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Le Passiflore Eucaristiche: Beata Anna Katharina Emmerick, parte 2

Le Passiflore Eucaristiche: Beata Anna Katharina Emmerick

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa, Serva di Dio Teresa Neumann, Beata Anna Caterina Emmerick, Venerabile Marta Robin” di venerdì 4 novembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 16, 1-8)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 4 novembre 2022, Festa di San Carlo Borromeo, vescovo di Milano. 

Oggi è anche il Primo Venerdì del mese e vi rimando al pdf che ho preparato sui Primi Giovedì, Venerdì e Sabato del mese che trovate sul sito www.veritatemincaritate.com: da Home scendete fino a trovare la sezione ‘Libri scritti da Padre Giorgio Maria’ che contiene il pdf verde con l’immagine dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, che spiega tutte le condizioni per vivere bene questo giorno in onore del Sacratissimo Cuore di Gesù.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo sedicesimo del Vangelo di san Luca, versetti 1-8.

Continuiamo la nostra meditazione sulle passiflore eucaristiche: stiamo iniziando a vedere l’esperienza della beata Katharina Emmerick. Oggi vi leggerò una sintesi sulla vita della Beata che ci introduce all’argomento che ci interessa.

La fonte è un sito cattolico che pubblica in otto lingue, aleteia.org all’indirizzo

https://it.aleteia.org/2016/03/30/sapete-chi-fu-la-mistica-che-digiuno-piu-a-lungo-e-perche/2/

La beata Anna-Katharina Emmerick (1774-1824) nacque a Coesfeld, un piccolo paese della Westfalia, da una modestissima famiglia di contadini, quinta di nove figli. Precocemente devota, fragile di costituzione, cominciò giovanissima a lavorare nei campi e in seguito come sarta. Precoci anche la sua vocazione religiosa e le visioni che l’accompagnarono per tutta la vita. Avrebbe voluto farsi monaca, però mancandole la dote – a quel tempo necessaria per entrare in convento – dovette attendere fino a ventinove anni, quando fu accolta quasi per carità in un piccolo convento di Dülmen, dove vivevano soltanto otto monache. Qui ebbe inizio la sua straordinaria vita mistica: visioni di Gesù in seguito alle quali le si aprirono le stigmate, le prime intorno alla fronte, poi alle mani, ai piedi e al costato.

Quando nel 1811, come conseguenza della secolarizzazione voluta da Napoleone, il convento fu chiuso, Anna Katharina si trasferì in una modesta abitazione insieme al suo anziano direttore spirituale. In seguito, le sue condizioni di salute peggiorarono al punto da costringerla sempre a letto in una povera stanza, assistita da una burbera sorella.

A partire dal 1811 Anna Katharina smise gradualmente di nutrirsi, dopo la comparsa dei segni della Passione: l’ostia consacrata e qualche goccia d’acqua bastarono a tenerla in vita per anni. Tra gli altri, ne fa autorevole testimonianza il suo medico, Franz W. Wesener, dapprima scettico e poi grande amico della veggente, nel suo diario, dove leggiamo: «Quanto al nutrimento, mi fu detto che non mangiava nulla. Ho potuto constatare che in ventiquattro ore ha bevuto due volte acqua pura e verso sera ha mangiato un quarto di mela cotta, sputando tutte le fibre. In seguito, smise di mangiare anche la mela e per tre anni l’ho vista vivere soltanto di acqua di fonte. Tutti i miei tentativi di scoprire un imbroglio sono falliti. Chi non vuol crederci, è liberissimo di farlo; io però garantisco davanti a Dio che ci credo e che sono un uomo onesto, che ama e cerca la verità»

Mentre la beata Alexandrina Maria da Costa fece un digiuno assoluto, la beata Katharina Emmerick smise di mangiare, ma poté bere.

Chi non vuol crederci, è liberissimo di farlo’ si fa così! Avere, invece, la pretesa di convincere qualcuno è già un segno brutto. 

Già Santa Bernadette a chi la interrogava rispose di non essere lì per convincere, ma per raccontare la sua esperienza: così dobbiamo imparare a fare e così eviteremo polemiche, insulti, opposizioni, diatribe. 

