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Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 2

Cardiologo visita Gesù

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni sul libro: “Un cardiologo visita Gesù” di mercoledì 7 settembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 6, 20-26)

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 2

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 7 settembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo sesto del Vangelo di san Luca, versetti 20-26.

Oggi vogliamo ricordare in modo particolare san Padre Pio e affidarci a lui che il 7 settembre del 1910 a Piana Romana ricevette le prime stigmate. È una data sicuramente importante per la sua vita e vogliamo qui di chiedere la sua potente intercessione.

Continuiamo la nostra lettura del libro “Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza” di Franco Serafini, oggi, in particolare la parte riguardante la ricognizione del 1970 inerente al Miracolo di Lanciano. Leggiamo:

Sono gli anni Sessanta; forse si fa sentire l’aria frizzante del concilio Vaticano II. Ai francescani, da poco ritornati custodi delle reliquie, comincia a pesare l’incertezza sulle lontane origini, perse nella nebbia dell’alto Medioevo del loro tesoro. Cominciano a pensare ad una nuova, moderna, ricognizione di stampo fortemente scientifico. L’arcivescovo, mons. Perantoni, pure lui francescano, esita e poi si convince. Occorre trovare lo studioso a cui affidare le analisi: esperto in campo scientifico, ma anche di altissimo profilo morale. Quell’uomo è il prof. Odoardo Linoli: ha quarantotto anni, è anatomopatologo e primario agli Spedali Riuniti di Arezzo. La mattina del 18 novembre 1970, alle ore 10:15, nella sacrestia della chiesa di San Francesco, su di un tavolo appositamente predisposto e apparecchiato di “bianchi lini”, davanti a numerosi testimoni, l’arcivescovo rompe i sigilli del 1886 e apre l’ostensorio. Il prof. Linoli, in un commovente cerimoniale, chiede a S.E. mons. arcivescovo di “poter toccare” la Carne; il vescovo lo consente. La consistenza è dura, quasi lignea. Il prof. Linoli prende atto che la teca contenente la Carne non chiudeva ermeticamente: il tessuto è ricoperto di macchie bianche, asciutte, che si distaccano facilmente. Si tratta di muffe, non di amido, come si può subito accertare estemporaneamente al microscopio. Ci sono anche residui di piccoli insetti e di larve. È un momento di sconforto quello descritto nella relazione del segretario don Castiglione: «Esaminando il tessuto della carne il prof. Linoli espresse il timore di non poter trovare nelle analisi di laboratorio elementi validi per arrivare a delle conclusioni scientifiche, avanzando l’ipotesi che quello della carne fosse un tessuto ormai privo di qualsiasi elemento di individuazione».

Vedendo che l’ostensorio non era chiuso ermeticamente, che c’erano la muffa, le larve e gli insetti, il professore avanza l’ipotesi che non ci sia più niente che possa permettere che si possa arrivare a capire qualcosa.

Forse l’ampia fronte del professore comincia a imperlarsi di sudore. Chiede a S.E. mons. arcivescovo di “poter raccogliere qualche piccolo frammento”; il vescovo lo consente. Con le for- bici, applicando molta forza, preleva due minuscoli frammenti dal margine, per un totale di 20 mg di tessuto.

Poi è il momento del Sangue: cinque grumi, non contaminati da sostanze estranee, di consistenza dura e uniforme. Viene suggerito al professore di pesare i grumi, insieme e separatamente, proprio in ricordo di quanto avvenne nel 1574, ma tra gli strumenti a disposizione non vi è una bilancia. Qualcuno va allora alla vicina farmacia e prende in prestito lo strumento. Il peso totale è di 15.85 g e ciascun grumo isolato ha, come naturale, un peso diverso. Chiede a S.E. mons. arcivescovo di “poter raccogliere un piccolo frammento”; il vescovo lo consente. Il frammento distaccato pesa 318 mg. La ricognizione è finita; ora sono i frati a provare un momento di sconforto: «Noi frati, attoniti, ci parlavamo con gli occhi: la mimica facciale di ciascuno esprimeva inconfondibilmente disappunto e delusione; forse per nostro merito o demerito, era arrivata la fine del Miracolo Eucaristico di Lanciano», ha scritto un testimone oculare. «Ostentavamo serenità, ma nell’intimo eravamo in apprensione e già disposti al peggio».

Rientrato ad Arezzo, nei cento giorni seguenti, forse i più esaltanti della sua vita, esegue una batteria di esami prestabiliti, finalizzati (trascrivo direttamente dall’articolo che pubblicherà l’anno seguente sui «Quaderni Sciavo»):

a) ad accertare la struttura istologica del tessuto di durezza lignea, tramandato come carne;

b) a definire se la sostanza indurita lapideo-cretacea tramandata come sangue risponda alle caratteristiche di questo;

c) a stabilire a quale specie biologica la carne e il sangue appartengano;

d) a precisare nei due tessuti il gruppo sanguigno;

e) ad indagare sui componenti proteici e minerali del sangue.

