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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 6

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 31 gennaio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 6

Eccoci giunti a lunedì 31 gennaio 2022. Oggi festeggiamo la meravigliosa figura di San Giovanni Bosco che tutti conosciamo molto bene. Consiglio la lettura dei sogni di San Giovanni Bosco soprattutto se avete ragazzi, è ancora più indicata perché i sogni di San Giovanni Bosco catturano subito l’interesse e l’attenzione dei ragazzi e poi rimangono molto impressi.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo V di San Marco, vv. 1-20. 

I porci, perché di questo si tratta, i porci, i 2000 porci sono più importanti della vita dignitosa, libera, bella, curata, sana di quest’uomo che vagava in mezzo alla morte, che viveva tra le tombe dei morti, che non riusciva più ad avere un dominio su se stesso, che non riusciva più ad avere la capacità di fare silenzio, di dirigere la sua parola, che aveva perso il rispetto della sacralità della sua persona. Un uomo ormai incapace di ogni rapporto umano.

“Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.”

Un uomo senza pace, un uomo senza riposo, una vita disperata, un uomo non più padrone di se stesso. Non c’è niente di peggio di una situazione del genere, ma per i mandriani e per i paesani i 2000 porci sono stati più importanti di quest’uomo seduto, vestito e sano di mente, di quest’uomo in pace, di quest’uomo dignitoso, di quest’uomo sano. Del resto i soldi sono soldi, e la pancia è la pancia, niente vale soldi e pancia. 

Sì, certo, poi noi facciamo i discorsi spirituali, per l’amor del cielo, ci mettiamo a discutere di cose teologiche, di cose soprannaturali, siamo espertissimi di profezie, di cose apocalittiche, siamo espertissimi di tutti i segni dei tempi possibili e immaginabili, per l’amor del cielo, però la pancia è pancia, cioè voglio dire: “Tutto questo va bene ma non vorrai mica paragonare i miei porci con la tua vita? Dai miei porci io tiro fuori tutto ciò che mi serve per sfamarmi e per vivere, non è che io posso sacrificare i miei porci perché tu devi essere liberato da questa cosa soprannaturale”.

 In questo Vangelo abbiamo uno scontro tra la vita soprannaturale e la vita materializzata, tra l’uomo libero, sano, guarito e porci. Loro hanno scelto i porci. 

E cosa fanno con Gesù? 

Lo ringraziano? Gli offrono un pranzo, almeno un po’ di pane e formaggio, un po’ di latte acido per dissetarsi e nutrirsi, qualcosa di caldo? Un luogo per riposare un attimo? Un po’ di pesce arrostito? Un po’ di focaccia con uva passa?

“Si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio”

“Te ne devi andare, caro Gesù, vattene via! Perché a noi non interessa che tu hai liberato quest’uomo da 2000 demoni, a noi interessa che tu ci hai fatto crepare tutti i porci. E te ne devi andare via! Vattene via, perché tu non vali quanto i miei porci. Niente e nessuno vale quanto i miei porci, quindi vattene via! I miei porci sono morti.”

Purtroppo la storia si ripete, come è ovvio, e la nostra vita è una lotta continua tra i porci e Gesù, tra i porci e la vita soprannaturale, tra i porci e il Cielo. Stiamo attenti a non essere anche noi tra coloro che dicono: “Gesù vattene via, perché questa cosa non lo dovevi fare, piuttosto lascia lui morire, lascialo nei sepolcri, tanto è abituato, ma i nostri porci non li devi toccare.”

Ma non è stato Gesù a far morire i porci, sono stati i demoni, Gesù lo ha permesso, ma chi ha buttato i porci nel mare non è stato Gesù. Ma alla fine, sapete, la colpa è sempre di Dio, la colpa è di Dio sempre, ci mancherebbe. Chi difende Dio? Nessuno. Dio mi fa il bene, Dio mi aiuta, Dio mi salva, Dio mi cura, Dio mi veste, Dio mi dà la pace, e noi cosa facciamo? “Vattene Via! Te ne devi andare! Vattene via! Te ne devi andare, non ti voglio qui! Noi non ti vogliamo tra noi”. E Gesù cosa fa? Se ne va. 

