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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 56

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 56
Lunedì 2 ottobre 2023 – Santi Angeli Custodi

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 9, 46-50)

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 2 ottobre 2023. Oggi ricordiamo, festeggiamo, ringraziamo e preghiamo i nostri Santi Angeli Custodi. È proprio un giorno nel quale dobbiamo dire un grazie solenne al nostro Angelo Custode, per tutto quello che ha sempre fatto e continua a fare per noi.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo nono del Vangelo di san Luca, versetti 46-50.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Bonhoeffer, Sequela.

Ascoltiamo bene cosa dice Bonhoeffer:

C’è completa veracità solo quando viene messo allo scoperto il peccato, che però viene rimesso da Gesù. Chi, confessando davanti a Gesù il proprio peccato, sta nella verità, costui è l’unico a non doversi vergognare della verità, ovunque essa debba venir detta. La veracità che Gesù esige dai discepoli consiste nel rinnegamento di sé che non nasconde il peccato. Tutto è manifesto e chiaro. Poiché in ultima analisi e in primo luogo la veracità ha a che fare con la manifestazione dell’uomo in tutto il suo essere, nella sua malvagità al cospetto di Dio, perciò questa veracità suscita l’opposizione del peccatore, è perseguitata e crocefissa. La veracità del discepolo ha il suo unico fondamento nella sequela di Gesù, nella quale egli, sulla croce, ci rivela il nostro peccato. Solo la croce, verità di Dio su di noi, ci rende veraci. Chi conosce la croce, non teme più un’altra verità. Per chi vive sotto la croce, il giuramento come legge per instaurare la veracità è eliminato; egli infatti è nella completa verità di Dio. Non c’è verità al cospetto di Gesù senza verità al cospetto dell’uomo. La menzogna distrugge la comunione. Ma la verità rompe la falsa comunione e fonda la fraternità autentica. Non c’è sequela di Gesù senza la vita nella verità messa allo scoperto davanti a Dio e agli uomini.

E questa parte finisce qui. Dunque, vediamo queste ultime battute importantissime di Bonhoeffer. Lui scrive che la completa veracità avviene quando metto allo scoperto il mio peccato; noi sappiamo che questo luogo solenne, dove io vado a presentarmi col mio peccato — riconosciuto precedentemente, detestato precedentemente — con la voglia, col proponimento di emendarmi già fatto precedentemente, è il confessionale, dove Gesù — attraverso la persona del sacerdote — rimette i miei peccati. Quindi è lì che io realizzo la completa verità.

E paradossalmente — è interessante questa riflessione — proprio chi davanti a Gesù, nel confessionale, confessa il proprio peccato — fatto con semplicità, con verità, nella totalità della sua realtà: “dico quello che ho fatto” — quest’uomo, in quel momento, sta nella verità. Quest’uomo, in quel momento, è l’unico — dice Bonhoeffer — a non doversi vergognare della verità. Proprio perché lui, in nome del fatto che sta facendo verità, per il fatto che lui è nella verità, qualora dovesse confessare anche i peccati più terribili, in quel momento, proprio per quel suo abitare e incedere sempre più nella verità, non ha più nessun motivo di vergognarsi della verità. Interessantissima questa cosa. Chi si vergogna della verità? Si vergogna della verità chi non ha ancora raggiunto questo stato interiore di scoprire il proprio peccato, di riconoscere il proprio peccato, di confessare il proprio peccato.

Quindi questa veracità, che Gesù esige dai discepoli, consiste — l’abbiamo già visto — nel rinnegamento di sé. E rinnegare sé stessi, se ci pensiamo bene, innanzitutto vuol dire non nascondere il peccato. Certo che poi questo rinnegare sé stessi assume anche tante altre forme, però questa è la forma principale. Quando Gesù dice “chi vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso” che cosa vuol dire? Non nascondere il tuo peccato, questo vuol dire, non devi nascondere il tuo peccato. Vuoi veramente seguire Gesù? Vuoi veramente rinnegare te stesso? Benissimo, non nascondere il tuo peccato. E se fino adesso l’hai fatto, da oggi non farlo più. Da oggi, fai questa solenne promessa — a te stesso, innanzitutto, e quindi a Dio — di non nascondere mai più il peccato, i peccati. Di riconoscerli — questa è una grazia di Dio — detestarli e confessarli per quello che sono stati. Questa è la radice del rinnegamento di sé, quindi, scrive Bonhoeffer:

Tutto è manifesto e chiaro.