La struttura istologica va interpretata: i nuclei delle cellule non si colorano, come pure non si evidenziano le strie trasversali (è normale nei tessuti conservati a lungo), e Linoli chiede aiuto anche al prof. Bertelli di Siena per confermare l’origine muscolare miocardica del tessuto.

Nel sangue non vi sono globuli rossi né globuli bianchi; alcuni test non danno risultato, altri vanno adattati alla peculiare natura del campione, antico e fortemente disidratato.

Tuttavia, passaggio dopo passaggio, con pazienza e tenacia, viene delineandosi un risultato pieno e strepitoso, forse al di là delle aspettative. Il prof. Linoli, in due occasioni, sente il bisogno di anticipare e di condividere con i frati di Lanciano la soddisfazione per i risultati preliminari che sta ottenendo. Lo fa con due telegrammi. L’11 dicembre 1970 scrive: «In principio erat Verbum, et Verbum caro factum est», cita cioè il prologo del Vangelo di Giovanni: «In principio era il Verbo, e il Verbo si è fatto carne». Lo stile è l’uomo, e qui lo stile è per necessità telegrafico, ma deve avere scaldato molto il cuore trepidante dei francescani di Lanciano quel Natale… Ancora l’11 febbraio 1971 scriveva: «Ulteriori ricerche consentono affermare presenza di tessuto muscolare striato del cuore. Alleluja».

Il 4 marzo 1971, a Lanciano, sotto la neve e in una delle giornate più fredde del secolo in Italia, il prof. Linoli può tenere una relazione scientifica conclusiva che si riassume nei seguenti punti:

1) il Sangue del miracolo eucaristico è vero Sangue e la Carne è vera Carne;

2) la Carne è costituita da tessuto muscolare del cuore;

Tutto quello che noi abbiamo detto del Cuore Eucaristico di Gesù riferendoci alla Eucarestia… capite come i santi ci avevano visto lungo? Il Cuore Eucaristico di Gesù… quando noi andiamo a ricevere la Comunione, noi riceviamo il Cuore di Gesù… “miocardio”, mio Cuore…

3) il Sangue e la Carne appartengono alla specie umana;

4) il gruppo sanguigno è AB ed è identico nel Sangue e nella Carne, provenienti quindi verosimilmente dalla stessa Persona;

5) le proteine del Sangue sono frazionate con i rapporti percentuali del sangue fresco normale;

6) nel Sangue sono stati anche ritrovati i minerali clorurici, fosforo, magnesio, potassio e sodio in quantità ridotta; il calcio in quantità aumentata.

I dettagli più tecnici (li vedremo dettagliatamente nei prossimi capitoli: Cuore, Sangue e Gruppo sanguigno AB) faranno l’oggetto di una pubblicazione scientifica ineccepibile, anche per gli standard odierni, corredata di abbondante materiale fotografico. Inoltre il professore aggiunge alcune precisazioni:

  1. la struttura della Carne non si presta all’ipotesi di un “falso” operato nei secoli passati: solo una mano molto esperta in dissezione anatomica avrebbe potuto ottenere dal cuore di un cadavere una “fetta” così uniformemente tangenziale alla superficie di un viscere cavo (come si evince dal prevalente decorso longitudinale dei fasci di fibre muscolari nei preparati istologici);

Quindi al tempo del miracolo di Lanciano non c’era la conoscenza istologica che c’è adesso e non avevano neppure gli strumenti per ottenere una “fetta” così uniforme dal cuore di un cadavere… non era possibile.

  1. b) i reperti, e in particolare il Sangue, se provenienti da un cadavere, rapidamente sarebbero andati incontro a putrefazione, eppure
  2. c) nelle sezioni istologiche non sono mai stati rintracciati sali o sostanze conservanti.

Il sangue, come anche la carne, non possono essere conservati per secoli… non so se vi sia mai capitato di sentire l’odore di cadavere che emana dalle garze sporche di sangue. A me è capitato di sentire l’odore delle garze sporche di sangue di qualche giorno, garze con il sangue di persone che hanno subito un intervento chirurgico: vi posso assicurare che ho impiegato un po’ a capire che una puzza così schifosa, così nauseabonda, da cadavere, potesse provenire da garze sporche di sangue. Pensavo che ci fosse un topo morto marcio da qualche parte che bisognava trovare e tirare fuori perché era una cosa impossibile. Invece erano le garze che erano lì da qualche giorno… immaginatevi otto, nove, dieci secoli e più…
Qui stiamo parlando del 700 d.C.: erano passati quasi mille e trecento anni dal Miracolo di Lanciano al momento delle analisi: non si possono tenere garze sporche di sangue per tutto quel tempo, tenere sangue raggrumato per tutto quel tempo come se niente fosse. Pensate se la bistecca che avete mangiato a mezzogiorno possa essere lasciata lì per più di mille anni… e poi, nel materiale analizzato non c’erano conservanti: importante!

