Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 14 ottobre 2021
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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Le intenzioni delle S. Messe
Eccoci giunti a giovedì 14 ottobre 2021. Domani è la festa di Santa Teresa D’Avila, Santa Teresa di Gesù. Ci prepariamo a questa grande festa con questo Vangelo tratto dal capitolo XII di San Matteo, versetti 47-54.
Continuano i “Guai a voi” di Gesù. Un Gesù che stigmatizza tenacemente tutta l’ipocrisia e tutta la falsità degli scribi, dei farisei e dei dottori della legge. Gesù non ci sta a stare zitto, non vuole essere compromesso con questo potere religioso del tempo, falso e ipocrita, costi quel che costi. Nel caso di Gesù: costi la sua vita. Lo dice chiaro il Vangelo di San Luca:
“Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile”
Viene da dire: “Ci credo! Con tutto quello che ha detto loro!” Ha rovesciato addosso a loro un mondo di lice, la Sua, ha smascherato senza falsa pietà tutte le incoerenze, le contraddizioni, le falsità, le ipocrisie, le cattiverie di queste persone e, proprio perché queste persone erano tutto questo, hanno iniziato a trattarlo in modo ostile, hanno cioè iniziato ad odiarlo. Ma l’hanno odiato non per quello che Gesù ha detto, loro lo hanno odiato perché loro erano tutto quello, questo è il punto. Se io sono malvagio e qualcuno smaschera la mia finta bontà, che cosa esce? Esce la mia malvagità, \non perché quella persona mi ha detto la verità, ma perché io sono malvagio. In funzione di questa malvagità sono capace di tutte le cattiverie possibili, perché se una persona mi dice la verità, e io sono una persona umile, vera, e qualcuno mi fa vedere i miei peccati, le mie incoerenze, che cosa faro? Li riconoscerò, dirò che è vero.
“Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza”
Da quando sono ragazzo, da quando sono adolescente – ai nostri tempi andava molto di moda la Lectio Divina – questa frase di Gesù mi ha sempre molto colpito:
“che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito”
È terribile questa cosa, è terribile, i dottori della legge avevano la chiave della conoscenza, cioè loro sapevano quello che era da sapere, loro avevano la possibilità di aprire la porta della conoscenza, di svelare alla gente, alle persone, di condurle attraverso il sapere, la conoscenza, alla verità, di condurle a Dio, alla bellezza di una vita in Dio, di una vita Divina, ebbene loro non hanno usato questa chiave, loro l’hanno nascosta, l’hanno rubata, l’hanno trafugata e hanno impedito a coloro che volevano entrare, di entrarvi. Perché? Perché li hanno deviati, hanno fatto perdere loro la voglia di conoscere il gusto della conoscenza, li hanno ingannati, non hanno detto le cose come stavano, non hanno fatto sapere loro che c’è un mondo di bellezza in Dio.
Su chi conosce, su chi sa, grava questa responsabilità enorme, per cui stiamo attenti a chi ci accompagniamo, di chi ci fidiamo per farci condurre a Dio, che realmente accada di essere condotti a Dio, e questo lo possiamo vedere dalla nostra vita. La nostra vita cambia? La nostra vita nel giro di un mese, di un anno, ascoltando, frequentando, stando in quel determinato luogo è cambiata in meglio? Siamo cresciuti nell’amore in Dio, nella fede in Dio, siamo cresciuti nell’osservanza della Legge in Dio, siamo cresciuti nell’intimità con Dio? Un anno fa che persone eravamo, diverse, migliori, peggiori? Un mese fa che persone eravamo?
Da questo noi capiamo se chi ascoltiamo e seguiamo ha trafugato, ha portato via la chiave della conoscenza, perché lui, loro non sono entrati e hanno impedito a me di entrare, di conoscere veramente.
Oggi, a proposito di questa chiave della conoscenza, vorrei parlarvi di un argomento che mi sembra ormai quasi completamente dimenticato, misconosciuto. Oggi vorrei parlarvi di questo tema:
“Le intenzioni di Messe.”
Innanzitutto, che cos’è la Messa?
“La Messa è il rinnovo e la perpetuazione sull’altare del Sacrificio che Gesù ha compiuto sulla Croce.”
Questa è la Santa Messa.
