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Le Passiflore Eucaristiche: Ven. Marthe Robin, parte 6

Le Passiflore Eucaristiche: Ven. Marthe Robin

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa, Serva di Dio Teresa Neumann, Beata Anna Caterina Emmerick, Venerabile Marta Robin” di martedì 22 novembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 21, 5-11)

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 22 novembre 2022. 

Oggi festeggiamo Santa Cecilia, vergine e martire.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventunesimo del Vangelo di san Luca, versetti 5-11.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione sulla vita di Marthe Robin.

Pag. 96

Jean Guitton ebbe la possibilità di visionare parte dei dettati di Marthe che furono trovati dopo la sua morte in fondo all’armadio di camera sua; testimonia che sono pieni di pagine 

“impubblicabili, insopportabili per la nostra sensibilità moderna, come le esplorazioni della Geenna del fuoco, (…) come discese agli inferi.”

Capita non di rado e la medesima cosa capitò anche al beato Cardinal Schuster che scrisse un libretto sulla castità: andò bruciato perché era talmente… – non so che aggettivo usare – per la nostra mentalità pagana, farisaica, materiale e volgare, per le nostre regole, che abbiamo di fatto scritto noi; era talmente… che quando fu letto dissero: “No, questo testo non si può pubblicare”. 

È come quando vi lessi l’esperienza del beato Alano… io non censuro i testi dei santi! Poi, se ci sono delle persone che, poverine, hanno i loro problemi, le loro fatiche e certe cose non riescono ad ascoltarle, ad accettarle, va bene… cresceranno, ma io non posso prendere Dante e bruciarlo perché ci sono ragazzi che non lo sopportano perché non sono capaci di leggerlo: è un problema loro, cresceranno, ma Dante non si brucia!

Purtroppo, invece, ai santi è capitato così e questa di Marthe Robin è l’ennesima prova di testi bellissimi trovati in fondo all’armadio di camera sua che, a detta di Jean Guitton (e ci possiamo fidare di lui), ‘sono impubblicabili, insopportabili per la nostra sensibilità moderna’.

Siamo talmente stupidi e gretti che persino noi che ci diciamo credenti non sappiamo accettare qualcosa che sia un millimetro più in là della nostra capacità di comprensione… è veramente desolante! Dio ci può parlare tanto quanto noi vogliamo che ci parli, e nel modo che ci aggrada: non può dire una parola di più o diversa da quella che noi vogliamo. Riusciamo a incatenare persino Dio! 

Nella tua vita hai fatto il male? Hai fatto tanto male? Sei caduto tanto nel peccato? Succede! 

Convèrtiti, pèntiti e questo non significa semplicemente fare le penitenze, le confessioni, i digiuni, i rosari: questo è importante, sì, ma poi devi cambiare la mens, la tua sensibilità, se no, a che cosa serve convertirsi? Non è che nella tua vita hai fatto le cose più immonde del mondo e poi, quando ti converti, ti porti dietro la rigidità! Devi abitare un’altra terra, che significa acquisire un altro modo di pensare, sentire, vedere… 

Che cosa serve aver vissuto una vita di peccato, magari nell’impurità, e dopo che ti sei convertito, magari vedi una ragazza che cammina e ti giri come fossi un lupo mannaro? Non va bene così: ci rendiamo conto che è una presa in giro? “No, ma io sono fragile”. Tutti siamo fragili, chi di noi non è fragile? Smettiamola con questo ritornello del ‘sono fragile, sono ferito, sono un peccatore’: è come dire che il sole splende nel cielo e pretendere che questa sia una osservazione straordinaria e degna di nota! In quale delirio di onnipotenza cadiamo se pensiamo che sia una scoperta straordinaria quella di essere fragili e peccatori? Questo, però non ci toglie la responsabilità morale, sociale, davanti al Signore, nel nostro rapporto con Gesù. 

Hai fatto dei peccati, vuoi chiedere perdono a Gesù? Lo hai fatto? Sì! Adesso, però, cambia testa! Adesso devi chiederGli di cambiarti la testa, che vuol dire cambiare occhi, bocca, naso, tatto… tutto quello che sei, il tuo gusto interiore: le cose che prima ti facevano girare come un lupo mannaro devono mutare. Progressivamente devi essere abitato da un nuovo gusto eucaristico, se no, sei sempre lì nel gioco del ‘tira e molla’. 

