose.

Perché? Perché queste azioni non sono né religiose né eucaristiche; non traggono la loro origine, la loro identità, la loro forza, da Gesù Eucarestia, perché se no saremmo i primi!

Pensate a tutto quello che ha fatto San Benedetto, di cui oggi facciamo la festa.

Chi ci vede, guardando le nostre opere, le nostre azioni, deve dire: «Guardando quella persona, come lavora, come fa le cose, si vede che c’è una differenza, rispetto a tutti gli altri». Più impegno, più rigore, più decoro, più nobiltà, più precisione, più ordine, più puntualità, più… più… più… Ci deve essere una marcia in più evidente, se no la nostra devozione eucaristica è falsa, perché non entra nella vita veramente.

“Tutto quello che qui avete da fare è una parte del vostro servizio eucaristico (pensate che bello!), e se vi inspirate a questo principio, voi non avrete più propensione per una cosa che per un’altra. Tutte le cose sono in se stesse indifferenti: il loro merito viene dalla volontà di Nostro Signore che ve le ordina mediante la regola; e se voi faceste un’azione eroica per cui non foste stato inviato, invece di una semplice e comune prescrittavi dall’obbedienza, sarebbe un’opera di morte, e Dio la riproverebbe”.

Attenzione:

“Non è buono se non quello che Egli comanda per il suo servizio”.

Poi, immaginate che tutto quello che noi facciamo durante la giornata è una parte del nostro servizio, del nostro amore a Gesù Eucarestia; tutto, dallo stare davanti al tabernacolo, fino ad andare a pulire i bagni, tutto; tutto è una parte del nostro servizio eucaristico.

Per questo non ci deve essere una cosa, di cui noi diciamo: «Questa mi piace di più di quell’altra». Sì, magari avremo più simpatia, però è indifferente, è giusto che lui dica che è indifferente, perché il merito non è legato alle cose che fai, ma alla Volontà di Gesù che te le chiede, è diverso.

Quindi, lui dice: «Persino un’azione eroica, che però non ti è stata chiesta, che però esula dai tuoi doveri, sarebbe un’opera di morte, e Dio la disapprova».

Perché? Perché è buono, è eroico, solo quello che Lui ci comanda per il Suo servizio, non quello che noi decidiamo che sia importante.

A una mamma, che cosa Dio comanda? Che sia una santa mamma e una santa sposa. Questo è il suo compito, non altro; tutto il resto viene dopo, ma innanzitutto, come Santa Rita, deve essere una brava mamma e una brava sposa.

Si devono vedere, nel suo modo di essere l’una e l’altra cosa, i tratti della sua devozione eucaristica. Poi, certo, avrà i suoi momenti di preghiera, la sua Santa Messa, la Confessione, tutte le cose belle che abbiamo detto fin qui, ma nello stesso tempo deve essere cosciente dei suoi doveri.

Io Sacerdote, se so che al pomeriggio del sabato ci sono le Confessioni, non posso dire: «No, io sto in camera a pregare la Vergine Maria».

No, tu prendi, scendi, e vai a fare le Confessioni.

«Ma a me piace di più stare in camera a pregare la Vergine Maria».

Ma la Vergine Maria adesso non ti chiede questo, la Vergine Maria adesso ti chiede di scendere a confessare, punto.

“Senza dubbio, certe azioni ci avvicinano maggiormente alla sua adorabile Persona e si fanno sotto il suo sguardo: sono perciò più consolanti e più onorevoli; ma sarebbe mal fare lasciar un impiego di obbedienza per venire all’adorazione, appiè di Nostro Signore: quest’opera non ha l’impronta della sua volontà, ed Egli non la riceve”.

Quindi, qua vediamo quanto è importante l’obbedienza, quanto è importante stare nella Volontà di Dio. È più importante fare la Volontà di Dio, che fare un’ora di adorazione!

Quanto tutto questo sconvolge le nostre prospettive, i nostri piani, il nostro modo di concepirci cristiani…

Quindi, il punto primo è questo tema dell’obbedienza e, se un religioso ha direttamente chi glielo comanda, chi non è religioso ha i suoi doveri di stato, e quindi lo capisce da solo.

Quindi, prima di metterti a pregare, alla sera, controlla il bidone dell’umido, il bidone della plastica, il bidone del vetro.

È tutto a posto, tutto portato via, svuotato e sistemato? Sì?

Bene.

Poi controlla il lavello della cucina, poi controlla che per terra non ci sia sporco, poi controlla che tua moglie, venendo a casa, povera donna, non si trovi a dovere stirare montagne, montagne, montagne infinite di vestiti, perché se no non va bene, perché avere una  moglie non vuol avere una schiava.

È diritto anche suo, anche lei ha un corpo come il tuo, che ha bisogno di riposo, che ha bisogno di…, allora le si andrà incontro.

Non le faccio portare su, poveretta, per dodici piani di scale, le borse della spesa, ma l’aiuterò, e via di seguito, no?

Quello che dobbiamo fare, facciamolo subito e facciamolo bene!

  • «Per favore, mi cambi la lampadina?»
  • «Sì, sì, subito»

… e passa un mese. Eh no!

  • «Per favore, mi cambi la lampadina?»
  • «Subito!»

Non dopo. Sapete che vi ho detto che c’è il portinaio dell’Inferno, che si chiama “Fra Poco”, poi c’è il maggiordomo dell’Inferno che si chiama “Fra Dopo”. È la stessa cosa, non va bene.

  • «Adesso!»

Domani vedremo questo tema: un’azione perché sia fatta bene deve avere certe condizioni particolari.

Ecco, domani vedremo quali sono queste condizioni particolari.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

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