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“Comunione spirituale e comunione psichica” da “Vita comune” di D. Bonhoeffer. Parte 12

Comunione spirituale e comunione psichica

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Comunione spirituale e comunione psichica” tratta dal testo “Vita comune” di Dietrich Bonhoeffer.
Giovedì 26 gennaio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 10,1-9)

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 26 gennaio 2023. Oggi festeggiamo i santi Timoteo e Tito, vescovi. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo decimo del Vangelo di san Luca, versetti 1-9.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro Vita Comune di Bonhoeffer. Abbiamo preannunciato ieri che oggi avremmo letto che, come c’è una conversione psichica e quindi una falsa conversione, c’è anche un amore su basi psichiche che è un falso amore.

Così pure esiste un amore del prossimo su basi «psichiche». È un amore capace dei massimi sacrifici, spesso supera di molto il vero amore in Cristo dal punto di vista dell’entusiasmo nella dedizione e dell’evidenza dei risultati, è un amore che parla il linguaggio cristiano con eloquenza trascinante, entusiasmante. 

Mi sono fermato un attimo perché, insomma, non dobbiamo giudicare nessuno, ma certe espressioni fanno venire in mente dei volti. Ci sono volti che parlano di questo amore e che presentano questa tensione, questa capacità al massimo sacrificio che “spesso supera di molto il vero amore in Cristo dal punto di vista dell’entusiasmo nella dedizione e dell’evidenza dei risultati“; persone non solo che propongono, ma che anche sono capaci di sacrifici immensi e di uno stile di amare che supera chi, invece, ha un vero amore in Cristo. 

Questo amore psichico supera il vero amore spirituale dal punto di vista dell’entusiasmo nella dedizione – ne parlano quasi rapiti, e si vede che c’è sotto una dedizione enorme, quindi ci credono proprio, si danno proprio – e poi nell’evidenza dei risultati perché ottengono tanto; il loro è un amore che produce; potremmo dire che “dà frutto”. 

è un amore che parla il linguaggio cristiano con eloquenza trascinante, entusiasmante“: li senti parlare di questo amore per il prossimo in un modo che ti trascina, ti entusiasma così che rimani catturato e il mondo rimane a bocca aperta. Addirittura il mondo stesso rimane sbalordito da questo linguaggio eloquente, entusiasmante e trascinante.

Ma è quell’amore di cui l’Apostolo dice: «Distribuissi a bocconi i miei beni ai poveri e il mio corpo dessi a bruciare» – cioè: se mettessi insieme i più straordinari atti di amore e la più straordinaria dedizione (pensate ad atti di amore incredibili e a un darsi superiore a quello di Santa Teresa di Calcutta, per intenderci) – «se l’amore non ho (cioè l’amore in Cristo), niente mi giova» (1 Cor 13,2). 

A supporto di tutto quello che stiamo dicendo c’è un sermone del Santo Cardinal Newman che si intitola proprio “La carità“. Feci delle catechesi su questo che è un sermone densissimo, profondissimo che non introduce la differenza tra amore psichico e amore spirituale, ma dice la stessa cosa; fa un’analisi tra la vera carità e la falsa carità e dice esattamente la stessa cosa. E il Santo Cardinal Newman è cattolico; uno potrebbe dire che Bonhoeffer dice questo ma non è cattolico, ma il Cardinal Newman lo è, e va ancora più a fondo dicendo che io potrei morire martire senza avere la vera carità. Sono riflessioni potenti! Il Cardinal Newman scrive che io potrei morire martire e non avere la carità, cioè il vero amore in Cristo e quindi il martirio servirebbe a niente. 

Avere l’amore in Cristo non è una cosa facile e non è per niente scontata.

L’amore psichico ama l’altro (lo ama! C’è una forma di amore che non è spirituale) per amor di se stesso, l’amore spirituale ama l’altro per amore di Cristo. 

È questo il punto; la differenza sta tutta qui! Per chi, per mezzo di chi, a motivo di chi, ami l’altro? A motivo di chi vivi l’amore del prossimo; a motivo di chi tu ti spendi, ti sacrifichi per il prossimo? Per amore di te stesso o per amore di Gesù Cristo? È questa la differenza! 

Per questo l’amore psichico cerca il contatto immediato con l’altro, non lo ama nella sua libertà, ma lo lega a sé, vuol conquistarlo, sopraffarlo con ogni mezzo, lo opprime, vuol essere irresistibile, vuol dominare. 

Posso avere tanto in bocca le parole “servizio, amore, carità”; posso fare anche dei grandi “discorsoni”, ma se poi ho dentro tutte queste cose è tutto falso! Se tu ami in Cristo, tu ami l’altro nella sua libertà, lasci l’altro nella sua libertà; l’altro deve essere libero di essere se stesso. Non leghi a te le persone, non le vuoi dominare, conquistare, sopraffare, opprimere; non vuoi essere irresistibile, non ti interessa, perché l’amore in Cristo è innanzi tutto amore alla verità e la verità non fa niente di tutto questo.