Dopo, se leggiamo la storia del beato Alano e della Vergine Maria che lo sposa, che lo allatta… scandalo! “Padre, queste cose non si possono leggere, non si possono dire, non si possono scrivere! Leggendo queste cose sono caduto…”. Ma non scherziamo!

Se io vedo un giglio alto, bianco, bello e ho le mani sporche, dove è scritto che devo toccarlo? Posso semplicemente guardarlo e dire che è bello? Che può esistere anche se le mie mani sono sporche? Perché lo devo sporcare? Perché devo rendere nero quel giglio, perché lo devo rovinare o rompere? Perché gli devo strappare petali, stami, pistilli, perché? Io sono sporco, mi sto pulendo e questo giglio è bellissimo, bianco e profumatissimo. Io non sono come lui, va bene, ma lui è così . Perché non contemplarlo, guardarlo e dire che è bello? Non può esistere bellezza fuori di me? Riesco a pensare che tutta la realtà non sia sporca come io sono sporco? 

Come quelli che dicono che non possa esistere una amicizia tra un uomo e una donna. Dove è scritto? Ma chi siamo? Veramente siamo un branco di lupi mannari in una costante notte di luna piena! Che cosa siamo? Ma apparteniamo tutti alla razza umana? Come fai a tenerti nel cuore questa carogna putrescente e putrefatta? Tirala fuori, mettiti in ginocchio con in mano il Salterio di Gesù e di Maria e chiedi loro di togliertela. Basta!

“Ma io nella mia vita ho fatto tanti peccati!”. Anche Maria Maddalena ne ha fatti tanti! Eppure… In realtà, tutto dipende da quanto amiamo Gesù, quanto siamo di Gesù. Volete che Gesù ci lasci la carogna putrefatta nella fonte zampillante che ci portiamo nell’anima? Se noi vogliamo, se siamo veramente disponibili, il Signore ce la toglie subito. Se abbiamo veramente questo desiderio, il Signore ce la toglie subito! Il Signore non è contento di vederci pieni di putrefazione, di vermi e di marciume. Certo che se, ogni volta che sono per strada, mi giro come se fossi un vampiro! Uno ti chiede: “Ma tu vuoi uscirne o no?”.

Una volta, non tanto tempo fa, stavo passeggiando e parlando con un ragazzo; ad un certo punto passa una ragazza e, io non so perché, ho alzato gli occhi e ho guardato lui. Sapete che mi sono spaventato? Mi sono fermato e gli ho detto: “Ma sei ancora tu?”. E lui: “Perché?”. “Io non ho mai visto in te quegli occhi; non ti avevo mai visto quello sguardo: ti sei trasformato? Che cosa è successo?”. “Eh, sa, Padre…” “Sì, ma è passato un essere umano, non un pezzo di carne da divorare! Che cosa sono quegli sguardi e quegli occhi? Cos’è quel modo rapace di guardare le persone? Sono figlie di Dio!”. 

Per favore, non concediamo un millimetro a queste cose, perché poi noi buttiamo via gli scrigni dei Santi: li troviamo e li riteniamo uno scandalo perché siamo una massa di impurità e di schifezze… loro sono gigli e non esistono solo il fango e la putrefazione… no, ci sono anche le rose bianche, le violette e tanti fiorellini profumati e, se io non lo sono, lo posso diventare.

Scusate se mi sono dilungato su queste tre righe, ma mi fanno così dispiacere queste cose… immaginate se adesso avessi a disposizione quel testo, chissà che catechesi potrei fare… chissà che parole incredibili ci sono in un testo del genere! Si vanno a cercare nelle biblioteche i libri del Trecento, del Quattrocento e questo? Dove lo andiamo a trovare? Il bello è che questi libri contenenti cose meravigliose li buttiamo via e poi facciamo discorsi impuri inascoltabili, pieni di ambiguità e di doppi sensi; vediamo cose immonde che neanche gli armadi, i muri riescono a vedere tanto sono immonde; vediamo la televisione sapendo che ci trasmette costantemente una impurità dopo l’altra!