L’indemoniato liberato decide lui di stare con Gesù, e Gesù dice: “No”. Perché la decisione di stare con Gesù non viene da noi, viene da Gesù. La vocazione viene da Gesù, non viene da noi. Non siamo noi decidere di stare con Gesù, tocca a noi rispondere se ci chiama, è diverso.

Vi ho solamente detto un millesimo di quello che ci sarebbe da dire su questo Vangelo, però… tanto per gradire e per riflettere. 

Stiamo attenti, stiamo sempre molto attenti a che cosa ha più importanza nella nostra vita, stiamo attenti a non cacciare Gesù dalla nostra esistenza perché ci svela le nostre reali dipendenze. Gesù ha liberato l’indemoniato e ha svelato a cosa era attaccato il cuore di quel popolo. Stiamo attenti, perché, quando qualcuno ci mostra la nostra verità, noi cosa facciamo? Noi gli diciamo di andarsene via, certo. Ecco perché Padre Pio era odiato, perché svelava le inconsistenze, le ipocrisie, le falsità, le furberie della gente verso Dio. Noi non vogliamo essere svelati, a noi piace stare un po’ nell’ombra e nell’umido. 

 Continuiamo la nostra lettura del testo “Le meraviglie di Laus” di questa bellissima apparizione della Vergine Maria a Laus, perché questo ci aiuta a tenere il nostro sguardo elevato al Cielo, a non perderci in mezzo ai porci, a non preferire i porci a tutto ciò che è di Dio. 

Oggi vediamo:

Le apparizioni e il popolo

“Benedetta non sa ancora chi sia il misterioso personaggio che ogni giorno viene a rallegrare la sua vista e farle gioire il cuore; tuttavia nel suo essere si opera una tale trasformazione, che colpisce gli occhi di quanti la conoscono. La sua figura si illumina, più vivo si fa il suo colore, e lo sguardo, già limpido e modesto, diventa più docile, e il passo più grave. La sua parola si impone a tutti quelli che l’ascoltano, e quelli stessi, che ostentano incredulità, ne sono scossi.”

La vita di questa ragazza cambia senza che lei se ne avveda e senza che lei sappia che sta parlando con la Vergine Maria. Quando la nostra preghiera è vera, la nostra vita cambia e uno neanche se ne accorge. Quando la vita non cambia è perché non c’è vero incontro col Signore. Quando rimaniamo sempre dentro la nostra superficialità, in questa vita ironica, sempre che ridiamo… buttiamo tutto sullo scherzo perché così evitiamo di essere seri… 

Il passo di Benedetta si fa più grave, c’è un incedere più serio.

Tutti vogliono vederla e sentirla; ed essa parla a tutti di ciò che forma l’oggetto della sua contentezza con un accento di persuasione tale da farli esclamare: 

– Che sia la Santa Vergine quella che vede!? – 

Se la nostra fede non ci rende felici è perché non è una vera fede. Se il nostro essere di Gesù non ci rende felici è perché noi non abbiamo a che fare con Gesù. 

Chi ha a che fare con Gesù non può non essere felice, anche se paralizzato in un letto di ospedale come la Beata Alexandrina Maria Da Costa, per esempio.

“Ma Benedetta non lo suppone, né cerca di saperlo.” 

Incredibile! Neanche vuole saperlo! Noi? figuriamoci! Noi avremmo chiesto alla Vergine Maria: “Scusa qual è la tua carta d’identità? Il tuo numero? Il codice fiscale? Da dove vieni? Dov’è che abiti? Quanti anni hai? Perché sei qui? Perché non sei lì? Perché continui venire qui? Perché mi parli? Cosa mi vuoi dire?”

Milioni di domande, domande su domande su domande, perché noi vogliamo sapere, noi vogliamo possedere, noi vogliamo avere certezze. Invece lei vede, ama ed è felice. 

