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Il Timore di Dio pt.1 – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.133

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Il Timore di Dio pt.1 – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.133
Martedì 12 marzo 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 5, 1-3. 5-16)

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 12 marzo 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quinto capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 1-3.5-16

Questo è un Vangelo veramente importante, che io vi consiglio di meditare tanto; io non posso, adesso — come abbiamo visto ieri Santa Teresa, che dice “per non andare fuori argomento, non mi metto a parlare di…” — mettermi a fare il commento al Vangelo, perché sennò non riuscirei ad andare avanti con Santa Teresa, però — vi dico — è un testo veramente importantissimo e che si lega molto bene a quello che oggi leggeremo, soprattutto questa parte finale.

Quindi, continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo quarantunesimo, paragrafo primo.

Parliamo ora del timore di Dio.

Ieri siamo arrivati qua. Così adesso capiamo bene che cos’è il timor di Dio.

Anch’esso è facilmente riconoscibile, tanto da chi lo ha, come da chi avvicina chi lo ha. Avverto però che in principio, non essendo ancora molto perfetto, non si dà tanto a conoscere, a meno che non si tratti di certe anime che Dio favorisce di grandi grazie e adorna in poco tempo di virtù.3

3 Però, se non è nel caso di quelle grazie straordinarie nelle quali l’anima si arricchisce rapidamente, le virtù di solito van crescendo a poco a poco. (Manoscr. Escor.).

Non dimentichiamolo: le virtù crescono a poco a poco. La grazia non fa salti, dà tempo al tempo, va avanti con progressione. Poi, certo, ci sono i casi eccezionali, però, di solito… Lei scrive: 

Però va a poco a poco aumentando, s’irrobustisce di giorno in giorno e non tarda molto a manifestarsi. Le anime che ne sono prese si allontanano subito dal peccato, fuggono le occasioni e le compagnie pericolose e offrono molti altri segni. Questo timore si manifesta più evidente quando le anime sono arrivate alla contemplazione: soprattutto di queste parliamo, perché in esse il timore, nonché celarsi, si manifesta pure all’esterno, non meno dell’amore. Pedinate pure queste persone: per quanta cura e diligenza vi mettiate, non le troverete mai trascurate. Il Signore le sostiene in tal modo che per tutto l’oro del mondo non commetterebbero mai, avvertitamente, un sol peccato veniale. Quanto ai mortali, li temono come il fuoco. Mio desiderio, sorelle, è che temiamo le illusioni che qui possono venire. Supplichiamo incessantemente il Signore di non permettere che la tentazione sia così forte da indurci ad offenderlo, ma di proporzionarla alla forza che ci darà per vincerla.4 Questo è quello che importa; questo il timore di cui vi desidero pervase, nel quale avrete di che difendervi.

4 Se vi manterrete pura la coscienza, la tentazione non vi farà che poco o nessun  danno, per non dire anzi vantaggio. (Manoscr. Escor.).

Dunque, vediamo un po’, il Timor di Dio «facilmente riconoscibile, tanto da chi lo ha, come da chi avvicina chi lo ha». Si riconosce quando una persona ha il Timor di Dio che, sapete, è l’ultimo dei sette doni dello Spirito Santo. 

Allora: 

«va poco a poco aumentando» quindi, cresce sempre;

«si irrobustisce di giorno in giorno e non tarda molto a manifestarsi», questo è il Timor di Dio. 

«Le anime che ne sono prese» ecco, adesso vediamo i segni:

«si allontanano subito dal peccato» chi ha il dono del Timor di Dio, anche poco che sia, si allontana subito dal peccato 

«fuggono le occasioni e le compagnie pericolose e offrono molti altri segni». 

Quindi i segni importanti sono: allontanarsi subito dal peccato, fuggire le occasioni, fuggire le compagnie pericolose. Questi tre segni dicono che uno ha il dono del Timor di Dio.

Ovviamente «si manifesta più evidente quando le anime sono arrivate alla contemplazione». Queste persone non sono mai trascurate, «per tutto l’oro del mondo non commetterebbero mai, avvertitamente, un sol peccato veniale. Quanto ai mortali, li temono come il fuoco».

Molte volte mi capita di ricevere qualche e-mail o qualche messaggio di qualcuno che mi racconta un evento e dice: “Ma questa situazione è un peccato mortale o è solo un peccato veniale?”. Come se, nel caso fosse solo un peccato veniale, non sarebbe una cosa grave. Ma questo vuol dire che non c’è il Timor di Dio! La domanda dovrebbe essere: “Questo fatto è un peccato anche lontanamente veniale?”. Questa è la domanda. Se la risposta è sì, bisogna allontanarsi come dal fuoco, perché il Timor di Dio ti impone di stare lontano non soltanto dal peccato mortale, da cui ovviamente bisogna stare lontano, ma anche dal più piccolo peccato veniale. 

