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S. Madre Teresa di Calcutta: la santità è impossibile senza la preghiera

Madre Teresa

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di sabato 5 settembre 2020 – S. Madre Teresa di Calcutta

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo dell’omelia [udesign_icon_font name=”fa fa-file-text” size=”1em”] 

S. MADRE TERESA DI CALCUTTA:

LA SANTITÀ È IMPOSSIBILE SENZA LA PREGHIERA

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Ricorre oggi la memoria di Santa Madre Teresa di Calcutta, che tutti abbiamo imparato ad apprezzare. Qualcuno di noi l’ha addirittura conosciuta, quindi conserva di lei un ricordo meraviglioso.

Madre Teresa ha lasciato scritte diverse cose e già vi dissi che ha vissuto una vita, tranne qualche mese, di totale assenza della percezione della presenza di Dio, una vita di sola fede.

Per una vita intera Madre Teresa non ha mai sentito Dio: uno spogliamento, un deserto interiore tremendo, credeva perché voleva credere, per volontà, non per sentimento.

Proprio per pochissimo tempo ha avuto solamente un po’ questa percezione, poi per il resto niente, eppure lei scrive cose meravigliose sulla preghiera, sull’importanza della preghiera.

Per esempio, lei dice: «La preghiera che viene dalla mente e dal cuore, che noi recitiamo senza leggere nei libri, è detta preghiera mentale.

Non dobbiamo mai dimenticare che siamo vincolati dal nostro stato a tendere verso la perfezione e a puntare ad essa incessantemente.

La consuetudine della preghiera quotidiana mentale è necessaria per raggiungere il nostro scopo, poiché essa è il respiro della vita per la nostra anima e la santità è impossibile senza la preghiera».

Madre Teresa lo ripete sempre, in continuazione!

Esattamente il contrario di quello che noi oggi pensiamo, cioè che per diventare santi bisogna fare delle cose, che per diventare santi bisogna aiutare le persone.

Diventare santi è diventato sinonimo di assistenzialismo ai poveri, per un Cristiano non è così!

Lo dicono i Santi, lo dice Santa Madre Teresa di Calcutta! Nessuno più di lei ha servito le membra sofferenti di Gesù Cristo nei lebbrosi, e non solo.

Prima di tutto c’è la preghiera, prima di tutto c’è Dio, poi, grazie a questo, ci sarà tutto il resto e poi vi dirò perché dice così.

Lei cita Santa Teresa d’Avila e dice: «Colui che trascura la preghiera mentale non ha bisogno del diavolo che lo spinga all’inferno, ci andrà per sua stessa volontà!»

Questa è Santa Teresa d’Avila, Dottore della Chiesa. «Chi non prega», dice Santa Teresa d’Avila, «non ha bisogno del demonio, da solo andrà all’inferno!»

Prosegue Madre Teresa: «È soltanto mediante la preghiera mentale e le letture spirituali che possiamo coltivare il dono della preghiera. La preghiera mentale è grandemente favorita dal candore dell’anima…»

Uno dice: «Che cos’è il candore dell’anima?»

Noi subito pensiamo alla purezza, alla sessualità, a quelle cose lì.

«….dal candore dell’anima, cioè dalla dimenticanza di sé….»

Il puro è innanzitutto colui che non mette sé stesso al centro, è ovvio. L’impuro, il lussurioso, per esempio, è colui che fa di sé stesso un Dio, un idolo da servire in ogni suo più basso desiderio.

«….dalla mortificazione del corpo e dei sensi, e dai frequenti slanci di desiderio, che alimentano la nostra preghiera. Nella preghiera mentale, scrive San Giovanni Maria Vienney (adesso Madre Teresa lo cita), “Chiudi gli occhi, chiudi le labbra e apri il cuore!”

Nella preghiera vocale noi parliamo con Dio, nella preghiera mentale è Lui che ci parla. È in quel momento che Dio si riversa dentro di noi.

I mezzi migliori per ottenere un progresso spirituale sono la preghiera e la lettura spirituale. “Tolle et lege!” (prendi e leggi!), fu detto a San’Agostino, e dopo aver letto (andate a leggere “Le Confessioni!”), l’intera vita di Agostino subì un cambiamento totale».

