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La giustificazione – La mistica della riparazione, di don Divo Barsotti pt.6

Mistica della riparazione

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: La giustificazione – La mistica della riparazione, di don Divo Barsotti pt.6
Lunedì 12 agosto 2024 – Santa Giovanna Francesca de Chantal, Religiosa

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 17, 21-26)

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 12 agosto 2024. Festeggiamo quest’oggi santa Giovanna Francesca de Chantal, religiosa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal diciassettesimo capitolo del Vangelo di san Matteo, versetti 21-26.

Proseguiamo la nostra lettura del libro di don Divo Barsotti, La mistica della riparazione. Siamo arrivati al capitolo:

NOI PECCATORI

La riparazione è l’atto in cui il figlio ristabilisce i diritti della giustizia divina offesa dai peccati del mondo. È proprio questa definizione che ci suggerisce come la riparazione sia possibile anche all’uomo. Dio solo di fatto può riparare il peccato. L’uomo può commetterlo, ma non può cancellarlo; può offendere Dio, ma non può soddisfare la sua divina giustizia. Immenso è il potere dell’uomo, ma è un potere di morte. L’uomo ha potuto crocifiggere il Figlio di Dio, precipitare la creazione nel male; ma non può nulla per salvarsi dal castigo: una volta caduto, a nulla valgono i suoi sforzi per sollevarsi, e tanto meno per offrire una riparazione alla divina giustizia. Non è quindi presunzione il nostro voler riparare? Come possiamo osare, come possiamo pretendere di riparare il peccato dell’uomo? Prima di tutto, invece di riparare peccato umano, lo commettiamo ogni giorno, siamo noi stessi dei peccatori. In quanto peccatori, dovremmo prima di tutto riparare il nostro peccato, espiarlo, liberare noi stessi dal peccato.

E tutti siamo dei peccatori: lo dice S. Giovanni, l’Apostolo, nella Prima Lettera: «Chi crede di essere senza peccato è mendace». Come possiamo dunque distinguerci in seno il mondo, quasi gli altri fossero i peccatori e noi i santi che portano il peso dell’altrui peccato, quasi fossimo solidali con loro soltanto nel sopportarne il castigo? Ma siamo già un tutto unico con gli altri, non in quanto, come Gesù, ci siamo gravati, ci siamo assunti il peso del peccato umano, ma in quanto siamo responsabili dello stesso peccato. Siamo, sì, con gli uomini, facciamo parte con loro di una sola umanità che deve essere redenta. Sembra una presunzione il pensare di poter riparare il peccato altrui quando di fatto noi stessi abbiamo bisogno di Uno che ripari per noi.

E d’altra parte, anche se non avessimo peccato, la riparazione non è forse l’atto proprio soltanto di un Dio? Gli Angeli avrebbero potuto espiare e redimere il peccato? Dice la teologia che Gesù ha potuto riparare il peccato del mondo perché in quanto Dio il suo atto aveva un valore infinito, e in quanto uomo egli poteva essere solidale con gli uomini, assumendo nella sofferenza la responsabilità del peccato.

Perché il S. Cuore ci chiama alla riparazione? Non è questa, in fondo, prerogativa esclusiva del Cristo? La risposta a questa domanda pone sempre in rilievo la differenza essenziale che vi è fra la concezione della giustificazione in seno al Cattolicesimo, e la concezione della giustificazione umana come la concepisce il protestante.

Attenzione a quello che dice adesso:

Per il Protestantesimo Gesù ci salva e la salvezza è opera esclusiva di Dio; noi possiamo soltanto riceverla come dono che ci viene dal di fuori e che rimane esterno a noi.

L’atto della Redenzione è atto esclusivo del Cristo — stiamo parlando di protestanti — dunque noi siamo dei peccatori — per i protestanti — salvati gratuitamente da Dio, e non possiamo mai assumere, nel mistero di questa divina salvezza, la parte del Cristo.

Quindi: “per i protestanti, l’atto della redenzione è atto esclusivo del Cristo”; voi ditemi se, leggendo queste parole, voi potete dire: “Ah, sì, sì, quello che sta dicendo don Divo è assolutamente protestante, perché io, intorno a me, sento tutto il contrario!”. 

