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Gesù mio – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González 81ᵐª e ultima parte

L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati - San Manuel Gonzales Garcia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Gesù mio – L’abbandono dei Tabernacoli accompagnati, S. Manuel González 81ᵐᵃ e ultima parte
Lunedì 10 giugno 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (1 Re 17, 1-6)

In quei giorni, Elìa, il Tisbita, uno di quelli che si erano stabiliti in Gàlaad, disse ad Acab: «Per la vita del Signore, Dio d’Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo comanderò io».
A lui fu rivolta questa parola del Signore: «Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherìt, che è a oriente del Giordano. Berrai dal torrente e i corvi per mio comando ti porteranno da mangiare».
Egli partì e fece secondo la parola del Signore; andò a stabilirsi accanto al torrente Cherìt, che è a oriente del Giordano. I corvi gli portavano pane e carne al mattino, e pane e carne alla sera; egli beveva dal torrente.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 10 giugno 2024. 

Abbiamo ascoltato la Prima Lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal Primo libro dei Re, capitolo diciassettesimo, versetti 1-6.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di san Manuel González. Siamo arrivati a pagina 171.

Suoi modi

Quale azione di grazie, tanto buona per noi e tanto gradita a Lui, sarebbe il trascorrere un giorno dopo l’altro contando sulla potenza, l’influenza, la benefica ombra, la virtù e la difesa del Gesù che ogni giorno ricevo e che visito ogni volta che desidero!

Suoi motivi

E allora! Colui che non esita a vivere tanto vicino a me da venire a vivere nella povera casa della mia anima affinché io possa chiamarlo con ogni esattezza: mio mio; ospite mio, cibo mio, vita della mia vita; quel Gesù ricco, generoso, splendido e amante senza limiti che mi si dà interamente quando lo cerco, tergiverserà forse nel darmi ombra, protezione e aiuto, i quali, pur valendo molto, valgono sempre meno di Lui? Colui che è tanto munifico nel dare il più, che è la sua carne e il suo sangue, sarà forse corto nel darmi il meno, che sono i suoi aiuti alle mie indigenze?

Come si perde

No, no, il Cuore di Gesù nel Tabernacolo vuole, aspetta, desidera la compagnia della nostra fiducia in Lui senza limiti né ostacoli. Non dargliela significa farGli una di queste due offese o al contempo entrambe: l’offesa della superbia che dice: non necessito di Te, basto a me stesso; o l’offesa dell’incredulità o della Fede a metà, che mormora disdegnosa: come può un Dio voler entrare in queste mie inezie? Se il Tabernacolo è la posizione più prossima e la postura più accessibile che Dio potesse assumere per essere il più possibile Padre dei suoi figli gli uomini, quanto peserà su quel Cuore, tanto tenero e sensibile, la sfiducia che lo pone così distante, e quanto lo ferirà con le spine dell’orgoglio, dell’incredulità, della fede tiepida, della durezza del cuore, della leggerezza dello spirito e della debolezza di memoria con cui tale sfiducia è impastata e formata!

Contare su Gesù perché è Gesù

Se tutti contiamo sul calore e sulla luce del sole quotidiano perché è il sole, perché non dovremmo contare, senza titubanze né vacillamenti, ma con la fiducia più certa e irremovibile, sull’amore misericordioso e onnipotente del Gesù del nostro Tabernacolo e della nostra Comunione, proprio perché è Gesù? Molto vicine, è vero, molto al di sopra e molto dentro di noi sono la malattia, la povertà, la tribolazione (le si chiami come si voglia), ma più vicino, più al di sopra e ancor più dentro di noi, e vieppiù con un potere infinitamente maggiore di farci del bene, è l’amore di Gesù Sacramentato. È vero, oh Gesù dei Tabernacoli accompagnati, che in mezzo a tante preghiere e canti e luci e fiori, ti manca ciò che più desidereresti, ossia le nostre necessità affidate a Te!, che contassimo su di Te, e che ci fidassimo di Te? Incenso della fiducia che si abbandona in Gesù Sacramentato, quanto bisogna profumare e disinfettare i Tabernacoli accompagnati!

Diciamo qualcosa su i “suoi modi”. 

San Manuel ci dice: “Quale azione di grazia, tanto gradita a Lui, sarebbe il trascorrere un giorno dopo l’altro contando sulla potenza, l’influenza, la benefica ombra, la virtù e la difesa del Gesù che ogni giorno ricevo e che visito ogni volta che desidero!”

