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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 14

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di venerdì 14 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 12, 1-7)

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 14 ottobre 2022.

Ricordiamo oggi san Callisto I, papa e martire.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo dodicesimo del Vangelo di san Luca, versetti 1-7.

Ricordiamo che oggi ricorre il quarto venerdì della pratica dei Quindici Venerdì suggerita da don Giuseppe Tomaselli che Gesù ha voluto come pratica di amore e devozione al suo Sacratissimo Cuore e oggi preghiamo in modo particolare per la conversione dei peccatori.

Inoltre, come ogni venerdì, vi ricordo la pratica della preghiera della Coroncina in onore delle Sante Piaghe di Gesù.

Continuiamo la nostra meditazione sul libro del beato Alano; siamo arrivati al capitolo 23 dal titolo:

I promotori, i difensori e i protettori del Salterio e della Fraternità.

I predicatori, i difensori, i divulgatori e i sostenitori del Salterio non devono essere privati affatto della lode ad essi dovuta.

Quindi tutte le volte che noi diventiamo promotori, difensori, protettori, sostenitori del Salterio ecco cosa siamo, sentiamo:

  1. Essi infatti sono i maggiori Angeli di Dio, che rischiararono con la luce i più piccoli in Cielo, affinché primeggiassero nell’amore e nell’onore di Dio Creatore. 
  2. Sono, come il buon Abele, coloro che promuovono il culto di Dio; sono come Set, che invocano il nome del Signore (Gen. 4). 
  3. Sono un secondo Noè (Gen. 7), che salvano dal diluvio dei peccati molte anime nell’Arca della Fraternità: infatti costruiscono, in segno di pace, l’Arca dell’alleanza per i peccatori, supplicano che la colomba si levi in alto verso coloro che sono tentati, con il ramo di olivo della divina pietà.
  4. Sono gli Abramo, che liberano i prigionieri dalla mano di gente peccatrice (Gen. 14).
  5. Sono, come Isacco, che scavano pozzi delle acque di grazia e di benedizione (Gen. 26).
  6. Essi costruiscono la scala del Cielo, come Giacobbe (Gen. 28), con la quale i peccatori possono ritornare a Dio. 
  7. Essi seminano con Giacobbe (Gen. 26) i campi delle grazie e raccolgono la messe abbondantissima nei granai. 
  8. Le buone grazie e la fama di quelli si levano, come i covoni di Giuseppe, (Gen. 37), e sono tenute parimenti in ammirazione e in venerazione dagli altri. 
  9. Essi, come Giuseppe in Egitto (Gen. 41), sono salvatori del mondo, che sostengono con le loro preghiere dei Salteri.
  10. Essi, come Mosè, pascolano le pecore fedeli tra le preghiere; loro che producono mediante la verga della penitenza cose meravigliose e grandi per le conversioni dei peccatori, e conversioni più sante, infliggendo ai demoni molte e gravi piaghe, per liberare dalla schiavitù coloro che sono legati per la colpa, per fare scendere dal cielo la manna della grazia e dell’Eucaristia, per far uscire dalle rocce le lacrime della penitenza, per condurre i fratelli sul monte del celeste ed eterno riposo.

Le nostre vite cambiano così, se impariamo ogni giorno a recitare il Salterio di Gesù e di Maria… così! Ve l’ho già detto: datevi trenta giorni e vedrete (anche in meno di trenta giorni…) che cosa non scoprirete in questa bellissima preghiera, quanto la vostra vita cambierà e quanto cambierà la vita degli altri.

  1. Sono, come Giosuè, che fanno passare attraverso il Giordano del mondo i Confratelli asciutti, nel tempo in cui formano e rinnovano con l’esempio, con il merito e con la parola, allo stesso modo buoni e cattivi al culto di Dio. 
  2. Sono i Samuele (1. Sam. 8), istruttori del popolo e guide verso ogni dignità di vita. 
  3. Sono i Davide (1 Sam. 17), che abbattono mediante la fionda del Salterio il Golia di Satana con le cinque purissime pietre della Cinquantina. 