Voi, leggendo queste parole di don Divo Barsotti, che fa una sintesi perfetta del protestantesimo circa la teoria della giustificazione, dovreste dire: “No, no, no, io non mi ritrovo in queste parole. Capisco bene che sono i protestanti, perché per noi cattolici è tutta un’altra cosa”. Ecco, leggendo queste parole, voi dovreste dire: “No, capisco che le cose non stanno così, lo capisco da solo, perché ascoltando le omelie dei sacerdoti, ascoltando quello che mi viene detto, a me è stata insegnata e io conosco una concezione della giustificazione assolutamente diversa”. Dovrebbe essere così, ve lo dico.

L’atto della Redenzione è atto esclusivo del Cristo: dunque noi siamo dei peccatori, salvati gratuitamente da Dio, e non possiamo mai assumere, nel mistero di questa divina salvezza, la parte del Cristo.

Adesso sentiamo cosa cambia nel cattolicesimo. Questa che ci sta facendo Don Divo è proprio una lezione di teologia, è importantissima. Quando qualcuno mi chiede: “Ma cosa devo leggere per vincere la mia ignoranza circa le cose di Dio?”; ecco, questa teologia fatta così, in modo sintetico, semplice e chiaro — non semplicistico — diventa veramente una rampa di lancio, perché la teoria della giustificazione è una teoria fondamentale.

Nel cattolicesimo scrive don Divo, la giustificazione è, sì, un atto gratuito di Dio, — quindi, su questo, siamo d’accordo con i protestanti — è, sì, l’atto del Cristo, ma — attenzione, questo “ma” è grande come il mondo — un atto che non sopraggiunge e tocca l’uomo soltanto dall’esterno, — per i protestanti, questo atto, è un dono che viene fatto dal di fuori e che rimane esterno all’uomo. Per noi non sopraggiunge e non tocca all’uomo soltanto dall’esterno, attenzione! — un dono che non ricopre l’uomo soltanto come un vestito, lasciandolo nell’intimo così com’era prima — Capito? Non è un involucro, non è il guscio di una noce, la giustificazione, e dentro però la noce rimane marcia; attenti ora — l’uomo non è più soltanto salvato da Cristo, ma, inserito nel Cristo, egli fa parte veramente di lui.

Per i protestanti non è così; vedete che differenza? C’è un punto dove ci tocchiamo, ma poi è tutto completamente, radicalmente diverso. La giustificazione è un atto gratuito di Dio, certo, e qui siamo d’accordo, ma poi il cattolicesimo afferma esattamente il contrario di quanto affermano i protestanti. Questo è fondamentale.

Quindi, noi siamo veramente cattolici? Attenzione! Attenzione perché, senza accorgerci, potremmo correre il rischio di credere o, peggio ancora, di annunciare, qualcosa che non è il cattolicesimo. Stiamo attenti, stiamo molto attenti. 

Prosegue don Divo:

Se io sono redento, Cristo non si può separare da me, come non si può separare da Dio: egli vive in me e io vivo in lui.

Allora, questo capitolo è veramente molto importante. Quindi: «la riparazione è l’atto con cui il Figlio ristabilisce i diritti della giustizia divina offesa dai peccati del mondo», e solamente Dio può riparare il peccato, l’uomo, invece, può solamente offendere Dio; «una volta caduto, a nulla valgono i suoi sforzi per sollevarsi, e tanto meno per offrire una riparazione alla divina giustizia»; però, guardando l’uomo come uomo, attenzione. Quindi: «Gesù ha potuto riparare il peccato del mondo perché in quanto Dio il suo atto aveva un valore infinito, e in quanto uomo egli poteva essere solidale con gli uomini».

Allora uno si chiede: perché il Sacro Cuore ci chiama alla riparazione? Don Divo, per rispondere a questa domanda, mette in rilievo la differenza essenziale che c’è fra la concezione della giustificazione per i cattolici, e la concezione della giustificazione per i protestanti. Quindi, per i protestanti: “Gesù ci salva e la salvezza è opera esclusiva di Dio, quindi è un dono, e noi possiamo solo riceverla. Ma questo dono viene dal di fuori, questo dono rimane esterno a noi, non ci giustifica veramente, cioè non ha questo potere di cambiare, di toccarci interiormente.

Nel cattolicesimo, questa giustificazione è certamente un atto gratuito di Dio, ma non tocca l’uomo solo all’esterno, non è un vestito che si mette addosso, che copre ciò che sta dentro. 