“Prima di morire in Croce Gesù ha dato ai suoi Sacerdoti i suoi poteri divini, in particolare quello di mutare il pane e il vino nel Suo corpo e nel suo Sangue, e insieme con questo potere Gesù ha dato anche ai Sacerdoti il potere di destinare, per qualche intenzione particolare, la Messa che celebrano, per esempio per suffragare – una pratica molto antica, che dopo vedremo – le anime dei defunti, oppure in onore dei martiri.”
Che cos’è un’intenzione di Messa? Nel linguaggio popolare si dice: “Sono andato a far dire una Messa. Vorrei far dire una Messa”. Questa è l’espressione popolare che si usa per esempio per i defunti.
“Un’intenzione di una Messa è una intenzione particolare di preghiera per la quale una persona chiede al Sacerdote di applicare il Sacrificio di Gesù e si unisce a questo Sacrificio in maniera più forte, in modo particolare, cioè attraverso un’offerta, un sacrificio personale.”
Che cosa vuol dire dare i soldi per una Messa? Perché devo dare un’offerta per una Messa?
La prima ragione è che io scelgo di sacrificare qualcosa di mio: offro, dono qualcosa di mio, un mio sacrificio personale, quindi un mio sacrificio economico – non “compro” una Messa, perché la Messa ha un valore infinito, non c’è niente che può valere il valore di una Santa Messa – semplicemente offro un sacrificio personale che un tempo poteva essere portare al Sacerdote del grano, del vino, del pane, del formaggio. Si portava questo sacrificio personale al Sacerdote, è il cemodo più immediato, più semplice, non c’era tutto questo giro di soldi un tempo, pensiamo anche al tempo del baratto, a quel tempo si usava questa modalità per sacrificare parte del proprio grano, della propria uva, del proprio raccolto e lo si dava al Sacerdote in modo tale che veniva unito questo sacrificio a questa intenzione particolare di offerta, per essere applicato al grande infinito Sacrificio di Cristo. Un piccolo mio sacrificio che si unisce al grande Sacrificio di Cristo, per un’intenzione precisa.
Capite il valore!
Anche se poi ho letto in alcuni post “le offerte consigliate per le celebrazioni delle Sante Messe..”, sono andato un po’ a guardare e a farmi una cultura, la Chiesa dal dei tali mette tot., l’altra tot., quell’ordine religioso tot., offerta per una Messa, per una novena di Messe, per le Messe Gregoriane…
Io non entrerò, come vi ho già detto tante volte, non mi piace entrare nel dettaglio delle cose, con la bilancia a misurare, perché è relativo, non ha senso, e adesso vedremo perché non ha senso, e perché non c’è un comune tariffario, come ad esempio per le ciliegie che costano tot., ma qui non stiamo parlando di ciliegie, e poi il tema non è tanto i soldi in quanto soldi, ma il tema è il denaro, perché se cinque persone vengono a chiedermi la Messa è ovvio che se tutti e cinque mi portano un chilo di uva, voi capite che vengo fuori ubriaco, se tutti e cinque mi portano tre chili di pane, mi esplode la casa, o un chilo di cioccolato… , capite che non è più praticabile quella via, è invece più praticabile l’offerta in soldi perché ovviamente non si deteriora e uno la gestisce in modo più veloce, più duttile.
Il tema però è il sacrificio personale, questo è il tema che bisogna chiarire bene. Io sacrifico qualcosa di mio, di personale, a livello economico per partecipare all’unico Sacrificio di Cristo e applicarlo ad un’intenzione particolare, questo è il valore, quindi dovrebbe essere proprio un sacrificio, sarebbe bello se fosse proprio un sacrificio, per cui non è che siccome ho cento euro allora io prendo sul superfluo di quei cento euro e ti dò dieci, venti, trenta euro, tanto a me non servono perché è un “di più” che ho. No, dovrebbe essere proprio un’altra cosa, al contrario, cioè io quei soldi che avevo destinato per una specifica cosa, ad esempio andare a mangiarmi il gelato, una pizza, andare a farmi una vacanza, quella parte lì io la tolgo e la destino per le Sante Messe, perché è un sacrificio, quindi quando ti darò quel tot di soldi non sono il mio superfluo ma hanno tutto il peso di scelte, di penitenza, di rinuncia, sacrificio che io ho fatto per questa ragione, perché voglio partecipare all’unico Sacrificio di Cristo. Quindi lì dentro ci sarà: “sono andato in vacanza, volevo prendermi il gelato, cinque euro, non l’ho preso perché ho pensato alle Messe che avrei fatto dire a settembre e li ho messi via. Sono in vacanza, sono fuori a mangiare, vorrei prendere questo dolce a fine pasto che costa sette euro, non lo prendo, prendo quei soldi li metto via nel borsellino del sacrificio per le Messe e li metto da parte.” E avanti. “Ho intenzione di andare dalla parrucchiera, dall’estetista a dipingermi tutte le unghie, rinuncio, ma quella cifra la prendo, la metto da parte e la uso per un’intenzione”, e avanti di seguito.