Quello che vi sto per leggere non l’avevo ancora riletto (io preparo molto prima quello che vi devo dire) e adesso sentite che cosa dice: 

L’amore psichico non tiene gran conto della verità, è disposto a relativizzarla, perché il rapporto con la persona amata non deve essere ostacolato da niente, neppure dalla verità. 

Questo è un criterio di discernimento: l’amore psichico non tiene conto della verità, la relativizza perché il mio rapporto con te deve essere immediato e non ci deve essere nessun ostacolo tra me e te. Se la verità è un ostacolo, la rimuoviamo e voi capite che, un amore fondato sulla menzogna, sulla falsità, sulla “non verità” non è fondato in Cristo. La verità non può essere un ostacolo!

Guardate che è quello che stiamo vivendo oggi: il mantra di un amore che rimuove costantemente la verità, pur di non vedersi messo in discussione; un amore che ha rinunciato alla verità pur di non creare scompiglio tra me e te; pur di non deluderti, di non scontentarti, di non allontanarti, di non amareggiarti. 

Gesù è un problema? Allora lo togliamo di mezzo! È un problema la Sua Parola? La togliamo di mezzo! Sono un problema i Suoi Comandamenti? Li togliamo di mezzo! Togliamo di mezzo tutto, a partire da Gesù, così che possiamo vivere un grande amore universale! Sì… ma questo, sia chiaro, non sarà mai un amore cristiano; non è l’amore proposto da Gesù! 

E, a proposito di questo, già l’ho detto su Telegram, sul sito, ma lo ripeto anche qui: domani sera alle 21:10 su Radio Mater inizierò un ciclo di catechesi dove ci sarà la possibilità di intervenire in diretta. Sarà ogni quarto venerdì del mese. Mi hanno chiesto che l’argomento fossero i Dieci Comandamenti: ho accettato volentieri perché mi è sembrata una bella idea, perché sono tantissimi anni che non tengo catechesi sui Dieci Comandamenti.

Ho scelto come testo da leggere e commentare insieme (così ve lo preparate) il Catechismo della Chiesa Cattolica, quello in formato integrale, non il Compendio. Leggeremo quello: i Dieci Comandamenti così come sono scritti nel nostro Catechismo della Chiesa Cattolica: bellissimi! Fino alle 22 circa ci sarà il mio intervento e, a seguire, ci sarà una mezz’oretta per intervenire. Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera. Mi sembra bello partecipare: è una bella occasione anche perché potrete intervenire in diretta e fare tutte le domande che vorrete.

Abbiate sotto mano il Catechismo che, tra l’altro, tutti dovremmo avere in casa e dovremmo leggere ogni giorno; sarebbe un bel testo di meditazione.

Domani sera vi spiegherò un po’ di cose che riprendono quello che sto dicendo adesso. La verità è fondamentale; non si può rinunciare alla verità, perché significa rinunciare a Gesù.

L’amore psichico ha brama dell’altro, della comunione con lui, del contraccambio del suo amore, ma non è al suo servizio.

 Dirti la verità è il modo migliore per servirti; il modo migliore per amarti è quello di essere sincero e non quello di dirti le cose come tu le vuoi sentire! 

Proprio pochi giorni fa un ragazzo che non si era comportato bene, mi ha detto quello che mi doveva dire e mi ha chiesto una valutazione su una cosa che aveva fatto, diciamo così. Io ho ascoltato e poi lui ma ha chiesto: “Che cosa ne pensa, Padre?”. Io gli ho risposto quello che pensavo e lui ha replicato: “Quello che mi ha detto è stato un colpo che mi ha profondamente ferito!”. Tu mi hai chiesto di dirti quello che pensavo, di dirti la verità e io te l’ho detta!

Mi pare che fosse proprio Santa Teresina – a memoria non ricordo vi faccio una sintesi – a chi si lamentava rispondeva: “Se non volete sentire la verità, non venite a chiedermi le cose. Io vi dico la verità: se non la volete sentire, non venite a chiedermi niente!”.

E noi bramiamo l’altro, la comunione con lui, il contraccambio del suo amore. Pensate a quanti rapporti di fidanzamento falsi ci sono da questo punto di vista: non c’è amore, lì non esiste l’amore, infatti due anni dopo che si sono sposati, divorziano! Perché? Perché non erano fondati sul vero amore, sull’amore spirituale, ma sull’amore psichico: in nome della brama dell’altro, della comunione con lui, del contraccambio del suo amore che cosa faccio? Rinuncio ad essere vero, a dire le cose con il vero nome perché non voglio offendere, ferire e, soprattutto, non voglio perderti e rimanere da solo. Poi chi mi sposa? Chi mi sposa più? Dove trovo un’altra che mi sposi? Allora, quatti quatti, facciamo buon viso a cattivo gioco. Ma non è al suo servizio, invece, se tu ami veramente, devi servire e non c’è servizio più grande che essere veri.

