Scroll Top

Che sei nei cieli – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.84

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Che sei nei cieli – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.84
Martedì 23 gennaio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mc 3, 31-35)

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 23 gennaio 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal terzo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 31-35. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al paragrafo terzo del capitolo ventisettesimo.

3 — Quanto a Voi, Signore, sappiamo che per l’amore che ci portate e la vostra profonda umiltà siete solito non indietreggiare per noi innanzi a verun ostacolo, tanto più che avendo preso la nostra stessa natura col discendere in terra e rivestirvi della nostra carne, sembra che in certo qual modo siate obbligato a soccorrerci. Ma quanto a vostro Padre, dovete pensare che essendo Egli ne’ cieli, come Voi dite, è ragionevole aver riguardo al suo onore. Al disonore per amor nostro vi siete offerto già Voi: lasciate in pace vostro Padre, e non obbligatelo a effondere le sue tenerezze su creature così miserabili come me, che poi non gli saranno riconoscenti.

Santa Teresa, rivolgendosi al Signore, dice: avete già fatto tanto, anzi tantissimo; per cui non c’è bisogno di disturbare vostro Padre. Qui si vede tutto il senso di amore, di devozione e di rispetto che Santa Teresa ha verso Dio, e anche quello che lei comprende di noi, cioè che siamo povere creature, e che quindi, alla fine, non siamo capaci di essere veramente riconoscenti, costantemente riconoscenti.

4 — Con quanta evidenza, o buon Gesù, avete dimostrato di essere una cosa sola col Padre, che la vostra volontà è la sua, e che la sua è vostra! Come è grande l’amore che ci portate! Per nascondere al demonio la vostra qualità di Figlio di Dio avete usato ogni raggiro, mentre non vi fu ostacolo che non sorpassaste per darla a conoscere a noi, desiderosi com’eravate di farci del bene. E chi poteva far questo se non Voi, o Signore? Io non so come il demonio, intendendo una tal parola, non abbia subito compreso chi Voi eravate. Quanto a me, Gesù, vedo chiaramente che avete parlato da buon Figliuolo, tanto per Voi che per noi, e che dovete esser molto potente per ottenere che si faccia nel cielo quello che avete detto sulla terra. Siate benedetto per sempre, o mio Signore, giacché siete così munifico nel beneficare da non lasciarvi arrestare da verun ostacolo.

Quindi, qui ritorna il tema del fatto che Gesù ha nascosto al demonio il suo essere figlio di Dio, mentre ha voluto fare in modo che per noi fosse evidentissima questa cosa. E lei si stupisce che il demonio, sentendo insegnare, da parte di Gesù a noi, il Padre nostro, non abbia subito compreso chi era Gesù, cioè il figlio di Dio.

5 — Ora, figliuole mie, non vi par forse un buon maestro colui che per affezionarci al suo insegnamento lo incomincia con elargirci così grandi grazie? Non è allora ragionevole che mentre diciamo con le labbra “Padre nostro”, vi applichiamo pur la mente, lasciando che alla vista di tanta bontà il cuore si liquefaccia di amore? Qual è il figliuolo in questo mondo che non cerchi di conoscere suo padre, quando sa che è buono, pieno di maestà e di potenza? Non mi stupirei se non volessimo riconoscerci per figliuoli di Dio nel caso che in Lui non vi fossero queste splendide qualità, giacché il mondo oggi si governa di tal guisa che se il padre è di condizione più bassa del figlio, questi si ritiene disonorato nel riconoscerlo per tale. Ma questo per noi non ha luogo, né piaccia a Dio che simili sentimenti abbiano ad allignare fra noi, perché sarebbero un inferno. Quella che fosse di più nobile famiglia abbia in bocca meno di tutte, il nome di suo padre, perché qui dovete essere tutte eguali.

6 — Oh, il collegio apostolico formato da Cristo! S. Pietro non era che un pescatore, eppure il Signore gli conferì più autorità che a S. Bartolomeo che era figlio di re. Il Signore sapeva quanto doveva succedere nel mondo dove intorno ai natali si discute senza tregua. Ma non è altro, infine, che discutere se per far mattoni o erigere muri val più una terra che un’altra. — Dio mio, in quali piccinerie si va mai a finire!… Il Signore vi tenga lontane da simili discorsi, anche se fatti per burla! Confido che Sua Maestà vi farà questa grazia. Se in alcuna si notasse qualche cosa del genere, vi si ponga subito rimedio, e tema l’infelice di essere un Giuda fra gli apostoli. E le s’impongano penitenze fino a che non comprenda che non meritava di entrare fra voi neppure come terra d’infima qualità. Giacché il buon Gesù vi ha dato un Padre così buono, non nominatene altri. Procurate piuttosto di esser tali da gettarvi fra le sue braccia e godere della sua compagnia. Se sarete buone figliuole, non ne verrete mai allontanate. E chi non farebbe di tutto per non perdere un tal Padre?