Il Timor di Dio non permetterebbe mai a un’anima di commettere consapevolmente un peccato veniale, mai, non è possibile! Quanto ai mortali, S. Teresa dice, piuttosto muoiono, come diceva San Domenico: “La morte, ma non il peccato”. Quindi, avvertitamente, queste anime veramente contemplative, veramente possedute dal Timor di Dio, non commetterebbero mai un solo peccato veniale, mai.

Poi, circa la tentazione, Santa Teresa dice: supplichiamo il Signore che la tentazione non sia così forte da indurci ad offenderlo, ma sia propiziata la nostra forza per vincerla. 

Effettivamente dobbiamo riconoscere che è vero ma purtroppo noi, forse, non manteniamo sufficientemente pura la coscienza e quelle volte la tentazione ci sovrasta e ci vince, S. Teresa dopo nella nota lo dice: «Se vi manterrete pura la coscienza, la tentazione non vi farà che poco o nessun danno, per non dire anzi vantaggio». Ma se la tentazione ci vince la colpa non è della tentazione, che fa solo il suo lavoro; la colpa è nostra, che non riusciamo a mantenere pura la coscienza. 

Ed ecco che allora torna il tema: quanto tempo dedico alla preghiera, quanto sto col Signore, ogni quanto mi confesso, quanto bene o male faccio un esame di coscienza, quanto sono preciso negli impegni che ho preso, eccetera.

2 — Che bella cosa non mai offendere Iddio! Terreste incatenati tutti i demoni, servi e schiavi dell’inferno. In fine, volere o non volere, tutti han da obbedire a Dio, con la differenza che i demoni lo fanno per forza, mentre noi volentieri. Ora, più contenteremo il Signore, più ci terremo lontani i demoni. E così, malgrado i loro sforzi per tentarci e tenderci insidie, non ci potranno far male.

Allora: «che bella cosa non mai offendere Iddio!».

Questa frase la prenderei e me la scriverei — non so — sul telefono, come motto di Whatsapp, me lo scriverei sulla spalliera del letto… Voi direte: “Sì ma, padre, adesso, alla fine dei quarantadue capitoli, se io avessi scritto tutto quello che lei mi ha detto, avrei praticamente la camera tempestata, un collage, avrei in camera!”. Sì, è vero, ma per dirvi che sono cose veramente molto importanti, che hanno bisogno di essere riprese tanto; «che bella cosa non mai offendere Iddio!». È vero!

Io credo che questa sia un’altra esperienza che facciamo tutti: quando siamo in pace con Dio andiamo a letto alla sera e crolliamo nel sonno dei giusti, nel sonno degli innocenti, il sonno dei bambini, l’avete mai visto? Il sonno dei piccoli; si addormentano proprio che sembrano angeli. Le anime che non offendono mai Dio, si addormentano così. Hanno un sonno bellissimo. 

Quando, invece, abbiamo offeso il Signore, siamo tormentati; capita anche che non si riesca a dormire la notte, perché la coscienza ti tormenta. 

E quando poi abbiamo chiesto perdono al Signore e il peccato ci è stato tolto, non abbiamo più quella tortura interiore, ma rimane nell’anima un profondo senso di amarezza. È vero che c’è anche una grandissima riconoscenza e un grandissimo senso di essere stati perdonati e riconciliati con Dio, è vero, ma quell’amarezza, quel dolore di essere caduti, di aver sbagliato, di non esserci fidati, quello rimane. Lo sentiamo per un po’ di tempo — alle volte lo potremmo sentire quasi per tutta la vita, proporzionato a quanto è stato grave il fatto, s’intende — ma è come se questa bellezza del non offendere mai Dio — quasi anche come penitenza — ci venisse a essere un po’ tolta, e quindi questa bellezza non la riusciamo più tanto a percepire, quindi siamo perdonati, siamo riconciliati, tutto vero, però dentro ci rimane quella cosa, che ci fa proprio star male. 

Questo perché non offendere Dio è una grazia incredibile; se noi non cadessimo mai nell’offesa di Dio, veramente terremmo incatenati tutti i demoni e tutti i servi e gli schiavi dell’inferno; ha ragione S. Teresa.