Deve essere chiaro questo concetto di sacrificio, spero che sia chiaro, è un sacrificio personale.
Questa intenzione può essere sia per se stesso, sia per altre persone, sia per affidare un defunto alla misericordia di Dio, sia un rendimento di grazie.
Questi dobbiamo affrontarli tutti.
Vado a far dire una Messa per chi?
Punto uno: per me, l’intenzione che applico è per me, per una mia necessità, per la mia conversione, per amare di più il Signore, per vincere l’impurità, per vincere la superbia, l’orgoglio, per me, per la mia salute.
Punto due: per altre persone, per la mia mamma, per il mio papà, per i miei fratelli, per un mio amico, per mia moglie, per i miei figli, tutti viventi. Non è che le Messe devono essere dette solo per i morti, assolutamente no, per me che sono vivo, per altre persone che sono vive, a me care. Quella persona compie gli anni, che regalo le faccio? Faccio dire una Santa Messa per lei. Non c’è regalo più grande di questo, sapete? Non esiste. Il Sacrificio di Cristo è infinito, ha un valore infinito, non esiste un regalo più importante di questo. Faccio dire la Messa per la santificazione del mio amico. Faccio dire la Messa per la santificazione di mia moglie, per la sua conversione, per una maggior d’unione con Dio.
Punto tre: per affidare un defunto. Faccio dire una Santa Messa per i miei nonni morti, per le anime del Purgatorio, per una persona che ho conosciuto o che non ho conosciuto, mi ha colpito una storia, faccio dire una Messa.
Punto quattro: faccio dire una Messa per ringraziare il Signore di quel dono, di quella grazia che gli ho chiesto e che mi ha fatto, quindi una Messa di rendimento di grazie.
La cosa importante, da sottolineare è che io non devo sempre dire per forza queste intenzioni al Sacerdote. Mettiamo che io con questo Sacerdote non abbia conoscenza o intimità, e mettiamo che sia un’intenzione particolare, la voglio far dire per me o per quel mio amico che mi ha detto: “Guarda io faccio una fatica terribile a vincere l’impurità”, non è che devo andare dal Sacerdote a dire che voglio far dire una Messa perché io voglio vincere l’impurità o il mio amico vuole vincere l’impurità, o la mia amica vuole vincere il peccato di essere una ladra, non è che devo andare a svelare i segreti della mia anima, o il motivo per cui rendo grazie al Signore. No, basta che io vada dal Sacerdote e gli dica:
“Vorrei far dire una Messa secondo la mia intenzione.”
E lui segnerà: “Messa secondo l’intenzione dell’offerente”. Il Sacerdote non deve sapere l’intenzione dell’offerente. Il Sacerdote sa solamente che l’offerente ha chiesto quella Santa Messa, ha offerto il suo sacrificio – voglio chiamarla così l’offerta economica, perché questo è il suo valore, se non ha questo valore non serve a niente, non ha senso – Il fedele dà il suo sacrificio, molto concreto, per unirlo al Sacrificio di Cristo secondo la sua intenzione, l’importante è che tu fedele esprima l’intenzione.
Consiglio sempre di dire, quando vai a far dire una Messa, quando prenoti una Santa Messa, e dici che la vuoi far dire secondo la tua intenzione, formula prima la tua intenzione. Il giorno è il 15 ottobre, nella mia testa dico l’intenzione, ad esempio n. 1 e me la segno su un quaderno, l’intenzione n. 2, e n. 3, prenoto le date e le segno vicino al mio foglio, così so che l’intenzione n.1 per il mio amico è il 15 ottobre, la n. 2 per la mia nonna morta è il 20 dicembre e avanti così. Se voglio dire il nome dico il nome, se voglio dire la ragione, la dico se questo Sacerdote mi conosce, la posso dire, oppure posso anche non dirla.
