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Il tema del cuore pt.3 – La mistica della riparazione, di don Divo Barsotti pt.50

Mistica della riparazione

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Il tema del cuore pt.3 – La mistica della riparazione, di don Divo Barsotti pt.50
Mercoledì 25 settembre 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 9, 1-6)

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 25 settembre 2024. 

Oggi possiamo dare il grande annuncio che mancano tre mesi a Natale: ottobre, novembre, dicembre, tra tre mesi è Natale. E, come abbiamo fatto anche l’anno scorso, ricordiamoci l’approssimarsi del Natale. È vero, non siamo ancora in Avvento, però sapete, il mese di ottobre è un mese densissimo. Ricordo ancora quando abbiamo fatto insieme tutto il mese di ottobre dedicato al beato Alano della Rupe, dedicato a imparare, a scoprire il Salterio di Gesù e di Maria, le tre corone del Rosario. Un mese molto bello, molto intenso. Invito chi non ha ascoltato quelle meditazioni a andare ad ascoltarle, perché sono veramente una miniera, nel senso che abbiamo letto dei testi veramente molto, molto belli. In ottobre ricordiamo anche Santa Teresa di Gesù.

Poi c’è novembre, dove c’è dentro il ricordo dei nostri santi, il ricordo dei morti, poi abbiamo l’Avvento, poi abbiamo tante belle solennità: Cristo Re dell’Universo; l’Immacolata Concezione. Insomma, diversi santi e diverse ricorrenze. Tutto questo ci porterà, in un batter d’occhio, al Natale, al giorno di Natale, alla Novena di Natale, alla Vigilia di Natale.

E allora prepariamoci a questo giorno con questo bel Vangelo di san Luca della Santa Messa di oggi, tratto dal nono capitolo, versetti 1-6.

A me personalmente colpisce questa espressione di Gesù:

Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro

È molto bella questa espressione, in questo senso: Gesù ci insegna ad essere liberi. Vedete quanto Gesù è lontano dall’imporre e quanto Gesù è lontano dalla polemica sterile? 

“Quanto a coloro che non vi accolgono…”

Gesù non dice: andate, discutete, convinceteli, battagliate con queste persone, fate discussioni.

No, dice: non vi accolgono? Andate via, non insistete assolutamente, prendete e andate. 

“Scuotendo la polvere dei vostri piedi a testimonianza contro di loro”

Come a dire: noi siamo venuti, volevamo annunciarvi il regno di Dio, non avete voluto, ce ne andiamo; però, questa polvere sarà testimone del fatto che noi la buona volontà l’abbiamo messa, poi ognuno si assumerà la sua responsabilità. 

Questo, credo, vale anche per i nostri modi, di parlarci tra di noi; non dobbiamo imporre. Non è questione di aver ragione o di avere torto, è questione di dire il più possibile ciò che è vero, cioè Gesù. Poi, se vediamo che qualcuno non lo accoglie… perché oggi, bisogna riconoscere, che c’è veramente in giro una quantità di superbia unita a una grandissima quantità di ignoranza, unita a una grande incapacità logica, proprio grande incapacità di fare ragionamenti, di seguire un percorso logico; perché non siamo più abituati. Tutto questo, messo insieme, rende molto difficile un annuncio sereno e anche un confronto sereno. E quindi, quando incontriamo queste resistenze, non possiamo fare altro che prendere e andare.

Continuiamo la nostra lettura del testo di don Divo.

Nel Cuore di Cristo la creazione finalmente trova il modo di rispondere. Tutta la vita della creazione tende al Cuore di Cristo bellissima questa espressione — tutta la creazione ha nel Cuore di Cristo quello che cerca, quello di cui ha bisogno, ha finalmente nel Cuore di Cristo la sua perfezione. Noi lì troviamo tutto: nel Sacratissimo Cuore di Gesù — Se non ci fosse questo Cuore di Gesù che pulsa nella creazione e che diventa il cuore della creazione intera, se non ci fosse questo Cuore, la creazione stessa sarebbe come un essere senza cuore. Quindi la creazione, esiste, c’è, ha la sua ragion d’essere nel Cuore di Gesù. Il Cuore di Gesù è il cuore della creazione. La creazione sta in piedi, dice don Divo, grazie al Cuore di Gesù — Togliete alla creazione il Cuore di Cristo e la creazione è morta. È per il Cuore di Cristo che la creazione vive, è nel Cuore di Cristo che la vita della creazione trova il suo principio, la sua massima forza.

Don Divo ci dice che non esiste la creazione in quanto creazione. Non posso mettermi a pregare, ad adorare una pianta; non lo posso fare. Cosa che ad esempio succede in India, dove, sapete, si dice che le mucche sono sacre. Ma in realtà non è che le mucche siano sacre, loro proprio pregano le mucche. Voi capite che c’è un problema per quanto riguarda il modo di intendere la creazione. 