Questo è quello che ho visto, questo è quello che io credo. Tu reputi che sia sbagliato? Benissimo, lascia perdere; nessuno ti costringe ad ascoltarmi, non ascoltarmi, nessuno ti convince a fare quello che non vuoi. Io ti dico il mio pensiero e tu fa’ quello che vuoi. Certo è che, un giorno, davanti a Dio, dovremo rendere tutti conto delle nostre idee, dei nostri pensieri, delle nostre azioni e delle nostre scelte.

Adesso vedremo alcuni estratti scelti dai tre volumi di C.E. Schmoger , Vita della serva di Dio A. Emmerick; è il volume del 1870 di cui vi ho parlato ieri che contiene i dettati della Beata, i diari dei confessori, del medico, le lettere scritte e le testimonianze di varie persone collegate alle vicende della sua vita. 

Come al solito in blu troverete le mie parole e le mie osservazioni, in rosso le citazioni.

Quando la Beata si trovava ancora in convento, quindi prima della soppressione della casa religiosa per via delle persecuzioni napoleoniche, ricevette dalla Beata Vergine Maria un dono mistico quasi profetico, perché strettamente indicativo del futuro digiuno totale che avrebbe condotto negli ultimi anni della vita.

Vol. 1 p. 206:

“Certi gravi patimenti (…) m’impedivano di uscire dal letto. Durante tutto quel tempo mi fu talmente impossibile il prendere alcun cibo, che le monache non potevano capire di che mai io campassi. Ogni giorno la sorella infermiera mi portava da mangiare, ma io non poteva farne alcun uso. Avevo per altro ricevuto un altro cibo dall’apparizione della Madre di Dio; cibo che, al mio destarmi dalla visione, mi trovai a stringere in mano. Era simile ad una grossa ostia luminosamente bianca, ma assai più densa e molle di un’ostia comune, e mostrava impressa l’immagine della beatissima Vergine con anche alcune lettere. Io ne provai grande riverenza, come per reliquia od altra cosa molto santa. Era piacevolmente odorosa oltre ogni modo, e durante la notte io la vedevo risplendere. La tenni nascosta presso di me in letto, e durante sette mesi ne mangiai giornalmente alcuni frammenti, che sempre moltissimo mi ristoravano. Alla fine disparve, ed io ne fui molto angustiata come se avessi perduto codesta manna. Era dolce al gusto, ma non aveva già la dolcezza del santissimo Sacramento”.

La Vergine le dà un cibo davvero speciale, che dura sette mesi, un cibo celeste. E la beata si nutriva di questo cibo.

Molto spesso negli scritti che abbiamo analizzato riguardo gli anni di monastero, emerge che la beata Emmerick viveva la regola monastica in modo rigoroso, ma trasfigurato alla luce dell’Eucarestia. Potremmo definire questo aspetto della spiritualità della Beata come “Obbedienza eucaristica” alla regola monastica: allo stesso modo della Beata Maria Candida dell’Eucarestia, monaca carmelitana scalza siciliana, anche la Beata Katharina Emmerick sapeva scorgere, in tutto ciò che la sua vocazione religiosa prescriveva, il complemento della vita intima con Gesù eucaristico.

Come abbiamo detto alcuni mesi fa, il vedere in ogni cosa che facciamo un modo di essere eucaristici, un completamento della nostra vita in Gesù Eucarestia è obbedienza eucaristica.

Vol. 1 p. 231:

“In tutto ciò che la regola monastica le prescriveva ella sapeva trovare una relazione col SS. Sacramento; e quindi avveniva che ella fosse altrettanto fedele e coscienziosa nelle minime cose quanto nelle grandi.”

Se io vedo una relazione con la Santa Eucarestia in tutto ciò che faccio, è chiaro che anche se farò una cosa piccola, la farò nel modo migliore. 

Come faccio a vedere una relazione con l’Eucarestia quando mangio, ad esempio? 

Mentre mangio, la mia testa è tutta nella pasta al ragù, fumante e tanto buona oppure nel pollo alla diavola con le patatine fritte e ancora nella Saint Honoré? 