“Ella vede, ama, è felice; e ne ha abbastanza. La sua padrona stupita del cambiamento, che si andava operando nella persona della sua servente, vuol rendersi conto di quello che succede alla valle dei Forni. Un bel mattino esce di casa nascostamente, e, senz’essere notata arriva prima di Benedetta alla grotta, dove si nasconde sotto la roccia. La sua curiosità poteva essere punita: ma Benedetta pregava spesso per la sua padrona; e invece del castigo, trova la salvezza. Benedetta arriva alla grotta qualche istante più tardi e trova la sua bella Signora, che subito le dice: 

  • La tua padrona è là nascosta sotto la roccia. –
  • Vi sbagliate, mia bella Signora, – risponde la veggente – quando son partita io, era ancora a letto: chi di noi due può saperlo meglio? 

Vedete, era proprio convinta che non fosse la Vergine Maria.

  • È qui – ripete la Vergine – la troverai sotto la roccia.. 

Attenti bene, perché poi ci sono quelli che ti vengono a commentare i passi del Vangelo, come quello di oggi,  dicendo che l’indemoniato non era veramente un indemoniato: “Gesù non ha un avuto che fare con il demonio, il demonio non esiste. Quello lì era uno che aveva l’epilessia, era po’ isterico”. Allora praticamente era l’antesignano di Hulk, la Marvel ha imparato a fare il suo mestiere leggendo il Vangelo, noi abbiamo l’Hulk Sapiens nel Vangelo di oggi. Non si capisce però come un epilettico possa spaccare catene e ceppi. Voi avete mai visto un epilettico che spacca catene e ceppi? Un epilettico è forte, ma non è si trasforma e non diventa un supereroe, appunto, non è Hulk. 

E vuol dire che Gesù non sapeva discernere un indemoniato da un isterico o da un epilettico? Gesù, il Figlio di Dio, non sa discernere? “No, deve imparare da noi il discernimento, e quindi Gesù si sbaglia” 

“Qual è il tuo nome?”, e l’indemoniato doveva rispondergli il suo nome civile visto che era un epilettico, invece risponde:

“Il mio nome è Legione”

Non è un nome di persona. Si sa che così è. Quindi sentite bene la risposta della Vergine Maria. 

  • È qui – ripete la Vergine – la troverai sotto la roccia, avvertila di non più bestemmiare il nome di Gesù, perché se continua non ci sarà Paradiso per lei – 

È una cosa seria, la Vita Eterna è una cosa seria

“- la sua coscienza è in cattivissimo stato – ”

Quindi esiste il peccato, quindi ci sono le coscienze sporche, quindi uno può avere la coscienza in cattivissimo stato tale da perdere il Paradiso. E se uno perde il Paradiso dove va a finire? Siccome qualche sapiente dice che l’inferno non esiste o se esiste è vuoto, allora, se continua, lei dove va a finire? Se l’inferno non esiste ed è vuoto, dove va a finire? In Purgatorio? No, in Purgatorio no, immaginatevi se non esiste l’inferno non esiste nemmeno il Purgatorio, è una cosa da medioevo, figuriamoci.

“- la sua coscienza è in cattivissimo stato, faccia penitenza…”

Quindi esiste la penitenza? Ha un valore?

distribuisca ai poveri più bisognosi della parrocchia

Che cosa? Il soldino? No!

Quanto siamo lontani da Dio!

“- il cibo e il vino che prenderebbe nei giorni di Pasqua, di Pentecoste e di Natale; ed essa non si cibi che di pane ed acqua in quelle tre feste, così avrà il Paradiso. – 

Quindi per avere il Paradiso bisogna: non fare i peccati gravi, perché la bestemmia è un peccato mortale, quindi non fare i peccati mortali; avere la coscienza in buono stato; fare penitenza.

