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“E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!” (Lc 7, 23)

Crocefisso controluce

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di mercoledì 16 dicembre 2015 (S. Messa del giorno).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Questa mattina, vorrei concentrare la nostra attenzione su questa ultima frase del Vangelo, che è stato proclamato poc’anzi: “E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo”.È incredibile pensare che si possa trovare nel Signore Gesù un motivo di scandalo!

Scandalo in greco vuol dire “inciampo”, vuol dire che Gesù Cristo può essere un inciampo.

Lo scandalo è quel sasso, posto sulla strada, che mentre tu cammini, colpisci col piede e rischi di cadere o cadi rovinosamente.

L’inciampo è un inganno, è un tranello, è un’insidia alla vita, è un’insidia alla salute; l’inciampo è una cosa brutta, nessuno vorrebbe mai inciampare. Quando si inciampa e si cade, ci si fa male e ci si può fare molto male.

Uno dice: «Ma non hai visto che c’era un sasso?»

Tu dici: «Non l’ho visto; se l’avessi visto, non sarei inciampato».

Gesù stesso dice di sé: «Beato è colui, che non trova in me ragione di inciampo, motivo di scandalo».

Mi viene in mente San Gerolamo, il quale aveva un bellissimo carattere, un carattere molto forte, molto impulsivo, infatti aveva delle diatribe molto accese con Sant’Agostino.

Anche i Santi hanno avuto da dire uno con l’altro; infatti, si scrivevano delle lettere di fuoco, loro due, perché ci tenevano alle cose, ci tenevano a Gesù Cristo, e quando uno ci tiene, ci mette dentro anima e corpo, non sta lì a dire: «Ma sì, tutto è uguale».

San Gerolamo dice così (cito a memoria, però, più o meno, le parole sono queste): «I cani abbaiano per difendere i loro padroni, e come potrei io non gridare, per difendere il nome di Dio, quando viene oltraggiato? Meglio morire, che tacere!»

Quando Gesù è occasione di scandalo?

Gesù è occasione di scandalo, tutte le volte che noi non crediamo che veramente Lui è la salvezza.

Incredibilmente, i Cristiani, che magari vanno a Messa di frequente, che magari si dicono cristiani, che magari si confessano, che magari pregano, che magari non so che cosa…, hanno vergogna a fare il segno della croce prima di mangiare.

Nel Talmud c’è scritto che il credente deve recitare la preghiera di benedizione a Dio, ogniqualvolta mangia un cibo, che è più grande di un’oliva.

Un’oliva…sapete cos’è un’oliva?

Un’oliva…piccolissima, no?

Ogni volta che uno mangia una cosa più grande di un’oliva, dice il Talmud (siamo nella realtà ebraica), devi fare la preghiera di benedizione a Dio, perché quello è un dono di Dio.

Quante cose mangiamo noi più grandi di un’oliva…ma morire, morire, che tu, in un ristorante, in una casa, in un bar, ovunque, vedi un Cristiano fare un segno della croce prima di mangiare: una vergogna pazzesca!

Si ha vergogna di Gesù Cristo!

Si ha vergogna di dire “Grazie” a Dio, per i doni che noi riceviamo!

È una cosa scellerata!

Anche tra noi Cristiani, abbiamo vergogna, nelle nostre famiglie, di fare il segno della croce e dire una preghiera prima di mangiare, non lo insegniamo ai nostri figli, di fare un segno della croce prima di mangiare.

Mangiamo come gli animali; gli animali, quando vedono il cibo, si buttano sulla ciotola e mangiano, ma il Cristiano, prima di mangiare, prima di bere, rende grazie a Dio.

Quante volte ci capita di sentire discorsi volgari, discorsi immorali, discorsi contro la fede, contro Dio, discorsi contro i Comandamenti, discorsi contro i Sacramenti, in questo tempo poi, contro il Sacramento del Matrimonio, se ne dice di tutto di più…

Voi sentite tutti questi Cristiani, che si alzano e gridano, come dice San Gerolamo?