Siccome noi abbiamo la grazia di una vita spirituale, prima di affogarci nel mangiare, guardiamoci intorno… sul tavolo abbiamo il pane – immediato il riferimento alla Eucarestia; sulla tavola abbiamo l’aceto – immediato il riferimento con la Passione di Gesù; sulla tavola abbiamo il vino – immediato il riferimento alla Eucarestia; sulla tavola abbiamo l’olio, il sale – immediato il riferimento al Vangelo! Vedete? Noi siamo circondati da riferimenti eucaristici: bisogna vedere se vogliamo vederli. Sulla tavola abbiamo l’acqua: “da Lui scaturiranno fiumi di acqua viva”; e poi come non pensare all’acqua del Battesimo! “Dal Cuore trafitto di Gesù scaturiranno sangue e …?”.
Quando ci avviciniamo alla tavola per mangiare, noi non dovremmo quasi iniziare a mangiare perché sarebbe tutta una contemplazione, una meditazione. 

E pensiamo a tutto il resto della nostra vita, a quante cose dovrebbero avere un rimando eucaristico… tutte! Ma tutto dipende da quanto noi siamo eucaristici: la pasta con il sugo la mangio al tavolo e sul tavolo c’è tutto questo!

La Beata, con la sua orazione notturna e i suoi patimenti, riparava le offese contro l’Eucarestia operate dai giansenisti e dai cattolici tiepidi, anche a causa dei ringraziamenti dopo la Comunione mal fatti.

Vol. 1 p. 232:

“Grandi quanto il suo amore erano i suoi patimenti a cagione del santissimo Sacramento; poiché nessun peccato più fortemente al cielo esclamava bisognoso d’espiazione, quanto quello precisamente di cui si era sovraccaricata quell’epoca con il perseguitare l’adorazione e la confessione della santissima reale presenza di Cristo nel sacramento dell’altare” 

Chissà se quel tempo non è un po’ anche questo nostro tempo; chissà se c’è ancora questo dubbio sulla reale presenza di Gesù nella Santa Eucarestia, questo lo sapete meglio voi di me. Si perseguita l’Adorazione Eucaristica non semplicemente andando contro con chissà quali proclami o omelie, ma semplicemente non permettendola, non facendola, relegandola nell’oblio.

“Ma sì, va beh… ma questo non è importante…” poi qualcuno magari insiste e allora: “Vediamo: una volta al mese, forse, vediamo, magari un’oretta!”.

Che belle le Diocesi in cui c’è l’Adorazione Eucaristica perpetua! Non ricordo dove, ma ho letto che in una Diocesi il Vescovo aveva costituito delle cappelle dedicate all’adorazione Eucaristica: le aveva disposte attorno a tutto il perimetro della sua Diocesi in modo tale che, tirando una riga da una cappella all’altra sulla carta geografica, si sarebbe visto che il Vescovo aveva creato un ‘cerchio sacro’ attorno alla sua Diocesi. Tutte le cappelle formavano come un confine che chiedeva come una perla la sua Diocesi, e infatti da lì a breve sono fiorite le vocazioni sacerdotali, le vocazioni religiose, il Seminario ha cominciato a riempirsi… molto bella questa intuizione perché il popolo di Dio risponde con grandissima generosità, soprattutto quando c’è qualcuno che si rende disponibile a proporre l’Adorazione perpetua. Il popolo di Dio risponde davvero con grandissima generosità, partecipando giorno e notte, facendo turni di preghiera.

Noi facciamo i turni per andare al canile e allo zoo per fare i volontari, per le partite a pallone… e non riusciamo a fare i turni per l’Adorazione Eucaristica?

Tra me e la Villa Pamphili c’è un campo da calcio e vedo ragazzi fare turni tremendi, allenamenti con pioggia, fanghiglia oppure sole e caldo; poi ci sono i genitori, i tifosi che sono in piedi al freddo… e noi? “No, io non vado in chiesa perché fa freddo, perché ci sono i pollini, perché arriva l’autunno…” eh, una scusa per ogni stagione. Perché? Perché non crediamo nella presenza reale di Gesù!

