Catechesi di lunedì 10 ottobre 2016
Ciclo di catechesi “La Santissima Eucarestia nel Magistero della Chiesa e nei Santi”
Relatore: p. Giorgio Maria Faré
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Le catechesi di p. Giorgio Maria Faré si tengono ogni lunedì alle 21 presso il Convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monza, con ingresso dal parcheggio di Via Boito 2.
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LA SANTISSIMA EUCARESTIA NEL MAGISTERO DELLA CHIESA E NEI SANTI – LEZIONE 6
Continuiamo il nostro percorso di catechesi sul tema dell’Eucarestia, questa sera, dato che il libro: “Comunione sulla mano”, che sarà il testo che ci servirà per un po’ di tempo per andare avanti nel nostro percorso, non è ancora disponibile, sarà disponibile per l’inizio di novembre, allora faccio prima quello che avrei fatto dopo e poi faremo il testo. Con questa sera inizieremo quello che sarebbe stato un po’ la parte successiva del percorso che è quello di affrontare che cosa dicono i Santi, che cosa dicono i Dottori della Chiesa sulla Santissima Eucarestia.
Ci lasciamo guidare come spartiacque, come grande Luce, da S.Giovanni della Croce, Dottore della Chiesa, il quale, nella “Fiamma d’Amor viva – B”, prima strofa, al paragrafo 5 dice così:
“5. Di questo genere sono le parole che Dio pronuncia nelle anime purificate e monde, parole tutte ardenti, poiché come disse Davide: La tua parola è accesa con veemenza (Sal 118,140); e il profeta: Le mie parole non sono forse come fuoco? (Ger 23,29). Tali parole, come Egli stesso dice per mezzo di san Giovanni (6,64), sono spirito e vita e vengono percepite dalle anime che hanno orecchie per ascoltarle, quelle che, come ho già detto, sono pure e innamorate. Infatti, coloro che hanno il palato corrotto e gustano altre cose non possono gustare lo spirito e la vita di queste parole che, anzi, appaiono loro senza sapore. Perciò, quanto più il Figlio di Dio pronunciava parole sublimi, tanto più alcuni provavano disgusto per la loro stessa impurità, come accadde quando predicò la sublime e amorosa dottrina della sacra Eucaristia, che molti di loro rifiutarono (Gv 6,60-61.67).”
Esattamente l’inizio del nostro percorso, quando noi all’inizio di questo percorso di catechesi, abbiamo proprio trattato il tema di Giovanni cap 6, cioè cosa dice Gesù in quel capitolo a proposito dell’Eucarestia. Cerchiamo di capire bene S.Giovanni della Croce che cosa ci sta dicendo, perché è un testo molto importante. Dio pronuncia delle parole, delle parole intime e delle parole pubbliche. La parola pubblica è il Vangelo, la Scrittura. Le parole intime è quanto Dio comunica a ciascun anima. Queste parole che Dio pronuncia, le pronuncia alle anime che sono “purificate e monde”, cioè anime pulite, perché se già cominciamo ad avere a che fare con un’anima sporca, abbiamo finito di poter ascoltare le parole di Dio.
“Parole tutte ardenti”
Cioè parole infuocate. Queste parole sono “spirito e vita”, come dice in Giovanni cap 6,64.
“Vengono percepite dalle anime che hanno orecchie per ascoltarle”
Non tutte, non tutte le anime le sanno ascoltare, solo alcune. Solo alcune anime hanno le orecchie capaci di ascoltare queste parole.
- E quali sono queste anime?
Sono le anime pure e innamorate.
Non basta che un’anima sia pura. Io posso anche essere puro, ma freddo come un pezzo di ghiaccio. Posso essere puro, ma posso non essere innamorato. Perché il Signore mi comunichi le Sue Parole, le Intuizioni, le Luci Interiori, è necessario che io sia:
PURO E INNAMORATO
Devo voler veramente bene al Signore, ma non un bene qualunque, un bene d’Amore. Devo essere innamorato di Dio, se no non si dà.
È certo importante che io debba purificarmi, che io debba chiedere perdono dei peccati gravi, che io debba essere in Grazia di Dio, e nello stesso tempo è fondamentale che io sia innamorato, perché ci sono anime che non fanno niente di male, però dentro sono fredde.