I Pater Noster

  1. Sono gli Elia (1 Re 19), che sono assai zelanti della Legge, per la fine dei ribelli e per la salvezza di quelli che si ravvedono. 
  2. Sono gli Eliseo che compiono, per virtù del Salterio, molte cose meravigliose in segni e prodigi.
  3. Ecco i fieri Geremia, che portano in giro la catena del Salterio al collo, per annunciare nello stesso tempo ai colpevoli l’iniquità e la penitenza. 
  4. Ecco i Daniele, che attraverso lo squarcio delle Ferite di Cristo offrono preghiere verso la casa di Dio. 
  5. Ecco i Zorobabele, che liberano moltissimi dalla schiavitù Babilonese. 
  6. Ecco gli Isaia, che dopo aver pregato e meditato assiduamente, contemplano le sorgenti della dottrina, e predicano l’Incarnazione e la passione di Cristo. 
  7. Ecco gli Esdra e i Neemia, che ravvivano il fuoco della Carità sotterrato e quasi spento; che restituiscono la Legge abbandonata e riedificano il Tempio di Gerusalemme.
  8. Essi sono i compagni di Gabriele nell’Angelica Salutazione, che annunciano più spesso al mondo. 
  9. Sono i Confratelli degli Angeli, che invocano la pace della Confraternita agli uomini di buona volontà, nella divina lode di Cristo, nato dall’intatto grembo Verginale. 
  10. Essi sono i Discepoli imitatori e seguaci di Cristo: sono gli Apostoli che consegnano al mondo il Vangelo della Salutazione (Angelica) e dell’Orazione (del Signore). 
  11. Sono gli intercessori a favore delle genti e dei malati, poiché li conducono a Cristo perché li guarisca. 
  12. Sono i presenti alla Trasfigurazione del Signore, i testimoni e predicatori dell’Agonia nell’orto, della Crocifissione sul monte e dell’Ascensione. 

Ho trovato e ho letto queste cose nel Mariale di Giovanni dal Monte, predicatore e inseparabile compagno nella predicazione del nostro Santo Padre Domenico.

Diciamo che sono parole meravigliose: quando predichiamo e diffondiamo la Corona del Salterio di Gesù e di Maria non possiamo non ricordare tutto questo.

Ora ci dedichiamo alla lettura del capitolo 24.

I denigratori ed istigatori del Salterio.

Non mancano quelli che per nulla arrossiscono o inorridiscono a denigrare il Salterio del Figlio e della Madre di Dio, in parte per una certa malizia e invidia del diavolo, in parte per ignoranza, anche se artificiosa ed oziosa. E sguainano una velenosa maldicenza contro le cose dette prima non senza un grave scandalo dei piccoli e il turbamento dei devoti. 

Eh, sì: ci sono queste persone e dobbiamo anche dire che non sono poche. Hanno in odio la preghiera del Rosario, figuriamoci poi quella del Salterio di Gesù e di Maria! Ed è vero che usano un veleno contro tutto quello che abbiamo detto fin qui e sputano veleno dicendo cose molto brutte che poi rimangono impresse nella memoria dei ragazzi e dei giovani. Io ne ho in mente alcune successe a me: veramente molto brutte, irripetibili contro la devozione verso la Vergine Maria e, nella fattispecie contro il Rosario, quindi contro il Salterio. Questo crea scandalo.

Chi sono costoro? Si devono riconoscere nei lineamenti.

  1. Essi sono il Grande Drago, che muove guerra contro la Donna Vergine (Ap. 12), il quale con la coda del suo errore trascina la terza parte delle stelle del cielo, vale a dire dei devoti e le butta nella terra dello scandalo. Ohimè! La lingua pestifera di vipera con un solo soffio in un momento può corrompere più di quanto ogni arte e cura dei medici può lungamente giovare nel tentativo di restituire la salute. L’aiuta l’inclinazione dell’umana natura al male.

La loro è veramente una ‘lingua pestifera di vipera’, io direi di mamba, il serpente più velenoso che ci sia. Poi è difficile riportare alla salute…

  1. Essi sono come il serpente (Gen. 3), seduttore dei primi uomini. 
  2. Sono come la leggera Eva, che con la sapienza della carne fanno scacciare molti dal Paradiso della devozione nel Salterio della Vergine.
  3. Essi sono (Gen. 37), le cattivissime bestie dell’invidia, quelli che divorano e perseguitano i Giuseppe più giusti di loro. 

Ricordate che cosa hanno fatto i fratelli di Giuseppe mossi dall’invidia?

Quindi sono: il grande Drago, il Serpente antico, Eva, i fratelli invidiosi di Giuseppe che avevano intenzioni omicide.

  1. Sono come gli esploratori della Terra Promessa, che annunciano cose false su di essa agli Israeliti (Deut. 2), affinché, con l’inganno di essi, il popolo muoia nel deserto.
  2. Sono i grandi uomini, che ammettono la Terra Promessa della Sacra Scrittura, tuttavia trascinano il popolo con parole ed esempi dalla via della vera vita, verso la morte. 
  3. Essi sono gli Acan di Gerico, che attirano la maledizione con l’inganno, e perciò (Gs.7), sconvolgono tutto il popolo del Signore. Guai a quelli, che hanno la sorte della lapidazione e della combustione. 
  4. Essi sono, come Peninna, moglie di Elkan (1Sam. 1), che hanno in dispregio la profetessa Anna dedita alle preghiere, e allora sono stati puniti con la maledizione. 

