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Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 7

Cardiologo visita Gesù

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni sul libro: “Un cardiologo visita Gesù” di venerdì 16 settembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 8, 1-3)

In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 7

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 16 settembre 2022.

Oggi festeggiamo i Santi Cornelio, papa e Cipriano, vescovo, martiri.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ottavo di san Luca, versetti 1-3.

Continuiamo la nostra meditazione sul libro di Franco Serafini, Un cardiologo visita Gesù. Siamo arrivati a vedere i fatti avvenuti nel 1994 a Buenos Aires.

Domenica 24 luglio 1994, alla Messa dei bambini del mattino, il ministro laico che distribuisce l’Eucarestia nota sul bordo interno della pisside una goccia di sangue che scorre. L’episodio non è destinato ad avere molta risonanza, quasi schiacciato tra gli eventi “maggiori” del 1992 e del 1996. A Buenos Aires, ho potuto vedere una fotografia di quella pisside rigata di sangue nella parete interna: ne ho un ricordo indelebile. Chi lo visse e chi lo testimoniò non lo ha certo considerato un evento “minore”.

Può esserci qualcosa di ‘minore’ quando si tratta della Eucarestia? Interessante notare che, anche in questo caso, l’evento riguarda direttamente il Corpo di Gesù. Non so quanti di noi, vedendo la pisside rigata di sangue all’interno, rimarrebbero come ‘abituati’ perché si sono già verificati altri fatti del genere prima. Non abituiamoci mai a tutto ciò che riguarda Dio e niente di quello che riguarda il Signore può essere ‘minore’.

1996

Domenica 18 agosto 1996, al termine della distribuzione della Comunione alla Messa delle ore 19, una fedele imbarazzata si rivolge al sacerdote, padre Pezet. Ha notato, nascosta nella base di un candelabro, davanti al Crocefisso che ancora oggi è nella navata laterale di destra, un’ostia. Padre Alejandro va a vedere, raccoglie l’ostia, certamente abbandonata da qualcuno con intenti profanatori, con l’intenzione di consumarla lui stesso. È però veramente troppo sporca e impolverata. Chiede allora a Emma Femandez, settantasettenne ministra laica dell’Eucarestia, di metterla in acqua e chiuderla nel tabernacolo, secondo il protocollo che conosciamo. Il lettore perspicace comincia a provare una sensazione di déjà-vu.

Direi anche quello tonto… visto quello che è capitato nel ‘92… forse questa cosa non andava fatta… rifacciamo, la stessa cosa? 

Infatti il 26 agosto la signora Fernandez, l’unica, oltre al sacerdote, a disporre delle chiavi di quel tabernacolo, vede qualcosa di strano nel contenitore tondo di vetro che aveva lasciato nel tabernacolo, e ne parla a Pezet. Padre Pezet, che subito coinvolge padre Eduardo Graham, trova che l’ostia si sta trasformando in qualcos’altro di colore rosso; qualcosa destinato a crescere nelle settimane seguenti. Ovviamente è al corrente dei fatti del 1992 (quando lui ancora non era a Santa Maria) e del 1994, e sospetta l’origine soprannaturale di quello che sta succedendo.

Beh, certo… non era presente ai fatti del ‘92, però sapeva…

Ne informa la Curia, dove uno dei quattro vescovi ausiliari di Buenos Aires, che si chiama Jorge Mario Bergoglio, raccomanda intanto di eseguire delle fotografie professionali. Nei testi in bibliografia, ma facilmente anche in rete, si possono vedere le fotografie del 26 agosto e del 6 settembre scattate, come già nel 1992, da Marcelo Antonini: si distingue sempre meno l’ostia in dissoluzione, ma l’acqua, in modo sempre più consistente con il passare dei giorni, è come intorbidita da una nuvola rossa e da zone più scure e gelatinose che richiamano la consistenza del sangue coagulato; in superficie vi sono delle fioriture come di muffa più scura. Il materiale estraneo che “sopravvivrà”, dopo circa un mese viene posto in un flacone chiuso, con acqua distillata, non proprio il liquido ideale per mantenere un tessuto vivente, e così rimarrà, almeno per i tre anni che seguono, fino alle indagini del dott. Castanón.