E poi questo vizio veramente demoniaco… nella parrocchia dove sono cresciuto non ho mai visto questa cosa: in chiesa mai nessuno si permetteva di parlare, magari una suora diceva qualcosa sottovoce a qualcuno, ma brevemente… Si entrava in chiesa, il segno di croce con l’acqua santa, poi la genuflessione prima di mettersi in ginocchio sulla panca a pregare o prima di mettersi in piedi davanti alla sedia. Nessuno parlava in chiesa! 

Adesso talvolta mi capita di entrare in una chiesa al mattino presto quando ci sono silenzio, luce soffusa, un po’ di buio e, non si fa in tempo a mettersi in ginocchio che arrivano fedeli, uomini e donne, poi arriva il sacerdote e si parlano direttamente dall’assemblea all’altare: “Hai fatto questo? Hai fatto quello? Ha visto Padre fuori dalla chiesa?… Aspetta… sì, ciao, eh… ben arrivato…” “Allora oggi il canto? Ah, libretto a pagina, numero…” “Prendimi questo, dammi quell’altro…”, “Aspetta, porta l’acqua!”

Io sono lì e mi dico: “Devo aver avuto un salto temporale… Sapete il film ‘ Ritorno al futuro’?” Nella mia vita devo aver perso un pezzo di vita vissuta: o sono rimasto indietro, o mi sono perso in un arco temporale! Devo essere rimasto fuori in una dimensione diversa… Ma come è possibile pregare? In un contesto del genere io non riesco a pregare: resto dentro un secondo e poi esco a vado in auto. “Gesù, mi spiace, ma io non riesco a pregare”; piuttosto che restare dentro in chiesa come un beota che non riesce a combinare niente, esco e vado a pregare in auto oppure mentre passeggio. In chiesa così non riesco a stare; a parte che mi viene il nervoso e poi mi alzerei e non so che cosa direi, ma poi non riesco proprio! 

Come si fa a pregare in un luogo che dovrebbe essere un luogo di preghiera e, invece, c’è un chiacchierare indescrivibile? Perché accade questo? Perché non c’è la fede nella reale presenza di Gesù! 

Per non parlare poi dell’inchino davanti al Tabernacolo (nessuno mi ha mai spiegato perché si faccia l’inchino)… perché si fa l’inchino? Se non hai un problema alle ginocchia o un blocco nella schiena; se non hai fratturato le vertebre o se non hai una protesi, perché non devi fare la genuflessione? Qual è la ragione? Adesso tutti fanno l’inchino davanti al Tabernacolo! Io non lo capisco; ai miei tempi anche la persona più anziana, la più conciata, la più derelitta, magari non arrivava a toccare terra con il ginocchio, ma faceva comunque la genuflessione. Tutti! E i primi erano i sacerdoti e le suore: oggi siamo noi i primi a non farlo. È la verità e bisogna dirlo! Magari io ignoro l’esistenza di qualche documento in proposito: per favore, fatemi avere allora una fonte scritta autorevole, del Magistero delle Rubriche, del Messale, che dica che bisogna fare l’inchino e non la genuflessione; che la genuflessione è stata sostituita dall’inchino. Per quei quattro esami universitari che ho sostenuto, per quei quattro libretti che ho letto, io non ho mai visto nulla del genere. Ma magari mi sarà sfuggito l’ultimo pronunciamento del Papa, del Magistero, di non so che cosa che dica così con valore normativo per tutta la Chiesa. Per quello che so io la Redemptionis Sacramentum dice esattamente il contrario! 

Stessa cosa per la sparizione del piattino durante la distribuzione della Comunione: la Redemptionis Sacramentum dice che il piattino deve essere presente mette il sacerdote distribuisce l’Eucarestia. Dove è scritto che non è più necessario? Dove? Se voi lo avete trovato, fatemi la carità di mandarmi una e-mail e curate la mia ignoranza crassa e supina. 

Fate la foto del documento che dice che la genuflessione davanti al Tabernacolo è stata sostituita dall’inchino e che, per esempio, è stato abolito l’uso del piattino. Io, nel caso, citerò il documento nell’omelia e mi scuserò, ma fino ad allora davanti al Tabernacolo, per quello che io ho letto, studiato nei documenti della Chiesa, si fa la genuflessione, a meno che uno non abbia un impedimento. 

