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Pensare male degli altri – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.137

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Pensare male degli altri – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.137
Sabato 16 marzo 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 7, 40-53)

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 16 marzo 2024. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal settimo capitolo del Vangelo di san Giovanni, versetti 40-53.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo quarantunesimo, paragrafo sesto. 

Abbiamo visto il “timore di Dio”, fatto molto, molto bene. S. Teresa ci ha spiegato tante cose interessanti nei giorni scorsi, io le ho messe tutte sotto il titolo “Timor di Dio”, perché mi sembra proprio che riguardino questo grandissimo dono da chiedere al Signore, allo Spirito Santo. Oggi ne vediamo un’altra:

6 — Altro danno che ne suole venire è di pensar male degli altri. Se si vedono delle anime camminare per una via diversa dalla nostra e, per meglio giovare al prossimo, agire con santa libertà senza tante paure, si tacciano da dissipate, mentre forse possono essere più perfette. Vedendole abbandonarsi a una santa allegrezza, si ritengono per anime leggere. E questi giudizi si fanno specialmente da noi che, non avendo studiato, non sappiamo quello che si può fare senza commettere peccato. Ma nulla di più pericoloso che mettersi di continuo nella dannosissima tentazione di far torto al prossimo: credere che non siano perfetti coloro che non camminano come noi e con tutte le nostre apprensioni è una pessima cosa. Vi è poi un altro inconveniente ed è che in certe occasioni, nelle quali bisognerebbe parlare, vi lascereste chiudere la bocca dal timore di eccedere, approvando forse quello che dovreste aborrire.

Fermiamoci qui, perché avete capito bene che questo paragrafo sesto è un altro di quei paragrafi densissimi. Qui Santa Teresa parla di un altro danno: pensare male degli altri. 

Cerchiamo di capire bene cosa intende Santa Teresa e da dove si origina questo pensare male degli altri. Attenzione, perché non si origina, in questo caso, da: “l’altro fa il male”, non si origina da: “l’altro si comporta male”; “l’altro ha avuto un atteggiamento immorale”; “l’altro ha sbagliato”. Attenzione a capire da dove si origina questo giudizio; mi verrebbe da dire: ancora peggio del giudizio, perché è proprio ciò che sta prima del giudizio, è proprio il pensiero.

Il pensare male degli altri, che poi approda al giudizio, da dove nasce? “Se si vedono anime camminare per una via diversa dalla nostra”, nasce da qua.

Questo pensare male non nasce dal fatto che l’altro fa il male, no, ma dal fatto, che l’altro cammina per una via diversa dalla mia; è incredibile! Sembra impossibile, invece, questa è la ragione che sta alla base delle più frequenti occasioni in cui cadiamo pensando male degli altri. Per la semplice ragione che tu cammini per una via diversa dalla mia. Cosa sta qui dietro? Qua dietro sta l’idea che la mia via è l’unica, è la migliore, ed è impeccabile. Nessun’altra via esiste, solo la mia; e chi non cammina per questa via, sbaglia, e io sono autorizzato a pensar male di lui o di lei.

Se voi razionalizzate questa idea, la portate a discorso, voi vi rendete conto che, dicendola, si avverte tutta l’aberrazione di questa impostazione; eppure, è frequentissimo.

Accade quando si sente parlar male di un altro che non ha fatto niente di male oggettivamente, non ha fatto qualcosa di “oggettivamente” grave come rubare, uccidere, calunniare… Fermo restando che non bisogna mai parlare male di nessuno, posso capire che se ha avuto un atteggiamento grave, brutto, e questo ha suscitato un pensiero brutto su di lui, è sbagliato, però almeno lo posso “collocare”. In questo caso invece no, perché non c’è niente, non è successo niente (e questa verifica dobbiamo sempre farla), semplicemente cammina per una via diversa.

Adesso vi chiedo: chi vi viene in mente? Dicendo queste poche parole, ditemi: chi vi viene in mente? A me viene in mente immediatamente il caso classico di Padre Pio, subito! Non posso non pensarci. Mi viene in mente il caso classico di Santa Teresa di Gesù, che ha sofferto delle persecuzioni terribili anche lei, perché seguiva una via diversa da quella di quel momento lì, e della maggioranza. Non posso non pensare a San Giovanni della Croce, che ha seguito una via talmente diversa da quella comune, che i suoi frati l’hanno buttato in galera per nove mesi, l’hanno messo nella prigione del convento per nove mesi; andate a leggere com’era fatta questa prigione; quale essere umano poteva vivere in un buco del genere.

