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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Giudizio particolare, VII parte

Novissimi: il Giudizio particolare

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 2 dicembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, il Giudizio particolare, VII parte

Eccoci giunti a giovedì 2 dicembre 2021. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo VII di San Matteo, versetti 21-27. 

Come abbiamo già detto tante volte, ciò che conta è fare la Volontà di Dio, è difficile, alle volte sembra quasi impossibile, alle volte magari si ha la tentazione di Giona di fuggire, ma quella è la strada, è l’unica strada da percorrere. 

Andiamo avanti con il testo del Beato don Giacomo Alberione su: “I Novissimi” che stiamo leggendo in preparazione al Natale, in questa Novena dell’Immacolata Concezione, siamo arrivati alla sentenza dell’anima macchiata di venialità, cioè di colpa veniale.

2. Sentenza dell’anima macchiata di venialità

“Una sentenza diversa spetta all’anima che passò da questa terra dopo aver peccato, e non ancora pienamente purificata. Essa ha amato il Signore, ma non con tutta la mente: nella sua mente vi furono pensieri che non erano del tutto soprannaturali. Ha amato il Signore con la volontà, ma non con tutta la volontà: sovente vi erano desideri, vi erano parole, vi erano azioni non del tutto sante. Ha amato il Signore col cuore, ma non con tutto il cuore: fredda nella preghiera, spesso indifferente all’amicizia di Dio, trascurata nell’aumentare i suoi meriti. Anima, dirà il Signore, sei salva, sei mia amica, ma purtroppo io scorgo ancora in te delle macchie; scorgo ancora in te delle imperfezioni, dei pensieri mondani, dei sentimenti terreni; quanto sei ancora diversa dagli Angeli che stanno davanti al mio trono in Paradiso, al mio cospetto in cielo! È adunque necessario che siano purificati col fuoco quei pensieri; che vengano più affinati nell’attesa i desideri; che quella volontà tua si fissi interamente nel Sommo Bene che sono io. Discendi nel Purgatorio; io ti attendo, ma finché non abbia pagato anche l’ultimo centesimo, o per i suffragi dei fedeli, o per la veemenza di quelle fiamme, non potrai essere ammessa al mio cospetto. L’anima lo capirà che è macchiata, ed essa stessa si tufferà in quelle fiamme, perché ella amerà l’onore e la bellezza di Dio più di se stessa.”

Questo è quello che continuo a ripetervi almeno da maggio, circa, dell’anno scorso. L’ho ripetuto per molte meditazioni: amare l’onore e la bellezza — io ebbi ad aggiungere anche amare il diritto di Dio — più di noi.  Questo è amore, che può voler dire rinunciare a tante cose, anche a quella che è la più importante in assoluto. Può essere necessario arrivare fino a lì se ne va di mezzo l’onore, la bellezza e il diritto di Dio.

 “Che cosa ora ci dice la nostra coscienza? Sono stati totalmente soprannaturali i nostri pensieri? Sono totalmente soprannaturali i nostri desideri? Sono totalmente buone e pure le nostre parole e le nostre azioni? Sono totalmente fervorose e raccolte le nostre preghiere? Oppure dopo la morte dovremo discendere in quelle fiamme a sospirare, chi sa quanto tempo, la visione, il possesso, la gioia del cielo? L’amor di Dio sia davvero tale da poter dire al Signore: «Vi amo con tutto il cuore e sopra ogni cosa». Nel corso degli Esercizi spirituali forse dovremmo fare una lunga litania di imperfezioni e di miserie; ma Iddio ha un occhio più penetrante del nostro. Chiediamo perciò perdono anche di quello che non conosciamo. Ha ragione la Chiesa di suffragare i trapassati adulti con Messe, indulgenze, pie pratiche.”

Noi crediamo di essere a posto, di essere tutti in ordine e invece di fatto così non è. Se non amiamo Dio con tutto il cuore, con tutte la mente e con tutta la volontà, è chiaro che questa imperfezione la dovremo purificare.

3. Sentenza dell’anima reproba

“Ecco la grande conclusione cui giunse l’Ecclesiaste (un libro dell’Antico Testamento), dopo tante esperienze: tutte le nostre azioni verranno portate in giudizio; le buone per ricevere la ricompensa, Dio è rimuneratore; le cattive per ricevere il castigo, Dio è giusto giudice. Rivolto all’anima peccatrice, il Signore, che è così pieno di misericordia mentre noi siamo sulla terra, si mostrerà duro e giustissimo giudice: Discendi nel fuoco eterno, preparato per il demonio e per i suoi seguaci. Anima, io ti ho invitata al cielo e tu hai disprezzato il mio invito; io sono morto per te sulla croce e tu hai reso inutile la mia passione; ti ho minacciato l’inferno e tu sei stata sorda. E se non hai voluto la mia benedizione, abbiti dunque la mia maledizione: va’, va’ lontana, al fuoco eterno. Terribile conclusione di una vita ostinata nel male. Ma non pensiamo che dipenda solamente da un ultimo istante il salvarsi o il perdersi: dipende piuttosto, in generale, dal corso abituale della vita. E chi si troverà bene in ultimo? Si troverà bene chi prende una strada buona. È impossibile che dopo si trovi a mal punto chi ha ben operato; ma se prendiamo una strada falsa, specialmente in gioventù, che cosa sarà poi di noi? «Larga e spaziosa è la via che mena alla dannazione…; sforzatevi dunque di entrare per la porta stretta» (Mt 7,13). Abbiamo letto: «Temi Iddio e osserva i suoi comandamenti». Questo è tutto. E tutte le nostre opere saranno portate al giudizio. Tutto ciò che facciamo fuori del servizio di Dio, è vanità; tutto ciò che facciamo nel servizio di Dio, è merito, salvezza, gloria eterna: «Temi Iddio e osserva i suoi comandamenti».”

Dobbiamo proprio sperare e chiedere al Signore la grazia di non essere dei reprobi, ma non tanto per l’inferno — che certo è importante — ma per vivere in questa vita una vita che non sia sorda ai richiami di Dio, una vita che sia aperta.

Oggi sarò molto breve, solo dieci minuti, perché inizieremo domani il Purgatorio e vorrei proprio iniziare con una nuova meditazione questo tema così importante, così interessante come quello del Purgatorio e lasciarci guidare dal Beato don Alberione a capire bene il significato, il valore del Purgatorio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

 

VANGELO (Mt 7, 21.24-27)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

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