Voi sapete che tutto ciò che si mette in acqua distillata muore…. E lì rimarrà per tre anni…

Le analisi 1992-1995

Nel maggio 1992 il parroco padre Carlomagno riferisce a mons. Miràs quanto sta accadendo. E il vescovo stesso che si raccomanda vengano eseguite analisi mediche. Vengono coinvolte, prestissimo, due dottoresse: una oncologa ed una ematologa.

Dott.ssa Botto

Nel racconto di padre Pérez, viene affidata una prima indagine ad una oncologa che abita vicino alla parrocchia, la dott.ssa Isabel Botto. Prova a prelevare, dal vaso di ceramica del 1 maggio, con una siringa, un po’ di quello che sembra sangue dalla massa centrale, ma non riesce perché la consistenza è troppo solida. Allora raccoglie il materiale di una delle scie rossastre che macchiano le pareti del contenitore. Il tessuto viene analizzato insieme ad una tecnica di laboratorio, Alicia Martines, presso il Sanatorio Evangelico El Buen Samaritano. Entrambe confermano trattarsi di sangue perché reagisce ad un test dell’emoglobina. Non è specificato se il kit consentisse di chiarire l’origine umana del sangue. La dott.ssa Botto ammette che occorrerebbero analisi più approfondite, da parte di un medico legale. Vede al microscopio che vi sono cellule muscolari e un “tessuto fibroso vivo”. Proprio padre Pézet chiede se potrebbero trattarsi di cellule del miocardio; la dottoressa risponde che è possibile, ma occorrerebbero ulteriori analisi.

Dott.ssa Sasot

Nel libro del dott. Castanón sono riportate, o meglio fotografate, due relazioni mediche, dattiloscritte e firmate della dott.ssa Adelma Myrian Segovia de Sasot. Dietro questo nome così alti- sonante vi è una ematologa che lavora all’Hospital Ramos Mejia di Buenos Aires. Da questi referti si deducono tre indagini.

1) In una relazione datata “giugno 1992’’, senza specificare il giorno, la dottoressa descrive l’evoluzione macroscopica di un materiale, contenuto in un recipiente di ceramica, che “prendeva forma di coagulo” e che aveva al tatto la consistenza di un coagulo. Il “materiale” si mantenne abbastanza stabile finché venne rifornito, nei primi giorni, di acqua benedetta. In giugno tuttavia, trascorso il primo mese, già descrive la tendenza del coagulo, non più bagnato, a seccarsi e a staccarsi dal recipiente (come avverrà effettivamente negli anni seguenti).

Passa poi a descrivere l’aspetto microscopico, seppur visto con una lente non potentissima, a 16 ingrandimenti. La struttura tende a dividersi in strati: strati inferiori di colore rosso scuro e strati superficiali, come fili di colore più chiaro trasparente, che le ricordavano l’aspetto che hanno i mitocondri nei libri di testo…

Poi, ad un tratto, il referto smette di essere vago e impreciso e il lettore salta letteralmente sulla sedia! Scrive la dott.ssa Sasot: «In una delle occasioni in cui la potei osservare, notai una zona che sembrava battere ritmicamente». Nessuna cinepresa, nessuna macchina fotografica era presente quel giorno, e noi restiamo a bocca aperta nell’ascoltare qualcosa di così fantastico e assurdo.

Ha visto ‘battere ritmicamente’ questo materiale raccolto: ormai tutti noi abbiamo in mente il Cuore Eucaristico di Gesù. So che se ne sente parlare poco, ma voi, che seguite le mie meditazioni da tempo, sapete di che cosa stiamo parlando!

La dott.ssa Sasot conclude rammaricandosi di non aver potuto, per problemi di salute, proseguire l’osservazione di questo mate riale in modo adeguato e continuo.

2) Sempre in giugno 1992, la dott.ssa Sasot riferisce di un’analisi su materiale di sospetta natura ematica proveniente da una patena a tre giorni dalla sua comparsa. Si sta riferendo, quindi, a uno dei due miracoli del 10 maggio sera. Venne eseguito un esame semplice ma impeccabile per valutare una goccia di sangue: uno striscio su vetrino… La formula mostra un eccesso di linfociti (47%) rispetto ai neutrofili (49%), come può succedere fisiologicamente nel corso di un’infezione virale, ma anche in corso di intenso stress psicofisico.