Una lettura spirituale può cambiare la vita di una persona! Avvenne così anche a San’Ignazio di Loyola, anche a Santa Teresa d’Avila avvenne una cosa simile.

Ecco, infatti vedete: «Così accadde», scrive Madre Teresa, «anche a San’Ignazio, soldato ferito, quando lesse le vite dei Santi. Quanto spesso noi stessi abbiamo trovato la luce che penetrava nelle nostre anime, durante la lettura spirituale!

Tommaso da Kempis scrive: “Allora prendi in mano un libro come Simeone, quell’uomo giusto prese tra le braccia Gesù bambino, e quando avrai finito, chiudi il libro e rendi grazie per ogni parola che esce dalla bocca di Dio, perché nel campo del Signore hai trovato un tesoro nascosto”.

San Bernardo scrive: “Cerca non tanto di cogliere il significato, quanto di gustare ciò che hai letto, non lasciamoci morire di fame in mezzo all’abbondanza!”»

Se non capisci qualcosa, cerca di capirne il senso, cerca di gustare la bellezza di quello che hai appena assaporato leggendo.

«Vi è infatti poco profitto nella lettura, se non leggiamo bene. La lettura spirituale è uno degli esercizi e dei doveri spirituali più preziosi, tanto che nessuno si può permettere di trascurarlo».

Se ricordate, io vi ho sempre parlato dell’importanza della meditazione dei testi e dei libri spirituali, tant’è che spesse volte vi ho citato San Pio da Pietralcina; una sua penitente, una sua figlia spirituale, alla domanda che lui le fece: «Hai fatto le letture spirituali?», lei rispose: «Padre, no; un po’ sì è un po’ no, non l’ho fatta bene» e lui, davanti a tutte le altre figlie spirituali, disse: «Bene, adesso per sei mesi non farai più la Comunione». Non è un dettaglio, nella vita spirituale non si scherza! Non si possono prendere le cose sottogamba!

«Quando scegliete un libro, non prendete qualcosa che è al di sopra delle vostre capacità, ma sceglietene sempre uno che sia in grado di darvi il maggior profitto».

Concludo con questa testimonianza, ma già ve l’ho letta, già la conoscete, la leggo sempre perché è bellissima questa testimonianza che il Cardinal Comastri ci ha lasciato in un’intervista che ha fatto su TV 2000, proprio nel raccontare la sua esperienza con Madre Teresa, che lui conobbe personalmente.

In quell’incontro con Madre Teresa, che gli costò tanta fatica ottenere, lei gli disse: «Quante ore preghi al giorno?» Lui dice: «Rimasi spiazzato e risposi: “Dico la Messa, recito il breviario, recito il Rosario tutti i giorni”» e prosegue: «Nel 1968 fare questo era quasi un eroismo, mi sembrava già di fare tanto».

Vuol dire che a quel tempo, nel 1968, i preti, evidentemente, Messe poche, breviario ancor di meno, Rosario probabilmente zero, quindi a lui, dicendo queste tre cose (dire la Messa, il breviario e il Rosario), sembrava di aver fatto l’eroe.

Immaginatevi in che situazione eravamo…

Madre Teresa risponde: «È troppo poco! Nell’amore non ci si può limitare al dovere!»

Cosa vuol dire? Dire la Messa, il breviario e il Rosario, è il tuo dovere, non hai fatto niente di speciale! Se un sacerdote, un’anima consacrata, non fa queste tre cose, cosa fa tutto il giorno? Legge il giornale, guarda la partita, guarda la televisione, chiacchiera con la gente, va in giro a fare che cosa? Se un consacrato non fa queste tre cose, cosa fa? Cosa è lì a fare? A riempirsi la pancia? A occupare un posto a tradimento?

«Troppo poco!», dice Madre Teresa, «questo è il tuo dovere!»

«Nell’amore», prosegue, «bisogna fare di più! Fai un po’ di adorazione ogni giorno, altrimenti non reggi!»

Cioè, devi stare davanti all’Eucarestia!

«Così risposi» dice il Cardinal Comastri: «Ma Madre, io mi sarei aspettato che lei mi chiedesse: “Quanta carità fai?”»

