Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: A cosa mira l’ascetica – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González pt.60
Domenica 19 maggio 2024 – Solennità di Pentecoste
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Gv 15, 26-27; 16, 12-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a domenica 19 maggio 2024. Festeggiamo quest’oggi la Domenica di Pentecoste.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quindicesimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 26 e seguenti.
Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 122.
A cosa mira l’Ascetica
L’esercizio o la pratica delle virtù è il mezzo che utilizza l’Ascetica cristiana per condurre le anime a dare maggior gloria a Dio e ad ottenere l’unione con Lui. Questa è la caratteristica che distingue l’Ascetica dalla Mistica, la quale ottiene il medesimo fine, tuttavia in un grado più elevato, in termini di quantità e di qualità, attraverso l’esercizio dei doni dello Spirito Santo.
La gloria di Dio e l’unione con Lui, in definitiva, non hanno altri nemici né ostacoli che le nostre passioni disordinate, il nostro egoismo — con la sua figliolanza di superbia, lussuria, avidità, ecc., che sono i ladroni di questa gloria e di questa unione. La dominazione di questo egoismo e della sua turbolenta famiglia, per mezzo delle virtù opposte, con l’ausilio della grazia di Dio: questa è l’arte e la scienza e la vita dell’ascetica. La vittoria abituale sopra sé stessi! La morte di ogni affetto disordinato!
Quindi: «La dominazione di questo egoismo e della sua turbolenta famiglia, per mezzo delle virtù opposte, con l’ausilio della grazia di Dio: questa è l’arte e la scienza e la vita dell’ascetica.».
Paragrafo breve, ma molto intenso. Quindi, a cosa mira l’ascetica? L’ascetica mira a dare maggior gloria a Dio e all’unione con Lui.
Non mira al soffrire per il soffrire, al rinunciare per rinunciare, al patire per patire. Il fine dell’Ascetica non è l’Ascetica stessa; il fine dell’Ascetica è la maggior gloria di Dio e l’unione con Lui.
Mentre poi — lui spiega — la Mistica ha lo stesso fine — dare maggior gloria di Dio e unirsi a Lui — però “in un grado più elevato, e attraverso l’esercizio dei doni dello Spirito Santo”; almeno sappiamo anche questo.
La gloria di Dio — dice San Manuel — e l’unione con Lui, hanno dei nemici; quali? Le nostre passioni disordinate, il nostro egoismo, i sette vizi capitali, che sono «i ladroni di questa gloria, di questa unione» (molto bella questa espressione); i sette vizi capitali sono dei ladri, perché rubano a Dio la sua gloria (nel senso che noi non gliela diamo; ciò che gli dovremmo dare come gloria, noi non glielo diamo) e poi rubano a noi l’unione con Lui; tutti i sette vizi capitali, i quali raggruppano in sé tutte le nostre passioni disordinate.
Bisogna stare molto attenti; ecco perché è importante confessarsi spesso, per questo!
Quando verrete, e spero che verrete, all’adorazione eucaristica notturna, il 7 di giugno — alle 19:30 la Santa Messa, e poi l’adorazione notturna, tutta la notte — quella sarà l’occasione dove potremo tenere in mano il nostro libro di san Manuel, e chiedere a Gesù, nell’Eucarestia: qual è il mio peggior nemico, di questi sette vizi capitali, quello che maggiormente impedisce o disturba l’unione con te, che maggiormente ti sottrae la gloria? Qual è il ladrone peggiore che io mi porto sempre appresso? State tranquilli che se stiamo davanti al Signore lo troviamo.
Se quell’adorazione eucaristica servisse anche solo a farci trovare il nostro ladrone — che è un ladrone, quindi si nasconde — sarebbe già una grande conquista, perché capite che, una volta individuato, poi lo possiamo combattere, ed evitare che continui a rubarci, a sottrarci, la nostra unione col Signore.
«La vittoria abituale sopra sé stessi!»; l’Ascetica non è altro che questo: la vittoria abituale sopra sé stessi. Badate al termine “abituale”; cioè, non una volta all’anno, tutti i giorni.
«La vittoria abituale sopra sé stessi! La morte di ogni affetto disordinato!». E noi, quanti affetti disordinati abbiamo!! Tantissimi, guardate, tantissimi. Siamo attaccati, per non dire appiccicati, un po’ a tutto, tranne che a Dio. E, se ci pensiamo bene, i nostri peccati sono tutti degli affetti disordinati; o a noi stessi, o agli altri, o al mondo, ma sono tutti affetti disordinati, tutti. Perché non è che non dobbiamo voler bene a noi stessi, ma in modo giusto; non è che non dobbiamo voler bene agli altri, ma in modo giusto; non è che non dobbiamo voler bene alle cose che abbiamo attorno a noi, però in modo giusto, in modo ordinato. E invece no, perché entrano in gioco i sette vizi capitali; sui quali, tra l’altro, non ci mettiamo mai tanto a riflettere.