Perché? Padre Pio che male ha fatto? Che delitto ha fatto, che crimine ha fatto? Nessuno. C’erano molte accuse; fondate? No, perché non c’erano le prove. Erano illazioni, erano calunnie, erano diffamazioni, non hanno mai avuto uno straccio di prova. Gli hanno messo i registratori in confessionale, gli hanno messo i registratori nella camera. Un sacrilegio terribile, quello dei confessionali, un abuso gravissimo, non solo nei confronti di Padre Pio, ma anche nei confronti di quelle persone che andavano a confessarsi. Perché è chiaro che, se metto un registratore nel confessionale, io sento quello che dice Padre Pio, certo, ma sento anche i peccati di quello che si va a confessare. Quindi, capite, una cosa gravissima. Si è violato il segreto della confessione, si è arrivati fino a lì! E, in più, una violenza gravissima della sua privacy personale, aver messo i registratori sotto il suo letto.

Beh, che cosa hanno ricavato? Niente, niente. Hanno messo i registratori anche dove lui andava, nel parlatorio, a parlare con le sue figlie spirituali, cosa hanno ricavato? Niente. Non hanno mai avuto uno straccio di prova, uno, non l’hanno avuto mai; non hanno mai ricavato nulla. E allora uno dice: bene, allora, visto che non c’erano prove, e visto che erano tutte calunnie, illazioni, dubbi, supposizioni, ma su queste non si può fondare una condanna, allora perché lo hanno perseguitato così? E perché l’hanno condannato? Addirittura lo hanno condannato! Padre Pio è stato sospeso a divinis per quasi tre anni! Persecuzioni terribili. Bene, e perché? Questa è la ragione: — ce l’ha appena detta Santa Teresa — perché lui camminava per una via diversa da quella di tutti gli altri. In che senso? Lui aveva le stigmate, gli altri no, per esempio!

Ma, dico: Dio, Gesù Cristo, figlio di Dio, è libero di dare i segni della Passione a chi vuole lui, o deve chiedere il permesso a noi? Sono i suoi, è Dio, fa quello che vuole. Ma sarà pur libero, Gesù Cristo, di fare quello che vuole, quando vuole, con chi vuole? Ma siccome le aveva solo Padre Pio, ed era il primo sacerdote nella storia della Chiesa ad avere le stigmate, cosa hanno fatto? Hanno detto: “No, questa è una via diversa, noi non l’accettiamo”, quindi: persecuzione! “Ma non ha fatto niente di male!” — “Fa niente, deve essere perseguitato, perché non può camminare per una via diversa dalla nostra”.

I parroci che vedevano Padre Pio raccogliere così tante persone, vedevano che andavano tutti a confessarsi da lui, che le parrocchie si svuotavano, che il suo confessionale era stracolmo e che tutte le offerte per le messe andavano su in convento, invece di andare in parrocchia — eccetera, eccetera, eccetera — cosa hanno fatto? Calunnie, calunnie, calunnie, calunnie, calunnie. Ma cosa ha fatto di male? Niente; faceva il sacerdote, come facevano loro. Ma è colpa di Padre Pio? 

Poi sapete che Padre Pio non è che predicava molto, anzi, predicava pochissimo; quindi, non era un oratore brillante, un predicatore brillante, no; lui celebrava la Messa e confessava, punto. Ma è colpa di Padre Pio se, perché celebrava in un certo modo e confessava in un certo modo, tutte le persone andavano da lui, invece che andare da altri? Ma che colpa ne ha?

“Le sue messe duravano tre ore”; ma devi andare tu a partecipare? No. E allora? E se alla gente piaceva stare lì tre ore alla sua messa, quando tu invece la dici in venti minuti, ma cosa ci perdo io? A me non piace? Benissimo, me ne sto a casa mia. Padre Pio andava forse a prendere qualcuno per i capelli e se lo trascinava in convento? No; era la gente che andava, e allora? Che male faceva? Che torto faceva a chi? Ma, siccome camminava per una via diversa dalla loro, allora persecuzione, allora calunnie, allora diffamazioni, allora sospetti, allora dubbi.

E allora Santa Teresa scrive: “e per meglio giovare al prossimo — perché è chiaro, è questo lo scopo: giovare al prossimo — cosa fanno? Agiscono con santa libertà, senza tante paure”. Padre Pio era così; ma i santi sono così, Santa Teresa era così, San Giovanni della Croce era così, Santa Teresa di Gesù Bambino era così: “agivano con santa libertà, senza tante paure”, erano liberi, liberi.