Questa è una intervista di oggi! La Carità, questa grande scusa con la quale copriamo i nostri peccati, le nostre pigrizie, le nostre accidie, le nostre non voglie, la nostra mancanza di amore per il Signore. Ci illudiamo, con la coperta di una falsa carità, di poter nascondere la mancanza di un vero amore per Dio e di una vera spiritualità.

«Lei», prosegue il Cardinal Comastri, «guardandomi con occhi penetranti, mi disse: “E tu credi che io potrei andare dai poveri, se Gesù non mi mettesse nel cuore il Suo amore? Ricordati che Gesù per la preghiera sacrificava la Carità! Senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri!”»

«Queste parole», dice il Cardinal Comastri, «le ricordo ogni giorno».

Traduciamo meglio queste parole di Madre Teresa, traduciamo questa frase:

“E tu credi che io potrei andare dai poveri se Gesù non mi mettesse nel cuore il Suo amore?”

Se io non ho nel mio cuore l’amore di Gesù che mi viene dato nella preghiera e vado dai poveri, povero di questo amore, senza questo amore, quale cosa porto ai poveri?

Sapete cosa porto ai poveri? Me! Me, ma io non salvo nessuno! Non ho la capacità di salvare nessuno! Stiamo attenti ad avvicinare le persone con la presunzione di voler portare noi stessi agli altri, che è la forma di egoismo e di superbia più sopraffina possibile.

O tu sei carico dell’amore di Gesù Cristo o non hai niente da dare a nessuno, soprattutto ai poveri, che è quello che cercano! Perché siamo tutti capaci di fare la filantropia, ma quanti sono capaci di dare la vera Carità?

“Gesù per la preghiera sacrificava la Carità!”

Mi ricordo, quando lessi questa frase davanti ad alcune persone, erano sacerdoti lo posso anche dire, beh, quando lessi questa frase, qualcuno mi guardò, scosse la testa e la girò dall’altra parte. Io dissi a me stesso: «Non ci siamo! Non ci siamo!»

Se Santa Madre Teresa di Calcutta dice queste cose e non non la vogliamo ascoltare, peggio per noi, è un problema nostro! Poi qualcuno mi viene a dire: «In Paradiso saremo tutti insieme!» Impossibile!! Impossibile!! Come potremo mai mettere insieme una donna come Madre Teresa di Calcutta, che ha vissuto queste cose nella sua carne, le ha dette, le ha enunciate e le ha fatte sangue del suo sangue, con una o con altre persone che dicono: «No, in questo io non credo»?

Perché non credo? Perché non voglio che l’amore di Gesù Cristo sia al centro della mia vita. Non è possibile!  E qui non c’è da invocare la Misericordia di Dio, c’è da invocare semplicemente la logica! Non possono stare insieme! Che cosa avranno mai da condividere? In cosa avranno mai da far comunione insieme per l’eternità?

Avranno creduto in due Dio diversi, hanno avuto due fedi diverse, hanno avuto due vite radicalmente, ontologicamente diverse.

Che cos’hanno da mettere in comune? Condividiamo per l’eternità, che cosa? Dio?

Ma se tu non l’hai messo al centro della tua vita, cosa Lo condividiamo a fare?

Noi dobbiamo fare questi ragionamenti di logica, eh!

Perché la Misericordia di Dio non è un atto di violenza sulle scelte della mia vita, è un sommo atto di rispetto delle scelte della mia vita!

La Misericordia di Dio è qui per dirmi: «Io sono qui pronto, nel momento in cui tu mi scegli, a sanare tutti i tuoi debiti, ma tu mi devi scegliere! Tu mi devi volere!»

Esattamente come dice lei: «Ricordati…», non dimentichiamolo mai, «Gesù per la preghiera sacrificava anche la Carità!»

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

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Sabato della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (1Cor 4,6-15)
Soffriamo la fame, la sete, la nudità.

Fratelli, imparate [da me e da Apollo] a stare a ciò che è scritto, e non vi gonfiate d’orgoglio favorendo uno a scapito di un altro. Chi dunque ti dà questo privilegio? Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto?
Voi siete già sazi, siete già diventati ricchi; senza di noi, siete già diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi. Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.
Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)
Rit. Il Signore è vicino a chiunque lo invoca.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano,
ma distrugge tutti i malvagi.

Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.

Canto al Vangelo (Gv 14,6)
Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia.

VANGELO (Lc 6,1-5)
Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

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