Ecco, all’adorazione eucaristica del 7 di giugno, portate con voi anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, che così, magari, diventa anche l’occasione per andare a cercare sul catechismo ciò che non capiamo. Quali sono i sette vizi capitali? Qual è la loro caratteristica?
E cerchiamo di essere generosi nella presenza, di venire, perché, sapete, queste sono iniziative che si fanno, ma certo è che, se si vede che vengono tre persone, poi non si fanno più. Purtroppo, è così! Se si nota che non c’è una risposta, allora chi di dovere dice: “Vabbè, ma è inutile investire energie, tempo e quant’altro, se non c’è un desiderio, una ricerca, una voglia di…”.
Quindi, diffondete questa cosa, perché sono occasioni che, secondo me, vanno colte al volo. E poi sapete, se funzionano, se vanno bene, se c’è una risposta buona, si possono ripresentare. Chiaro che, se la risposta è scarsa, poi non lamentiamoci dicendo: “Le chiese sono chiuse”, “Non possiamo fare l’adorazione…”, capite? Perché è tanto facile lamentarsi, però, quando poi tocca a noi, abbiamo mille scuse. Purtroppo è così, mille scuse; perché a tutti piace — ormai abbiamo un po’ imparato — questa comodità dell’avere tutto pronto, stando dietro a un telefono e ascoltando le cose quando vogliamo noi, mentre facciamo le nostre cose. Eh, ma non funziona così, non è giusta, questa cosa. Abbiamo imparato un sistema sbagliato. Essere presenti è importante, la presenza è importante, fa la differenza, anche per quanto riguarda il mio cammino di fede.
Io ricordo molto bene le adorazioni eucaristiche notturne di quando ero ragazzo. Me le ricordo praticamente tutte, perché ognuna di queste è stata segnata da un qualcosa di unico.
E poi ci sarà la Santa Messa prima dell’adorazione, la Santa Messa dopo l’adorazione il sabato mattina, insomma… Così come anche il ritiro di luglio…, sono tutte occasioni che forse ci offrono l’opportunità di questa vittoria abituale sopra noi stessi; contro, ad esempio, la pigrizia, contro la non voglia, contro l’accidia, contro anche la paura… “Eh, ma cosa vado a fare?”, “Eh, ma non conosco nessuno”, “Eh, ma magari non mi piace”, “Eh, ma magari vedo qualcuno che non mi va”, “Eh, ma magari”… e a furia di “ma magari” alla fine uno non va.
Dopo, però, siamo tutti bravi a fare i leoni da tastiera e scrivere: “Ecco, i sacerdoti non espongono più il Santissimo”, “Ecco, non c’è più l’occasione di poter stare davanti al Signore”, “Ecco, non abbiamo più…”; eh, certo, perché poi se, quando si fa, non c’è risposta, non lo si fa più.
Io sono sincero, non ho mai avuto questo problema, ho sempre visto risposte molto ampie a tutte le opportunità che sono state date; però lo dico lo stesso, perché, secondo me, c’è sempre un po’ il rischio di dire: “Sì, vabbè, andrò la prossima volta”; “Eh vabbè, fa niente, dai, stavolta non riesco, perché ho l’appuntamento di …”; ho capito, ma le cose si possono anche spostare, non sono scritte nel Vangelo, non sono scritte nella pietra col dito di Dio; se ho un appuntamento, lo sposto! Dico: “Guarda, non posso, vengo la prossima settimana, vengo la settimana prima, vengo la settimana dopo” — cosa cambia? — “Ma a questo appuntamento, legato al Sacratissimo Cuore di Gesù, io ci voglio essere”; “A questo appuntamento, legato al ritiro di luglio, prima della Madonna del Carmine, io ci voglio essere”. Perché non ce ne sono mille, durante l’anno!
Dopo, certo, è bello pensare di riempire uno stadio per fare l’adorazione eucaristica; ma se non siamo in grado di riempire una chiesa, come possiamo riempire uno stadio?! Stiamo attenti alle: parole, parole, parole, parole, parole; perché poi le parole vengono e vanno, i desideri bisogna stare attenti che non siano fuochi fatui, fuochi di paglia, devono avere una loro consistenza.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.