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Una triade empia

Salome, Erodiade ed Erode

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Una triade empia
Sabato 5 agosto 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 14, 1-12)

In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 5 agosto 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quattordicesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 1-12.

Oggi è il primo sabato del mese di agosto, quindi ricordo la bellissima pratica dei Primi cinque sabati del mese, così tanto richiesta dalla Vergine Maria a Fatima. 

Oggi ricordiamo anche la Transverberazione di San Pio da Pietrelcina; quindi, un’altra occasione per andare a rileggere l’esperienza di questo grande Santo e della Transverberazione che lui ricevette.

Abbiamo ascoltato questo Vangelo di san Matteo, è un Vangelo noto, tutti lo conosciamo e mi sembra che possa sempre darci degli spunti interessanti di riflessione.

Erode sembra che veda Giovanni Battista ovunque. Il male che ha compiuto, l’empietà terribile che ha compiuto di far uccidere Giovanni Battista lo perseguita e quindi vede in Gesù il Battista risorto. Non riesce a pensare ad altro. Del resto… del resto ha compiuto un atto terribile, un omicidio, per motivi assolutamente banali, empi. 

Perché Erode aveva fatto incatenare, gettare in prigione Giovanni? Perché Erode ha dato retta ad Erodiade, che non era sua moglie, ma era la moglie di suo fratello. Erodiade aveva lasciato suo marito Filippo ed era andata con la figlia a vivere da Erode. Questo adulterio diventa oggetto di attenzione da parte di Giovanni il Battista che è il più grande dei profeti. E Giovanni interviene:

«Non ti è lecito tenerla con te!»

Poche parole, molto chiare, molto precise: “Non è tua moglie, è la moglie di tuo fratello, questo è adulterio quindi non puoi tenere questa donna. Non può vivere come tua moglie, visto che non lo è”.

E qui vediamo questo rapporto malato — perché di questo si tratta — tra Erode ed Erodiade. Un rapporto malato perché non c’è né verità —ovviamente — né disponibilità alla verità, né libertà, né un vero, sano proficuo confronto. Se voi leggete sia le parole che sono scritte, sia quelle tra le righe, vedete che c’è un misto di risentimento e di odio da parte di Erodiade verso Giovanni; di paura da parte di Erode verso la folla. Aveva voglia di uccidere Giovanni ma non sapeva come fare. Poi c’è questa figlia che, anche qui, non vive un rapporto sano con la madre, viene istigata da sua madre. Poi c’è questo giuramento, assolutamente fuori luogo.

Dobbiamo stare attenti alle nostre relazioni. Perché devono essere sane! Noi dobbiamo coltivare relazioni sane, non relazioni malate; non relazioni segnate da questi sentimenti, da queste realtà di morte, di paura, di ricatti affettivi, di dipendenze psicologiche, di morbosità, di timore del giudizio altrui. 

Per non dispiacere Erodiade, Erode compie un omicidio. Rendiamoci conto della sproporzione! Compie questo omicidio, ma non è innocente: lui voleva comunque uccidere Giovanni, questo è il punto! Perché, se lui non avesse voluto uccidere Giovanni, non avrebbe mai accettato questo giuramento. Nel senso: io posso fare un giuramento, posso fare una follia e dire: “Tutto quello che tu mi chiederai, io te lo darò”. Sì, ma di mio! Nelle mie cose, non degli altri! 

Se io dico a una persona: “Tutto quello che tu mi chiederai te lo darò” e questo mi chiede di rubare a quella famiglia, non è che io vado e rubo! No, io do del mio, perché sennò sono un criminale. Delle mie cose posso fare quello che voglio — ammesso e non concesso — ma non posso fare quello che voglio delle cose o, peggio ancora, della vita degli altri. Quindi è un giuramento fuori luogo! È un giuramento fuori luogo perché non c’entra niente, ma comunque, se lo si voleva fare va bene e lo si fa, però riguarda le mie proprietà. Se tu mi chiedi una cosa che va fuori da questo confine, io non sono vincolato al giuramento. Questo è evidente!