Lo si vede quando uno è innamorato, al contrario, uno che non è innamorato, è uno che non ha mai voglia di fare nulla.
“Una volta ho il mal di testa, e una volta ho il mal di pancia, e un’altra volta fa freddo è una volta fa caldo, e un’altra volta sono stanco e l’altra volta ho da fare, sono impegnato.”
Non ha mai voglia, non ha mai tempo, non ha mai cuore per esserci, per fare.
Diverso è l’innamorato. L’innamorato qualunque cosa ha da fare, ha sempre tempo, per chi ama. L’innamorato è colui che non ha ostacoli. Quando un innamorato vuole vedere la sua innamorata, non ci sono ostacoli che lo possano impedire.
Shakespeare di insegna che neanche la morte è un ostacolo, perché se non ti posso avere in vita, allora la vita non è più vita, ti avrò in morte, e si suicidano. È il dramma dell’amore.
Quando amo non posso vivere la mia vita senza la persona amata, è più importante di mangiare, bere, dormire. Questo lo hanno provato tutti coloro che sono stati innamorati.
- Il dono della Sapienza, che cos’è?
È il gusto delle cose di Dio.
Se le cose di Dio mi danno tedio, io non sono innamorato.
E lui ci spiega adesso:
“Coloro che hanno il palato corrotto e gustano altre cose non possono gustare lo spirito e la vita di queste parole”
Le sentono, sentono la parola di Dio, sentono la parola della Chiesa, sentono la parola dei Santi, ma non la gustano.
“Appaiono loro senza sapore”
Sono parole che non dicono niente. Ascoltano per esempio una riflessione di un Santo, ma a loro non dice niente.
- Cosa ti dice?
Niente. Dentro non vibra niente. Ma non vibra niente non perché non hanno abbastanza fede, non vibra niente perché hanno il palato corrotto. Hanno venduto il loro gusto ad altro.
“Si sono messi a gustare altre cose” dice S.Giovanni della Croce.
Chi ha il palato corrotto da sapori deviati, da sapori piccanti, chi ha il palato corrotto da una lingua bruciata dal male, e passa la sua giornata a gustare altro, vuol dire a provare gioia, a provare gusto, a provare pienezza, a provare senso di realizzazione gustando altre cose, “non può gustare lo spirito e la vita di quelle parole”, dice S.Giovanni.
“Per questo – lui dice – più Gesù diceva parole sublimi, più loro provavano disgusto per la loro stessa impurità”
L’IMPURITÀ È UN PECCATO CHE TOGLIE LA SAPIENZA
Quando io vivo nell’impurità, delle cose di Dio non capisco niente, non sento né lo Spirito né la vita. L’impurità è proprio un filtro che blocca tutto.
“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”
Se il mio cuore non è puro io non posso vedere Dio, vedere Dio non nel senso che ho una visione mistica, ma vedo Dio all’opera, lo vedo, lo sento, lo percepisco, percepisco lo Spirito e la vita di Dio, in ciò che leggo e in ciò che accade. Sono alla ricerca di Dio.
- Questo cosa ci insegna?
Che noi dobbiamo essere un po’ svegli, nelle cose di Dio la conoscenza materiale non è sufficiente. Togliamoci dalla testa quel prurito di voler convertire gli altri. Comincia a convertire te stesso.
Le cose che noi studiamo qua non servono per diventare dei kamikaze fuori, non è che qua si fa l’addestramento dei guerrieri ninja. Queste cose servono a noi, innanzitutto per convertire noi, per rendere ragione a noi di come devono essere fatte le cose. Quelli che queste cose non le vivono, non ci credono, non è compito mio convincere nessuno. Io sto solamente spiegando le ragioni che stanno alla base di una prospettiva, e cerco di fare in modo che siano ragioni razionali, ma so bene che questa razionalità non serve a convertire nessuno. S.Giovanni della Croce dice:
“Certe cose, come questa dell’Eucarestia – dice lui – possono essere capite solo se dentro c’è un certo percorso, se no, no”
Quindi smettiamola di avere la mania di dover convertire gli altri.