Ricordate Gesù durante la sua passione…

La dottoressa conclude certificando che il campione analizzato è sangue umano.

3) Esiste infine una “relazione ematologica” della dott.ssa Sasot, datata 29 ottobre 1995; sembra una sorta di rapporto conclusivo e specialistico in cui elenca in modo positivo tutto quanto ha potuto dimostrare su di un materiale di cui, avverte, non conosceva l’origine durante le prime analisi. Si tratta di una piccola porzione di tessuto, pare, dato in custodia alla dottoressa stessa e ancora per lei disponibile nel 1995, conservato in una provetta con acqua benedetta. Non può che trattarsi del materiale proveniente dal vaso di ceramica del primo miracolo del 1992, ma ciò non viene specificato. Viene elencata una serie di dati che, nel loro insieme, inequivocabilmente dimostrerebbero che il materiale è sangue:

  • dopo colorazione evidentemente di uno striscio su vetrino, si ottiene una formula leucocitaria, molto simile a quella ottenuta nell’evento del 10 maggio 1992, ancora quindi con lieve linfocitosi;
  • contaminazione del campione da parte di batteri e funghi;
  • presenza di ioni sodio e potassio;
  • presenza apprezzabile di enzima LDH, cioè lattato deidrogenasi; 
  • presenza di proteine che all’elettroforesi mostrano un profilo “fisiologico” tranne la riduzione della banda delle gammaglobuline: un dato che si osserva nei pazienti immunodepressi.

Siamo in presenza di qualcosa di ‘umano’, di qualcuno che sta male e di qualcosa che ‘batte ritmicamente’… il cuore! È lui che batte ritmicamente, infatti se non è ritmico è a-ritmico ed è un problema! Ci sono le aritmie. Questo batte bene e forte: ha il suo ritmo e dice: “Sono vivo!” Un giorno non avremo davvero scuse: il Signore le ha davvero provate tutte! Addirittura, si è fatto analizzare, spezzettare, sciogliere nei prodotti chimici, vivisezionare per dimostrarci anche scientificamente la realtà, la verità delle sue parole: “Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue “. Non avremo scuse… nessuno ne avrà! 

Nella conclusione si esprime la volontà di procedere, in futuro, ad analisi della presenza di DNA e ad analisi del gruppo sanguigno, se possibile proprio con la piccola quantità di materiale ancora in suo possesso.

Un commento complessivo sulle indagini del 1992? Molta buona volontà, ma pochi mezzi e nessuna coordinazione.

Perché disperdere il preziosissimo materiale su più indagini, così inutilmente ripetute, e perché non richiedere, in presenza di un tessuto, l’unico parere che conta: quello di un anatomo-isto-patologo? Non sapremo mai se quelle fibre, che sembravano muscolari e forse addirittura si contraevano spontaneamente, lo erano veramente. Perché non disponiamo di fotografie dei preparati e dei referti? Perché dobbiamo accontentarci di descrizioni approssimative e di disegnini a margine del foglio?

Capisco che non siano state fatte indagini sul DNA: negli anni ’90 la tecnologia PCR non era ancora così comune, e le indagini sarebbero risultate costose e forse avrebbero necessitato il sacrificio di troppo materiale, ma perché non è stato ricercato il gruppo sanguigno? Un’indagine banale e poco costosa in presenza di sangue fresco, eppure decisiva.

È stata veramente definita in maniera incontrovertibile la natura umana dei tessuti? Non viene nominata nessuna procedura specifica in tal senso. E che dire del sistema di conservazione? Capisco che per una sacra reliquia si conti sull’incorruttibilità sovrannaturale della stessa. Tuttavia neanche il laboratorio più povero del mondo non possiede un congelatore e, per conservare un campione di sangue, conta sulle proprietà antisettiche e conservanti… dell’acqua benedetta!

Incredibile! Questi neanche lo hanno messo dentro un frigobar di hotel! Niente: l’hanno piazzato in una provetta con l’acqua benedetta! Come farebbe mia nonna… che porterebbe a casa la boccetta dell’acqua benedetta di Lourdes… Siamo in presenza di Miracoli Eucaristici, o sospetti tali, e non usiamo un frigo? Ma avranno avuto un frigo in quel benedetto posto? Un frigo per le verdure… per i piatti pronti… e metteteci dentro quella benedetta provetta!!! Ci metti con tanta cura lo yogurt ‘millesapori’ se no lo butti, e la provetta con dentro il frammento di un presunto miracolo eucaristico la tieni fuori dentro l’acqua benedetta! 