Gesù presente nel Tabernacolo, che riceviamo nell’Eucarestia, è colui sul quale si può contare per eccellenza; contare su tutto, di Gesù: “Sulla sua potenza, sulla sua ombra benefica, sulla sua virtù, sulla difesa di Gesù”; però bisogna contarci veramente; bisogna dire: “Gesù, pensaci tu; Gesù, non ho altri che te; Gesù, senza di te sono niente”.

E poi san Manuel parla dei motivi. Noi possiamo chiamare Gesù ospite mio, cibo mio, vita della mia vita: “mio” perché, visto che lui vive così vicino a noi, tanto da accettare di essere il nostro nutrimento, a maggior ragione possiamo chiamarlo “mio”. 

Se posso dire “mio amico” di una persona che mi vuole bene, che sta a fianco a me, cosa dovrei dire di Gesù che entra dentro di me? Quindi, se Lui mi dà la sua Carne e il suo Sangue, possiamo forse pensare che non mi dia i suoi aiuti? San Manuel dice: “se mi dà la sua Carne e il suo Sangue, a maggior ragione mi darà il suo aiuto”.

Abbiamo già visto che «Gesù nel Tabernacolo… desidera la compagnia della nostra fiducia in Lui senza limiti né ostacoli».

Se non gliela diamo, possiamo fargli due offese: quella della superbia, oppure quella della incredulità. Superbia, che vuol dire: “basto a me stesso”; incredulità nel pensare: «come può un Dio voler entrare in queste mie inezie?». E invece no, Lui vuole la nostra fiducia, la nostra completa fiducia, cioè: Gesù, mi fido di te; Gesù, non ho altro pensiero che te. Poi, il resto, fai tu. Soffro per questo? Lo affido a te. Vivo questa situazione di fatica terribile? Fai tu. 

È inutile che io stia lì a pensare, a distruggermi il cervello e il cuore dietro a certi pensieri, per i quali, del resto, non posso neanche fare niente. Solo Gesù può risolvere certe situazioni spinose. E allora lasciamoglielo fare, ma non solo per quelle, per tutto. Impariamo proprio a vivere di Gesù, a lasciare che “Gesù faccia Gesù”. Impariamo a dire: “Gesù, io mi occupo di te e tu ti occupi di me”; bellissima questa cosa!

Così come quando vediamo attorno a noi delle situazioni brutte, anche delle situazioni tristi nelle celebrazioni della Santa Messa, non dobbiamo perdere la fede, ma stringerci ancora di più a Gesù. “Non lo fanno gli altri? Lo faccio io. Ti amano poco? Ti amerò di più”. Perché, capite, lo scandalo di una brutta testimonianza, può portare alla confusione, può portare al raffreddamento, può portare all’avvilimento, e invece no, dobbiamo moltiplicare l’amore.

Di fatto, la mancanza di fiducia crea una distanza. Questa sfiducia, poi, si manifesta anche attraverso l’incredulità, l’orgoglio, la fede tiepida, la durezza del cuore, la leggerezza dello spirito, la debolezza della memoria. Quanta debolezza di memoria abbiamo dentro di noi!

E poi san Manuel ci dice quello che a Gesù manca e ciò che più desidera: «ossia le nostre necessità affidate a Te!, che contassimo su di Te, e che ci fidassimo di Te?». Quindi dobbiamo usare questo incenso della fiducia, riempire il Signore di fiducia: “Gesù, confido in te, Gesù, pensaci tu, Gesù, ti do tutto”.

Bene, carissimi, oggi abbiamo finito il nostro libro!

Lascio a voi leggere l’“Epilogo”, sono alcune paginette, sono delle proposte che lui fa, ma lo potete tranquillamente leggere voi. 

Ringraziamo il Signore che ci ha fatto conoscere questo meraviglioso santo eucaristico. Adesso possiamo proprio dire che, con questo libro, spero discretamente commentato, possiamo prepararci anche per gli esercizi spirituali che faremo a luglio. Quindi, cominciamo a metterci in pista per questi esercizi spirituali, non manca molto a luglio, manca poco più di un mesetto, gli indecisi si decidano, si organizzino.

Portate questo libro con voi, così lo potrete usare nell’adorazione eucaristica notturna, ma anche in altri momenti di adorazione. Adesso dobbiamo diventare anime eucaristiche, sempre di più e sempre meglio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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