Questo è quello che si indica. 

la veracità ha a che fare con la manifestazione dell’uomo in tutto il suo essere

Questo è essere veri: manifestarmi per quello che sono, mostrami per quello che sono davanti a Dio. Quindi che cosa succede? Tutta questa opera di verità e di manifestazione di sé, che cosa suscita? Suscita l’opposizione del peccatore; quindi, questa veracità è perseguitata e crocifissa, esattamente quello che è successo a Gesù.

E non dobbiamo stupirci di questo; ci sono persone, purtroppo, che si oppongono interiormente, profondamente, a questa veracità, a questa manifestazione di sé. E perseguitano coloro che la vogliono, che la cercano, che lo fanno. E vogliono perseguitare questa verità, questa veracità, vogliono crocifiggerla, vogliono che sparisca, perché non vivono nella verità e quindi nella manifestazione di sé. Quindi il fondamento della sequela di Gesù è appunto il centro di questo percorso di verità. La veracità ha proprio nella sequela di Gesù la sua ragion d’essere: e, appunto, Gesù sulla croce ci rivela il nostro peccato. Lui scrive: 

Solo la croce, verità di Dio su di noi, ci rende veraci. Chi conosce la croce, non teme più un’altra verità.

Certo, quando mi sono avvicinato al crocifisso, di cosa posso aver paura, circa la verità? Di niente: Gesù è morto perché io abbia la possibilità — ogni giorno — di vedere, di riconoscere il mio peccato e di rinnegarlo, detestarlo, emendarmi, fuggirlo, cambiare vita.

Non c’è verità al cospetto di Gesù senza verità al cospetto dell’uomo.

Quindi, vedete, dobbiamo essere veri sempre, con gli altri e con Dio. Ecco, e attenti adesso a quello che scrive:

La menzogna distrugge la comunione

Quindi, quando noi siamo bugiardi, quando noi non siamo veri, quando noi ci nascondiamo sotto mentite spoglie, quando noi facciamo finta di essere quello che non siamo, noi distruggiamo la comunione. Quindi bisogna stare attenti, perché sapete, certe crisi nelle amicizie, nei matrimoni, nel rapporto genitori/figli — io credo anche certe crisi nella propria vocazione, che sia matrimoniale, che sia sacerdotale, religiosa — certe crisi, forse, affondano le loro radici proprio nella menzogna, proprio in questa assenza di un cammino di verità, in quest’assenza della manifestazione di sé stessi in tutto il nostro essere al cospetto di Dio. Temo che sia proprio lì la ragione; e quindi, a lungo andare, la comunione tra me e l’altro, tra me e Dio, si infrange. Allo stesso tempo, la verità che cosa fa?

rompe la falsa comunione e fonda la fraternità autentica

Bellissima, questa cosa! Bellissima questa frase, questa riflessione: la verità rompe la falsa comunione. Quando una persona inizia un vero cammino di verità — innanzitutto, ovviamente, su sé stesso — senza che lui se ne accorga e, forse, senza neanche che lui lo voglia — almeno in prima battuta — non si sa bene perché, cioè non sa spiegarlo lui perché succede, ma certi rapporti si rompono, così, inspiegabilmente (apparentemente) si rompono. Perché? Perché, avendo iniziato a fare verità su sé stessi, le false comunioni non reggono più, le false relazioni non reggono più, le false amicizie non reggono più, perché non erano fondate sulla verità. E quindi? E quindi ecco che viene suscitata l’opposizione di coloro che vivono dentro a questa falsa comunione.

Allo stesso tempo la verità, se da una parte rompe la falsa comunione — e quindi non c’è da spaventarsi se all’inizio si rimane un po’ soli — dall’altra fonda la fraternità autentica. Ci vorrà il suo tempo, non succede dall’oggi al domani, però questo è il percorso: va a fondare la fraternità autentica.

Quindi essere alla sequela di Gesù vuol dire mettere la propria vita nella verità, allo scoperto, per quello che si è, davanti a Dio e davanti agli uomini, anche se agli uomini magari non piace.

Bene, mi fermo qui, perché poi domani inizieremo un altro paragrafetto e anche questo credo che ci farà tanto bene.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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