Quindi, lei dice: non facciamo caso — come dire — alla nobiltà, e a ciò che il mondo stima, come titoli onorifici all’interno di una famiglia; sono cose delle quali non dobbiamo neanche parlare. Invece lei dice che noi dobbiamo parlare di una cosa sola, dobbiamo considerare una cosa sola: che abbiamo Dio come padre, un padre così buono. Quindi, facciamo di tutto per essere tali da gettarci fra le sue braccia, godere della sua compagnia, ed evitare tutto ciò che ci può far perdere questo Padre. Avendo un Padre nei cieli, di cos’altro dovremmo parlare? E cos’altro dovremmo ritenere così importante, se non questo?

7 — Quanti motivi di consolazione vi potrei qui esporre, sorelle! Ma per non dilungarmi, li lascio alla vostra perspicacia. Per instabile che possa essere la vostra immaginazione, troverete sempre, tra il Padre e il Figlio, lo Spirito Santo. Egli infiammi la vostra volontà, e se non basta ad affascinarvela la considerazione di un così grande interesse, ve la incateni Lui con il suo vivissimo amore.

Vediamo adesso il capitolo ventottesimo.

CAPITOLO 28

Si dice cosa sia l’orazione di raccoglimento e si segnalano alcuni mezzi per abituarsi a praticarla.

1 — considerate ora ciò che il vostro Maestro soggiunge: Che sei ne’ cieli. Credete che importi poco sapere che cosa sia il cielo e dove si ha da cercare il vostro adorabilissimo Padre? Per anime soggette a distrazioni importa assai, secondo me, non soltanto credere a questa verità, ma procurare d’intenderla per via d’esperienza, essendo questo un mezzo eccellente per trattenere l’intelletto e raccogliere lo spirito.

Adesso commenterà “che sei nei cieli”. È importante sapere cosa sia il cielo; è importante sapere dove sia da cercare il nostro Padre. Quindi: credere a questa verità, e farne esperienza, questo è un mezzo eccellente — dice Santa Teresa — per trattenere l’intelletto e raccogliere lo spirito, un grande mezzo. Quindi dobbiamo proprio meditare su questa espressione del Padre nostro: “che sei nei cieli”.

2 — Dio è dovunque. Ma dove sta il re, ivi è la sua corte. Perciò, dove sta Dio, ivi è il cielo. Sappiate dunque che dove si trova la Maestà di Dio, ivi è tutta la gloria. Ricordate ciò che dice S. Agostino, il quale dopo aver cercato Dio in molti luoghi, lo trovò finalmente in sé stesso. Ora, credete che importi poco per un’anima soggetta a distrazioni comprendere questa verità e conoscere che per parlare con il suo Padre celeste e godere della sua compagnia non ha bisogno di salire al cielo, né di alzare la voce? Per molto basso che parli, Egli, che le è vicino, l’ascolta sempre. E per cercarlo non ha bisogno di ali perché basta che si ritiri in solitudine e lo contempli in sé stessa. Nonché allora spaventarsi per la degnazione di un tal Ospite, gli parli umilmente come a Padre, gli racconti le pene che soffre, gliene chieda il rimedio, riconoscendosi indegna di essere chiamata sua figlia.

Quindi: “Padre nostro che sei nei cieli” — abbiamo detto — e Santa Teresa dice: Dio è dovunque; dove sta il re, lì sta la sua Corte, dove c’è Dio, lì c’è il cielo. “Che sei nei cieli”, ma dove sono questi cieli? Questi cieli sono dove sta Dio. E lei dice che Dio è ovunque; e, ricordando Sant’Agostino, lei aggiunge: Sant’Agostino lo ha cercato in molti luoghi e lo ha trovato finalmente in sé stesso.

Santa Teresa dice: per l’anima che è portata a distrarsi — e un po’ tutti sono portati a distrarsi — conta molto comprendere e conoscere che, per parlare con Dio, godere della sua compagnia, non ha bisogno di andare in cielo, non ha bisogno di urlare, perché Dio è vicino e l’ascolta sempre; basta che si ritiri in solitudine e lo contempli in sé stessa; gli parli umilmente, come un padre, gli racconti le sue pene, chieda il rimedio e si riconosca indegna di essere chiamata sua figlia.

Vedete: “Che sei nei cieli”; ma dove sono, questi cieli? Dove sta Dio. E Dio dove sta? Dio sta ovunque, certo, ma il credente lo trova (soprattutto quando si mette a pregare) in sé stesso, è lì che trova il Signore. Quindi, ognuno di noi — certo, poi c’è l’Eucarestia, poi c’è l’andare in chiesa, tutto quello che volete — ovunque andiamo, abbiamo sempre il Signore con noi, perché è in noi, è dentro di noi, come dice Sant’Agostino. E quindi, noi possiamo conoscere, possiamo parlare con questo Padre celeste, possiamo godere della sua compagnia, sapere che lui ci ascolta sempre. Per fare questo, basta ritirarsi in solitudine, contemplare noi stessi, parlargli umilmente, raccontare le nostre cose, eccetera.

Ecco, allora impariamo a vivere alla presenza di Dio con queste attenzioni di cui parla Santa Teresa. Sforziamoci di metterci proprio in questo solco, in questa linea, e, sono sicuro, che ne avremo grande vantaggio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Post Correlati