Il nostro modo cristiano cattolico di intendere la creazione è che la creazione ha il suo principio, la sua massima forza, la creazione vive grazie al Cuore di Gesù. È il Cuore di Gesù che noi dobbiamo adorare, non il fiore, la pianta, la terra. Non posso mettermi a ringraziare la terra in quanto terra — anche perché sarebbe un atto di idolatria — io devo ringraziare il Cuore di Dio, il Cuore di Gesù. È questo che ci sta dicendo don Divo: “Perché, senza il Cuore di Gesù, la creazione sarebbe un essere senza cuore”, quindi è morta. «Togliete alla creazione il cuore di Cristo e la creazione morta».

Oggi c’è questa chiarezza di idee? C’è questa chiarezza teologica? Non lo so, voi saprete meglio di me se c’è o non c’è.

Dobbiamo meditare come nel Nuovo Testamento il Cuore di Cristo sia il frutto più alto della creazione. «Imparate da me perché sono mite e umile di cuore». Questo riferimento al suo Cuore non vuol rivelarci tanto la carità, quanto la santità che possiede il Cuore umano di Gesù unito al Verbo, la sua dolcezza e la sua umiltà. Questo, l’uomo deve imparare da Cristo: dove farsi imitatore di lui, anzi, più che imitare deve trasformare il suo cuore nel Cuore di Gesù. Questo è il nostro compito: trasformare il nostro cuore nel Cuore di Gesù — Così si compiono le profezie dell’Antico Testamento: il cuore dell’uomo viene trasformato in quello di Cristo.

Quindi, quando noi chiamiamo in causa le profezie dell’Antico Testamento, ognuna ha il suo stile, ha la sua ragion d’essere — ecco, diciamo così — però tutte, ci dice don Divo, si compiono nel fatto che l’uomo trasforma il suo cuore in quello di Gesù; questo è il fine ultimo delle profezie.

La Nuova Alleanza si realizza nel possesso di questo Cuore, che vuol vivere in ciascuno di noi e rinnovare in ciascuno di noi il miracolo di quella dolcezza e di quella umiltà senza fine. Solo per mezzo del Cuore di Cristo, l’uomo innalza una lode perfetta al Padre Celeste … Vorremmo amare, lodare il Signore, e sentiamo che tutto quel che facciamo è indegno di lui. La sola lode degna, il solo amore degno è quello che gli dà il Cuore di Cristo.

Il primo grande mistero della devozione al Sacro Cuore di Gesù è questo. Si deve considerare, nel Cuore di Gesù, Dio che ci ama, ma dobbiamo anche considerare la creazione che finalmente ha trovato nel Cuore di Gesù la possibilità di amare Dio come doveva essere amato.

Di fatto, che cos’è … il peccato del mondo? Non solo l’impossibilità di amare Dio come deve essere amato, ma anche il rifiuto da parte della creazione di amare Dio come egli doveva essere amato.

Capite, il peccato del mondo è proprio questo: «il rifiuto da parte della creazione di amare Dio come egli doveva essere amato».

Il Cuore del Cristo è il tabernacolo della creazione. bellissima questa espressione! — È nel Cuore del Cristo che la creazione trova finalmente il modo di amare Dio; la possibilità finalmente di rispondere alle esigenze divine. Noi che non potremmo mai amare Dio degnamente, abbiamo il modo di poterlo amare nel Cuore di Cristo. La nostra impotenza è la pena più grande per un cuore cristiano. Finora tu ci amavi, o Dio, ed era nostro tormento non poterti riamare; tu ci amavi e ogni tuo atto d’amore non faceva che renderci più sensibile e doloroso il tormento della nostra impotenza a risponderti …

Non abbiamo nulla da offrirgli? Sì, abbiamo qualche cosa: il Cuore di Cristo. «Figlio, dammi il tuo cuore», dice Dio all’uomo. «Figlio». «Signore, il mio cuore è il Cuore di Cristo. Tutto mi è stato dato quando mi è stato dato Gesù, e Gesù mi ha dato il suo Cuore. Io offro a te questo Cuore divino. Tu hai chiesto a me l’amore di tutto il mio cuore: l’amore di tutto il mio cuore è l’amore del Cristo; nel Cristo finalmente io ti amo. In me non ti amo. Non sono che miseria e peccato, ma in lui finalmente io ti amo». 

Ma voi notate, al di là di tutto quello che dice don Divo, quante volte in una pagina torna, appare, viene citato il nome di Gesù? Capite quest’uomo quanto era intriso di amore per il Signore? Non c’è una pagina dove lui non nomini Gesù. Noi siamo capaci di fare discorsi su Dio, inerenti a Dio, senza mai nominarlo, è incredibile! Ma come si fa a fare un discorso su Dio senza nominare Dio? Eppure succede, eppure accade. Si nominano tante cose, ma non Dio, e questo è grave, questo è molto grave. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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