Nel marzo 2001, trent’anni dopo, a Mike Willesee e Ron Tesoriero (li incontreremo nel capitolo su Buenos Aires) che lo intervistano, nella sua casa di Arezzo, su come si sentisse all’epoca dei risultati della ricognizione di Lanciano, risponde candidamente: «Per qualche mese mi sembrava di camminare a trenta centimetri da terra…».

Come vedete, ci troviamo di fronte a un Miracolo assolutamente reale e bellissimo: quella carne è vera carne e quel sangue è vero sangue, perfettamente conservati, che rispondono ad alcune caratteristiche. Possiamo dire che, in questi giorni, andando a fare la Comunione, ancora di più dovremo recuperare la nostra coscienza e la nostra consapevolezza che sta accadendo qualcosa di grande…

La ricognizione del 1981

Nel decennale della ricognizione, i francescani chiedono, ancora al prof. Linoli, di esaminare ulteriormente la Carne miracolosa, sia nel suo aspetto macroscopico che microscopico, ottenendo nuove sezioni istologiche da un piccolo frammento non impiega- to nel 1970 e ancora custodito a Lanciano. Con i nuovi vetrini si conferma ancora meglio la struttura miocardica delle fibrocellule e si ricavano nuove importanti ed originali conferme: è evidente l’endocardio, cioè la membrana interna del cuore, ci sono aree di tessuto adiposo, vasi sanguigni arteriosi e venosi e anche fasci di fibre nervose vagali.

È evidente l’endocardio, cioè la parte più interna del cuore: non è che Gesù ci dà ‘semplicemente’ il cuore, ci dà il cuore del cuore…pensate! 

Ma uno come fa a prendere in mano il Cuore di Gesù? Io non capisco… ma prenderebbe mai in mano il cuore di qualcuno? Si può prendere la mano di qualcuno, il piede, la testa; si può prendere in braccio qualcuno, ma nessuno di noi può toccare il cuore di nessuno, perché il cuore è protetto dalla nostra gabbia toracica. Il cuore e il cervello non si possono toccare. Si possono toccare gli occhi, la lingua, il naso, la bocca, le orecchie, le gambe, le ginocchia, ma il cuore e il cervello non si possono toccare: sono protetti e chiusi, sono avvolti… tranne che per noi… Io prendo in mano l’endocardio di Gesù? Ci sarà una ragione per cui c’è stato il Miracolo Eucaristico di Lanciano con cui il Signore ci ha voluto dire qualcosa? Penso di sì…

Si tratta di rilievi microscopici che, nel loro insieme, disegnano il quadro di un cuore umano completo.

Lo studio macroscopico è pure sorprendente. L’attenzione di Linoli è sui 14 piccoli fori distanziati, circolari, a stampo lungo tutto il limitare esterno della reliquia, come se, in epoca remota, fosse stato necessario fissare con 14 chiodi la Carne su di un supporto di legno per correggere la retrazione e l’accartocciamento del rigor mortis. La Carne si sarebbe quindi retratta verso l’esterno creando la cavità centrale oggi evidente. Tuttavia, secondo il professore, tale cavità era anche in parte preesistente, e allora tutta la reliquia viene a ricordare l’aspetto di una sezione completa di cuore o forse del solo ventricolo sinistro.

Incredibile: più dentro di così è impossibile… Gesù ci ha dato proprio il cuore del suo Cuore… rendiamoci conto! Altro che andare a fare la Comunione chiacchierando, pensando ai fatti miei e a tante altre cose…

Il prof. Linoli aggiunge un’ultima arguta osservazione: se la Carne che oggi veneriamo è stata sottoposta al rigor mortis, evidentemente al momento del miracolo originale era vivente! Il rigor mortis comincia infatti 1-3 ore dopo la morte, per terminare 36-48 ore dopo.

Al momento del miracolo il sacerdote aveva davanti il Cuore pulsante di Gesù: ci rendiamo conto? Avere davanti l’endocardio pulsante di Gesù! L’endocardio vivo di Gesù!

La riflessione del professore prosegue anche negli anni seguenti: nel ventennale della ricognizione sente il bisogno di precisare un aspetto macroscopico della Carne che gli era sfuggito in precedenza. Nella composizione di insieme della Carne miracolosa è ravvisabile un cuore completo in sezione trasversale, di cui si intravede il vestigio del ventricolo sinistro nella parte inferiore più spessa e del ventricolo destro in quella superiore più sottile. Il tempo ha portato alla dispersione di parti anatomiche tra cui il setto interventricolare, che fisiologicamente divide i due ventricoli, contribuendo così ad ottenere un’unica cavità. La disidratazione e la mummificazione spontanea hanno portato alla riduzione delle dimensioni, inferiori a quelle di un cuore vivente. La Carne di Lanciano viene così ad assomigliare all’immagine che un cardiologo visualizza sullo schermo durante una seduta di eco-cardiografia, nelle sezioni parasternali in asse corto, cioè “tagliando” idealmente il cuore lungo l’asse frontale: i ventricoli sinistro e destro affiancati, battenti e che mantengono una forma ovalare.

Spero che tutta questa lettura ci serva per andare, da domani, a ricevere in modo totalmente diverso la Comunione…

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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