Se è un conservante così potente… usiamo l’acqua benedetta: costa zero!

Facciamo così: prendi un uovo, lo rompi, lo metti nell’acqua benedetta, lo lasci lì un mese e poi lo bevi… Vediamo che cosa succede… Neanche riesci ad avvicinarci il naso a quel bicchiere tanta è la puzza dell’uovo marcio! E noi ci lasciamo dentro il frammento di un presunto miracolo eucaristico. 

Ha ragione l’autore, il dott. Serafini, quando dice: “Vi rendete conto?”. Non hanno neanche analizzato il DNA, il gruppo sanguigno…

A onor del vero e a parziale giustificazione della frammentarietà delle indagini, va ricordato che l’arcivescovo Miràs nomina un perito: mons. José Luis Mollaghan per i fatti del 1992, ed è proprio lui che ad un certo punto chiede di non prelevare più altri campioni per preservare l’integrità del miracolo, accontentandosi dei dati disponibili.

Cioè, quali? È questa, ma non è quello; è questo ma bisogna approfondire. Io non so se esprimo un giudizio temerario, ma la sensazione che ne ricavo è “Interessava capire? Interessava arrivare a un dunque?”. Se la risposta è ‘sì’, perché fermarsi? O non si cominciava proprio o, se si comincia, si va fino in fondo… mi verrebbe da pensare così…

1999-2005

Da febbraio 1998 è Mons. Jorge Mario Bergoglio il nuovo arcivescovo di Buenos Aires. Sollecitato da una lettera di padre Luis Maria Rodriguez Melgarejo, succeduto a padre Carlomagno come parroco a Santa Maria, mons. Bergoglio risponde nel luglio 1999 concedendo la possibilità di riprendere nuovi esami scientifici sulle vestigia dei miracoli eucaristici.

Deo gratias!

Nei mesi seguenti avviene la conoscenza reciproca tra il dott. Castanón, studioso di fenomeni soprannaturali, e la parrocchia di Santa Maria. Il 28 settembre mons. Bergoglio approva il protocollo di studi proposto da Castanón, purché si mantengano riservatezza e discrezione sulle indagini in corso.

Giustamente…

Chi è il dott. Ricardo Castanón Gómez? È uno psicologo clinico, esperto di psicosomatica, biochimica e neuro-psicofisiologia… Per molti anni si è avvalso della collaborazione di due facoltosi professionisti australiani: l’avvocato Ron Tesoriero e l’uomo di televisione Mike Willesee (un personaggio molto noto in Australia). Insieme hanno creato una task force, una macchina da guerra implacabile nello studio dei fenomeni misteriosi: riprese professionali, presenza di testimoni e del notaio, prelievi di materiale biologico in costante videoregistrazione e invio ad un’ampia rete di laboratori e ai migliori esperti, in tutto il mondo, mantenendo un ininterrotto e documentato passaggio di consegne del materiale da studiare, mantenendo nello stesso tempo segreta ai destinatari l’origine dei campioni stessi.

È questa la speciale “agenzia” a cui l’arcivescovo Bergoglio affida le indagini sui fatti della parrocchia di Santa Maria. Il 5 ottobre 1999, davanti a testimoni e alle telecamere, il dott. Castanón preleva due campioni.

  1. Un primo, piccolissimo campione, dalla crosticina essiccata e tuttora visibile a Buenos Aires, che rimane dal primo evento del 1992.
  2. Un secondo campione viene ottenuto da quanto rimane dei fatti del 1996: materiale semisolido bruno, in acqua distillata…

… Non vennero eseguite indagini per determinare il gruppo sanguigno; eseguibili anche in assenza di sangue, poiché gli antigeni AB0 possono essere presenti anche in altri tessuti (infatti a Lanciano era AB anche la Carne oltre che il Sangue). Il dott. Castanón mi ha riferito personalmente che i frammenti erano troppo piccoli e che si preferì dare la priorità alla dimostrazione della presenza di DNA: un dato più “potente” e specifico di quello dei gruppi sanguigni.

E domani vedremo che cosa accade quando eseguono questa analisi…

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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