Andate a leggere che cosa ha scritto al termine della sua vita il grande san Vincenzo de’ Paoli: distrutto dalla malattia, con le ginocchia a pezzi, non riusciva più a fare la genuflessione però vedeva i suoi confratelli che cominciavano a non fare più la genuflessione. Allora con le lacrime agli occhi, per dare il buon esempio e scardinare questa abitudine terribile dalla sua Congregazione, dice: “Da oggi io farò sempre la genuflessione per darvi il buon esempio, e anche se mi ci vorrà un’ora per rialzarmi dal pavimento, non ha importanza. Da oggi lo farò” ( Non sono le sue esatte parole, io le ho riassunte). Parole veramente struggenti!

Potreste obiettare: “Padre, ma quanta insistenza sulla genuflessione!” Sì, perché quel gesto dice più di mille parole; quel gesto dice della tua fede nella presenza reale di Gesù! Senza che tu dica niente, quel gesto ha detto tutto. 

Di questa questione della genuflessione e dell’inchino io ho già parlato mesi e mesi fa; fino ad ora, siccome so che poi le mie omelie e le mie meditazioni vengono mandate a destra e a manca — e va bene perché non ho niente da nascondere — a me non è arrivata nessuna e-mail: nessuno mi ha scritto: “Padre, quello che dice è falso e questi sono i documenti che la smentiscono affermando che l’inchino ha sostituito la genuflessione e il piattino non è più prescritto come necessario dalla Chiesa. Questi sono i documenti e queste sono le fonti!” A me non è arrivato neppure un messaggio di WhatsApp… niente… non ho letto niente neanche nei commenti, in quanto nessuno si è permesso di smentirmi. Sapete perché? Perché non si può! Semplice! Perché quello che vi dico è vero non perché lo dico io, ma perché è scritto nero su bianco e fino ad oggi non è ancora stato smentito.

Allora la mia domanda si ripropone: “Perché, allora, non si fa la genuflessione davanti al Tabernacolo? Perché davanti alla Eucarestia non stiamo in ginocchio?” 

Vi ricordate san Giovanni Paolo II? Non ve lo ricordate più? Fino all’ultima processione del Corpus Domini, quando gli avevano detto: “Santità, Lei non può mettersi in ginocchio! Ci prometta che Lei non si metterà in ginocchio, altrimenti non Le permettiamo di partecipare alla processione!” (la processione del Corpus Domini era lenta, con tantissima gente, durava ore… anche quella di Papa Benedetto…). Il Segretario del Papa ha raccontato che Giovanni Paolo II aveva risposto di sì e allora avevano preparato il posto da cui tutti i fedeli avrebbero visto un Papa divorato dalla malattia che non avrebbe certo dato scandalo non inginocchiandosi davanti alla Eucarestia. Tutto pronto: parte la processione e papa Giovanni Paolo II che cosa fa? Si mette in ginocchio! E davanti al mondo che lo guardava nessuno avrebbe potuto andare per sollevarlo di peso… quello che era fatto, era fatto! Il Papa è rimasto in ginocchio per tutto il tempo!

Queste immagini sono su YouTube! “Padre Giorgio è un bugiardo”, potrebbe obiettare qualcuno: andate su YouTube e vedete queste immagini che sono ancora lì presenti!

Che cosa diremo mai noi a Dio o a Giovanni Paolo II che a Lourdes, malato com’era si è messo in ginocchio davanti alla statua della Madonna? (Alla faccia di quelli che dicono che davanti alla statua della Madonna non ci si mette in ginocchio!).

Mi fermo… quando escono questi argomenti purtroppo non riesco a stare zitto!

“… poiché nessun peccato più fortemente al cielo esclamava bisognoso d’espiazione, quanto quello precisamente di cui si era sovraccaricata quell’epoca con il perseguitare l’adorazione e la confessione della santissima reale presenza di Cristo nel sacramento dell’altare”. 

Per questo motivo ho voluto fermarmi su questa questione.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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