- Ma secondo te, un prete queste cose non le ha neanche mai sentire nominare? Un Vescovo non le ha mai sentite nominare?
Se non le segue, non è perché arrivi tu che gliele spieghi, come l’antiope di Candace, gliele puoi spiegare in tutti i modi, ma non cambiano di una virgola, perché non è un problema di conoscenza dottrinale, non è un problema nozionistico, è un problema di anima. E se non c’è, non gliela dai tu.
“Imparo queste cose per essere io una testimonianza con la mia vita innanzitutto.”
Le questioni legate all’Eucarestia richiedono un gusto nuovo.
Per poter fare dell’Eucarestia il centro della propria vita, bisogna fare dell’Eucarestia il centro della propria vita.
Bisogna fare una marea di tagli, tante rinunce, tantissimi sacrifici e a tante cose dire: “Basta, mai più!”, l’Eucarestia funziona così. Non è possibile diversamente, perché è il Corpo di Cristo, ed è pesante come cammino. È difficilissimo. Ma se vogliamo gustare certe cose, bisogna mettersi, come dice S.Giovanni della Croce, nell’ottica di “rinunciare ad altre”. E allora col tempo la testa comincerà ad aprirsi, altrimenti si prova solo disgusto.
Una cosa che vi ho detto, molto importante è conservare una coscienza pura e innamorata, perché quando si prova disgusto per certe cose, è un segnale pericoloso.
S.Massimiliano Kolbe dice:
“Una sola Comunione è sufficiente per farsi santi. Tutto dipende dalle disposizioni interiori, dalla preparazione. Metà della giornata dedicata alla preparazione, e l’altra metà al Ringraziamento. Talvolta una Comunione spirituale porta con sé le medesime grazie di quella sacramentale. Nelle difficoltà (ripeti) spesso: “Mio Dio e mio tutto”.
“Una sola Comunione è sufficiente per farsi santi.”
- Come mai noi non siamo ancora santi?
Perché vuol dire che quella Comunione non ha funzionato bene. Chissà quante Comunioni perse nel vuoto.
“Tutto dipende dalle disposizioni interiori, dalla preparazione.”
- Noi come ci prepariamo alla Comunione?
- Quanto tempo prima arriviamo in Chiesa?
Per poter fare una santa Eucarestia devo prepararmi santamente. S.Alfonso diceva che ci vuole almeno un’ora di preparazione, Padre Pio si svegliava alle 3:00 per dire la Messa alle 5:00. Vedere qualcuno di noi che si prepara in ginocchio è quasi impossibile. Senza preparazione e senza ringraziamento non c’è una vera Comunione, e infatti la nostra vita non cambia mai, resta piatta, perché noi abbiamo tanta voglia e fretta di chiacchierare con gli altri, con gli uomini, quanta poca voglia abbiamo di stare col Signore e parlare con Gesù.
“La Comunione Spirituale può portare con sé le medesime Grazie sacramentali se la mia anima è in Grazia di Dio”
Lo abbiamo visto la volta scorsa, ed è molto bello quello che dice S.Massimiliano M.Kolbe:
“Mio Dio e mio tutto”. “Ripeti stesso nelle difficoltà”
Che è la frase di S.Tommaso:
“Mio Signore e mio Dio”
Il culmine del Vangelo di Giovanni, il Vangelo di Giovanni culmina con quell’espressione di S.Tommaso.
Dice S.Massimiliano M.Kolbe:
“Non c’è migliore preparazione alla S.Comunione che offrirla tutta all’Immacolata (facendo ovviamente, da parte nostra, tutto quel che possiamo). Ella preparerà il nostro cuore nel migliore dei modi e potremo esser certi di procurare in tal modo a Gesù la gioia più grande, di manifestarGli il più grande amore.”
Questo però richiede tempo. Bisogna avere il proprio libro delle preghiere, bisogna essersi fatti il proprio quaderno delle preghiere, con su appuntate quali sono le nostre preghiere, quali sono le preghiere da dire davanti al Santissimo, quali sono le preghiere da dire quando si esce.
