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Distrazione, incostanza e non perseveranza – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.75

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Distrazione, incostanza e non perseveranza – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.75
Domenica 14 gennaio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 1, 35-42)

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì – che, tradotto, significa maestro – , dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” – che significa Pietro.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 14 gennaio 2024. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal primo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 35-42. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo ventitreesimo, paragrafo quarto.

Ieri abbiamo visto la prima delle ragioni per la quale noi prendiamo la risoluzione di proseguire il nostro cammino, che è quello, appunto, della pratica dell’orazione. Ieri abbiamo visto il tema del consacrare il tempo, del dare il tempo a Dio, del Kairos, e abbiamo visto che non conta dargliene tantissimo se non possiamo, però, quel poco che gli diamo, deve essere totalmente per lui. C’è richiesta grande costanza e il resto, poi, l’abbiamo già detto ieri. 

Quello di ieri era il primo motivo, adesso vediamo il secondo motivo.

4 — Il secondo motivo per cui dobbiamo darci all’orazione con generosità è per impedire al demonio di tentarci troppo facilmente. Il perfido ha paura delle anime coraggiose, conoscendo ormai per esperienza che egli ne ha sempre svantaggio, perché quando ordisce a loro danno si converte in loro e in altrui profitto, ed egli ne ha perdita. Tuttavia non dobbiamo mai trascurarci, né troppo fidarci di noi, perché siamo in lotta con dei traditori. Codardi come sono, se ci vedono all’erta, non osano assalirci: ma se ci scorgono distratti, ci arrecano gran danno. Guai poi se dovessero accorgersi che qualcuno è incostante nel bene e non fermamente risoluto a perseverare! Non lo lascerebbero in pace né giorno né notte, gli ispirerebbero mille paure e gli porrebbero innanzi un’infinità di ostacoli. In ciò sono molto sperimentata, e ve lo posso assicurare. Aggiungo, per di più, che l’importanza di questo avviso è troppo poco conosciuta.

Quindi, questa seconda ragione ci richiede di fermarci un pochino perché, come dice Santa Teresa, è importante, importantissima e, purtroppo, questa importanza è poco conosciuta, quindi poco predicata, se ne parla poco, ce lo diciamo troppo poco. 

S. Teresa dice che c’è richiesto di darci all’orazione con generosità, per impedire al demonio di tentarci troppo facilmente. Dunque, innanzitutto il demonio di chi ha paura? Lui ha paura delle anime coraggiose. Quando il demonio incontra un’anima coraggiosa, lui ha il terrore. Ha il terrore di aver davanti a sé un’anima che ha coraggio. A dir la verità, tutti abbiamo paura di un’anima coraggiosa; quando abbiamo davanti una persona coraggiosa, ci fa paura. Perché, sapete, un uomo e una donna coraggiosi non li puoi fermare, non hanno paura neanche di morire, non li puoi ricattare, non puoi proporgli un compromesso; sono coraggiosi, quindi non hanno falsi timori, non hanno sporgenze alle quali appigliarsi per poterli fermare. Avete presente quando siete sulla banchina di un treno e passa un treno ad alta velocità? Ti devi spostare, che ti porta via. Sapete, i treni ad alta velocità vanno anche a 300 km all’ora, Milano -Roma in tre ore, capite? Quando vanno a 300 km all’ora, se ti metti davanti è finita! Quando passano, dove ci sono le banchine, certo non vanno a 300 all’ora, però, comunque, vanno molto veloci. E tu li senti arrivare, li vedi — oltre che ti avvisano — e, quindi, ti devi proprio spostare perché, se sei lì vicino, tutto quel risucchio dell’aria ti porta via. Le anime coraggiose sono come i treni ad alta velocità: non li fermi più, non li puoi fermare. E il demonio ha paura, si sposta, e tutto quello che lui ordisce, trama, contro di loro, va sempre in niente; anzi, in niente per lui, e per loro va sempre in profitto. Quindi lui ha paura e sta lontano.

Però S. Teresa dice: attenzione a non trascurarci, attenzione a non fidarci troppo di noi stessi, perché? Perché saremo anche coraggiosi, qualcuno di noi sarà anche molto coraggioso, però non dimentichiamoci che abbiamo a che fare con i traditori: traditori e codardi. I demoni sono traditori e codardi; esattamente un esempio l’abbiamo chiarissimo in Giuda Iscariota: è stato traditore e codardo. Quindi, se ci vedono all’erta — ci dice Santa Teresa — non ci assalgono, ma, se ci vedono distratti, ci arrecano un grande danno. Se ci vedono incostanti nel bene e non ben risoluti a perseverare, è un disastro. 

Distratti, cosa vuol dire? Distratti non vuol dire che devo stare tutto il giorno chiuso in camera a pregare perché, se vado a sciare, il demonio mi reca gran danno. No, perché io posso andare a sciare, posso andare a scalare, posso andare in canoa, posso andare a nuotare, posso andare a fare una passeggiata, posso mangiare un gelatone, ma questo non vuol dire essere distratti da Dio, assolutamente, queste cose non ci distraggono da Dio. La distrazione da Dio, e quindi il fatto che il demonio ci vede distratti, che cos’è? È il fatto che noi mutiamo l’oggetto del nostro interesse, non è più Dio, ma il mondo. Quindi, tutte le realtà del mondo, se noi siamo veri amici di Gesù, ci servono per incontrare Gesù, per meditare su Gesù, per riflettere su Gesù, per aumentare il nostro amore per Gesù.