Lui compie un abuso di potere gravissimo, perché si poteva permettere questa cosa. L’avesse fatto chiunque altro sarebbe stato arrestato e condannato per omicidio! C’è anche questo tra i tanti peccati che qui si consumano, c’è anche l’abuso di potere. Il fatto di avere potere non mi autorizza a fare e ad usarlo secondo i miei vizi, i miei capricci e le mie voglie. Il potere è un dono che viene concesso ad alcuni del quale bisogna rendere conto in modo severissimo e che assolutamente non posso usare per i miei interessi, ma lo devo usare per il bene degli altri, della comunità, eccetera eccetera.

Dicevo: stiamo attenti a quello che portiamo nel cuore perché poi prima o poi troveremo qualcuno che ce lo volterà contro. Nel senso che troveremo qualcuno che sfrutterà quella brutta cosa che portiamo dentro di noi. È sicuro, guardate e l’esperienza di Erode ce lo insegna. Quando dentro di noi portiamo dei sentimenti brutti e soprattutto non confessati, non detti alla persona in oggetto, state sicuri che prima o poi troveremo qualcuno che saprà cavalcare quell’onda, che saprà tirarci fuori tutto quello che di brutto portiamo dentro, perché non l’abbiamo risolto, perché non l’abbiamo affrontato. Ed è quello che fa Erodiade. Erode voleva uccidere Giovanni Battista ma aveva paura della folla e non lo fa. Erodiade, che non aveva paura di niente e di nessuno, ha proprio aspettato il momento opportuno. Quando Erode ha fatto quel giuramento lei ha detto: “Benissimo, adesso sei a posto, ti sistemo io per le feste e così mi tolgo Giovanni…”. 

Perché mi tolgo Giovanni? Mi tolgo Giovanni perché a noi non piace qualcuno che dice la verità. Guardate, a proposito di questo vi chiedo per favore di essere tutti noi molto umili, sapete? A noi non piace chi ci dice la verità! Usciamo da questa bolla di sapone fatta di illusione e di chissà quale convincimento non reale. A noi dà fastidio qualcuno che ci venga a dire: “Non ti è lecito fare questo, non ti è lecito tenere quell’altro…”. Dà fastidio! Una persona che ci venga nel caso a correggere, che venga a dirci: “Guarda questa cosa qui non credo che sia una cosa buona, meglio non farla”; oppure, appunto, in modo così forte: “Non ti è lecito fare questa cosa, non ti è lecito tenere…”. A noi dà fastidio, ci dà fastidio e poi, non è oggi, non è domani, se anche stiamo zitti la prendiamo e la rinfacciamo. Perché noi vogliamo fare quello che vogliamo. Sì, poi facciamo i finti devoti, poi facciamo quelli: “No, ma io cerco la verità; no, ma io voglio la verità”. Guardate, purtroppo non è così! Purtroppo, non è così e prima lo riconosciamo e forse prima guariremo. 

Infatti, se voi vedete, i nostri rapporti sono molto segnati da questa ipocrisia: che non si dice mai quello che si pensa. Questo è il punto. Cosa pensa veramente quella persona di me? È difficile che noi lo sappiamo. Noi sappiamo quello che quella persona dice per un compromesso, per andare d’accordo, per far buon viso a cattivo gioco, ma non quello che veramente pensa nel suo cuore. E ci guardiamo bene di dirlo e di chiederlo. Perché va bene così, a noi va bene questa sorta di ipocrisia condivisa. Io non tocco te e tu non tocchi me. Io non critico te e tu non critichi me. Io sto zitto su di te e tu stai zitto su di me. Io non vengo a farti vedere le tue piaghe e tu continui ad accarezzare le mie. Esattamente quello che hanno fatto Erode, Erodiade e sua figlia. 

Che rapporto ci può essere tra il ballo e una decapitazione? Ma il peccato, il peccato grave quando è vissuto in questo modo, conduce sempre a qualcosa di molto brutto, non si ferma mai lì.