 Anzi è ancora la sua brama a manifestarsi nelle apparenze del servizio. 

Sembra servire, ma non sarà mai vero.

Due punti, riducibili peraltro ad uno solo, mettono in luce la differenza fra l’amore psichico e quello spirituale: il primo (l’amore psichico) non è in grado di resistere al disciogliersi di una comunione ormai inautentica, per amore della comunione in senso vero; 

L’amore psichico non sa resistere alla messa in crisi di un rapporto di comunione che era falso: non sa andare oltre e dire: “Ok, questo era bugia, era falsità. Lo abbiamo capito? Bene! Adesso costruiamo un vero amore!”. No se si scioglie, l’amore psichico non sa superarsi: quando tu mi fai uno sgarbo; quando tu mi fai qualcosa; quando tu sei sincero; quando tu sei te stesso; quando tu non ti vuoi assoggettare, questo amore psichico viene messo in crisi, quindi la comunione che si fonda su di lui si sgretola. E allora? Allora: odio eterno, guerra! Nemici per sempre, perché questo tipo di comunione non sa andare oltre, non sa cercare la vera comunione.

né è in grado di amare il nemico, cioè colui che gli resiste sul serio e tenacemente. Il motivo è lo stesso: l’amore psichico è per sua essenza brama, e precisamente brama di comunione psichica. Finché riesce in qualche modo ad appagarla, non vi rinuncia, neppure in nome della verità o del vero amore per l’altro. 

Non rinuncia a niente nemmeno per amore della verità, perché il centro e la brama è se stesso, è l’io, è il mio desiderio.

E se non può più aspettarsi appagamento di questa brama, allora è la rovina 

Vedete? Ormai ci anticipiamo a vicenda. Qualcuno penserà che Padre Giorgio stia diventando luterano! No: è che la verità è la verità; non ha importanza chi la dica è importante la verità, quindi, se le persone amano la verità, va bene! La sentirete dire da un luterano, da un cattolico, da un mussulmano la verità! 

Che cosa scopriamo adesso? Adesso scopriamo una cosa bellissima: nella misura in cui siamo veri, noi siamo veramente fratelli. È la verità che porta all’unità. Vedete? Io che sto parlando e Bonhoeffer che ha scritto quello che vi sto leggendo ci stiamo precedendo uno con l’altro, ma non perché io sia geniale, non perché io abbia intuito chissà che cosa, no, semplicemente perché il processo logico del ragionamento porta lì, quindi tutti e due arriviamo lì; io sono cattolico, lui è luterano, ma il ragionamento è quello, la logica è quella, quindi si arriva lì. 

Poi, certo, ci saranno differenze enormi su altro – se no saremmo tutti e due cattolici o tutti e due luterani – ma su certe questioni vedete che si arriva insieme al dunque e questo è molto importante.

Certo, a motivo di queste differenze sostanziali – loro non credono nella presenza reale di Gesù nell’Eucarestia, per esempio, e noi sì – non potremmo arrivare a una unità completa e perfetta, ma vedete quanta unità si possa sperimentare se si cerca la verità, anche lì dove uno potrebbe dire che non ci potrebbe mai essere unità. 

Quindi tra coloro che hanno lo stesso credo, pensate a quanta maggiore unità si possa arrivare se si cerca insieme la verità! Davvero la verità è il fondamento: se si cerca la verità, la carità fiorisce in un modo bellissimo! 

Quindi: 

Se non può più aspettarsi l’appagamento di questa brama l’altro diventa un nemico

O tu mi appaghi, o tu mi soddisfi, oppure ti odio!

E adesso sentite è incredibile: adesso direte che è tutto uno scherzo, ma non è così!

Qui l’amore si converte in odio, in disprezzo e in calunnia.

Va bene: oggi abbiamo fatto l’en plein con Bonhoeffer! A me fa piacere constatare questa cosa; sono contento perché succede anche quando vi leggo i testi dei santi, ma lì sembra quasi più normale perché con loro condividiamo proprio tutto, Dio ci unisce – certo, loro sono stati amici di Gesù in massimo grado, mentre io, povera pulce dell’ultimo cane della terra… – eppure anche questa è un’esperienza veramente bella. È così, è verissimo: personalmente devo dire che quello che Bonhoeffer scrive è verissimo e poi è scritto veramente bene. 

Dunque stiamo attenti!

Domani partiremo da qui: 

Ma questo è proprio il punto in cui inizia l’amore spirituale. 