“Ella preparerà il nostro cuore nel migliore dei modi e potremo esser certi di procurare in tal modo a Gesù la gioia più grande, di manifestarGli il più grande amore.”
Perché la Madonna, l’Immacolata ci insegnerà a preparare veramente il nostro cuore all’incontro col Signore.
Veniamo a S.Teresa D’Avila, Dottore della Chiesa.
“Pensieri sull’Amor di Dio” cap. 1, paragrafo 11:
“Sono persuasa – e Dio voglia che m’inganni! – che molte persone si accostino al SS. Sacramento con la coscienza carica di grossi peccati mortali.”
Con la coscienza carica di grossi peccati mortali vanno a fare la Comunione. Vuol dire “mangiare e bere la propria condanna”, vuol dire fare Comunioni sacrileghe, vuol dire trasformare il Corpo di Cristo che è vita, in Corpo di morte, in veleno, dice S.Paolo.
Per le ragioni più assurde:
“Non ho potuto confessarmi”
Non fai la Comunione. Se non hai potuto confessarti, non fai la Comunione, fai penitenza.
“Ho saltato una Messa”.
È peccato mortale. La Messa della Domenica è Terzo Comandamento. Se non ci vai, tu non puoi accostarti all’Eucarestia fino a quando non ti sei confessato.
“Costoro, se sentono un’anima arsa d’amor di Dio servirsi di queste espressioni..”
Quelli che lei ha scritto nei “Pensieri sull’Amor di Dio”, perché lei parla addirittura del bacio.
“La ritengono per temeraria e inorridiscono.”
Certo, dentro sono tutti marci. Come potrebbero loro pensare di usare parole come il “bacio”, nei confronti di Dio. Come potrebbero mai pensare lontanamente, di avere una devozione verso Dio. Sono freddi, è gente senza devozioni, perché hanno i peccati grossi come una casa, sulla coscienza, peccati per i quali non hanno mai chiesto perdono a Dio veramente.
E allora bisogna guardarsene bene, dal mostrare la propria devozione di fronte a queste persone, perché se no è come gettare le perle davanti ai porci, i quali, dice Gesù, calpestandoli si rivoltano contro, cercando di sbranarvi.
Non può un’anima con peccati mortali avere e apprezzare espressioni d’amore. Ma non puoi neanche andargli a parlare, perché ti dirà che sei esagerato, ti dirà che sei un bigottone, un visionario, uno che è immaturo nella fede, uno che pensa solo alle devozioni, oppure ti consigliano lo psichiatra.
- Perché?
Perché non riescono a capire l’importanza, la grandezza di certe cose.
“So che esse – dice Teresa – non le useranno mai.”
E infatti non le usano mai. Mai.
Dicono invece frasi come:
“Non si sta in ginocchio davanti alla statua della Madonna”
“Non si fa la genuflessione davanti alla statua della Madonna”
“Perché? Chi l’ha detto?”
“Perché la genuflessione si fa soltanto davanti al SS Sacramento”
- Perché non mi devo mettere in ginocchio davanti alla Regina del Cielo e della Terra?
Io quando ho letto la storia di Bernadette o dei tre pastorelli di Fatima, non mi sembra che l’Angelo insegnasse loro di aspettare la Vergine in piedi. Santa Bernadette Soubirou non ha accolto la Vergine Maria in piedi, l’ha accolta in ginocchio.
“Queste ed altre simili espressioni non sono dette che dall’amore; e siccome esse ne sono prive, potranno leggere i Cantici anche ogni giorno, ma non se ne serviranno mai, né mai verranno loro alle labbra.”
Se non ce l’ha dentro, non glielo metti tu dentro. Se dentro non hanno amore, le potrebbero leggere e ascoltare miglioni di volte, siccome sono prive d’amore, non potranno mai farle proprie, non le sentiranno mai come proprie. Non ce l’hanno dentro.
“Veramente sono espressioni di così grande maestà da sentirci prendere da rispetto soltanto ad udirle.”