Ma guarda un po’! La Vergine Maria è venuta a ridire ciò che il Vangelo e la Chiesa, i Santi non hanno fatto altro che dire giorno dopo giorno. Certo, perché la Vergine Maria non viene a dire cose strane, viene a ripetere quello che tutti dovremmo conoscere perfettamente, quello che tutti dovremmo vivere perfettamente ogni giorno, ma siccome così non è, Lei viene a ridire ciò che dovrebbe essere ovvio ma che ovvio non è. Tutti dovremmo sapere che dobbiamo evitare il peccato mortale e se ci cadiamo ci dobbiamo confessare il prima possibile. Tutti dovremmo sapere che dobbiamo avere la coscienza “in buono stato”, che tradotto vuol dire “in grazia di Dio”. E tutti dovremmo sapere come dobbiamo fare penitenza dei nostri peccati, ma la penitenza quella seria, non: “Adesso arriva la Quaresima non mangio la colomba e i dolci fino a Pasqua”, la penitenza quella seria quella che ti tocca nel vivo. Quindi tu darai ai bisognosi più poveri della tua parrocchia non i soldi che hai in più, no, tu darai il cibo, il vino, ciò che tu mangeresti a Pasqua, a Pentecoste, a Natale, e tu mangerai pane e acqua. Immaginate tutti i vostri amici che arrivano con il panettone con la crema Chantilly, ricoperto di cioccolato, con i frutti di bosco, con la glassa, e poi arrivano con  i pandori, con le colombe, con i datteri, con le noci, con le arance e non so quale altro mondo di cose, e voi siete lì a pane ed acqua, il giorno di Natale, il giorno di Pasqua e di Pentecoste, pane e acqua. Da morire! Se un Sacerdote dovesse dare una penitenza del genere a un penitente, lo farebbero andare in Siberia: rigido, rigidissimo, duro, durissimo, severo, severissimo!

 Questa è la Vergine Maria. Stiamo bene attenti a che cosa diremmo o pensiamo, o vorremmo dire su di Lei ascoltando queste cose, perché il Cielo ci ascolta, stiamo bene attenti, misuriamo molto bene le nostre parole e i nostri pensieri, perché vi ripeto, ci ascolta e infatti adesso lo vediamo.

“La peccatrice dal suo nascondiglio sente tutto; penetrata da un sincero pentimento delle sue colpe comincia a gemere, sospirare e poi si mette a piangere amaramente. Benedetta la trova tutta in lacrime e le dice: 

Voi m’avete fatto dire una bugia alla Signora; io vi credevo a letto. – 

Ho sentito, ho sentito tutto – risponde la padrona – Mi correggerò. 

E mantenne la parola: la sua conversione fu completa. La preghiera e l’invocazione sostituirono le bestemmie; i digiuni e le elemosine successero ai peccati di gola; e la frequenza dei Sacramenti edificò quelli che aveva scandalizzato colla sua empietà.

Questa è la conversione: preghiera, digiuni, elemosine, e frequenti Sacramenti. Questa è la vita cristiana. Chi incontra veramente la Vergine Maria, chi incontra veramente Gesù, inizia una vera vita cristiana. Non fatta di cose strane, ma cose semplici, di sempre, di quelle che i santi, che San Giovanni Bosco soprattutto, insegnava ai suoi ragazzi.

“Quella conversione così pronta rassodò nella gente la convinzione che Benedetta vedesse qualcosa di straordinario, ma il fatto seguente confermò pienamente questa credenza, e fece cessare ogni dubbio. 

Un contadino di Saint-Etienne andò ad accendere una fornata di gesso, che aveva formato presso la grotta misteriosa. Inspirato da un malvagio pensiero, disse in tono di scherno: 

Vado a scaldare la Signora di Benedetta! – 

Ma quel motteggio gli costò caro. Per scaldare il forno dovette bruciare una quantità di legna dieci volte superiore al necessario, e non riuscì a cuocere il gesso, che s’induriva a misura che il calore aumentava. Il disgraziato dovette abbandonare la sua impresa e ritirarsi confuso. Per sei anni quella fornata rimase là come una testimonianza dell’insulto fatto alla Madre di Dio. Finché nell’inverno del 1670 il povero fabbricante di gesso, stimolato dalla fame sali a Làus e chiese a Benedetta se poteva cuocere le sue piastre per dare un po’ di pane ai suoi bambini. 

– Si – rispose la pastorella – Voi lo potreste. –
L’interdetto divino era stato tolto, e l’opera si potè compiere senza difficoltà. 

Stiamo attenti a quello che pensiamo e a quello che diciamo: sei anni di carestia ha fatto questo, sei anni di fame. Sei anni! Non sei giorni, sei anni! Che cosa aggiungere? Niente, basta la Vergine Maria.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Mc 5, 1-20)

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

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