Ci sono anche questi… su questo dobbiamo fermarci un po’. Ci sono persone come Peninnà, la moglie di Elcana: disprezzano coloro che pregano, li disprezzano, li vedono peggio che se fossero dei demoni; hanno in dispregio chi prega, li disprezzano nel loro cuore, li giudicano nel modo peggiore possibile perché amano il Signore, servono il Signore. E siccome loro non pregano, pregano male o non pregano come dovrebbero, quando vedono un fedele devoto lo disprezzano.

Purtroppo questo avviene anche all’interno delle famiglie dove si respira una totale mancanza di rispetto. Se uno è vegano, vegetariano, va bene e ci mancherebbe! Se uno si sveglia alle cinque del mattino per andare a correre, va benissimo e il consenso di tutti è totale, ma se uno lo fa per pregare o andare alla Messa… guai! Se uno si rifà il colore delle unghie delle dita ogni due giorni, se uno va dalla parrucchiera ogni settimana va benissimo, ma se uno va a confessarsi ogni settimana, merita il disprezzo. E chi disprezza chi prega verrà punito con la maledizione.

  1. Essi sono gli Eli che credono Sant’Anna, la Fraternità che prega, ubriaca e figlia di Belial. Guai a costoro sul precipizio della morte.
  2. Essi sono, come Manasse, trucidatore di Profeti e sovvertitore della Legge divina (2 Re 21).
  3. Sono, come Nabucodonosor, distruttore della città santa e del tempio di Dio. Guai! Se mai un giorno chiederanno del tempo per fare penitenza, tuttavia non potranno trovarlo. 

Sono parole fortissime quelle del beato Alano: “Se mai un giorno chiederanno del tempo per fare penitenza, tuttavia non potranno trovarlo”. Quelli che perseguitano e denigrano, quelli che sono i denigratori del Salterio.

  1. Sono, come Erode, infanticida, che scandalizzano i piccoli del popolo ignaro per mezzo della brutale spada della lingua denigratrice. Essi mettono in fuga Gesù e Maria verso l’Egitto, mentre trascinano il popolo dalla retta alla profana devozione. 
  2. Essi sono i Farisei calunniatori della dottrina di Cristo e attentatori della sua vita. 
  3. Sono gli stessi che scherniscono il Signore che pende dalla Croce e che implora la salvezza del mondo. 
  4. Essi sono il pozzo dell’abisso (Ap. 9), che riempie il mondo con il fumo della sua vanità e che fa uscire da esso le locuste degli errori e degli scandali contro i servi di Dio: Guai al mondo per lo scandalo. Da questo e da altri guai, libera l’Ave della liberatrice per mezzo di Gesù Cristo.

Perciò,
Salmo 150: Lodate lui nel Salterio.
Salmo 32: Nel Salterio a dieci corde salmodiate a lui. Cantate al Signore il cantico nuovo dell’Angelica Salutazione: Cantate al Signore tutta la terra, vale a dire, ogni uomo.
Romani 16: Salutate Maria, Madre di Dio, che si è affaticata molto insieme a me, in mezzo a voi.
Cantate come i cantori nel Tabernacolo di Mosè e nel Tempio di Salomone, affinché lodiamo insieme agli Angeli la Santissima Trinità e la Regina dei Santi nell’eterna felicità, per mezzo di Gesù Cristo.

Avete visto che sono parole molto forti…

Terminata la parte dell’Apologia, iniziamo una nuova parte:

Racconti, Rivelazioni, Visioni del beato Alano della Rupe riportato alla vita.

Capitolo primo

Prologo di elogio sul Salterio dello Sposo e della Sposa, vale a dire di Gesù Cristo e di Maria, Vergine Madre di Dio.

O Dio, canterò a te un Canto nuovo: canterò a te sul Salterio a dieci Corde (Salmo 143).

Qui abbiamo una bellissima immagine relativa al vecchio Testamento, il Salterio a dieci corde, che prelude al Santo Rosario.

 Qui lo stesso Salmodiante esorta anche gli adoratori di Dio: Cantate al Signore un Canto nuovo, perché ha fatto meraviglie (Sl.97), di certo nell’Incarnazione, nella Passione e nella Risurrezione del Figlio suo. Tali cose meravigliose insieme agli altri benefici ottenuti per noi da Dio, rivendicano per sé chiaramente il posto più importante, giacché per esse, ogni cristiano è obbligato con tutta l’anima a Dio. E’ importantissimo che anche noi quasi a gara, effondiamo le nostre anime al cospetto di Dio nelle sue lodi con tutto il cuore, la parola e l’azione; e che non ci accusino di avere un animo ingrato. Quanto più si deve seguire il Salmodiante e cantare al Signore un Canto nuovo.