Noi ascoltiamo, e facciamo come Ponzio Pilato, ci laviamo le mani nel sangue di Cristo.

Zitti e muti come conigli: vigliacchi, vigliacchi!

Perché davanti al Cristo, che viene flagellato, noi stiamo muti!

Ma questo non dice amore!

Dopo noi possiamo raccontarcela fra di noi, venendo in chiesa a far la Comunione, a recitare il Rosarietto in ginocchio, e far tutte le nostre belle pratiche devote, peccato che sono false, perché sono chiuse nel nostro intimo, dove non c’è nessuna testimonianza!

Ci siamo solamente noi…è facile essere cristiani “solamente noi”!

Uno è cristiano, non per se stesso, è cristiano per gli altri, per dare testimonianza agli altri!

E vogliamo dire una parola sulle bestemmie?

Diciamola questa parola sulle bestemmie.

Oggi bisogna togliere dalle aule i crocefissi, bisogna far sparire i crocefissi da tutte le parti, guai avere un crocefisso, perché è un’offesa non si sa a chi!

Togliamo tutto! Via, basta, non deve apparire niente!

E io mi domando, una domanda di un povero prete: «Come mai bisogna togliere i crocefissi e guai a chi nomina il nome di Dio, e invece va benissimo sentirsi bestemmiare addosso, e invece nessuno dice niente quando sente una bestemmia?»

Questo va bene! Che uno bestemmi va bene!

Che uno invece dica un’Ave Maria ad alta voce, questo diventa un oltraggio non si sa a chi!

Allora noi diciamo: «No, quando tu senti bestemmiare, fai così: “Dì nel tuo cuore un’Ave Maria!”»

Ah sì?! Devo dire nel cuore un’Ave Maria?

Dunque, quello ha bestemmiato il nome di Dio, gridando, e io, nel mio cuore, devo dire un’Ave Maria?

Ma che stupidaggine è questa qui? Ma cosa vuol dire? Che cos’è questa roba?

Ci prendiamo in giro?!

«Voi avete mai visto un cane», dice San Gerolamo, «che difende il suo padrone facendo i gorgheggi?»

Un cane non difende il suo padrone e la casa facendo i gorgheggi!

«Un cane difende il suo padrone», dice San Gerolamo, «gridando, abbaiando fortissimo»; più è grosso (questo lo aggiungo io), più ha responsabilità, più è investito di una autorità nella Chiesa, e più deve gridare forte!

Voi non vedrete mai un Alano abbaiare come un Chihuahua!

Impariamo ad essere coerenti!

Credo in Dio, vado a fare la Comunione magari tutti i giorni, prego la Madonna e poi davanti alle bestemmie non dico niente!

No, questo vuol dire una cosa sola: che sono un vigliacco!

Vuol dire che sono uno, che, come Ponzio Pilato, davanti al furor di popolo, chiede l’acqua e si lava le mani.

Se poi non ho neanche il coraggio di fare un segno di croce prima di mangiare in mezzo ai colleghi, in mezzo agli studenti, in mezzo ad altre persone..

Se non ho il coraggio di dire che sono cristiano, che prego, di pregare, di mettermi lì con il libro delle preghiere sulla Metro, in autobus, mentre sto aspettando qualcuno…

Avete mai visto che  Gesù Cristo ha fatto del male a qualcuno?

Pregare Gesù è un’offesa a chi?

A chi può fare del male, vedere uno pregare?

Come puoi offendere, se tu stai pregando Dio?

Ma che male puoi recare a chi?

Solo che noi troviamo in Gesù, per queste ragioni, motivo di scandalo.

Gesù diventa un inciampo, diventa un problema.

Abbiamo vergogna a portare un crocifisso, figuriamoci voi!

Oggi in giro tu non capisci…

Io una volta ho scambiato un prete per uno spazzino della strada, pensavo che fosse uno spazzino e gli ho:detto: «Scusi, a che ora fate la pulizia della strada?»