Vi racconto un piccolo aneddoto di quando ero ragazzo, giovane, giovane. Andavo a sciare — mi è sempre piaciuto sciare, ma non per far le gare, ma proprio sciare per il gusto di sciare — perché la montagna, come il mare, è bella; hanno delle bellezze incredibili. Va bene, poi uno può preferire il mare, io preferisco il mare, però la montagna d’inverno è meravigliosa. Si andava a sciare insieme ai nostri genitori, però, poi, noi ragazzi andavamo a sciare insieme tra noi e ci portavamo via, nel nostro zainetto, il cibo per il pranzo, che voleva dire: dei panini, qualche cioccolatino — perché quando si va a sciare bisogna mangiare il cioccolato, perché si bruciano molte energie, sennò poi le gambe non ti reggono — e poi dell’acqua, delle bibite da bere. Quando arrivava circa, più o meno, l’ora del mezzogiorno, ci portavamo con gli sci in una zona dove si attraversava un bosco tutto pieno di neve, bellissimo. C’era una pista particolare, dove si poteva scegliere se scendere giù dritto — proprio scatenati — oppure, per fare una cosa un po’più bucolica, un po’ più poetica, invece di andare giù dritto per la pista, si poteva prendere un’altra pista che era meno ripida e attraversava un bosco, un bosco bellissimo. Quindi voi immaginatevi queste giornate di sole in montagna, col freddo, la neve, bellissimo, tutto il bosco innevato… Noi entravamo nel bosco, mettevamo giù le racchette e con gli sci ai piedi ci buttavamo per terra — non si toglievano gli sci, assolutamente, perché poi non riuscivi più a rimetterli bene, tanto avevamo queste tute super idrorepellenti, per cui non ti bagnavi assolutamente, sì, c’era un po’ fresco, ma da ragazzi si può fare — Ci buttavamo nella neve, aprivamo i nostri zainetti, tiravamo fuori la bibita, la mettevamo nella neve — perché uno dice: siccome faceva molto caldo… allora prendevo la bibita ghiacciata, vabbè, comunque da ragazzi si può fare questo e altro, se lo faccio adesso, muoio — poi tiravamo fuori i nostri panini, mangiavamo il nostro pranzo e stavamo in silenzio. Molto del pranzo lo vivevamo in silenzio, proprio per gustare quella bellezza: non si sentiva niente, un silenzio assoluto. Proprio ogni tanto qualche uccellino, qualche pettirosso che cantava, ma un silenzio, la neve che cadeva dai rami, guardate, bellissimo! Noi mangiavamo, poi, quando avevamo finito, stavamo un po’ lì ancora a guardare questo panorama bellissimo, dentro questo bosco, mi sembra ancora di riviverlo, con questo profumo, sapete, di aria pulita, questo profumo di neve, perché a quelle altezze c’è proprio l’odore della neve, bellissima. Bevevamo la nostra bibita ghiacciata e poi prendevamo il nostro cioccolato e poi andavamo.

Come fai a vedere tutto questo e non pensare a Dio? Come fai a essere immerso in tanta bellezza ed essere distratto da Dio? Impossibile! Impossibile! Ciò che ci distrae non è il creato, non è ciò che il Signore ci ha donato, ciò che ci distrae è il mondo; il mondo con le sue vanità, con le sue malizie, con le sue… proprio le sue stupidaggini, i suoi vuoti, i peccati, questo ci distrae.

E la cosa peggiore è essere incostanti. Incostanti nel bene e non avere la ferma decisione di essere perseveranti. Ecco, questo, guardate, è una tragedia, veramente. Santa Teresa ha veramente ragione: se succede questo, i demoni si scatenano, perché qui non hanno più davanti un’anima coraggiosa. E allora la pace è finita, non c’è più pace. 

Stiamo attenti quando diciamo che siamo tormentati, quando diciamo che non abbiamo più pace, né di giorno, né di notte, che non sia dovuta alla mancanza di costanza nel bene, alla mancanza di una decisione risoluta di perseverare, al fatto che siamo distratti; perché le mille paure che il demonio ci pone davanti, e l’infinità di ostacoli che ci pone davanti, sono dovuti a queste cose! Ci bloccano! Ci rendono completamente inabili, non riusciamo più a fare niente, non abbiamo più pace, non abbiamo più serenità, non abbiamo più calma, e siamo paralizzati dalla paura, dal terrore, vediamo ostacoli che non esistono, non ci sono, sono solo nella nostra testa. 

Quante paure che abbiamo addosso, quanti ostacoli che vediamo che non ci sono; è il diavolo! È il diavolo che ce li suggerisce nella testa, a motivo della nostra incostanza nel bene, a motivo del fatto che non siamo risoluti nel perseverare, a motivo che siamo distratti da Dio, per questa ragione. E su questo, credo, dobbiamo fare tutti un esame di coscienza serrato. 

Noi, stupidamente, ci concentriamo sulle paure, noi stupidamente ci concentriamo sugli ostacoli, noi stupidamente ci concentriamo sul fatto che non siamo in pace né di giorno né di notte; siamo stupidi! Questi sono gli effetti! Noi, invece, dobbiamo andare a vedere la radice; la radice è la mancanza di perseveranza; la radice è l’incostanza; la radice è il fatto che siamo distratti da Dio.

Mi fermo qui, perché poi, il paragrafo prossimo, il quinto, è la terza ragione, ma non lo voglio fare, perché oggi credo che dobbiamo tutti concentrarci su questa seconda ragione. Primo: perché è troppo poco conosciuta; secondo: perché è importantissima; terzo: perché tutti noi siamo coinvolti in questa questione, quindi abbiamo bisogno proprio di capirla bene. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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