Altra cosa da sfatare è che non è obbligatorio che io sia presente quando verrà celebrata quella Messa. Io posso far dire una Santa Messa a un Sacerdote che sta a Singapore e va benissimo, perché ciò che conta è il mio sacrificio unito al grande infinito Sacrificio di Cristo che viene offerto in quella Santa Messa, per quella intenzione, da quel Sacerdote. Questo ha valore, questo è quello che conta, poi posso andare alla Santa Messa a Bogotà, non cambia niente, va benissimo. Oppure il Sacerdote è un missionario, e ti dice che non ti può dire la data esatta in cui la dirà, la dirà ma non sa dire la data esatta perché magari ha diverse intenzioni, sono tante le ragioni, non fa niente, quello che conta è che mi assicura che la dirà.
“Ti posso dire che nel mese di dicembre dirò questa Messa, non so se sarà il dodici, il tredici o il quindici”.
Non ha importanza, ciò che conta è che il mio sacrificio, unito al Sacrificio di Cristo, espresso dall’intenzione che il Sacerdote applica per quella Santa Messa, che venga celebrata, che venga detta, questo è quello che conta, poi che vada alla Santa Messa domani e dica: “Gesù, guarda, io mi unisco in preghiera a quella Messa che verrà detta”. Va benissimo. Siamo in un Regno Spirituale, non siamo lì con le bilance, il Signore guarda il cuore in queste cose, non lo spazio. Nell’eternità non c’è spazio e non c’è tempo.
“Il Sacrificio di Cristo ha già di suo, molte destinazioni generali”
Cioè è per tante ragioni.
“Ma il Sacerdote congiungendosi al desiderio del fedele che lo richiede, aggiunge un’intenzione particolare”
Quello di cui stiamo parlando.
Il Sacrificio – come vi ho detto – ha un valore genere e infinito. Ma chi fa celebrare una Messa sente, in un certo senso, che quella Messa è “sua.”
Perché è sua? Perché unisce il suo sacrificio a quello di Gesù.
“E che il sacerdote quella volta lo offre a Dio dandogli anche una destinazione particolare, quella dell’intenzione indicata dal fedele.
Ogni Messa ha un valore infinito, e una Messa celebrata in suffragio di un defunto..”
Per esempio per te, per la tua mamma e il tuo papà viventi, per un tuo amico, per tua moglie..
“Ha un valore inestimabile. È il più bel regalo che si possa fare a qualcuno..”
Adesso arriva Natale… voi direte: “Ma Padre!” Ma sapete che io sono un po’ avanti, quando arriva Natale corro. “Ma non so che regalo fare”. Invece di andare a regalare le candele profumate che non piacciono a nessuno, invece di fare regali sciocchi, inutili, che vengono riciclati, e uno non sa cosa farsene, regalo la bambolina, il gufo di cristallo che uno poi non sa dove metterlo e deve anche spolverarselo, cose inutili che non servono a niente.
“Ma io non so cosa regalare, hanno tutto!”
Ecco, appunto, fermiamoci e ragioniamo, regaliamo, doniamo per quella persona la Santa Messa, una Santa Messa, oppure, come vedremo adesso, una Novena di Sante Messe. Non c’è regalo più grande. Certo se vado a dire ad uno che non è credente che gli ho fatto dire una Novena di Sante Messe, probabilmente non lo ritiene un grande regalo, però il regalo comunque rimane.
“La Novena di Sante Messe”
Cioè nove Sante Messe dette ininterrottamente, come una novena, si comincia e la si porta avanti.
“La Novena di Sante Messe trae origine dai nove giorni che separano la festa dell’Ascensione da quella della Pentecoste. È il modello della preghiera della Chiesa.”
Se voi andate a leggere don Tomaselli, che cosa non scrive sulla Novena delle Messe, che valore infinito lui giustamente dà a questa pratica bellissima, per cui io dico: “Faccio la Novena a Santa Teresina, faccio la Novena a Santa Teresa, a San Giovanni della Croce, a San Padre Pio”, tutte Novene bellissime e importantissime, ma nessuna di queste Novene può anche solamente, vagamente, avvicinarsi ad una Novena di Sante Messe. Nessuna. Così come le Messe Gregoriane.