Chissà quali sono le espressioni d’Amore che noi rivolgiamo a Gesù da parte nostra! Chissà se abbiamo mai avuto in mente di leggere il Cantico dei Cantici, scegliendo quelle espressioni che maggiormente si adattano al nostro rapporto con Dio, farle nostre, la nostra preghiera intima, il nostro modo intimo di trattare con Gesù, di parlare a Gesù. Le delicatezze d’Amore verso Gesù, e ognuno ha le sue, perché siamo diversi. Ognuno di noi ha la sua delicatezza se ama.
“Pur grande, Signore, è la maestà che Voi avete nel SS. Sacramento. Per cui, se quelle persone ardiscono fare quel che fanno è perché la loro fede non è viva ma è morta – dice Teresa – causa il vedervi tanto umile sotto le apparenze del pane, da cui Voi non dite loro una parola, perché indegne di ascoltarvi.”
Cristo è muto. Muto. Quando noi non siamo degni di ascoltarlo, Gesù è muto, perché se no, diversamente, il Signore parla, parla tanto alle anime, perché il Signore ha tante cose da comunicare.
Era proprio la Piccarreta, che Gesù mentre lei era lì che scriveva, continuamente andava e veniva, andava e veniva, e lei ad un certo punto ha detto:
“Gesù, basta! Non riesco a combinare niente! Se continui ad andare e venire, andare e venire, io sono qui che devo scrivere, ogni volta mi interrompi e non combino nulla. Ma perché continui ad andare e venire, andare e venire?”
E Gesù le ha risposto: “Perché non riesco a stare senza di te”
Ci sono delle espressioni in quel testo della Piccarreta che sono di un forte pazzesco! Gesù che ha una fisicità con questa donna che è incredibile! L’abbraccia, la stringe, si stende accanto a lei, la fa riposare sul suo braccio, è molto di più di quello che vi sto dicendo.
- E come mai?
Perché Gesù ama! Gesù ama. E siccome Lui è la purezza assoluta, tutte queste cose non può che viverle nella purezza assoluta.
Noi siccome siamo vonci come ratti, la malizia l’abbiamo dentro, per cui basta vedere qualunque minima cosa, subito per noi diventa sinonimo di sesso. E quindi ci giochiamo l’intimità di Cristo, ci giochiamo l’intimità divina, ci giochiamo la possibilità di lasciar essere Gesù, quello che vuole essere. Perché noi determiniamo anche il modo con il quale Gesù deve essere con noi. Decidiamo tutto noi.
Quando ho letta la Piccarreta ho detto:
“Ma che roba bellissima! Incredibile!”
A leggere quelle pagine ti viene dentro un fuoco di santa invidia:
“Ti immagini ad addormentarti abbracciato a Gesù! Sul braccio di Gesù! Sentendo il fiato di Gesù! Il battito del cuore di Gesù! Ma poi tutto il resto che Lui le faceva. La riempiva di baci, di carezze, la stringeva! E lei poverina che ad un certo punto diceva: “Basta, non c’è la faccio più!” E solo che Lui le diceva, come quando ha detto alla Beata Madre Pierina de Micheli, che lei aveva l’obbedienza, non poteva andare in cappella dopo un certo orario, e lei arriva in cappella, Gesù è la e le dice: “Finalmente che sei arrivata”, e lei gli risponde: “Ma scusa lo sapevi che non potevo venire, la superiora me lo ha proibito”. E Lui risponde: “Certo che lo sapevo e hai fatto bene ad obbedire, ma non puoi proibire a Me di aspettarti”
Solo che noi abbiamo di questo Gesù, una figura, un’immagine come di un monolite, di un blocco di cemento, di marmo freddo, come questo mostro da sfamare che noi andiamo sempre a dargli l’obolo, come all’idolo, per tenerlo placato. L’aspetto dell’amore non c’è proprio.
“Accostiamoci al SS Sacramento – dice Teresa – con grande spirito di fede e di amore. Una sola Comunione credo che basti a lasciarci ricche. E che dire di tante? Ma sembra che ci accostiamo al Signore unicamente per cerimonia. Ecco perché ne caviamo poco frutto. O mondo miserabile che accechi chi vive in te, onde non vegga i tesori che potrebbe acquistare con l’eterne ricchezze!…”
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DOMANDE:
- Quando ha detto che il Signore ci parla però a tanti santi è stato in silenzio
Si certo, a noi probabilmente non parla a livello mistico, il parlare di Gesù è per intuizione, il Signore ti manda delle luci per capire meglio certe cose, per donarti più pace, per farti camminare più speditamente sulla sua via.