Sentiamo una bellissima poesia di Marthe (Pag. 96):

“Poiché sono l’oggetto del piacere divino
non provo rimpianti, non avendo più desideri,
poiché tutto mi viene da Dio, di tutto son contenta,
per tutto a Lui mi rivolgo con anima fiduciosa
perché so di poter contare sul suo cuore per sempre,
per cui non saprei proprio di cosa tormentarmi.
Per te, dunque, Gesù, le forze del mio essere.
Ora m’importa solo di conoscere te.
Il passato, il futuro per me non son più niente.”

Quando Gesù è al centro, che cosa ci interessa il passato? “Nella mia vita ho fatto tanti peccati, tanti peccati!” Ti sei confessato? Sì? Basta, non pensarci più, questo appartiene al passato!

“Che ne sarà di me? Che cosa accadrà nel futuro?” Il futuro appartiene a Dio: non ci pensare! “E io a che cosa devo pensare?”. Ad ora! Il momento presente ti è stato dato da Dio: pensa all’adesso; ad essere amico di Gesù adesso: il resto lascialo nelle mani di Dio!

E al momento presente mia sola legge è l’amore.
Con Lui non posso dubitare mai.
Sublime precursore, appiana la mia strada,
No, non so più nulla, non so altro che amare.
Ho più bisogno d’amore che d’aria per respirare. Sento ancora il mio cuore battermi dentro il petto, ma anelo solo all’alleanza divina.” (22 ottobre 1936)

Ci fermiamo qui. Chiediamo al Signore e alla Vergine Maria la grazia di una mente nuova, di poter vedere la luna senza trasformarci in lupi mannari. 

Pensate poi, che esperienza terribile se una bambina o un bambino, camminando con il suo papà o la sua mamma, vedesse il loro lo sguardo da lupo mannaro! Quanto invece è bello che vedano in loro l’immagine concreta della purezza, dell’innocenza, del pudore! Noi dobbiamo chiedere questa grazia al Signore!

Che bello vedere in un sacerdote l’immagine di verginità, di totalità, di assolutezza data a Dio, di innocenza!

 In questo momento mi viene in mente il bellissimo film Cristiada: a me ha sempre commosso fino alle lacrime la scena in cui un ragazzo viene portato in chiesa dal suo papà che, per castigarlo di un’azione scorretta, lo consegna al parroco perché gli faccia fare le pulizie in chiesa. Il parroco asseconda il papà ascoltandolo tutto serio, ma quando questi se ne va, si rivolge al ragazzo dicendo: “Dai, andiamo a mangiare le frittelle!” e il castigo diventa andare a mangiare insieme le frittelle! Ovviamente poi nasce un bellissimo rapporto, ma un brutto giorno arrivano le truppe di Calles per uccidere il sacerdote che li attende con i paramenti della Messa e la pianeta nera, che è quella del funerale. Il ragazzo corre ad avvisarlo in chiesa, pregandolo di scappare. A me ha sempre colpito l’immagine di questo sacerdote che affronta il momento terribile della morte con serenità, con pacatezza: regala al ragazzo la Corona del Rosario e lo manda via. Guardando poi dal campanile, il ragazzo lo vedrà ucciso dai soldati.

Queste sono persone che fanno capire che c’è un oltre; stando accanto a queste persone che possono essere papà, mamme, nonne, amici, sacerdoti, noi sappiamo che si può essere persone migliori, uomini e donne migliori, innamorati di Gesù e Maria, totalmente centrati sul Signore. 

Il ragazzo cerca di dissuaderlo dallo stare lì, ma il sacerdote capisce che è proprio arrivato il suo tempo e che deve essere ucciso.

Chiediamo al Signore la grazia grande di vivere su questa terra, ma rapiti dal Cielo, totalmente portati nella bellezza del Cielo; di essere testimoni di questo ‘oltre’ con le persone che ci stanno accanto; dobbiamo imparare ad abitare la soglia tra il tempo e l’eternità.

Come si fa? Stando davanti al Tabernacolo che è proprio la porta sul Paradiso: di qui la Terra, di là il Paradiso. Noi dobbiamo essere abitatori esperti, custodi di questa soglia.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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