Nel cattolicesimo l’uomo è inserito in Gesù, fa parte di Gesù, ecco perché può riparare! Capite? Possiamo riparare perché siamo inseriti in Gesù! 

Ecco perché, secondo Lutero, l’uomo non può fare nessuna riparazione: perché non è in Gesù, non fa veramente parte di Gesù, non è inserito in Gesù. 

Quindi, per i cattolici: se io sono redento, Cristo non si può separare da me, egli vive in me ed io vivo in lui, e quindi posso riparare, esattamente perché lui ripara (e tutto il discorso che abbiamo fatto fino ad adesso), c’è questa partecipazione alla riparazione di Gesù. Guardate che questo è importantissimo. È veramente molto importante, perché oggi si sente dire: “Ah, ma Gesù sulla Croce ha già sistemato tutto, adesso a noi tocca solamente danzare, giocare, ballare, divertirci, perché tanto ha già fatto tutto lui”; eh certo, certo, ha fatto tutto lui, eh sì, ma questo lo diceva Lutero. E noi cattolici invece cosa diciamo? A chi dice: “Ah, ma Gesù ha già risolto tutto sulla Croce, ha già riparato a tutto lui. Noi non è che dobbiamo fare altro!”, bisognerebbe rispondere così: “Ah no? E noi quindi siamo inseriti in chi? In nessuno? Quindi noi siamo dei manichini che vengono vestiti, ma il manichino rimane il manichino; quindi, di fatto, non entriamo veramente a far parte di Gesù. Non viviamo veramente in lui, e lui non vive veramente in noi! Ma questo è il protestantesimo!”. E infatti, non a caso, lì non c’è la transustanziazione, lì non c’è l’Eucarestia, c’è un’altra cosa, ma non è l’Eucarestia, Lutero non crede nella transustanziazione; assolutamente!

Vedete la differenza? Stiamo attenti perché potrebbe essere — magari no, ma potrebbe succedere — che ci capiti di dover incontrare qualcuno che, cosciente o non cosciente, ci venga a esporre teorie che sanno più di Lutero, che della nostra fede cristiana cattolica. Bisogna stare attenti, molto attenti, perché sapete, quel punto di contatto rischia di diventare un cavallo di Troia, e questo non va bene. 

C’è un solo punto di contatto, cioè che certamente la giustificazione è un atto gratuito di Dio ed è l’atto del Cristo; verissimo! Ma attenzione a quello che viene dopo! Attenzione a quello che viene detto dopo.

Quindi, sono salvato da Cristo: vero; ma sono inserito in Cristo, faccio parte di Gesù, Gesù è in me, io in lui. E quindi io non posso più essere separato da Gesù, chiaro? Lo spero! Sono concetti molto molto complessi, che qui sono spiegati in poche righe. 

Ci vorrebbe una lezione di un anno per spiegare la teoria della giustificazione, è molto, molto complessa. Non ho la pretesa, e neanche don Divo, sicuramente, aveva la pretesa di risolvere tutto in dieci righe; però, queste dieci righe ci permettono quantomeno di avere chiara la differenza, la distinzione. Ci permettono di capire se vado a destra o a sinistra almeno quello. Poi non è sufficiente sapere se vado a destra o a sinistra, perché la strada bisogna spiegarla bene, nel dettaglio, però, almeno, se devo andare a Berlino, non mi dirigo verso Napoli, diciamola così. Non basta sapere che da Milano vado verso nord, servono un po’ di indicazioni, però almeno sono sulla strada giusta. So che, se da Milano devo andare a Berlino, di sicuro, non devo prendere la Milano-Napoli, questo è certo.

Ecco, in questo modo, abbiamo avuto da don Divo questa chiarezza; dobbiamo veramente ringraziare questo meraviglioso sacerdote perché, con chiarezza e semplicità, sinteticità — perché vedete che i capitoli sono molto brevi — ci fa comprendere delle cose elevatissime e bellissime e credo assolutamente contemporanee, attuali; in modo tale che stiamo in guardia e, quando qualcuno ci dice certe cose, sappiamo rispondere, dicendo: “No, no! Io vivo la riparazione perché sono in Gesù, e partecipo della vita, della redenzione e della riparazione di Gesù. Sono cristiano cattolico, non sono protestante”.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

 

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