“Il Corso Gregoriano (in suffragio di un solo defunto) è una pratica antichissima che risale alla fine del VI secolo, a Papa San Gregorio Magno.”
Ecco perché si chiamano Gregoriane.
“Un Corso Gregoriano è costituito da trenta Messe che devono essere celebrate senza interruzione, per trenta giorni consecutivi, e per un solo defunto.”
Che cosa vuol dire? Cerco di fare questo discorso nel modo più chiaro possibile anche se so che non sarò chiaro perché è difficile da capire, mi rendo conto che non è facile.
A ogni Messa può essere applicata un’intenzione, solo e unicamente un’intenzione. Cosa vuol dire?
Vuol dire che io fedele, vado e chiedo di unire il mio sacrificio, la mia offerta, al Sacrificio di Cristo per quell’intenzione lì. Quell’intenzione lì non vuole dire un nome, l’intenzione non corrisponde ad un nome, ma corrisponde ad un’intenzione, cioè io ho l’intenzione per tutte le anime del Purgatorio, e questa é un’intenzione. Ho l’intenzione per tutti i defunti della mia famiglia, ho l’intenzione per tutti i miei compagni di classe, per tutti i miei zii viventi, per la mia mamma e il mio papà, esprimo l’intenzione per i quattro Sacerdoti della mia parrocchia, questa è un’intenzione, ci metto dentro mille nomi ma è un’intenzione, è la mia intenzione. Non so se si riesce a capire questa cosa. Un’intenzione non vuol dire un nome ma vuol dire che in un’intenzione io ci metto dentro tutti quelli che voglio metterci dentro. Quindi il mio sacrificio è uno e lo unisco al Sacrificio di Cristo per applicarlo per tutti i miei parenti, è un’intenzione sola.
Se il signor Mario va e chiede di applicare una Santa Messa per la sua intenzione, e lascia la sua offerta per il giorno 15 ottobre, Messa ore 8.00, per esempio, poi viene la signore Luisa e chiede una Santa Messa per il 15 ottobre perché è l’anniversario della morte di suo marito, ore 8.00, non è possibile perché queste sono due intenzioni e non si possono prendere perché la Messa è una, altrimenti lì sì che entriamo nel mercato delle intenzioni, lì si che allora prevale l’idea dei soldi, l’idea venale del denaro e questo non può essere. Non ha senso. Quell’unico medesimo Sacrificio di Cristo sposa, unisce un sacrificio, quello di una persona, non di cinque persone, quindi io in quella Messa posso sentire anche venti nomi di defunti, per esempio, ma devono essere venti nomi dalla medesima persona che ha espresso una sola intenzione. Posso avere una Santa Messa dove vengono detti due nomi, ma se sono due persone diverse, due intenzioni diverse non va bene. La Messa sarà stata applicata per un’intenzione sola, non può essere applicata per due intenzioni.
Capite il valore di far dire una Santa Messa! Il valore di far dire una Novena di Sante Messe! Qui è molto più difficile trovare qualcuno che sia disponibile e soprattutto che dia valore, che creda in questa cosa, che capisca il valore, che conosca, che abbia letto don Tomaselli, ma non solamente lui, sul valore delle Novene delle Sante Messe. Oppure il ciclo Gregoriano, ancora più difficile da trovare, perché le Novene delle Sante Messe obbligano il Sacerdote a dire nove Messe per nove giorni consecutivi, il corso Gregoriano lo vincola per trenta giorni. È una cosa un po’ più impegnativa, non è così facile da trovare. Anche perché questo cosa postula? Questo postula che il Sacerdote dica Messa tutti i giorni, purtroppo non è sempre così, questo va detto, purtroppo non accade sempre per tutti questo. È una cosa tristissima ma è reale. Non tutti i Sacerdoti dicono Messa tutti i giorni. Capite che se io non dico Messa tutti i giorni né pubblica, né privata, cioè ci sono dei giorni in cui sono senza Messa, la salto – cosa che io ritengo una follia, un’assurdità – se succede, è chiaro che io non posso celebrare le Messe Gregoriane e probabilmente neanche una novena di Sante Messe.