Il re si rattristò

Ma si rattristò di cosa? Si rattristò… si, si rattristò perché probabilmente temeva che la folla facesse qualche sproposito:

ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che

Sì, ma chiunque avrebbe potuto dire: «Questa cosa che tu mi chiedi è una follia, tu sei pazza, io non uccido una persona perché tu hai confuso il giorno con la notte, anzi vai velocissima, adesso hai perso anche quello che avevo “promesso”. Non solo non prenderai la testa di Giovanni Battista e di nessun altro, ma stai attenta che, se non vai, può succedere qualcosa di brutto a te, poi». 

Perché è una follia, capite? È una follia! Che poi notate — interessante questa cosa, ma questo lo genera il peccato — il re Erode si sente legato, stranamente, al giuramento (e ai testimoni presenti): “Qualunque cosa mi chiederai, io te lo darò” per il balletto. Ma come mai il re Erode non si è sentito legato al giuramento, molto più sacro, molto più vincolante e importante del matrimonio tra suo fratello ed Erodiade? Ma come? Quel giuramento non gli fa né caldo né freddo, per cui porta via la moglie a Filippo. E qui, perché abbiamo davanti una stupidella che si mette a ballare e: “Io, siccome ho fatto il giuramento, quindi…”. Ma se non hai avuto problemi a tradire e a far tradire il giuramento matrimoniale fatto tra tuo fratello e sua moglie; non hai avuto problemi a tradire il legame fraterno tra te e tuo fratello, hai portato via la moglie di tuo fratello! Già è una cosa empia portar via l’amore della vita di una persona, figuriamoci se è quello di tuo fratello! Veramente una roba terribile! E va tutto bene. Il balletto conta di più. No, no, è che Erode lo voleva ammazzare anche lui, capite? Anche Erode voleva uccidere Giovanni. E quindi è stato tutto un incontro di volontà perverse, malvagie, empie che ha trovato la scusa opportuna per compiere questo omicidio.

E allora anche noi dobbiamo stare molto attenti, sapete, a non cadere in questa empietà. Dobbiamo chiedere a Dio, al Cuore Immacolato di Maria, la grazia di lasciarci raggiungere sempre da ciò che è vero, chiunque ce lo venga a dire, sempre lasciarci raggiungere dalla verità. Non fare i risentiti, non coltivare odio perché qualcuno ci dice quello che siamo o parte di quello che siamo, perché qualcuno ci viene a correggere. Noi abbiamo questa abitudine di circondarci di “yes man” degli uomini del sì; di circondarci di coloro che ci dicono sempre sì. Poi fa niente se dentro pensano esattamente il contrario, però l’importante è che ci dicono sì, l’importante è che non ci vengano contro. 

Ci sono persone talmente capricciose, talmente immature, narcisiste, talmente autoreferenziali che non sopportano, non tollerano il contraddittorio. Non tollerano il disappunto, non tollerano di essere contraddette, non lo sopportano. E quindi eliminano, emarginano, distruggono, uccidono; che poi di fatto questo è lo stile del regime, il regime agisce proprio così: non puoi essere “altro”.

Ricordate, io ho sempre in mente, quell’uomo di Tienanmen che ha sfidato il carrarmato. Io ero ragazzo a quei tempi, ero molto giovane, ma ho in mente questa scena perché mi si è proprio stampata nel cuore. Sì, questa scena, secondo me, rappresenta molto bene anche quello che ha fatto San Giovanni Battista, ma quello che fa ogni cristiano. Lì, uomo, davanti al carrarmato del male, davanti al carrarmato del demonio dell’homo inimicus, del principe di questo mondo. È una sproporzione! Uno dice: “Ma cosa sta facendo? Un uomo davanti a un carrarmato! Ma lo schiaccia!”. Non fa niente. Anche solo che lo fai arrestare un po’, che lo fai deviare, che ti opponi, che sei di esempio, questo è più che sufficiente. Certo, Giovanni Battista poi viene decapitato, ed è un insegnamento per tutti: chi si oppone al principe di questo mondo in modo così fermo deve prepararsi. Deve prepararsi perché l’esperienza di Giovanni Battista si ripresenterà nella vita di questi martiri.

Però… non c’è un’altra vita, non c’è un’altra scelta, non si può tacere e non si può chiamare “bene” il “male”. Non si può. Preghiamo per avere tutti questa grandissima grazia.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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