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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 51

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul testo “La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia” di S. Pietro Giuliano Eymard di venerdì 22 luglio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Gv 20,1.11-18)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 51

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 22 luglio 2022.

Oggi celebriamo la Festa di Santa Maria Maddalena, la Festa di colei che ha visto il Signore e Lo annuncia a tutti.

Proseguiamo la nostra meditazione sul testo di San Pietro Giuliano Eymard.

“[…] Noi non dobbiamo essere, ricordatevelo bene, che ombre umane, come specie di cui il SS. Sacramento sia il soggetto vivo e personale.

Questo dono non è una cosa nuova in se stessa; S. Paolo diceva: «Vivo non già io, è il Cristo che vive in me» (Gal., 2,20). Alcuni santi l’hanno insegnato, e tutti l’hanno praticato; giacché come arrivare alla santità senza darsi totalmente a Gesù Cristo per essere assorbito da lui?”

Interessante questa espressione “ombre umane”… potremmo anche dire “ostensori”, che portano ovunque Gesù Sacramentato, che portano ovunque la presenza di Gesù, e che sempre possono dire: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me», e che sempre possono dire: «Ho visto il Signore… ho visto il Signore…»

“[…] Perciò [il mezzo della donazione totale a Gesù] noi lo diamo come il mezzo elementare della santità per tutti, come la chiave stessa della perfezione eucaristica, il cui lavoro tutto consisterà di poi nel rendere questo dono più completo e sempre più puro”.

Quindi, la perfezione eucaristica consiste in questo darsi totalmente a Gesù, in questo diventare ombre umane, ostensori.

“Così noi facciamo perché stimiamo sia questo il miglior modo di partecipare allo stato di adorazione di Nostro Signore nel SS. Sacramento, in cui Egli adora il suo divin Padre con l’annullamento personale di sé. — Adoriamo dunque noi pure e Lui stesso e il Padre con l’annientamento della nostra personalità”.

Abbiamo capito cosa vuol dire, eh?

Vuol dire rinnegare il proprio io; non vuol dire perdere la propria identità, non è questo eh, ma vuol dire proprio il rinnegamento profondo del proprio io, come quello che dice Gesù nel Vangelo: «Chi vuol venire dietro a Me, prenda la sua croce, rinneghi se stesso».

O meglio, chi vuole andare dietro a Gesù, è chiamato a fare che cosa?

A rinnegare se stesso, a prendere la sua croce e a seguirLo, sono tre cose; ma se io non mi rinnego, come faccio a seguirLo? Come faccio a prendere la croce?

“Ecco la vostra grazia e la vostra virtù; essa è per voi, e per le persone viventi nel mondo che avranno l’attrattiva del Santissimo Sacramento”.

Vedete? È per tutti questo discorso, non è solamente per chi è Sacramentino.

“Studiatela, e, se la comprenderete bene, aprirete nella pietà una vita nuova, non in se stessa, ma nella pratica: è la grazia della santità mediante l’Eucaristia.

III.  Ora, come Nostro Signore ha manifestato la donazione, che aveva fatto di se stesso al Padre, per mezzo della sua vita di continuo sacrificio, così voi pure, una volta che vi siete donati a lui, dovete come Lui abbracciare la croce e la morte della croce, per amore e con gioia; e poiché tal dono non può farsi che per amore, così per amore dovete sacrificarvi per attuarlo”.

Capite? Cioè, questa donazione di Gesù al Padre come avviene? Avviene attraverso il sacrificio. E allora anche noi dobbiamo quindi abbracciare la croce, la morte di croce per amore.

“Nostro Signore non cercò mai un piacere naturale, ma solo e in ogni cosa il beneplacito del Padre suo: ecco il vero amore”.

Il vero amore in che cosa consiste? Nel cercare il beneplacito del Padre.

Nelle relazioni che noi abbiamo, nei pensieri che coltiviamo, chissà se cerchiamo il beneplacito del Padre… in tutto, cioè quasi a dire: «Dio Padre è contento, è glorificato da questa cosa, da questa idea, da questo progetto, da questa opera?»

“Ed io vi dico che se non amate Nostro Signore, non amerete la sua croce; potrete fare di quando in quando atti crocifiggenti, — cioè degli atti di sacrificio — ma non vivrete nello stato di un crocifisso e non persevererete; farete giusto quel che ci vuole per salvarvi, ma non servirete e glorificherete Dio, com’Egli vi chiama a farlo”.

Quindi, vedete che è fondamentale questo amore, perché, se non amo Gesù, non posso amare la Sua croce, è impossibile. Possiamo fare delle piccole penitenze, possiamo fare… ma non possiamo vivere nello stato di un crocifisso e non possiamo perseverare.