Mi ha risposto: «No, io sono un sacerdote».

«Ah, mi scusi, ho sbagliato».

Non si capisce! Non si capisce niente!

Se si veste come uno spazzino, come faccio io a capire che quello è un prete?

E togli e togli, e taglia e taglia, Cristianesimo anonimo, siamo tutti anonimi, alla fine non si capisce più chi siamo, non si capisce più a che cosa apparteniamo, che cosa siamo lì a dire che cosa.

Facendo in questa maniera Gesù Cristo viene sciolto nell’acido, nell’acido della nostra vigliaccheria.

Noi dovremmo alzarci al mattino e dire: «Gesù, dammi la grazia, oggi, di essere pronto a morire per Te!»

Si muore in tanti modi; il martirio noi non lo scegliamo e non lo dobbiamo neanche chiedere, per l’amor del Cielo!

Non dobbiamo mica andare lì a chiedere: «Gesù, Gesù, fammi morire martire!», no, no…ma io devo essere pronto però.

Martirio vuol dire testimoniare.

«Gesù, se Tu oggi riterrai opportuno, che io debba dare una testimonianza forte per Te, fiat, sono pronto!»

Non lo vado a cercare, ma se succede, non mi posso tirare indietro, perché se no facciamo come Pietro.

Capisco perché la tradizione dice che Pietro morì con due solchi scavati nella carne del viso, che scendevano dal lato degli occhi fin sotto al naso: erano i solchi scavati dalle lacrime, che lui ha pianto in tutta la sua vita prima di morire.

Io non oso neanche immaginare il tormento, che quell’uomo si è portato dentro, per avere rinnegato tre volte Cristo.

Sì, Gesù lo ha perdonato, Gesù gli è apparso, tutto quello che volete, ma dentro ti rimane il senso del male che hai fatto.

E qual è questo male?

Aver detto: «Non lo conosco, non so chi sia quell’uomo», a quell’uomo che gli ha detto poco prima: «Tu sei Pietro e su questa pietra Io edificherò la Mia Chiesa, e le porte degli Inferi non prevarranno contro di essa».

Ti ha amato di un amore eterno e tu Lo hai rinnegato per quattro parole di una povera portinaia…

Che il Signore ci conceda la grazia dello zelo apostolico!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Mercoledì della III settimana di Avvento

Prima lettura

Is 45,6-8.18.21-25 – Stillate, cieli, dall’alto.

«Io sono il Signore, non ce n’è altri.
Io formo la luce e creo le tenebre,
faccio il bene e provoco la sciagura;
io, il Signore, compio tutto questo.
Stillate, cieli, dall’alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
Io, il Signore, ho creato tutto questo».
Poiché così dice il Signore,
che ha creato i cieli,
egli, il Dio che ha plasmato
e fatto la terra e l’ha resa stabile,
non l’ha creata vuota,
ma l’ha plasmata perché fosse abitata:
«Io sono il Signore, non ce n’è altri.
Non sono forse io, il Signore?
Fuori di me non c’è altro dio;
un dio giusto e salvatore
non c’è all’infuori di me.
Volgetevi a me e sarete salvi,
voi tutti confini della terra,
perché io sono Dio, non ce n’è altri.
Lo giuro su me stesso,
dalla mia bocca esce la giustizia,
una parola che non torna indietro:
davanti a me si piegherà ogni ginocchio,
per me giurerà ogni lingua».
Si dirà: «Solo nel Signore
si trovano giustizia e potenza!».
Verso di lui verranno, coperti di vergogna,
quanti ardevano d’ira contro di lui.
Dal Signore otterrà giustizia e gloria
tutta la stirpe d’Israele.

Salmo responsoriale

Sal 84

Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere il giusto.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Canto al Vangelo

Is 40,9

Alleluia, alleluia.
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie;
ecco, il Signore Dio viene con potenza.
Alleluia.

Vangelo

Lc 7,19-23 – Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

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