E uno dice: “Che preghiera devo fare per tenere lontano il demonio? Che cosa devo fare per essere liberato da queste insidie del demonio? Che cosa devo fare per…” Allora uno va a cercare le preghiere più incredibili del mondo e tutte le varie preghiere di guarigione, e tutte le cose più strane e impossibili… Santa Teresa ci dà la soluzione più bella e più facile: più contenteremo il Signore — cioè: più non l’offenderemo, più faremo felice il Signore — più i demoni staranno lontani.

Questa, mi verrebbe da dire, è la più grande forma di esorcismo. Più noi facciamo felice Gesù — e quindi più noi lo amiamo, più noi non lo offendiamo — e più i demoni staranno lontani. Così, malgrado i loro sforzi per tentarci e tenderci insidie, non ci potranno fare niente. Cioè, malgrado tutta la loro cattiveria, siccome noi abbiamo come obiettivo quello di contentare il Signore — io voglio solo contentare il Signore in tutto e sempre, voglio rendere felice Gesù e basta — il demonio scappa via.

Guardate, questo penultimo capitolo è veramente importantissimo, come state vedendo questo capitolo è veramente molto, molto importante; abbiamo fatto due paragrafi, ma sono di una densità incredibile. cose di grande importanza. Eccolo, leggiamo ancora il terzo.

3 — Cosa di grande importanza è che vegliate sempre e attentamente sopra voi stesse. Non cessate mai di sforzarvi fino a quando non sarete così decise da esser pronte a perdere mille volte la vita5 piuttosto di offendere il Signore con un sol peccato mortale. Quanto ai veniali, evitateli con la massima diligenza. — Intendo parlare di quelli che si commettono deliberatamente, perché riguardo agli altri, chi è che non vi cade assai spesso?

Anche questo è un paragrafo importantissimo, mi fermo, perché è troppo importante. Allora: vegliare sempre, attentamente, sopra di noi — dobbiamo essere come delle sentinelle che non dormono mai — su di noi, non sugli altri. E poi, non bisogna mai cessare di sforzarci in questo vigilare fino a quando non saremo decisi di perdere mille volte la vita piuttosto che offendere il Signore con un solo peccato mortale. Ecco, io non so quanto noi siamo decisi di perdere mille volte la vita piuttosto che fare un peccato mortale, non lo so. Io sono pronto a morire piuttosto che bestemmiare? Faccio un esempio; io sono pronto a morire piuttosto che fare un atto di apostasia? Non lo so. Sono pronto a perdere tutto piuttosto che rinnegare il nome del Signore? Non lo so, perché poi, magari, quando esco per strada, ho vergogna di farmi il segno di croce, magari poi, quando sono a cena al ristorante, ho vergogna di fare il segno di croce, magari poi quando sono insieme ai miei colleghi di lavoro, ho vergogna di dirmi cristiano; capite, no?

Ecco, nota quinta, lei dice: “decise di essere pronte a perdere mille volte la vita…”:

5 … sia pure a patto di lasciarvi perseguitare da tutto il mondo. (Manoscr.Escor.).

Mi sembra ancora più difficile che perdere la vita! «Sia pure a patto di lasciarvi perseguitare da tutto il mondo». Quindi: siate pronte a perdere mille volte la vita, sia pure a patto di lasciarvi perseguitare da tutto il mondo, piuttosto che offendere il Signore con un solo peccato mortale; cioè, essere pronti a perdere tutto, essere pronti ad essere perseguitati fino al sangue, piuttosto che offendere il Signore con un solo peccato mortale.

 Questa pagina, secondo me, va stampata e tenuta lì, continuamente letta e riletta.

Quanto ai peccati veniali — quello che dicevamo — vanno evitati con la massima diligenza, scrive. Quindi, non: “Ma questo è un peccato mortale, o no?” No, no, la domanda è: “È un peccato veniale?” Punto! Se solo fosse un peccato veniale, bisogna stargli lontano come dalla peste. 

«Intendo parlare di quelli che si commettono deliberatamente, perché riguardo gli altri», cioè i peccati veniali che io faccio perché mi è scappata, e quindi non mi sono accorto, oppure che commetto proprio a motivo della mia debolezza, della mia imperfezione, vabbè, lei dice che di questi ne commentiamo spesso, e quindi confessiamoci di frequente per questo; però, dai peccati veniali che io so essere peccati e che commetto volontariamente, ecco, Santa Teresa dice che da questi bisogna stare lontani assolutamente.

Ci fermiamo; ci impiegheremo un pochino, perché vedete che sono veramente dense, queste ultime pagine. Vabbè, comunque, andiamo avanti!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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