- Una precisazione riguardo a San Massimiliano, intendeva offrire la preparazione all’Immacolata, non la Comunione?
Tutto. Tu ti prepari il cuore e poi chiedi alla Madonna di condurti Lei a ricevere Gesù e a fare la Comunione.
- Se c’è scarsa preparazione, poi si può recuperare col Ringraziamento?
No. La preparazione è la preparazione, il ringraziamento è il ringraziamento, sono due cose diverse, per cui mi devo organizzare per prepararmi. Vado a Messa e mi preparo pregando per andare a Messa.
Qual’è la migliore preparazione? Anzitutto la confessione fatta frequentemente, in modo tale da andare a Messa in Grazia di Dio. Anche se non ho peccati gravi, confessiamoci spesso, di frequente, per avere la Grazia del Signore.
- Lei parlava di innamorarsi del Signore, ma l’innamorarsi uno non se lo dà da solo, come fa? Anche una persona non si innamora perché si sforza, se può chiarire meglio.
Come faccio ad innamorarmi di una donna su mille donne? Mi innamoro nel momento in cui la vedo, qualcosa mi cattura, l’avvicino, inizia la conoscenza e mano a mano che la frequento e la conosco, a mano a mano mi innamoro.
- Come faccio a innamorarmi del Signore?
FrequentandoLo.
- Come faccio a innamorarmi dell’Eucarestia?
Stando davanti al Tabernacolo. Stando davanti a Gesù.
Mi innamoro di Gesù a mano a mano che sto con Gesù. Ma un amore vero, non sentimentale. Non quell’amore per cui faccio quello che voglio. L’amore per cui faccio quello che vuole Lui, sempre. L’amore per cui rispetto i Suoi 10 Comandamenti. L’amore per cui Lo difendo e Lo frequento. E sto con Lui al posto di stare con altri.
Mi ricordo benissimo quando da adolescente è avvenuto lo sblocco della mia vita, quando ho fatto veramente il passo della conversione.
Quando è avvenuto?
E’ avvenuto quando io ho rinnegato il sabato sera, è lì che è avvenuto, perché per me il sabato sera era il massimo. Ad un certo punto mi sono detto:
“Giorgio o salta questo o qui non andiamo da nessuna parte”
Avevo capito che non potevo tenere il piede in due scarpe, non potevo avere questo attaccamento così forte a queste amicizie e lasciare Gesù un pò così. Ed effettivamente quando io ho fatto quel salto, effettivamente tutto è cambiato radicalmente.
Mi ricordo ancora bene, mi sono messo davanti al mio Crocifisso e ho preso la Bibbia, e ho detto:
“Gesù dai dimmi una parola che mi aiuti a capire”
Dico una preghiera allo Spirito Santo, apro la Bibbia a caso e leggo:
“Nel cuore dell’empio parla il peccato, davanti ai suoi occhi non c’è timore di Dio, si illude con se stesso nel ricercare la sua colpa e detestarla, inique e fallaci sono le sue parole, rifiuta di capire e compiere il bene, iniquità trama sul suo giaciglio, si ostina su vie non buone”
Io sono rimasto fulminato, ho messo lì la mia Bibbia, me lo ricordo come se fosse adesso, e ho detto:
“Questo sono io.”
Dopo questa sventolata che ho preso sulla faccia, ho capito che doveva andare in un’altra maniera, e in effetti è andata diversamente. Vi garantisco che sono stati i sabati sera più belli della mia vita da lì in avanti. Io credo che l’innamoramento nasca così, rinunciando e stando.
Sia Gloria la Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
Vi benedica Dio Onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo.
Mettiamo a disposizione dei lettori i testi letti durante questa catechesi. Fai clic sui titoli per scaricarli in formato PDF.
S.Giovanni della Croce – Fiamma viva d’amor (paragrafo 5, 1^ strofa)
S.Teresa di Gesù – Pensieri sull’amor di Dio (cap. 1, paragrafo 11)
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SESSIONE XIII