Ma voi avete letto le lettere che scriveva Padre Pio alle sue figlie spirituali? Avete mai letto quello che Padre Pio scriveva a Cleonice Morcaldi? Avete mai letto gli scritti di Cleonice, la sua figlia prediletta? Scriveva delle lettere bellissime, dolcissime, piene di un amore umano e spirituale, di una purezza da Serafino. Per chi dentro non è perverso, per chi dentro è innocente, quelle lettere erano meravigliose, di una libertà senza false paure, bellissime.

Credo che tanti di noi saremmo disposti a dare dieci anni della nostra vita per ricevere, dal proprio confessore, una lettera del genere! Parole bellissime. Libero! Padre Pio era libero.

Loro sono liberi perché sono santi, e noi, siccome siamo pieni di peccati, siamo perversi, cosa facciamo? Li tacciamo di essere dissipati, capito? Diciamo che loro sono dissipati. Siccome noi non riusciamo ad essere liberi e loro lo sono, allora loro sono dissipati. E dire dissipati sarebbe già poca cosa, perché su Padre Pio hanno detto ben peggio, su San Giovanni della Croce non ne parliamo…

si tacciano da dissipate, mentre forse possono essere più perfette

Questa è la cosa incredibile! Che giudicavano dissipato Padre Pio — ripeto, “dissipato” è un eufemismo — quando, invece, era un santo, e tutto solo perché non camminava sulla strada che usavano loro. Guardate, incredibile, incredibile.

Vedendole abbandonarsi a una santa allegrezza, si ritengono per anime leggere.

Padre Pio era allegro non era un musone. Chi lo avvicinava, i suoi figli, le sue figlie spirituali, quelle più vicine lo vedevano! Ci sono delle foto dove viene ripreso Padre Pio che sorride; bellissime. Padre Pio non era un musone, non esistono i santi musoni. Certo, non si metteva a ridere in modo sguaiato, va bene, però questa santa allegrezza l’aveva, che era legata alla sua semplicità, che era legata alla sua santità, che era legata alla sua libertà. Quindi, questa santa allegrezza, questa santa libertà, che viene scambiata per dissipazione e leggerezza. 

Attenti, adesso, a cosa scrive Santa Teresa, questo è un atto di umiltà e di verità incredibile:

E questi giudizi si fanno specialmente da noi che, non avendo studiato, non sappiamo quello che si può fare senza commettere peccato.

Questo è il punto! Questi giudizi temerari, anzi gravissimi, contro la carità, vengono espressi da coloro che, spesse volte, non hanno mai studiato niente di teologia e di spiritualità, non hanno nessun titolo di studio per farlo. Oppure vengono espressi da coloro che magari hanno i titoli di studio, ma non hanno mai avuto esperienza di queste cose. Come faccio a giudicare una cosa di cui non ho esperienza? La prima domanda, che uno si dovrebbe fare, è: “Ma tu hai mai avuto le stigmate?” Perché dobbiamo parlare di questo. “Ah no, ma quelle stigmate lì sono state provocate dall’isteria”, e Padre Pio risponde: “Benissimo, adesso lei si sieda qui vicino a me e cominci a pensare fortemente, si faccia venire un attacco isterico pensando fortemente che lei è un bue. Vediamo se le spuntano le corna” — “Quelle stigmate sono frutto di isteria”. “Benissimo, adesso tu ti siedi e cominci a pensare in modo ossessivo, fino a estenuarti, che sei un bue, vediamo se ti spuntano le corna”, diceva Padre Pio. Le corna non ti spuntano, anche se tu ti fai venire una crisi di nervi. Anche se tu sei convinto di essere un bue, le corna non ti spuntano. Vero o no? Avete mai visto qualcuno che è riuscito in questo? No. Quindi vuol dire che quelle stigmate non erano frutto di isteria.

“Ah, ma lui si mette gli acidi e poi se le scava”; bene, la mano gliela hanno quasi ingessata, gliela hanno chiusa con i sigilli e, dopo quindici giorni, hanno aperto: usciva ancora il sangue vivo. Basta! Uno dice: va bene, adesso basta, adesso basta. L’avete quasi ingessata, l’avete tutta fasciata, l’avete bloccata e l’avete tenuta per quindici giorni così… (Che poi, capite questo cosa vuol dire per l’articolazione, perché, se io blocco un polso per quindici giorni, poi provate voi a muovere quel polso. Vabbè, questi sono dettagli, che poi non vengono mai detti). Gli hai messo i timbri, gliela sblocchi e, appena gliela sblocchi, tu vedi che, dal buco, esce immediatamente sangue vivo. Uno, in quel momento, dovrebbe cadere in ginocchio e dire: “Guarda, perdono, pietà, passerò la mia vita a fare penitenza, ti chiedo perdono, ho proprio preso una cantonata”. Nooo, a loro viene la proposta di ingessargli tutti e quattro gli arti! Incredibile! A loro viene l’idea di ingessarglieli tutti e quattro! “Certo, perché così siamo sicuri”. No, vabbè, e come cammina? E come va in bagno? E come mangia? Grazie al cielo, non l’hanno fatto.