“Amatelo dunque e soffrite per lui, ma perché Egli vi ha amati”.

È questa la ragione!

“Quando si presenta una cosa da farsi, esaminate come l’ha fatta Nostro Signore, entrate nelle sue intenzioni e fatela allo stesso modo; voi conoscete la sua vita.

Se quell’azione non ha riscontro nei Vangeli, domandate a voi stessi come Nostro Signore l’avrebbe fatta. Consultate la vostra grazia, la sua volontà in voi, e agite per analogia; avrete così un modello che riprodurrete; sarete a lui uniti nell’azione come lo strumento alla mano che lo guida; farete società con lui; sarete una cosa sola, Egli la testa e il capo, voi il membro e il servitore”.

Quindi, quando dobbiamo fare qualcosa, chiediamoci: «Gesù come l’ha fatta questa cosa? Non c’è nei Vangeli, non la troviamo nella Scrittura, ma Gesù come la farebbe?»

Ecco…

“Ma cercate sempre di piacergli a qualunque costo”.

È bella questa frase:

“Imitare, è bene; far piacere è più perfetto.

Non contentatevi di ciò che è doveroso: ma appena pensate che qualche cosa gli piace, fatelo”.

Uno vi chiede: «Perché fai questa cosa?». Perché piace a Gesù, punto.

“Amatelo ciascuno secondo la vostra condizione e la vostra grazia. I giovani amano più col cuore e con virtù generosa; gli uomini maturi con riflessione e fermezza di virtù; i vecchi col sacrificio di rassegnazione, poiché tutto li abbandona. Amatelo dunque secondo la vostra grazia e la vostra età; però, amatelo più che tutto e più che tutti. La ricompensa dei vostri sacrifici sarà di amarlo di più; è la sola che dovremmo ambire: sta a lui di darcene altre”.

Quindi, amateLo più che tutto e più che tutti, la ricompensa sta nell’amarLo di più.

“Ma se noi l’amiamo di più, Egli ci farà gustare più largamente la soavità del suo amore, la dolcezza del suo Cuore, le delizie della conversazione con Lui. Perché poco l’amiamo, non proviamo sovente queste delizie ineffabili”.

Forse è per questo che spesse volte siamo così impoveriti.

“Non siete voi umiliati di nulla sentire al vostro inginocchiatoio?”

Cioè, noi rimaniamo male quando non percepiamo niente verso Gesù.

“Domandate dunque al buon Dio, con incessanti sacrifici, di farvi sentire il suo Cuore aumentando in voi il suo amore”.

Più noi L’amiamo, più noi sentiremo il Suo Cuore.

“Fate di trovare questo Cuore sì tenero; e quando riposerete sul suo petto, ah! rimanetevi quanto potrete e bevete alle sorgenti dell’amore!

Se amate, voi crescerete nella forza e nella potenza della mortificazione…”

Ecco che ritorna ancora il tema…

“… vi andrete come per bisogno; ma se poco amate, ah! come sarete poco mortificati! La mortificazione è la misura dell’amore; è la pietra di paragone della santità. E quand’anche predicaste stupendamente e convertiste tutto il mondo, se non avete questa virtù, voi siete come l’acqua del fonte battesimale la quale purifica il battezzando e va a perdersi sotterra.

Questa mortificazione di amore divenga dunque l’anima della vostr’anima.

Amate, e quando vi troverete in faccia al sacrificio, dite: O mio Dio, che mi hai tanto amato, lo farò per renderti un po’ di amore.

Dopo quest’atto d’amore, il sacrificio non vi costerà più, perché è già fatto nella vostra volontà e nel vostro cuore”.

La mortificazione è la misura dell’amore; è la pietra di paragone della santità”.

È fondamentale avere questa virtù: sapersi mortificare.

Abbiamo già visto che non servono chissà quali opere penitenziali, basta la vita, bastano le occasioni che ci offre l’esistenza; è sufficiente quello, però bisogna farlo per amore (si chiama appunto la “mortificazione d’amore”).

Deve diventare proprio uno stile, infatti lui dice: “Questa mortificazione di amore divenga dunque l’anima della vostr’anima”.

E quando stiamo per farla, la facciamo in virtù del fatto che il Signore ci ha amato: «Tanto mi hai amato da darmi il Tuo Figlio, tanto mi hai amato da darmi la Tua vita, allora io lo farò per renderTi un pochino di questo amore».

Importantissimo.

Bene. Abbiamo finito anche questa meditazione.

Usiamo questa giornata dedicata a Santa Maria Maddalena proprio per riflettere, per chiedere al Signore la grazia di fare tutto per amore, fare tutto per piacerGli, fare tutto per corrispondere a Lui.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

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