Ogni cristiano è obbligato a innalzare a Dio questo canto nuovo con tutta l’anima: facciamo dunque a gara, lui dice, nelle Lodi fatte con tutto il cuore, la parola e l’azione affinché non veniamo accusati di essere ingrati. Ecco perché vi suggerisco di usare ogni momento possibile… voi non avete idea di quante Ave Maria possiamo dire mentre andiamo a fare il caffè: provate… mettete le cuffiette e fate partire il Rosario, così avete anche le mani libere… Voi non avete idea di quanto Salterio di Gesù e di Maria possiamo dire da quando apriamo gli occhi a quando arriviamo alla Messa… così stiamo zitti! E quanti simboli abbiamo… “Quando mi lavo la faccia?” Ma stai scherzando? Pensate quanti simboli abbiamo mentre ci prepariamo al mattino a uscire: il lavaggio della faccia, degli occhi, delle mani… pensate quanti rimandi e quanto dobbiamo pregare la Vergine Maria perché ci purifichi, ci renda un volto nuovo e bello, ci renda le mandi monde e pulite, sempre immacolate, che non facciano del male a nessuno e che non si sporchino durante la giornata con le cose del mondo… Fare colazione raccolti…

Nuovo: poiché secondo San Bernardo, è divino quel Canto Nuziale dello Sposo e della Sposa, la duplice preghiera del Nuovo Testamento, uscita dalla bocca di Dio. Una di queste preghiere, la espose l’auspice Gabriele a Maria Sposa di Dio, l’altra preghiera, lo Sposo Cristo alla sua Chiesa. E perciò, quella è l’Angelica Salutazione, questa è l’Orazione del Signore: entrambe ricevettero il nome dallo stesso avvenimento, ed il titolo dall’Autore. 

Questo cantico è nuovo poi perché è il nuovo aiuto dato dal Cielo agli uomini, per impetrare con le divine preghiere il perdono delle nostre colpe. Ed esso è davanti a Dio di un’efficacia straordinaria a dirsi, di un’infinita utilità, di un valore inenarrabile e infine di una dolcezza inestimabile. 

Esso elargisce le consolazioni divine, procura le sacre rivelazioni ed opera grandissimi miracoli. Questo fu all’inizio del Vangelo, il saluto dell’Angelo: Il Verbo si fece Carne; questo è il dono dei doni per tre volte Santissimo; è la luminosissima direzione di tutte le rivelazioni; è il più alto dei più grandi miracoli e la cosa più alta di tutte le cose. È nuovo infine: perché la nuova Chiesa fu generata da entrambe le preghiere, e sorgendo crebbe e accresciuta anche di tutti i carismi di grazia, e fu corroborata in spirito, vigore e sangue, scossa senza dubbio, ma per nulla mai rovinata.

Quale Cristiano dunque non accoglierebbe con gioia i due Divini Canti e Cantici Nuziali, quello di Cristo, Sposo di Maria, e della Sposa, come caste Nozze, o un celeste Inno nuziale?

I divini canti’: la Salutazione Angelica e il Pater Noster, i Cantici Nuziali!

In essi, infatti, c’è il gaudio beato degli Angeli, il Giubileo e il giubilo di Cristo e di Maria; per essi esulta trionfante tutta la Corte celeste, e la Chiesa militante lotta fortemente in campo aperto. O piacevole spettacolo offerto a Dio, agli angeli e agli uomini! Chi distoglie mai gli occhi, chi l’animo, chi la cura e l’amore da questa tale cosa persino per la durata di un solo istante?

È quello che vi dicevo prima: quando voi cominciate a fare questa cosa, vedete che non ne potrete fare a meno e poi, se anche vi dimenticate, il vostro Angelo custode vi tocca dentro e vi dice: “Guarda che hai un po’ di tempo: puoi dire un po’ di Corona! Offri il Cantico Nuovo, il Divino Cantico, i Cantici Nuziali! Non perdere tempo in pensieri vani, in chiacchiere, nel guardare in giro curioso…”

Ricordate l’Angelo di Fatima che appare un pomeriggio mentre i piccoli pastorelli stavano giocando un po’ e chiede loro: “Che cosa state facendo?” Loro immediatamente si fermano e, insieme iniziano a ripetere infinite volte la preghiera che l’Angelo aveva insegnato loro: “Mio Dio, io spero, adoro, spero in Voi e vi amo…”. 

Da entrambi proprio si accorda e si armonizza un solo Cantico nuovo. Il quale, ben armonizzato alla maniera del Salterio a dieci corde di Davide, e nella successione di quindici note per volta, col ripetere, comporre e compiere le decadi fino al numero di centocinquanta ripetizioni, dall’epoca assai remota del tempo dei nostri avi, si soleva chiamare Salterio di Cristo e di Maria.

Ecco… e ci fermiamo qui.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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