Non hai esperienza: non giudicare ciò che non conosci. Non hai l’esperienza di questo agire con santa libertà, non hai l’esperienza di questa santa allegrezza, non hai l’esperienza di questa via diversa, basta, dillo, fai un atto di umiltà. Devi dire: “Io questa via non la conosco, non l’ho mai studiata” — oppure — “La conosco, perché l’ho studiata sui libri ma, in pratica, non l’ho mai toccata. Non l’ho mai vista in pratica. Quindi, non posso giudicare una cosa che non conosco”. Basta. Ritirati in buon ordine, fai più bella figura; facciamo più bella figura a dire: non lo so, non la conosco, non l’ho mai trattata.

Nessun chirurgo si può permettere di fare un’operazione a cuore aperto solamente perché l’ha studiato sui libri. Nessuno può aprire un torace, operare un cuore, senza aver mai fatto un intervento e senza aver mai visto un intervento chirurgico a cuore aperto, semplicemente perché l’ha studiato perfettamente sui libri. Nessuno gli permetterebbe di toccare quel bisturi! Tu lo studi sui libri — benissimo — poi ti metti a fianco di un cardiochirurgo di eccellenza, ci stai a fianco cinque, sei, sette anni, impari bene, lo aiuterai, e quando tu avrai imparato con l’esperienza a fare questa cosa (fatta, rifatta, rifatta, rifatta, strafatta) allora sarai tu a fare il primo chirurgo; ma dopo tot anni, non dopo la laurea in medicina o dopo aver fatto la specializzazione, perché hai guardato qualche volta un video; ci rendiamo conto?

Santa Teresa scrive:

Ma nulla di più pericoloso che mettersi di continuo nella dannosissima tentazione di far torto al prossimo: …

È terribile, questa cosa, stiamo attenti

…credere che non siano perfetti coloro che non camminano come noi e con tutte le nostre apprensioni è una pessima cosa.

Stiamo attenti alla tentazione di far torto agli altri, di metterci in questa condizione, perché un torto è una mancanza di carità. È una mancanza di carità credere che non sono perfetti, credere che non vanno bene, credere che sono sbagliati, coloro che non hanno la nostra via, che non camminano sulla nostra via e che non hanno le nostre paure. Siccome tu non fai la mia via e non sei angosciato come me, e non sei terrorizzato come me, e non sei pieno di complessi, di frustrazioni e di non so cos’altro, allora tu non vai bene. Lei dice: questa è una pessima cosa. Ed è una cosa che fa tantissimo male agli altri, di cui dovremo rispondere davanti a Dio; questo è sicuro. Tutti noi dovremo rispondere davanti a Dio, di queste cose.

Vi è poi un altro inconveniente ed è che in certe occasioni, nelle quali bisognerebbe parlare…

Ecco: tutte le volte che noi siamo pusillanimi, che facciamo così, siamo anche vigliacchi. Quindi: dovrei parlare ma, siccome ho paura, sono preso dal timore di eccedere, questa paura mi chiude la bocca; mi viene in mente subito Ponzo Pilato. Siccome ho paura di dire quella parola in più, che potrebbe crearmi dei problemi, allora “approvo quello che dovrei aborrire”. Ma pensate che tragedia!

Queste persone che se non cammini per la loro via e non hai le loro angosce, tu sei sbagliato e non vai bene, sono le stesse che, quando devono parlare, stanno zitte, perché sono piene delle loro paure: hanno paura di eccedere, hanno paura di essere giudicate, hanno paura di questo, di quello, e di quell’altro, hanno paura di essere criticati, di essere perseguitati, di essere esiliati, e allora approvano quello che invece dovrebbero aborrire.

Ci fermiamo qua, perché questo paragrafo sesto, come i precedenti, è di una tale densità, che io mi fermo. A parte, scusate, che sono sfiancato, perché mi ha coinvolto molto, perché io ho una devozione grandissima per Padre Pio, lo sapete, non è nascosto, e, quando leggo la sua storia, veramente mi viene dentro al cuore un tale dolore, un tale dispiacere per tutto quello che ha vissuto, perché veramente, quello che scrive Santa Teresa, è esattamente il riassunto, è la fotografia della sua vita.

Preghiamo per tutti coloro che, ancora oggi, sono perseguitati per queste ragioni, per quello che c’è scritto in questo paragrafo sesto. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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