E vedremo le caratteristiche bellissime di questo amore spirituale.

Allora vi aspetto: spero di sentirvi tanto presenti domani sera! 

Che bello: domani è anche il 27 del mese, cioè la prima volta di quest’anno in cui alle 17:30, come sempre, tramite la recita della Supplica, si farà la memoria della Vergine Maria della Medaglia Miracolosa che portiamo al collo. 

A volte succede che mi vengano a dire: “Lo sa, Padre, che ho riconosciuto una persona che la segue nelle omelie!”. 

“Ah, sì? Come ha fatto a riconoscerla?”

“Eh, Padre, l’ho vista lì in giro in chiesa con la Medaglia Miracolosa bella grande, fuori dal maglione, sul petto mi sono avvicinato e ho chiesto: “Ma tu segui Padre Giorgio Maria?”

“Sì, come fai a saperlo?”

“Ehhhh ti ho riconosciuto per la Medaglia Miracolosa: vedi che anche io ce l’ho?”

Bene, mi fa piacere che ci riconosciamo attraverso la Medaglia Miracolosa: è anche un modo bello per riconoscerci, per riconoscerci nell’unità nel cammino. Portando la Medaglia Miracolosa fuori, in modo che tutti la vedano, troverete qualche fratello o sorella nella fede che voi non conoscete e che si avvicinerà – al di là di ogni falso pudore – e vi chiederà: “Ma tu, per caso…?”; “Ah, sì, che bello! Piacere!”; “Piacere!”

Ci si può conoscere anche fuori da una sala radiografica della risonanza magnetica! A Milano ho incontrato una persona che arrivava dal Veneto, mentre io arrivavo da Milano, ci siamo conosciuti lì, mentre eravamo in attesa di esser chiamati. Io avevo la Medaglia Miracolosa fuori, avevo il colletto da prete, ero vestito da prete e una mamma – ve l’ho già raccontato – era lì con suo figlio e mi ha chiesto. “Ma lei è Padre Giorgio Maria?” 

“Sì, sono proprio io! Come ha fatto a riconoscermi?”

“Eh la Medaglia Miracolosa, Padre!”

“Ah, ecco mi fa piacere!”

Vedete? Ci si trova fuori anche da una sala d’attesa per fare la risonanza magnetica in un ospedale! Incredibile!

Quindi è bello! Dobbiamo proprio dirlo: “Essere cristiani è proprio bello! E amare la Vergine Maria è bellissimo, è proprio bellissimo!”

Qualcuno dirà: “Come facciamo a seguire la sua meditazione sui Dieci Comandamenti ? Non conosco le frequenze di Radio Mater!”

Magari non in tutte le città si prende, ma c’è una Applicazione, andate in Internet sul sito di Radio Mater, cercate bene l’applicazione, si scarica e si può ascoltare anche attraverso il cellulare, dovete cercare e vedrete che troverete tutto. Sapendolo, oggi potreste chiedere a vostro figlio, a un amico, al marito. L’emittente si chiama Radio Mater così domani sera ci incontreremo per la “prima” sui Dieci Comandamenti del Decalogo. 

Vi chiedo una preghiera forte per me, perché inizierò questo ciclo e speriamo di arrivare al termine. Sarà lungo, però a noi piacciono questi viaggi in montagna 

Inizio sempre tutte le mie predicazioni pensando alla scalata di una montagna e chissà, forse, un giorno… ogni tanto mi chiedo: “Quando morirò, chissà su quale montagna sarò?”. Non si può sapere su quale montagna sarò: probabilmente sarò a metà, all’inizio, a tre quarti di un ciclo di meditazioni e sorella morte arriverà dicendomi: “Bene, Padre Giorgio, adesso basta! Adesso hai finito il tuo percorso e le tue meditazioni le finirà qualcun altro. Tu puoi lasciare qui il tuo zaino e adesso andiamo altrove!”. Però sono contento perché il Signore mi ha fatto la grazia di finire tante meditazioni e questo è bello. Ogni tanto le ripenso e mi dico: “Che percorsi belli abbiamo fatto insieme! Quanti percorsi interessanti! Quante cose belle dette, lette, meditate insieme! Quanto siamo tutti cresciuti insieme bella questa cosa!”. 

Poi mi piace che rimangano lì, non vadano perse e uno, anche dopo anni, può andare e riprendersele, le può riascoltare. Insomma, è bello, sono dei conforti grandi che si hanno per i quali è giusto ringraziare tanto il Signore.

Quindi inizieremo questo percorso e voi pregate perché la Vergine Maria mi conceda i doni della sapienza, dell’intelletto e della predicazione perché io sappia dire le parole giuste al momento giusto e perché io sappia fare sempre e solo per la gloria di Dio

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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