Quando abbiamo un’intenzione importante, quando ci sta a cuore qualcosa di veramente importante, almeno scegliamo la via della Novene delle Sante Messe, ha un valore incredibile, andate a leggere don Tomaselli. Dobbiamo riscoprire l’importanza di far celebrare le Sante Messe. Abbiamo qualcosa di grave, abbiamo degli esami importanti di salute? Facciamo celebrare le Messe.
Adesso arriviamo al dunque: ma quanto bisogna dare per fare dire una Messa? E quanto bisogna dare per fare dire una Novena? Quanto bisogna dare per far dire le Messe Gregoriane?
Informatevi, io in questa roba non entro, e quando qualcuno mi ha chiesto: “Padre quanto le devo?”. Io non ho mai risposto una volta, perché non siamo al mercato, qui non siamo al mercato: “un chilo di ciliegie cinque euro”. Assolutamente, non stiamo mercanteggiando il Sacrificio di Cristo.
Tu hai capito che cos’è una Messa? Hai capito il valore di una Messa? Bene. Se lo hai capito allora, non dico proporzionato ma illuminato si, sia illuminato il tuo sacrificio.
Quanto?
“Fai tu.”. Io rispondo così.
Quanto? Sia il tuo cuore a dirtelo. È il tuo sacrificio che tu unisci a quel Sacrificio e devo dirti io di quanto deve essere il tuo sacrificio? Ripeto, non siamo al mercato. Io non te lo devo dire. Non è compito mio, perché riguarda te, la tua intenzione e Dio. Troppo comodo dirti dieci euro, venti euro, trenta euro, cento euro, due euro, troppo comodo. Dov’è il tuo sacrificio? Non c’è. Tu apri il tuo portafoglio, e tiri fuori i tuoi soldi e me li dai. Ma non è questo il senso, non possiamo mercanteggiare il Sacrificio di Cristo.
Vuoi far dire una Novena di Sante Messe? Bellissima cosa, inizia a fare sacrifici. Quando avrai messo da parte l’offerta giusta che tiene insieme i tuoi sacrifici, le tue penitenze, le tue rinunce, allora verrai e dirai: “Questa è la mia busta contenente i miei sacrifici e desidero far dire una Novena di Sante Messe, desidero far dire un ciclo di Messe Gregoriane, desidero far dire una Santa Messa, tre Sante Messe.
La differenza tra dire nove Messe e dire una Novena di Messe qual è? Nove Sante Messe possono essere dette oggi sì, per tre giorni no, poi un’altra sì, per altri quattro giorni no, poi un’altra sì, non c’è continuità; una Novena di Sante Messe deve essere una Novena di Sante Messe, cioè inizio oggi e per nove giorni dirai la Santa Messa secondo quella precisa intenzione, quell’unica e soltanto precisa intenzione.
“Questo se l’è inventato Padre Giorgio?”
No, questo lo dice il codice di Diritto Canonico al canone n.945 e seguenti, che un Sacerdote può percepire una sola offerta di Messa al giorno, non mille.
Penso di avervi detto tutto, spero di essere stato chiaro, a voi a questo punto, il dire va bene, capito il valore, capito il senso. Credo che tutti abbiamo tante intenzioni, tanti motivi per cui far celebrare le Sante Messe, scegliete un Sacerdote, e questo ovviamente è anche un aiuto che date ai Sacerdoti, attraverso il quale voi li aiutate ad affrontare le loro spese quotidiane, dell’apostolato, di varie cose. È un dono che fate anche al Sacerdote perché comunque poi sarà lui che utilizzerà questa offerta.
Vedete quanto è grande, quanto bene c’è dentro nel far dire una Santa Messa, fate del bene a voi stessi perché c’è tutto il bene del sacrificio che si deve fare per arrivare lì, fate del bene alle persone alle quali voi applicate il sacrificio della Santa Messa, il Sacrificio di Gesù durante la Santa Messa, e fate del bene al Sacerdote che beneficia della vostra offerta. Tre realtà diverse, tre atti di carità diversi che vengono ad essere sommati in un unico atto.
Spero di aver usato la chiave della conoscenza in modo appropriato e di avervi fatto scoprire, o riscoprire il grande tesoro delle Sante Messe applicate per un’intenzione particolare.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
VANGELO (Lc 11, 47-54)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.